Lo specchio sul soffitto (Sandra)
di
Leo71
genere
etero
Continuavo a sentirmi con Sandra, anche se non regolarmente. Qualche sms, qualche breve telefonata ma nulla di più.
Mi chiamò un pomeriggio, ad un’ora piuttosto insolita per lei
- Possiamo vederci? Magari questo fine settimana?
- Certo! Le risposi lieto dell’invito. Sono in Austria e rientro giovedì sera. Non è proprio il fine settimana ma se ti è possibile liberarti faccio in modo di essere a Brescia per l’ora di cena. Che dici?
- Giovedì va bene, e anche l’ora. Così ceniamo insieme...ma devo rientrare prima di mezzanotte.
- Come Cenerentola
Non apprezzò la mia uscita. Era molto seria quando si trattava di gestire i tempi per non insospettire il marito.
Arrivai in anticipo, avevo trovato meno traffico del previsto sul Brennero.
La aspettai al parcheggio del casello. Lasciò la sua macchina e salì sulla mia con una grossa borsa.
- Hai prenotato da qualche parte? Sapevo che la regola era che il posto lo sceglieva lei.
- no, ma so dove andare. Ho in mente una cosa speciale per te
Mi guidò lungo una serie di strade finchè non raggiungemmo un motel.
- Entra qui. Prendiamo una stanza
Io in un motel non ci ero mai stato e anche solo l’entrata fu un’esperienza curiosa. A partire dal tipo dietro il vetro che ti chiede se vuoi stare due ore, quattro o tutta la notte fino al parcheggio davanti all’ingresso della camera con le saracinesche che si chiudono e nascondono la macchina da sguardi indiscreti.
Mi fece prendere una “superior”, che poi scoprii voleva dire che aveva anche un tavolo con due sedie. Comunque il posto non era male e se non fosse stato per tutti quegli specchi, incluso quello gigante sul soffitto, e la tv che era già accesa su un film porno, poteva essere tranquillamente un hotel di quelli che avevo spesso frequentato in passato nelle periferie industriali delle grandi città, anonimi ma confortevoli.
- Ti imbarazza questo posto?
- No... più che altro mi incuriosisce. E mi sorprende che tu lo abbia scelto come ristorante.
Stavolta rise
Cominciò ad estrarre cose dalla borsa enorme che si era portata dietro. Mi aveva voluto preparare la cena, cucinando per me. Ne fui davvero lusingato. Aveva anche preso del vino
-Se non ti offendi, però, al vino è giusto che ci pensi io.
Accettò.
Quando passo dal Trentino mi fermo sempre in un paio di cantine a fare rifornimento e avevo nel baule delle buone bottiglie prese da Endrizzi e del cioccolato artigianale aromatizzato ai frutti di bosco. Una delizia dei sensi. Mangiammo chiacchierando, di tanto in tanto tenendoci la mano. La bottiglia di Masetto Nero finì velocemente e mi ritrovai a tenere davanti alla sua bocca del cioccolato che lei succhiava dalle mie dita.
Ridemmo tanto.
Poi ci baciammo, lentamente ma con la voglia di assaggiarci.
Mi alzai in piedi e la portai verso il letto dove iniziai a spogliarla.
Si vedeva che provava un po’ di imbarazzo, ma mi lasciò fare. Mi fermai quando fu solo con gli slip e cominciai a spogliarmi io, rimanendo in boxer. Salii sul letto.
- Dai... vieni qui... ho voglia di sentirti addosso...
Arrossendo, si tolse quell’ultimo capo rimanendo completamente nuda e venne a sdraiarsi di fianco a me. La accarezzai.
Prima il viso, poi scesi sui seni. Lei mi abbassò i boxer e iniziò a muovere la mano aperta sul mio uccello, tenendolo premuto contro la mia gamba. Scesi verso la sua figa, stretta e già molto bagnata, e iniziai a masturbarla lentamente. Prima con un dito, poi con due.
- Aspetta mi disse
Si alzò per andare verso il borsone da cui estrasse un pacchetto di preservativi. Me ne mise uno e poi mi salì sopra.
- Aaahhhhhhhhh...... lo volevo tanto.... ci ho pensato così tante volte dopo casa tua...
Si muoveva lentamente, sdraiata su di me. Nello specchio sul soffitto vedevo il suo piccolo sedere muoversi. Era molto sensuale, eccitante.
- ti piace guardarmi nello specchio
- si.... sei molto bella
- dimmelo ancora... dimmi che ti piaccio
- sei molto bella Sandra, davvero bella
Prese a muoversi più velocemente. Godeva, ma la vedevo anche piangere.
la girai e mi misi sopra di lei, senza uscire dal suo ventre. Iniziai ad accarezzarle lentamente il viso e a baciarla sfiorandole solo le labbra.
- Sei bellissima
le sussurravo mentre continuavo a penetrarla.
La sentii venire.
Di nuovo un orgasmo intenso che la fece tremare. Stringeva le lenzuola con le mani mentre la bocca era spalancata ed emetteva un suono strozzato. La sua figa spruzzava un liquido caldo contro il mio ventre. Venni anche io, stringendola forte. La girai su un fianco e la abbracciai. Vedevo i nostri corpi nudi nello specchio sul soffitto, abbarbicati l’uno all’altro.
Rimanemmo così per un bel po’. Mi piaceva.
Poi il suo telefono prese a suonare. Era la sveglia che lei aveva prudentemente impostato.
Cenerentola doveva tornare a casa.
Ci vedemmo ancora diverse volte, senza una regolarità precisa, per credo più di due anni. Un pomeriggio insieme, un gelato o una cena, un paio d’ore in un motel per consentirle di arrivare a casa in orario.
Una sera mi chiamò.
- sei a casa?
- Si.. stai bene , sembri agitata
- Posso venire a dormire da te?
Aveva lasciato il marito e non sapeva dove andare. Rimase un paio di giorni in cui dormimmo insieme, abbracciati, ma non volle fare l’amore. Quando se ne andò la nostra strana relazione finì. Però ci sentiamo ancora, anche se gli sms sono stati sostituiti da whatsapp, e negli ultimi mesi siamo anche riusciti a prendere un buon gelato insieme, come due vecchi amici, nel bar della piazza del paese dove abita con il suo attuale compagno.
m.amorini@libero.it
Mi chiamò un pomeriggio, ad un’ora piuttosto insolita per lei
- Possiamo vederci? Magari questo fine settimana?
- Certo! Le risposi lieto dell’invito. Sono in Austria e rientro giovedì sera. Non è proprio il fine settimana ma se ti è possibile liberarti faccio in modo di essere a Brescia per l’ora di cena. Che dici?
- Giovedì va bene, e anche l’ora. Così ceniamo insieme...ma devo rientrare prima di mezzanotte.
- Come Cenerentola
Non apprezzò la mia uscita. Era molto seria quando si trattava di gestire i tempi per non insospettire il marito.
Arrivai in anticipo, avevo trovato meno traffico del previsto sul Brennero.
La aspettai al parcheggio del casello. Lasciò la sua macchina e salì sulla mia con una grossa borsa.
- Hai prenotato da qualche parte? Sapevo che la regola era che il posto lo sceglieva lei.
- no, ma so dove andare. Ho in mente una cosa speciale per te
Mi guidò lungo una serie di strade finchè non raggiungemmo un motel.
- Entra qui. Prendiamo una stanza
Io in un motel non ci ero mai stato e anche solo l’entrata fu un’esperienza curiosa. A partire dal tipo dietro il vetro che ti chiede se vuoi stare due ore, quattro o tutta la notte fino al parcheggio davanti all’ingresso della camera con le saracinesche che si chiudono e nascondono la macchina da sguardi indiscreti.
Mi fece prendere una “superior”, che poi scoprii voleva dire che aveva anche un tavolo con due sedie. Comunque il posto non era male e se non fosse stato per tutti quegli specchi, incluso quello gigante sul soffitto, e la tv che era già accesa su un film porno, poteva essere tranquillamente un hotel di quelli che avevo spesso frequentato in passato nelle periferie industriali delle grandi città, anonimi ma confortevoli.
- Ti imbarazza questo posto?
- No... più che altro mi incuriosisce. E mi sorprende che tu lo abbia scelto come ristorante.
Stavolta rise
Cominciò ad estrarre cose dalla borsa enorme che si era portata dietro. Mi aveva voluto preparare la cena, cucinando per me. Ne fui davvero lusingato. Aveva anche preso del vino
-Se non ti offendi, però, al vino è giusto che ci pensi io.
Accettò.
Quando passo dal Trentino mi fermo sempre in un paio di cantine a fare rifornimento e avevo nel baule delle buone bottiglie prese da Endrizzi e del cioccolato artigianale aromatizzato ai frutti di bosco. Una delizia dei sensi. Mangiammo chiacchierando, di tanto in tanto tenendoci la mano. La bottiglia di Masetto Nero finì velocemente e mi ritrovai a tenere davanti alla sua bocca del cioccolato che lei succhiava dalle mie dita.
Ridemmo tanto.
Poi ci baciammo, lentamente ma con la voglia di assaggiarci.
Mi alzai in piedi e la portai verso il letto dove iniziai a spogliarla.
Si vedeva che provava un po’ di imbarazzo, ma mi lasciò fare. Mi fermai quando fu solo con gli slip e cominciai a spogliarmi io, rimanendo in boxer. Salii sul letto.
- Dai... vieni qui... ho voglia di sentirti addosso...
Arrossendo, si tolse quell’ultimo capo rimanendo completamente nuda e venne a sdraiarsi di fianco a me. La accarezzai.
Prima il viso, poi scesi sui seni. Lei mi abbassò i boxer e iniziò a muovere la mano aperta sul mio uccello, tenendolo premuto contro la mia gamba. Scesi verso la sua figa, stretta e già molto bagnata, e iniziai a masturbarla lentamente. Prima con un dito, poi con due.
- Aspetta mi disse
Si alzò per andare verso il borsone da cui estrasse un pacchetto di preservativi. Me ne mise uno e poi mi salì sopra.
- Aaahhhhhhhhh...... lo volevo tanto.... ci ho pensato così tante volte dopo casa tua...
Si muoveva lentamente, sdraiata su di me. Nello specchio sul soffitto vedevo il suo piccolo sedere muoversi. Era molto sensuale, eccitante.
- ti piace guardarmi nello specchio
- si.... sei molto bella
- dimmelo ancora... dimmi che ti piaccio
- sei molto bella Sandra, davvero bella
Prese a muoversi più velocemente. Godeva, ma la vedevo anche piangere.
la girai e mi misi sopra di lei, senza uscire dal suo ventre. Iniziai ad accarezzarle lentamente il viso e a baciarla sfiorandole solo le labbra.
- Sei bellissima
le sussurravo mentre continuavo a penetrarla.
La sentii venire.
Di nuovo un orgasmo intenso che la fece tremare. Stringeva le lenzuola con le mani mentre la bocca era spalancata ed emetteva un suono strozzato. La sua figa spruzzava un liquido caldo contro il mio ventre. Venni anche io, stringendola forte. La girai su un fianco e la abbracciai. Vedevo i nostri corpi nudi nello specchio sul soffitto, abbarbicati l’uno all’altro.
Rimanemmo così per un bel po’. Mi piaceva.
Poi il suo telefono prese a suonare. Era la sveglia che lei aveva prudentemente impostato.
Cenerentola doveva tornare a casa.
Ci vedemmo ancora diverse volte, senza una regolarità precisa, per credo più di due anni. Un pomeriggio insieme, un gelato o una cena, un paio d’ore in un motel per consentirle di arrivare a casa in orario.
Una sera mi chiamò.
- sei a casa?
- Si.. stai bene , sembri agitata
- Posso venire a dormire da te?
Aveva lasciato il marito e non sapeva dove andare. Rimase un paio di giorni in cui dormimmo insieme, abbracciati, ma non volle fare l’amore. Quando se ne andò la nostra strana relazione finì. Però ci sentiamo ancora, anche se gli sms sono stati sostituiti da whatsapp, e negli ultimi mesi siamo anche riusciti a prendere un buon gelato insieme, come due vecchi amici, nel bar della piazza del paese dove abita con il suo attuale compagno.
m.amorini@libero.it
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