La forza di Alida

di
genere
etero

Il corpo cadde con violenza, avvolto dall’erba alta. Un secco colpo sordo, ovattato. Lunghi steli verdi e gialli dall’odore selvaggio della natura calda estiva offrivano una cornice appuntita alla sagoma della ragazza.
Igor l’aveva spinta senza pensarci, mosso dall’incontenibile voglia di possederla. Lei, stesa e arresa come un felino battuto, ora lo guardava respirando affannosamente. Il suo sguardo magnetico appariva di sottomissione, ma nascondeva un guizzo di fierezza.

Solo un’ora prima stavano ansimando sudati per la fatica, insieme ai loro compagni di escursione. Loro due, due perfetti sconosciuti. Ma Igor l’aveva già puntata, come un predatore studia la sua preda per non sbagliare l’attacco. Mentre camminavano a poca distanza l’uno dall’altra, il violento caldo estivo scioglieva i cancelli del pudore e con essi la repressione degli istinti più primordiali: due ore con il cazzo duro non sono da augurare a nessuno! Povero Igor. L’immagine del culone della ragazza davanti alla sua faccia lo aveva torturato durante tutta la salita. Pantaloncini corti inguinali, per giunta. E quella misera canotta non riusciva nemmeno a contenere le mammelle della femmina…perché emanava così tanta carica di sesso? Questo era il pensiero fisso dell’uomo.
Una tortura febbrile e continua. Ma, si sa, l’essere umano può resistere fino ad un certo punto: poi, superato il punto di non ritorno, esplode nella sua fiera e sincera verità. E l’uomo sappiamo che è e rimane una bestia.

“Dimmi il tuo nome”, ordinò Igor guardandola dall’alto verso il basso.
“Alida”. La sua voce era ferma. Non aveva timore, anzi. Sembrava padrona della situazione. Si scostò il ciuffetto azzurro dagli occhi e si tirò su sui gomiti, studiando il maschio che aveva di fronte. Alzò una gamba e solo in quel momento l’uomo notò l’enorme tatuaggio di un drago infuocato sulla coscia sinistra.
Igor annusò l’aria e si calò i pantaloni. Ne emerse un orgoglioso membro eretto. Non era enorme, ma comunque le discrete dimensioni gli avevano permesso di ricevere in più di una occasione apprezzamenti dal gentil sesso.
“Bene”, constatò lieta Alida, dopo aver soppesato con lo sguardo la verga che faceva ombra sopra di lei. “Cosa aspetti a montarmi?”.
Era veramente una porca. Il sesso fatto in persona. Irresistibile.
Igor si inginocchiò e la liberò dei pantaloncini insieme agli slip. Aveva una vagina enorme e pelosa, che brillava alla luce del sole, da quanto già tutta bagnata… La accarezzò con l’indice e il medio, gioendo della morbidezza di quel sesso tenero. I peli neri gli pungevano il dorso della mano.
L’uomo coprì la ragazza e la penetrò con estrema facilità, senza il minimo sforzo. Il suo pene scivolava agile avanti e indietro, percorrendo il canale vaginale per tutta la lunghezza. Riusciva benissimo a spingere fino in fondo, infilandolo per intero, fino alle palle. Era davvero una goduria pompare quella bambolotta di carne morbida. Il suo odore di dolce sudore era inebriante. Lei, da parte sua, accompagnava complice i movimenti sussultori del suo maschio, tenendolo per la schiena e cingendolo stretto con le gambe. Igor martellava su di lei con colpi decisi, estraendo al massimo la sua asta per poi riconficcarla tutta intera all’interno del corpo della donna, in modo dolce ma deciso.
“Sei una porcona…dimmi che ti piace…”. Lo eccitava talmente quel corpo…

Poi lei lo graffiò sulla schiena. Otto squarci rossi che scintillavano al sole. L’uomo si sentì bruciare dietro, ma provò anche uno strano senso di eccitazione. Fu come una scossa che gli fece pulsare ulteriormente il cazzo indurendolo a dismisura. Rallentò leggermente il ritmo, ma quel tanto che bastava affinché la donna potesse prendere in mano la situazione. Con una mossa decisa ribaltò l’uomo di lato e lo stese a faccia in su.
Igor, con le braccia aperte stese sull’erba, attese che lei si infilasse.
Alida gli fu subito sopra. Con le gambe spalancate introdusse prontamente il cazzo rigido dritto dentro di lei. Mentre cavalcava l’uomo, si levò la canottiera e rimase a seno scoperto. Una ventata di profumo di violetta si disperse nell’aria. Le due mammelle candide sobbalzavano libere ad ogni colpo, schiaffeggiando le costole della donna. Igor vide che entrambi i capezzoli erano perforati da piercing ad anello. Inoltre sulla pancia c’era un tatuaggio di un angelo con alle spalle un diavolo che gli suggeriva qualcosa…
“Ahhh, che bello, ce l’hai durissimo…mi fai godere!”. Alida era compiaciuta e sorrideva con gli occhi chiusi. Il membro dell’uomo violava ripetutamente quella sorca ormai sfondata da tanto ardore. Le grandi labbra abbracciavano in una V rovesciata l’asta del pene, avvinghiandosi a ventosa nel movimento verticale. Il rumore degli umori condivisi e delle carni sbattacchianti riempiva quell’angolo assolato protetto dalla siepe d’erba dalle mille sfumature di verde.
Igor spingeva di reni come un ossesso. Quella vagina larga e lubrificata lo ospitava alla meraviglia e gli permetteva di esplorare impercettibili inclinazioni che solleticavano a meraviglia la sensibilità del suo glande. Sopra di lui, Alida sembrava un incrocio tra un’amazzone e una cos-play: il suo caschetto azzurro che sussultava come una medusa, il trucco pesante, le tette danzanti con i capezzoli bucati dagli anelli, il ventre possente con l’angelo e il diavolo, il drago sulla coscia e i peli che sbattevano ritmicamente contro la base del cazzo… Se la guardavi intensamente potevi percepire una forza strana: ti faceva salire un’energia incontenibile! Tanto che Igor ne venne sopraffatto: spalancò gli occhi come in trance e si rizzò su, facendo leva con gli addominali. Affondò la faccia tra le tette della ragazza e prese tra i denti l’anello del capezzolo destro. Tirò con forza e lo strappò. Un grido stridulo emerse dall’anima della donna, accompagnato da un fiotto di sangue che schizzò sul viso dell’uomo. Questi sputò l’anello e si mise a leccare la ferita, succhiando più sangue che poteva.
“Oh si, amore,…succhia, succhia…bevi il mio sangue”, gli stava accarezzando la testa la donna. Le sue pupille erano diventate rosso fuoco. Le sue narici si allargavano per respirare l’odore del suo stesso sangue.
Il cazzo di Igor divenne ancora più duro, tanto da fargli male, dritto e implacabile dentro la vagina della donna che lo continuava ad accompagnare su e giù. L’uomo sentiva il sangue che gli scendeva nello stomaco e più giù, fino al basso ventre e ancora più giù, fino…
Alida si fermò di scatto ed accolse il fiume di sperma che la stava inondando all’interno. Il corpo di Igor inarcato, mentre provava gli ultimi spasmi dell’eiaculazione.
La donna gli aveva donato la sua forza attraverso il sangue e lui gliela aveva tornata regalandole il suo dolce seme caldo.
Questo è l’equilibrio delle cose.

https://bcifrani.altervista.org/
scritto il
2019-06-07
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