Reb&Ale (1)
di
Rebecca Barr
genere
etero
Credo sia passato poco più di un mese da quando ti sei presentato qui a casa con le sfere vibranti dopo una lite furiosa con Amelia.
Ovviamente avete fatto pace, e tutto sembra tornato alla normalità.
Sembra solo, perché sono le 2 di notte e sei fuori dal cancello di casa attaccato al campanello visibilmente alterato e in uno stato pietoso.
Molto controvoglia mi alzo per aprirti prima che qualcuno chiami i carabinieri per quanto stai strepitando. Non sei ancora entrato che l’odore sgradevole di alcool e fumo ti precede. Mi sbagliavo, non sei in uno stato pietoso sei oltre.
Entri e ti accasci letteralmente sul divano.
Incurante del fatto che sia notte fonda e che stessi dormendo hai la faccia tosta di chiedermi un tea caldo e di poter fare una doccia.
“ Mi ha detto Dany che posso stare qui temporaneamente… se a te non da problemi”.
Certo che me ne da. Lui è via per altri due mesi, esattamente il tempo necessario alla tua partenza,visto che siete amici e colleghi e vi date il cambio sulla piattaforma.
“Ne parliamo domani,quando sarai lucido e con un odore migliore addosso. Sono stanca e torno a dormire. Ti lascio un cuscino e due coperte per il divano. Non ti azzardare a bere,fumare e sporcare.
Notte”
Torno finalmente a letto, so di essere stata maleducata ma pur da sbronzo non hai mai tolto gli occhi dalla scollatura del top,coperto appena da un golfino leggero.
Sento lo scroscio della doccia e poco dopo sento il tuo russare pesante. Ti sei addormentato.
Impietosa la sveglia suona alla solita ora,sono assonnata ma devo alzarmi. Mi infilo in doccia velocemente, tu sei ancora sul divano nel mondo dei sogni.
Per abitudine non chiudo nemmeno la porta a chiave, mi svesto e mi metto sotto il getto bollente dell’acqua… rilasso i muscoli del collo e della schiena,mi godo i flussi differenziati del soffione che creano un effetto idromassaggio… mi sento decisamente meglio.
Presa completamente da questo momento privato di relax non mi sono nemmeno accorta che sei entrato e ti sei seduto sul wc,dove avevo appoggiato l’accappatoio… che adesso tieni sulle tue ginocchia mentre mi guardi sciacquar via il bagnoschiuma con gesti lenti.
Apro le ante e mi accorgo di te. Resto a metà con le gocce che scivolano sulla pelle,il vapore che si dissolve intorno a me. Istintivamente retrocedo un passo e usando un’anta come paravento ti chiedo di passarmi l’accappatoio.
“Perché’ non lo vieni a prendere ?”
Ti sto odiando. Ho dormito pochissimo per colpa tua,mi stai facendo fare tardi al lavoro e hai il coraggio di fare lo stupido…
“Dammi immediatamente il mio accappatoio o mentre esco porto fuori anche la tua borsa”
“Ma come siamo suscettibili.”… Conosco quel tono, ma non ti do soddisfazione,nessuna risposta che dia il via alle nostre schermaglie.
Cazzo mi sto congelando,è tardi e tu fai il deficiente… altro che suscettibile,vorrei uscire dalla doccia e darti uno schiaffo ma non ho nemmeno un telo a portata di mano.
Finalmente ti alzi e con l’accappatoio aperto ti avvicini. Con una piroetta mi ci infilo al volo e lo chiudo. Ma tu non molli la presa, anzi con un gesto fluido accompagni il mio nella chiusura,soffermandoti all’altezza del seno. Non hai mai fatto mistero di quanto ti piaccia il mio décolleté, una quarta piena,ma tonica e ben modellata. Più di una volta ti sei lasciato andare a battute ambigue o hai cercato un modo “casuale” di sfiorarlo.
Stavolta non è casuale. Mi hai praticamente bloccata in un abbraccio che si è fermato lì.
Lentamente fai scorrere il dorso della mano sul cotone che la separa dalla mia pelle. Ne segui la forma fino al capezzolo che nel frattempo si è inturgidito e oltrepassi il bordo dell’accappatoio prendendolo tra le dita e giocherellandoci.
” Reb hai due tette che mi mandano fuori di testa” mi dici con voce roca mentre infli nello scollo anche l’altra mano. Adesso sono appoggiata a te,sento in basso che ti stai eccitando mentre le tue mani percorrono ogni centimetro del mio seno.
So che non dovrei ma resto lì ferma a godere di quel contatto.
Fin dal nostro primo incontro è scattata tra noi un’attrazione magnetica,ed è incredibile come nessuno dei rispettivi compagni ci abbia fatto caso.
”E se continuassimo da un’altra parte?”
“Non posso… devo andare”… Il tuo massaggio sta producendo i suoi effetti,più che a lavorare vorrei tornare in camera da letto con te e lasciarmi accarezzare come stai facendo ora.
Mentre con una mano tieni un seno,con l’altra inizi a scendere lungo i fianchi,giochi con le ultime gocce d’acqua rimaste sulla pancia,fai scorrere i polpastrelli come una piuma provocandomi un brivido. Mi appoggio ancora di più a te…. mi lascio andare a un sospiro di piacere. Ti voglio. Qui, subito. Al diavolo il ritardo,al diavolo il lavoro…. si dice che ciò che trascuri se lo scopa qualcun altro,e io voglio scoparti,adesso.
Ovviamente avete fatto pace, e tutto sembra tornato alla normalità.
Sembra solo, perché sono le 2 di notte e sei fuori dal cancello di casa attaccato al campanello visibilmente alterato e in uno stato pietoso.
Molto controvoglia mi alzo per aprirti prima che qualcuno chiami i carabinieri per quanto stai strepitando. Non sei ancora entrato che l’odore sgradevole di alcool e fumo ti precede. Mi sbagliavo, non sei in uno stato pietoso sei oltre.
Entri e ti accasci letteralmente sul divano.
Incurante del fatto che sia notte fonda e che stessi dormendo hai la faccia tosta di chiedermi un tea caldo e di poter fare una doccia.
“ Mi ha detto Dany che posso stare qui temporaneamente… se a te non da problemi”.
Certo che me ne da. Lui è via per altri due mesi, esattamente il tempo necessario alla tua partenza,visto che siete amici e colleghi e vi date il cambio sulla piattaforma.
“Ne parliamo domani,quando sarai lucido e con un odore migliore addosso. Sono stanca e torno a dormire. Ti lascio un cuscino e due coperte per il divano. Non ti azzardare a bere,fumare e sporcare.
Notte”
Torno finalmente a letto, so di essere stata maleducata ma pur da sbronzo non hai mai tolto gli occhi dalla scollatura del top,coperto appena da un golfino leggero.
Sento lo scroscio della doccia e poco dopo sento il tuo russare pesante. Ti sei addormentato.
Impietosa la sveglia suona alla solita ora,sono assonnata ma devo alzarmi. Mi infilo in doccia velocemente, tu sei ancora sul divano nel mondo dei sogni.
Per abitudine non chiudo nemmeno la porta a chiave, mi svesto e mi metto sotto il getto bollente dell’acqua… rilasso i muscoli del collo e della schiena,mi godo i flussi differenziati del soffione che creano un effetto idromassaggio… mi sento decisamente meglio.
Presa completamente da questo momento privato di relax non mi sono nemmeno accorta che sei entrato e ti sei seduto sul wc,dove avevo appoggiato l’accappatoio… che adesso tieni sulle tue ginocchia mentre mi guardi sciacquar via il bagnoschiuma con gesti lenti.
Apro le ante e mi accorgo di te. Resto a metà con le gocce che scivolano sulla pelle,il vapore che si dissolve intorno a me. Istintivamente retrocedo un passo e usando un’anta come paravento ti chiedo di passarmi l’accappatoio.
“Perché’ non lo vieni a prendere ?”
Ti sto odiando. Ho dormito pochissimo per colpa tua,mi stai facendo fare tardi al lavoro e hai il coraggio di fare lo stupido…
“Dammi immediatamente il mio accappatoio o mentre esco porto fuori anche la tua borsa”
“Ma come siamo suscettibili.”… Conosco quel tono, ma non ti do soddisfazione,nessuna risposta che dia il via alle nostre schermaglie.
Cazzo mi sto congelando,è tardi e tu fai il deficiente… altro che suscettibile,vorrei uscire dalla doccia e darti uno schiaffo ma non ho nemmeno un telo a portata di mano.
Finalmente ti alzi e con l’accappatoio aperto ti avvicini. Con una piroetta mi ci infilo al volo e lo chiudo. Ma tu non molli la presa, anzi con un gesto fluido accompagni il mio nella chiusura,soffermandoti all’altezza del seno. Non hai mai fatto mistero di quanto ti piaccia il mio décolleté, una quarta piena,ma tonica e ben modellata. Più di una volta ti sei lasciato andare a battute ambigue o hai cercato un modo “casuale” di sfiorarlo.
Stavolta non è casuale. Mi hai praticamente bloccata in un abbraccio che si è fermato lì.
Lentamente fai scorrere il dorso della mano sul cotone che la separa dalla mia pelle. Ne segui la forma fino al capezzolo che nel frattempo si è inturgidito e oltrepassi il bordo dell’accappatoio prendendolo tra le dita e giocherellandoci.
” Reb hai due tette che mi mandano fuori di testa” mi dici con voce roca mentre infli nello scollo anche l’altra mano. Adesso sono appoggiata a te,sento in basso che ti stai eccitando mentre le tue mani percorrono ogni centimetro del mio seno.
So che non dovrei ma resto lì ferma a godere di quel contatto.
Fin dal nostro primo incontro è scattata tra noi un’attrazione magnetica,ed è incredibile come nessuno dei rispettivi compagni ci abbia fatto caso.
”E se continuassimo da un’altra parte?”
“Non posso… devo andare”… Il tuo massaggio sta producendo i suoi effetti,più che a lavorare vorrei tornare in camera da letto con te e lasciarmi accarezzare come stai facendo ora.
Mentre con una mano tieni un seno,con l’altra inizi a scendere lungo i fianchi,giochi con le ultime gocce d’acqua rimaste sulla pancia,fai scorrere i polpastrelli come una piuma provocandomi un brivido. Mi appoggio ancora di più a te…. mi lascio andare a un sospiro di piacere. Ti voglio. Qui, subito. Al diavolo il ritardo,al diavolo il lavoro…. si dice che ciò che trascuri se lo scopa qualcun altro,e io voglio scoparti,adesso.
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