Lo zio Alberto (parte quarta)
di
grandeariete
genere
incesti
LO ZIO ALBERTO (parte quarta)
Una volta venuto lo zio rimase sopra la nipote, ansimante e appagato. Ema stringeva forte a se lo zio, aveva portato le gambe sulle reni e non lo lasciava muovere, voleva sentire il pene dentro di se il più possibile. Il solo fatto di averlo nella sua passerina le procurava un piacere mai provato prima. Continuava ad avere orgasmi. Lo zio non era più giovanissimo e dopo un po’ il suo pene cominciò ad ammosciarsi e scivolò fuori. Era ancora bagnato dagli umori della nipote e dal suo stesso sperma. Si distese accanto alla ragazza che subito prese in mano lo strumento che tanto piacere le aveva donato e cominciò ad accarezzarlo. Ema si mise distesa a pancia in giù fra le gambe dello zio continuando ad accarezzare ed ammirare il pene. Lo osservava da tutte le posizioni, lo accarezzava, lo scappellava fino a far arrivare la pelle sui testicoli. Poi lo poggiò sulla pancia dello zio e spostò la sua attenzione proprio sulle palle rilassate e ormai svuotate di quel dolce nettare che tanto felice fa le donne. Li soppesava, con delicatezza tastava i testicoli all’interno dello scroto. Poi si avvicinò alle stesse e cominciò a baciarle, a leccarle, con un po’ di fatica li portò, uno alla volta, in bocca come a volerne sentire il sapore, li tirò fuori e iniziò la salita verso la verga dello zio che nel frattempo aveva dato qualche piccolissimo segno di vita. Arrivata alla cappella e dopo averla leccata per tutta la circonferenza la portò in bocca e cominciò a succhiare. Lo zio notò che la nipote, mentre armeggiava con il suo cazzo, sembrava assente. Infatti Ema era entrata in una dimensione spazio-temporale dove non esisteva altro all’infuori di quel corpo che stava esplorando. Poteva essere il corpo di chiunque per lei sarebbe stato lo stesso. Era in estasi! Chissà quante volte aveva sognato di accarezzare, toccare il corpo di un uomo e non aveva potuto realizzarlo. Un po’ per la timidezza, un po’ perché la sorella maggiore calamitava sempre su di se tutte le attenzioni dei ragazzi, in ogni caso adesso, grazie allo zio, stava vivendo il sogno di avere un corpo maschile tutto per se e fare quello che aveva sempre desiderato. Lo zio non disse nulla alla nipote e la lasciava fare per non interrompere quel sogno. Nel frattempo e a seguito di quelle carezze, anche se un po’ inesperte, il cazzo di Alberto si risvegliò del tutto. Erano anni che “albertino” non si risvegliava così in fretta dopo una scopata. La ragazza faceva pratica di pompini. Non riusciva a staccarsi, così come quando i bambini scoprono per la prima volta la nutella e ne mangiano cosi tanta da fargli male. Nonostante la passerina le faceva ancora male, lo rivoleva nuovamente dentro di sé. Dopo aver lubrificato per bene il glande, la ragazza si portò a cavalcioni sullo zio e con la mano guidò il pene fra le grande labbra grondanti di umori e, calibrando la discesa, lo fece scomparire completamente dentro di se. Appoggiò le mani sul torace dello zio e iniziò un lenta e dolce cavalcata. Mentre Alberto godeva nel guardare ed accarezzare quel giovane corpo della nipote, il cellulare interruppe bruscamente, quella dolce realtà. Alberto non voleva rispondere, ma quella telefonata poteva essere importante, forse vitale. La nipote si fermò, allungò la mano e prese il cellulare di Alberto che era sul comodino. Oddio è la zia e prontamente scese dal letto. Si, era la moglie di Alberto che lo informava di aver cambiato programma, non lo avrebbe raggiunto al mare ma stava andando con la sorella a casa di quest’ultima e lo pregava di raggiungerla per ora di pranzo. Alberto saltò giù dal letto, in un attimo si rivestì e scappò letteralmente via. Per fortuna conosceva bene la zona e questo gli permise di fare una strada diversa ed evitare di incrociare la moglie e la cognata che stavano rientrando a casa. Alberto non andò al mare ma rientrò a casa propria, dove, appena giunto, si tuffò sotto la doccia per rimanervi una buona mezz’ora. Uscito dalla doccia, senza asciugarsi, si mise il costume e andò a sdraiarsi in giardino. Alberto si sentiva completamente svuotato, confuso, non riusciva a formare correttamente un pensiero, che fosse uno, anche elementare, niente. In una settimana era successo quello che mai avrebbe immaginato potesse succedere: aveva fatto sesso, ancorché solo orale con la nipote prediletta, Emanuela; aveva appena scopato con l’altra nipote, Eleonora, che mai, lui l’aveva guardata con occhi di maschio, ma sempre e solo teneramente come nipote, anzi la nipotina. A questo pensiero trasalì, cominciò a sudare freddo, si ricordò di essere venuto dentro la nipote e se la ragazza era nei giorni fertili? Dio che casino! Il cuore sembrava gli si fosse fermato, non respirava più, poi il cuore ricominciò a battere sempre più forte. Che cazzo ho combinato, cominciò a urlare a se stesso. Sono stato un pazzo, diceva, che casino che ho fatto. Rientrò di corsa dentro casa, prese il cellulare, chiamò subito la nipote.
- pronto Ema, la voce tremolante faceva trasparire chiaramente il suo stato d’animo;
- ciao zio che c’è ti sento agitato, che è successo, stai bene?
- Ema, ho fatto un casino, Dio mio mi sento morire al solo pensiero……
- Zio calmati a cosa ti riferisci, che casino hai combinato, calmati.
- Ema ti rendi conto di quello che ho fatto?...
- Certo zio. Ma l’ho voluto io, di che ti preoccupi….
- No, no. Non hai capito…..non mi riferisco a quello che abbiamo fatto ma a quello che ho fatto io…
- No, zio non capisco allora. Che hai fatto che io non abbia voluto?
- ti sono venuto dentro….potresti restare incinta….capisci che casino che ho combinato…….
- Ma no zio,…stai tranquillo…il ciclo mi è finito proprio ieri…..e non c’è alcuno pericolo.
- Ah…meno male….mi sembrava di impazzire, già ti immaginavo con il pancione, quanto sono fesso….
- Ma va zio.. che pensieri…. piuttosto, lo sai che la passerina mi fa ancora male…..
- Scusa amore, ho cercato di fare il più piano possibile….
- Lo so zio, ma il tuo arnese è bello grosso, soprattutto la prima volta……ma è stato bello. Adesso non vedo l’ora di rifarlo.
- No… tu sei pazza, non possiamo.
- Va bene zio ne riparleremo con calma, adesso devo andare che mi chiama la mamma. Ciao un bacio…
- Ciao piccola a dopo.
Dopo quella notizia, che alla nipote il ciclo le si era appena concluso e non c’era pericolo di gravidanza, si tranquillizzò un po’, ma la testa gli stava scoppiando ancora. Un casino, comunque, lo aveva combinato. Cosa doveva fare, come doveva comportarsi con l’altra nipote? Alberto era innamorato di Emanuela e da sempre; ed ora aveva appena scopato con l’altra. Che casino…....! Si rimise sulla sdraio e aspettò l’ora di pranzo. Alle 13 in punto si vestì e, presa la macchina, si recò dalla cognata dove tutti, moglie, cognata e le due ragazze, lo aspettavano per pranzo. Durante il pranzo, Alberto cercava di non guardare le due ragazze, fuggiva dai loro sguardi. Trascorse il pranzo chiacchierando con la moglie e la cognata, chiedendo loro cosa avessero comprato al mercato e raccontando loro della “sua mattinata al mare”. Emanuela, voleva, in qualche modo, comunicare con lo zio senza riuscirvi. Finito il pranzo, Alberto con la scusa di avere mal di testa si congedò e andò a casa, pregando la moglie di raggiungerlo appena poteva. Praticamente, Alberto scappò da quella casa dove si sentiva terribilmente in imbarazzo, soprattutto di fronte ad Emanuela. Arrivato a casa si rimise in costume ed andò, nuovamente a sdraiarsi in giardino. Era un posto molto tranquillo e a quell’ora il silenzio era quasi assordante. Cominciò a meditare su quello che aveva fatto. Inizialmente era confuso, non riusciva a pensare come doveva comportarsi, da quel momento in avanti, con le due ragazze e soprattutto con Emanuela. Con Ele non c’erano problemi, la ragazza sapeva quello che era successo fra lui e la sorella, ma Eleonora no. Ele non sapeva quello che zio e sorella avevano combinato quella mattina durante la sua assenza. Mentre era assorto su questi pensieri squillò il cellulare. Era Ele. Alberto chiuse la chiamata e richiamò la nipote.
- ciao piccola, dimmi….
- Ciao zio….scusa per questa mattina, purtroppo non ho avuto il tempo di avvisarti, mia nonna me l’ha chiesto all’ultimo momento…..
- No, Ele, non ti preoccupare…...fa niente…
- Dai zio, lo so che ci sei rimasto male che non mi hai trovato, scusami ancora….
- Tranquilla amore, ci sarà una prossima occasione…….
- Certo che deve esserci una prossima volta. Lo voglio sentire tutto dentro la mia passerina il tuo arnese. Ancora, quando penso a quello che abbiamo fatto mi bagno tutta. A proposito sei stato bravo a inventarti la scusa delle chiavi…..se no come facevi a giustificare la tua presenza a casa a quell’ora. Credo comunque che Ema non abbia sospettato nulla.
- No cara, non ha sospettato nulla. Dai poi ci organizzeremo per la prossima settimana. Ciao amore un bacio.
- Ok zio, un bacio anche a te.
Eleonora non poteva immaginare quello che era successo con Emanuela. Alberto era confuso. Eleonora era una ragazza dalla personalità molto forte, come l’avrebbe presa se fosse venuta, in qualche modo, a sapere di quella mattina? Come avrebbe reagito? Sarebbe stata gelosa? Non lo avrebbe più voluto vedere? L’avrebbe detto a qualcuno? Erano tutte domande alle quali Alberto non sapeva dare, né immaginare alcuna risposta. Forse doveva lasciar perdere di incontrarla. Poteva essere una soluzione. Basta chiuso con queste relazioni. In qualche modo poteva essere soddisfatto: aveva fatto sesso con una e scopato l’altra, non è cosa da poco. Forse questa poteva essere la soluzione. Quel pomeriggio lo trascorse con questo pensiero. Troppo pericoloso. Basta. Fine delle trasmissioni. Ma non era così semplice come egli immaginava. Il giorno successivo ricevette una telefonata da Emanuela, la nipote più giovane.
- ciao Ema, come stai?
- Ciao zio che stai facendo?
- Nulla e tu?
- Pensavo a quello che è successo…..è stato bellissimo….
- Ema, forse è il caso che dimentichiamo tutto. È stato bello…..ma è meglio dimenticarlo….
- Perché dimenticare….lo voglio fare ancora…..o forse a te non è piaciuto?
- Non è questo il punto…….Ele non sa niente e se venisse a saperlo potrebbe succedere il finimondo…..tra l’altro Ele vorrebbe che la settimana prossima vengo da voi a trovarla per stare con lei…..
- È qual è il problema?.......tu vai da Ele e non ti preoccupare……
La telefonata proseguì per circa mezz’ora nel disquisire se era giusto o meno che Alberto andasse a trovare la nipote Eleonora, quando la piccola Emanuela lo lasciò allibito, senza parole. Gli propose di andare a trovare la sorella e poi lei si sarebbe unita a loro.
- No. Tu sei pazza……. Disse Alberto alla nipote,
- Zio non preoccuparti, dammi ascolto….conosco Ele meglio di te…..e poi cosa potrebbe fare……lei non sa che siamo stati insieme….quindi vedendosi scoperta insieme a te sicuramente non dirà nulla…
- Va bene, va bene……. Ne riparleremo ciao.
La proposta, da una parte lo lasciò sconcertato, dall’altra gli stuzzicò la fantasia. Nei giorni a seguire Alberto non pensava ad altro che alla proposta della nipote: lui, insieme, contemporaneamente a due ragazze: le sue due nipoti. Come molti uomini, anche Alberto, a volte aveva fantasticato di trovarsi a letto con due donne e scoparsele contemporaneamente. L’eccitazione lo portò ben presto a fantasticare cosa avrebbe potuto fare: lui e due ragazze. Sdraiato a l’ombra nel giardino di casa, Alberto immaginava triangoli amorosi: lui sdraiato a terra con una nipote impalata sul suo cazzo e l’altra seduta sulla sua faccia a leccargli la passerina, mentre loro si accarezzavano vicendevolmente strusciandosi con le tette, mentre lui le accarezzava contemporaneamente. Un triangolo perfetto: lui costituiva la base e le due nipoti i lati del triangolo. Poi cambiava posizione: una nipote gli succhiava l’uccello mentre lui leccava la patatina ad una e l’una leccava la patatina all’altra e così via. Cercava di immaginare tutte le combinazioni possibili. Questi pensieri lo eccitavano da morire e più si eccitava e più si sforzava di trovare nuove posizioni. Fu così che gli venne in mente di scoparsi le due nipoti contemporaneamente con due cazzi, ma lui, come tutti, di cazzo ne aveva solo uno, di tutto rispetto, ma solo uno. Decise, allora, di comprare un dildo, un vibratore, oggetto conosciuto non solo dalle signore sole, ma anche dagli uomini. Si recò nella vicina città, dove sapeva esserci un sex-shop ed acquistò l’oggetto. Volutamente lo prese di dimensioni modeste, voleva esaltare, ancora di più, le sue dimensioni, lo prese con la cinta in modo da poterselo legare al bacino ed avere, due falli così da poter scopare contemporaneamente le due ragazze. Alla pecorina, una sotto e l’altra sopra, oppure, un cazzo d’avanti e uno dietro. Lui in mezzo e le due ragazze, una d’avanti e una dietro, sempre alla pecorina così quando penetrava l’una, il secondo cazzo usciva dall’altra e viceversa. Che pensieri, che immagini era tutto eccitato. Non vedeva l’ora che arrivasse quel giorno. Durante la settimana volle prepararsi al meglio, col timore di non riuscire a soddisfare le due ragazze, Alberto si astenne dall’avere rapporti con la moglie e non solo; si recò da un amico medico che gli procurò la “pillolina magica”. (……..continua).
Una volta venuto lo zio rimase sopra la nipote, ansimante e appagato. Ema stringeva forte a se lo zio, aveva portato le gambe sulle reni e non lo lasciava muovere, voleva sentire il pene dentro di se il più possibile. Il solo fatto di averlo nella sua passerina le procurava un piacere mai provato prima. Continuava ad avere orgasmi. Lo zio non era più giovanissimo e dopo un po’ il suo pene cominciò ad ammosciarsi e scivolò fuori. Era ancora bagnato dagli umori della nipote e dal suo stesso sperma. Si distese accanto alla ragazza che subito prese in mano lo strumento che tanto piacere le aveva donato e cominciò ad accarezzarlo. Ema si mise distesa a pancia in giù fra le gambe dello zio continuando ad accarezzare ed ammirare il pene. Lo osservava da tutte le posizioni, lo accarezzava, lo scappellava fino a far arrivare la pelle sui testicoli. Poi lo poggiò sulla pancia dello zio e spostò la sua attenzione proprio sulle palle rilassate e ormai svuotate di quel dolce nettare che tanto felice fa le donne. Li soppesava, con delicatezza tastava i testicoli all’interno dello scroto. Poi si avvicinò alle stesse e cominciò a baciarle, a leccarle, con un po’ di fatica li portò, uno alla volta, in bocca come a volerne sentire il sapore, li tirò fuori e iniziò la salita verso la verga dello zio che nel frattempo aveva dato qualche piccolissimo segno di vita. Arrivata alla cappella e dopo averla leccata per tutta la circonferenza la portò in bocca e cominciò a succhiare. Lo zio notò che la nipote, mentre armeggiava con il suo cazzo, sembrava assente. Infatti Ema era entrata in una dimensione spazio-temporale dove non esisteva altro all’infuori di quel corpo che stava esplorando. Poteva essere il corpo di chiunque per lei sarebbe stato lo stesso. Era in estasi! Chissà quante volte aveva sognato di accarezzare, toccare il corpo di un uomo e non aveva potuto realizzarlo. Un po’ per la timidezza, un po’ perché la sorella maggiore calamitava sempre su di se tutte le attenzioni dei ragazzi, in ogni caso adesso, grazie allo zio, stava vivendo il sogno di avere un corpo maschile tutto per se e fare quello che aveva sempre desiderato. Lo zio non disse nulla alla nipote e la lasciava fare per non interrompere quel sogno. Nel frattempo e a seguito di quelle carezze, anche se un po’ inesperte, il cazzo di Alberto si risvegliò del tutto. Erano anni che “albertino” non si risvegliava così in fretta dopo una scopata. La ragazza faceva pratica di pompini. Non riusciva a staccarsi, così come quando i bambini scoprono per la prima volta la nutella e ne mangiano cosi tanta da fargli male. Nonostante la passerina le faceva ancora male, lo rivoleva nuovamente dentro di sé. Dopo aver lubrificato per bene il glande, la ragazza si portò a cavalcioni sullo zio e con la mano guidò il pene fra le grande labbra grondanti di umori e, calibrando la discesa, lo fece scomparire completamente dentro di se. Appoggiò le mani sul torace dello zio e iniziò un lenta e dolce cavalcata. Mentre Alberto godeva nel guardare ed accarezzare quel giovane corpo della nipote, il cellulare interruppe bruscamente, quella dolce realtà. Alberto non voleva rispondere, ma quella telefonata poteva essere importante, forse vitale. La nipote si fermò, allungò la mano e prese il cellulare di Alberto che era sul comodino. Oddio è la zia e prontamente scese dal letto. Si, era la moglie di Alberto che lo informava di aver cambiato programma, non lo avrebbe raggiunto al mare ma stava andando con la sorella a casa di quest’ultima e lo pregava di raggiungerla per ora di pranzo. Alberto saltò giù dal letto, in un attimo si rivestì e scappò letteralmente via. Per fortuna conosceva bene la zona e questo gli permise di fare una strada diversa ed evitare di incrociare la moglie e la cognata che stavano rientrando a casa. Alberto non andò al mare ma rientrò a casa propria, dove, appena giunto, si tuffò sotto la doccia per rimanervi una buona mezz’ora. Uscito dalla doccia, senza asciugarsi, si mise il costume e andò a sdraiarsi in giardino. Alberto si sentiva completamente svuotato, confuso, non riusciva a formare correttamente un pensiero, che fosse uno, anche elementare, niente. In una settimana era successo quello che mai avrebbe immaginato potesse succedere: aveva fatto sesso, ancorché solo orale con la nipote prediletta, Emanuela; aveva appena scopato con l’altra nipote, Eleonora, che mai, lui l’aveva guardata con occhi di maschio, ma sempre e solo teneramente come nipote, anzi la nipotina. A questo pensiero trasalì, cominciò a sudare freddo, si ricordò di essere venuto dentro la nipote e se la ragazza era nei giorni fertili? Dio che casino! Il cuore sembrava gli si fosse fermato, non respirava più, poi il cuore ricominciò a battere sempre più forte. Che cazzo ho combinato, cominciò a urlare a se stesso. Sono stato un pazzo, diceva, che casino che ho fatto. Rientrò di corsa dentro casa, prese il cellulare, chiamò subito la nipote.
- pronto Ema, la voce tremolante faceva trasparire chiaramente il suo stato d’animo;
- ciao zio che c’è ti sento agitato, che è successo, stai bene?
- Ema, ho fatto un casino, Dio mio mi sento morire al solo pensiero……
- Zio calmati a cosa ti riferisci, che casino hai combinato, calmati.
- Ema ti rendi conto di quello che ho fatto?...
- Certo zio. Ma l’ho voluto io, di che ti preoccupi….
- No, no. Non hai capito…..non mi riferisco a quello che abbiamo fatto ma a quello che ho fatto io…
- No, zio non capisco allora. Che hai fatto che io non abbia voluto?
- ti sono venuto dentro….potresti restare incinta….capisci che casino che ho combinato…….
- Ma no zio,…stai tranquillo…il ciclo mi è finito proprio ieri…..e non c’è alcuno pericolo.
- Ah…meno male….mi sembrava di impazzire, già ti immaginavo con il pancione, quanto sono fesso….
- Ma va zio.. che pensieri…. piuttosto, lo sai che la passerina mi fa ancora male…..
- Scusa amore, ho cercato di fare il più piano possibile….
- Lo so zio, ma il tuo arnese è bello grosso, soprattutto la prima volta……ma è stato bello. Adesso non vedo l’ora di rifarlo.
- No… tu sei pazza, non possiamo.
- Va bene zio ne riparleremo con calma, adesso devo andare che mi chiama la mamma. Ciao un bacio…
- Ciao piccola a dopo.
Dopo quella notizia, che alla nipote il ciclo le si era appena concluso e non c’era pericolo di gravidanza, si tranquillizzò un po’, ma la testa gli stava scoppiando ancora. Un casino, comunque, lo aveva combinato. Cosa doveva fare, come doveva comportarsi con l’altra nipote? Alberto era innamorato di Emanuela e da sempre; ed ora aveva appena scopato con l’altra. Che casino…....! Si rimise sulla sdraio e aspettò l’ora di pranzo. Alle 13 in punto si vestì e, presa la macchina, si recò dalla cognata dove tutti, moglie, cognata e le due ragazze, lo aspettavano per pranzo. Durante il pranzo, Alberto cercava di non guardare le due ragazze, fuggiva dai loro sguardi. Trascorse il pranzo chiacchierando con la moglie e la cognata, chiedendo loro cosa avessero comprato al mercato e raccontando loro della “sua mattinata al mare”. Emanuela, voleva, in qualche modo, comunicare con lo zio senza riuscirvi. Finito il pranzo, Alberto con la scusa di avere mal di testa si congedò e andò a casa, pregando la moglie di raggiungerlo appena poteva. Praticamente, Alberto scappò da quella casa dove si sentiva terribilmente in imbarazzo, soprattutto di fronte ad Emanuela. Arrivato a casa si rimise in costume ed andò, nuovamente a sdraiarsi in giardino. Era un posto molto tranquillo e a quell’ora il silenzio era quasi assordante. Cominciò a meditare su quello che aveva fatto. Inizialmente era confuso, non riusciva a pensare come doveva comportarsi, da quel momento in avanti, con le due ragazze e soprattutto con Emanuela. Con Ele non c’erano problemi, la ragazza sapeva quello che era successo fra lui e la sorella, ma Eleonora no. Ele non sapeva quello che zio e sorella avevano combinato quella mattina durante la sua assenza. Mentre era assorto su questi pensieri squillò il cellulare. Era Ele. Alberto chiuse la chiamata e richiamò la nipote.
- ciao piccola, dimmi….
- Ciao zio….scusa per questa mattina, purtroppo non ho avuto il tempo di avvisarti, mia nonna me l’ha chiesto all’ultimo momento…..
- No, Ele, non ti preoccupare…...fa niente…
- Dai zio, lo so che ci sei rimasto male che non mi hai trovato, scusami ancora….
- Tranquilla amore, ci sarà una prossima occasione…….
- Certo che deve esserci una prossima volta. Lo voglio sentire tutto dentro la mia passerina il tuo arnese. Ancora, quando penso a quello che abbiamo fatto mi bagno tutta. A proposito sei stato bravo a inventarti la scusa delle chiavi…..se no come facevi a giustificare la tua presenza a casa a quell’ora. Credo comunque che Ema non abbia sospettato nulla.
- No cara, non ha sospettato nulla. Dai poi ci organizzeremo per la prossima settimana. Ciao amore un bacio.
- Ok zio, un bacio anche a te.
Eleonora non poteva immaginare quello che era successo con Emanuela. Alberto era confuso. Eleonora era una ragazza dalla personalità molto forte, come l’avrebbe presa se fosse venuta, in qualche modo, a sapere di quella mattina? Come avrebbe reagito? Sarebbe stata gelosa? Non lo avrebbe più voluto vedere? L’avrebbe detto a qualcuno? Erano tutte domande alle quali Alberto non sapeva dare, né immaginare alcuna risposta. Forse doveva lasciar perdere di incontrarla. Poteva essere una soluzione. Basta chiuso con queste relazioni. In qualche modo poteva essere soddisfatto: aveva fatto sesso con una e scopato l’altra, non è cosa da poco. Forse questa poteva essere la soluzione. Quel pomeriggio lo trascorse con questo pensiero. Troppo pericoloso. Basta. Fine delle trasmissioni. Ma non era così semplice come egli immaginava. Il giorno successivo ricevette una telefonata da Emanuela, la nipote più giovane.
- ciao Ema, come stai?
- Ciao zio che stai facendo?
- Nulla e tu?
- Pensavo a quello che è successo…..è stato bellissimo….
- Ema, forse è il caso che dimentichiamo tutto. È stato bello…..ma è meglio dimenticarlo….
- Perché dimenticare….lo voglio fare ancora…..o forse a te non è piaciuto?
- Non è questo il punto…….Ele non sa niente e se venisse a saperlo potrebbe succedere il finimondo…..tra l’altro Ele vorrebbe che la settimana prossima vengo da voi a trovarla per stare con lei…..
- È qual è il problema?.......tu vai da Ele e non ti preoccupare……
La telefonata proseguì per circa mezz’ora nel disquisire se era giusto o meno che Alberto andasse a trovare la nipote Eleonora, quando la piccola Emanuela lo lasciò allibito, senza parole. Gli propose di andare a trovare la sorella e poi lei si sarebbe unita a loro.
- No. Tu sei pazza……. Disse Alberto alla nipote,
- Zio non preoccuparti, dammi ascolto….conosco Ele meglio di te…..e poi cosa potrebbe fare……lei non sa che siamo stati insieme….quindi vedendosi scoperta insieme a te sicuramente non dirà nulla…
- Va bene, va bene……. Ne riparleremo ciao.
La proposta, da una parte lo lasciò sconcertato, dall’altra gli stuzzicò la fantasia. Nei giorni a seguire Alberto non pensava ad altro che alla proposta della nipote: lui, insieme, contemporaneamente a due ragazze: le sue due nipoti. Come molti uomini, anche Alberto, a volte aveva fantasticato di trovarsi a letto con due donne e scoparsele contemporaneamente. L’eccitazione lo portò ben presto a fantasticare cosa avrebbe potuto fare: lui e due ragazze. Sdraiato a l’ombra nel giardino di casa, Alberto immaginava triangoli amorosi: lui sdraiato a terra con una nipote impalata sul suo cazzo e l’altra seduta sulla sua faccia a leccargli la passerina, mentre loro si accarezzavano vicendevolmente strusciandosi con le tette, mentre lui le accarezzava contemporaneamente. Un triangolo perfetto: lui costituiva la base e le due nipoti i lati del triangolo. Poi cambiava posizione: una nipote gli succhiava l’uccello mentre lui leccava la patatina ad una e l’una leccava la patatina all’altra e così via. Cercava di immaginare tutte le combinazioni possibili. Questi pensieri lo eccitavano da morire e più si eccitava e più si sforzava di trovare nuove posizioni. Fu così che gli venne in mente di scoparsi le due nipoti contemporaneamente con due cazzi, ma lui, come tutti, di cazzo ne aveva solo uno, di tutto rispetto, ma solo uno. Decise, allora, di comprare un dildo, un vibratore, oggetto conosciuto non solo dalle signore sole, ma anche dagli uomini. Si recò nella vicina città, dove sapeva esserci un sex-shop ed acquistò l’oggetto. Volutamente lo prese di dimensioni modeste, voleva esaltare, ancora di più, le sue dimensioni, lo prese con la cinta in modo da poterselo legare al bacino ed avere, due falli così da poter scopare contemporaneamente le due ragazze. Alla pecorina, una sotto e l’altra sopra, oppure, un cazzo d’avanti e uno dietro. Lui in mezzo e le due ragazze, una d’avanti e una dietro, sempre alla pecorina così quando penetrava l’una, il secondo cazzo usciva dall’altra e viceversa. Che pensieri, che immagini era tutto eccitato. Non vedeva l’ora che arrivasse quel giorno. Durante la settimana volle prepararsi al meglio, col timore di non riuscire a soddisfare le due ragazze, Alberto si astenne dall’avere rapporti con la moglie e non solo; si recò da un amico medico che gli procurò la “pillolina magica”. (……..continua).
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