Una giornata alle terme (Alessia)

di
genere
etero

Siamo sempre intorno al 2007, e le cose mi stavano andando decisamente bene sotto molti punti di vista, tranne che sul piano sentimentale. Qualche avventura, certo, alcune delle quali davvero intriganti, di quelle che mi piacciono… ma nulla di serio.

Incontrai Alessia ad una cena organizzata da un mio commerciale durante una fiera che si teneva a Febbraio in Germania.
Dirigeva l’ufficio legale di una multinazionale nostra cliente e, come spesso accade in queste cose, ci ritrovammo a fare in pratica una riunione di progetto durante una serata che doveva invece essere di puro divertimento.
Lei sedeva vicino a me e aveva già litigato con mezzo tavolo su regole, clausole e altri dettagli che si dovrebbero dimenticare mentre si mangia, se si vuole davvero digerire. Non sapevo davvero se odiarla o no. Era carina, piccola e con un seno decisamente abbondante. Sorrideva poco, ma quando lo faceva aveva un gran bel sorriso. E due occhi meravigliosi.

Verso la fine della cena, quando parte dei commensali se ne erano andati, la conversazione si spostò dal lavoro a cose più futili e io mi ritrovai a parlare solo con lei.
-sai, non sono mica sempre così
-Così come?
- Rompiballe.... Ma mi disegnano così...
Risi.
Scoprii che era vero.

Condividevamo la passione per i viaggi, il cibo e il vino, la musica classica, le terme e i massaggi.
Eravamo talmente presi dalle nostre conversazioni che non ci rendemmo nemmeno conto di essere rimasti da soli. Intendo, da soli nel ristorante. Ci buttarono fuori a notte fonda e rimanemmo ancora in strada non so quanto a sparare cazzate.
Poi ognuno alla propria auto.

Ci incontrammo di nuovo nell’atrio dell’hotel, fatto del tutto inatteso ma poi non così strano: alle fiere ci sono sempre 2 o 3 hotel convenzionati dove stanno tutti.
Io arrivai per primo, e stavo già aspettando l’ascensore quando lei entrò.
- Che fai, mi segui?
- Tu piuttosto!! Come hai fatto a scoprire in che hotel stavo? Spionaggio industriale... è illegale!
Salimmo in ascensore.
Aveva un modo di fare che… beh, mi aveva fatto venire una voglia matta di baciarla e secondo me anche lei avrebbe voluto che succedesse qualcosa, ma non ebbi il coraggio di farlo prendendo come scusa con me stesso che con le clienti e le dipendenti non ci si prova mai. Regola d'oro per evitare casini inenarrabili.
Scese ad un piano prima del mio.
Ci salutammo e, mentre le porte dell’ascensore si chiudevano, si voltò indietro a guardarmi, mandandomi un bacio con la mano.
Mi ero appena perso una scopata e forse qualcosa d’altro. Mi piaceva davvero.

Alla fiera passai più volte di fronte al suo stand, ma non la vidi più.
Decisi quindi di contravvenire alla regola d’oro, cercai il suo biglietto da visita e mandai un sms ad una cliente.
E’ STATO MOLTO BELLO CONOSCERTI ALLA CENA. SAREBBE BELLO RIVEDERSI A BERGAMO QUALCHE VOLTA
Rispose dopo pochi secondi TEMEVO CHE NON ME LO AVRESTI CHIESTO
Ci scambiammo una serie di messaggi, come dei ragazzini.
Per lei era un periodo di lavoro molto intenso, e lo era anche per me, così pensai di coinvolgerla in qualcosa che avevo già pianificato.
NON VOGLIO SEMBRARE SFACCIATO MA SABATO VADO ALLE TERME VICINO A BELLINZONA. SONO SOLO. INTERESSA?
La sua risposta fu un semplice SI

Insistette per passare lei a prendermi perchè casa mia era più vicina alla meta.
Partimmo di buon’ora e parlammo durante tutto il viaggio.
Era una donna sicura, ambiziosa, con un carattere forte da cui a volte traspariva anche molta dolcezza.
Sicuramente amante del piacere e dell’avventura in generale, proprio come me.

Una volta arrivati, infilati costumi ed accappatoi, le feci fare un breve tour del posto di cui ero un frequentatore abituale.
Le piacque moltissimo.
Poi entrammo in acqua.
In costume si vedeva bene il suo seno abbondante ed un fondoschiena degno di nota.
Iniziammo a rilassarci nell’acqua calda.

Durante la cena alla fiera le avevo parlato di una tecnica di rilassamento da fare in vasche riscaldate chiamata Watsu e mi chiese se potevo fargliela vedere.
Approfittando del fatto che la nostra piscina era ancora poco affollata, la abbracciai e le feci provare alcune semplici posizioni.
Era in estasi, con gli occhi chiusi e la bocca carnosa leggermente socchiusa.
Io la osservavo mentre la cullavo sull’acqua, osservavo i suoi seni che sentivo sfiorare il mio braccio.
Poi chiusi la sequenza riportandola in posizione eretta.
A quel punto eravamo abbracciati uno di fronte all’altro e iniziammo a baciarci con naturalezza.

Passammo il resto della giornata come una coppia di innamorati.
Spesso lei si appoggiava al bordo vasca per vedere le montagne e io l’abbracciavo da dietro, baciandole il collo e sfiorandole i seni o il sedere, facendole sentire la mia erezione quando spingevo contro il suo culo.
Altre volte ero io che appoggiavo la schiena al bordo vasca e lei mi cingeva il collo con le braccia e le mie gambe con le sue, strusciando il suo sesso contro il mio. Cercavamo di non farci notare troppo, ma se non ci fosse stato nessuno era chiaro che avremmo scopato come animali proprio lì.
Lasciammo le terme a metà pomeriggio e le proposi di fermarci in Svizzera per il weekend ma mi disse che purtroppo aveva un impegno importante il giorno dopo.
Scoprii poi essere una gara di Karate.

Tornammo così verso l’Italia e parcheggiammo sotto casa mia.
Iniziammo a baciarci nuovamente, sempre con più passione.
- Sali da me. Glielo dissi quasi come un ordine.
Scese dall’auto senza nemmeno mettersi il giaccone.
Mi seguii fino al mio appartamento e appena dentro ricominciammo a baciarci furiosamente.
Le presi quei seni che avevo così tanta voglia di toccare e lei si sfilò la felpa e il reggiseno, poi si dedicò ad aprire la mia cintura.
Alzò lo sguardo verso di me mordendosi il labbro
- Lo voglio dentro! Mi disse mentre infilava una mano nei miei pantaloni, trovandolo già duro. Dimmi che hai dei preservativi.
- No...
- Lo voglio dentro lo stesso! Adesso!

le slacciai i jeans e la spinsi verso la camera da letto.
La feci sedere e glieli sfilai, insieme alle mutande.
Lei poi abbassò i miei e si trovò il mio cazzo davanti al viso. Iniziò a segarlo
- Aspetta. Voglio accendere la luce. Voglio guardarti mentre me lo succhi.
- Sei un porco…

Accesi la abatjour sul comodino e la vidi sorridere, con un’aria maliziosa che mi stava eccitando ancora di più.
Lo scappellava lentamente, per poi ricoprirlo ancora del tutto fino a quasi tirarlo.
Lo succhiò un po’, poi mi guardò di nuovo dritto negli occhi
- Ho troppa voglia..... mettimelo dentro... dai...

La spinsi indietro, facendola sdraiare sul letto, con il culo sul bordo.
Le sollevai le gambe , rimanendo in piedi, iniziai a strusciarle la cappella sulla figa ormai fradicia.
- Sei un bastardo.... mi disse mugolando dai... scopami... scopamiiiiii
Glielo misi dentro con un colpo secco ed iniziai a muovermi con un ritmo lento ma con colpi decisi.
Mi guardava con la bocca e gli occhi spalancati, quasi non respirando.
Volevo prenderla alla pecorina, vedere il mio uccello entrare in quel culo rotondo e sodo, ma non ci fu verso di cambiare posizione.
Mi teneva per le braccia, con il volto quasi trasformato.
- Come mi scopi bene.... continua.... siiiiiii.....
Non ce la facevo più
- vengo... ora vengo....

Lo tirai fuori prima di sborrare e lei fu velocissima a mettersi in ginocchio di fronte a me. Un primo schizzo la prese in faccia, poi ingoiò tutto il resto, continuando a succhiarmelo mentre si era messa due dita in figa e si stava masturbando velocemente. Si staccò dal mio uccello per lanciare un breve urlo e rimanere ferma, con la mano ancora nel suo sesso.

Salii sul letto, ci sdraiammo e ricominciammo a baciarci
- Era tanto che non lo facevo... è stato molto intenso
- Farò in modo che succeda ancora
Mi sorrise

Quella sera lo facemmo ancora, ma senza l’impeto della prima volta.
La presi da dietro, ma terminammo in una classica posizione del missionario, mentre la penetravo e la baciavo.
Le chiesi poi di rimanere per la notte.
Ne fu sorpresa e felice.
Se ne andò al mattino molto presto a causa del suo impegno.
Ci frequentammo per mesi, con evoluzioni del tutto inattese che racconterò più avanti.

m.amorini@libero.it
di
scritto il
2019-09-20
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