Amanti

di
genere
etero

Sono in piedi, mi hai detto di chiudere gli occhi e aspettare.

Ho sentito qualcosa di freddo e liscio chiudermi gli occhi. E’ una delle mie sciarpe di seta, la riconosco dal profumo. La fai passare intorno agli occhi e la annodi bene sulla nuca facendo attenzione a non tirare i capelli perché sai quanto mi fa arrabbiare.

Resto immobile, non ti vedo ma ti percepisco, sento che non sei lontano da me. Quasi come a conferma mi abbracci da dietro scostando i capelli dal collo. Sento il tuo respiro caldo sulla pelle mentre fai scorrere un dito tra il collo e la spalla, poi un bacio leggero dietro l’orecchio, talmente vicino da sembrare soffiato dentro. Mi da un brivido leggero e tu mi stringi appena di più.

Dall’orecchio scendi piano lungo il collo fino alla clavicola, e mentre lo fai, sento le tue mani che iniziano a sbottonare la mia camicetta. Lentamente, tra un bacio, un respiro, un bottone la apri tutta e posi le mani sui miei seni. Fai scorrere le dita sul pizzo leggero, segui il contorno delle coppe e percorri le spalline fino ad arrivare sulle spalle, le abbassi e mi accarezzi con tocco leggero.

Mi sfili la camicia, un brivido mi corre lungo la schiena al contatto della seta sulla pelle. Segui la mia spina dorsale con la punta delle dita provocandomi un altro brivido, e mentre risali verso il collo ti fermi alla chiusura del reggiseno e lo slacci lasciandolo cadere.

Fai tutto con deliberata calma, senza parlare, e questo, unito al fatto di non poter vedere rende tutto più indefinito e dilatato nel tempo.

Scendi di nuovo. Slacci la lampo della gonna che scivola a terra. Resto solo con il perizoma di pizzo color lavanda, quello che dici sempre intonarsi perfettamente con la mia carnagione.

“Torno subito” mi sussurri all’orecchio. Sento che ti allontani e poco dopo sento di nuovo la tua presenza, stai facendo qualcosa, ma il leggero rumore che fai non è abbastanza perché io riesca a dargli una forma.

Sei tornato dietro di me. Tutto questo silenzio e l’attesa di qualcosa che non so mi logorano.

Poi un lampo bianco oltrepassa la benda, una fitta improvvisa che mi fa sussultare e retrocedere di un passo perdendo quasi l’equilibrio mentre mi appoggio al tuo petto. “Shhhhhh…” mi bisbigli nell’orecchio…

E’ ghiaccio quello che hai appoggiato sui capezzoli per alcuni secondi facendoli diventare irti e duri, ed è sempre ghiaccio quello con cui adesso fai disegni astratti sul mio seno lasciando che piccole gocce scivolino giù lungo la pancia. Li fai scivolare lungo le coppe, intorno ai capezzoli, sulle punte e poi scendi piano verso la pancia. La mia pelle reagisce passando dai brividi di freddo alla sensazione di bruciare. Aderisco ancora di più a te, appoggiando la testa sulla tua spalla.

Mi prendi le mani, le sollevi dietro il tuo collo come in un abbraccio. Fai scivolare le mani lungo i fianchi, arrivi al perizoma e lo sfili. Sono nuda contro di te, completamente in balia delle tue mani che stanno facendo divampare il mio desiderio. Accarezzi l’interno coscia, risali, sento le tue dita farsi strada ed entrare dentro di me… gemo, escono per rientrare lentamente. Sono un lago di desiderio. Spingo indietro il bacino in un chiaro messaggio che tu ignori.

Le togli. Le porti alle mie labbra e io con la finta innocenza che tanto ti fa eccitare ci gioco con la punta della lingua per poi trattenerle e succhiarle. Il tuo respiro ha cambiato intensità e anche il tuo desiderio si fa sempre più evidente. L’unico rumore della stanza sono i nostri sospiri.

Mi volti dolcemente e mi baci il naso, la bocca, il collo e poi inizi a scendere, ti soffermi su un capezzolo, lo inumidisci e lo succhi voglioso poi la tua discesa continua….l’essere privata della vista amplifica ogni sensazione che ricevo rendendo il mio desiderio di te quasi insopportabile. Affondo le mani nei tuoi capelli nel momento in cui sento il tocco della tua lingua tra le mie cosce, rapido e profondo.

Inarco la schiena in un gemito che non riesco a controllare e così facendo mi avvicini ancora di più alla tua bocca fino a farmi esplodere in un orgasmo che mi lascia tremante e sfinita, con i sensi stravolti dal desiderio poi appagato così intensamente.

Mi abbracci e mi sfili la sciarpa. Mi metti addosso la tua camicia con un gesto protettivo, la abbottoni baciandomi dolcemente, mentre in un sussurro a fil di labbra ti sento dire “Mi sei mancata”.
scritto il
2019-04-12
2 . 1 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Notte

racconto sucessivo

Reb&Ale (1)
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.