Ricordi del servizio militare.
di
Gibbo
genere
prime esperienze
A vent'anni mi arrivò la cartolina di "chiamata alle armi", ovvero, avrei dovuto svolgere il servizio militare, ai miei tempi obbligatorio. Chiaramente provai ad inventarmi malattie misteriose, sconosciute da molti medici e speravo che la commissione medica fosse composta di ignorantoni ma tutto fu inutile e ad Agosto dovetti raggiungere la caserma di Pesaro. Fortunatamente per me, proprio il giorno infausto dove stavo facendo la fila in infermeria per essere sottoposto alla temutissima, dolorosissima iniezione al torace per essere tutelato da tifo, tetano ed altro che non ricordo e, proprio quel ragazzo davanti a me, alto poco meno di due metri, con un fisico somigliante ad un armadio a due sportelli, perciò bello grosso, mentre gli disinfettavano la parte da eseguire la puntura, cadde a terra come un frutto maturo, perché svenuto. Il Tenente Medico passò a me ed io iniziai a raccomandarmi all'angelo custode ma, in verità non sentii alcun dolore fisico ed il medico dopo mi raccomandò di rimanere tre giorni a riposo assoluto e di non preoccuparmi se mi si gonfiava il petto come fossi una donna ma in tre giorni sarebbe sparito tutto. Mentre andavo nella camerata fui chiamato da un mio Superiore che, vista la mia scheda, notò il mio titolo di studio: maturità classica, così mi propose di lavorare in ufficio e, pensando a quanto mi attendeva: marce massacranti, percorsi di guerra, ed altre cose assai poco piacevoli, risposi con un sì che lo sentì mezza caserma. Mi disse di andare a riposarmi ma risposi che potevo farlo imparando il lavoro in Fureria, ( così si chiama l'ufficio di Caserma! ). Lì imparai quasi tutto al primo giorno e, dopo i tre giorni di riposo, alla sera, cominciai ad uscire dalla Caserma di Pesaro, città di mare che io visitai quasi tutta ed essendo Agosto, vidi che c'erano tante belle ragazze da "rimorchiare" e non persi tempo, ogni pomeriggio e sera, ne avevo accanto una sempre diversa e i luoghi per appartarsi, erano ottimi per la scopatella senza problemi. Una sera però incontrai una morettina assai graziosa, formosetta, dalle cosce corte ma polpose, un viso da bambolina e, nello scambiarci sguardi furtivi, capimmo entrambi di essere attratto l'uno dall'altra e, così, con molta delicatezza, pieno di attenzioni verso di lei, facendole notare che era bellissima, una sera, dopo tanto attendere, ci scambiammo il primo bacio che fu il primo di una lunga serie. Alla sera dopo me la trovo davanti all'ingresso della Caserma e suscitai molta invidia dei miei commilitoni, nel vedermi abbracciare la morettina. Ce ne andammo ad un giardino dove i cespugli furono testimoni della nostra prima pomiciata e scopata, dove faticai moltissimo a convincerla a spogliarsi completamente e, baciandola tra le cosce, leccandole la fighina ed il culetto tondo e sodo, la preparai a ricevere il cazzo che per lei era la prima volta che ne conosceva uno. Giurai e spergiurai che avevo solo lei e nessun'altra occupava il mio cuore, intanto le carezzavo il grilletto e lei si scioglieva sbrodolando umori dalla sua bella e soffice pelosissima fighetta. La baciavo sul collo, dietro le orecchie, le facevo sentire il cazzo indurito moltissimo, strusciandoglielo sulle cosce e, quando le allargai le cosce e glielo appoggiai davanti alla figa, lei, in stato di difesa mi bloccò la mano che lo guidava dentro di lei e mi disse ancora una volta che era vergine ed aveva paura del dolore che avrebbe sentito ma io la rassicurai che avrebbe sentito poco e meno ancora per come la avrei penetrata lentamente e dolcemente, infatti la penetrai che ancora mi domandava quanto sarebbe durato il rapporto e così non sentì gran dolore ma solo il rompersi dell'imene la fece un poco sobbalzare ma non urlò e neanche ci pianse sopra. Iniziai così a scoparla con ritmo lento e lungo ma lei ad un certo punto mi disse di scoparla con più foga ed io la possedetti fino a farla gridare dal piacere che stava provando. Quando sentii che stavo per sborrare, tolsi il cazzo dalla fighina e le schizzai tutto sulla pancia e lei mi strinse forte a se, chiedendomi di farlo ancora di nuovo. Glielo feci sentire ancora duro e pronto a scoparla di nuovo mettendoglielo in mano; lo toccò in ogni suo punto, lo strinse dolcemente, poi mi disse di scoparla ancora e, se un giorno gli spiegavo come si fa a farlo nel culo, lei me lo avrebbe concesso. Le sorrisi e, dopo averle infilato il cazzo tutto dentro in un solo colpo, cominciai a scoparla con tanto desiderio e piacere che aumentava sempre di più. Non seppi mai il suo vero nome: si faceva chiamare Rosy! Dopo due mesi che passai sempre con lei appena potevo e non so più quante volte siamo andati ad una pensioncina dove ci amavamo intensamente, io fui trasferito al Nord e subito, una volta giunto a destinazione, le scrissi dove mi trovavo e, dopo poche settimane mi arrivò la sua prima lettera dove mi spiegava di essere figlia di un militare e chiedeva a me, come poteva fare a convincere il padre a trasferirsi dove stavo io perché lui sapeva del nostro amore intenso e sincero ed io subito corsi ad un Ufficiale per sapere come si gestiva un trasferimento. Mi chiarì ogni dubbio, ogni mossa da giocare e subito risposi a Rosy, spiegandole tutto. Risultato: Lui fu trasferito e presto, … ma in Sardegna e la famiglia lo seguì. Avrei dato chissà cosa per riabbracciare la mia Rosy e, dopo due mesi, ottenuta una licenza, presi l'aereo per raggiungere la Sardegna, certo di essere accolto da un abbraccio e baci da Rosy e volli non informarla del mio arrivo per farle una sorpresa, … ma la sorpresa invece me la fece lei. Quando arrivai a Sassari, in via Mameli 45/c, sapendo che lei tornava a casa da scuola alle tredici, mi misi all'angolo della via e, poco dopo, vidi fermarsi al 45/c un'auto dove scese la mia Rosy ma scese anche un biondino che la andò ad abbracciare e ad infilarle la lingua in bocca e lì, tutto mi fu chiaro … ecco perché ricevetti una sola sua lettera da Sassari!
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