L'organizzatrice di eventi - 1 (Nadine)
di
Leo71
genere
etero
Mi trovavo in America per una delle tante conferenze a cui partecipo, e in questo caso ero uno dei relatori. In più, mi era stata affidata una sessione in qualità di chairman.
Per chi è pratico di queste cose, ci sono sempre dei problemi dell’ultimo momento con l’organizzazione: qualche relatore che non è arrivato, la biografia che manca, le slides o il proiettore che non funzionano… insomma, meglio verificare bene prima.
Mi presentai alla conferenza con un buon anticipo sull’inizio e, dopo un veloce scambio di cortesie con l'organizzatore, venni affidato alle cure di Nadine, la loro event manager, che mi spiegò tutto quello che mi sarebbe servito in modo diligente e preciso, da buona tedesca.
E’ tutto pronto ed impeccabile.
E lei è davvero bella ed intrigante. Sicuramente giovane, un filo in carne, ha un bellissimo sorriso e degli occhi verdi che attirano subito l’attenzione.
Si vede che ci tiene a fare le cose per bene.
Molto cortese, sorridente ma anche un po’ fredda.
Si accertò che per me fosse tutto a posto, poi si congedò per tornare al suo lavoro.
Mi ha colpii molto.
Non so perché, ma mentre aspettavo che iniziasse ad arrivare gente mi immaginavo quel viso angelico mentre godeva.
Deve essere meravigliosa mentre ha un orgasmo, pensai.
La stavo osservando dall’altra parte dell’enorme salone.
Se ne accorse.
Accennò un sorriso, forse di cortesia, poi si rimise a lavorare.
La mattina passò veloce: ascoltai i relatori e tenni la mia presentazione che ebbe un seguito piuttosto lungo di domande.
Mi fece piacere.
Durante il pranzo a buffet fui impegnato in diverse conversazioni, ma a volte mi capitava di osservarla ancora, Nadine.
Mi piaceva come si muoveva.
Elegante, forse troppo seria.
I nostri sguardi si incrociarono un paio di altre volte, ma lei non mi sorrise più.
Devo esserle sembrato invadente.
Non era mia intenzione.
I lavori ripresero ed io mi attardai a rientrare in sala, parlando con il direttore della conferenza sulla gestione della mia sessione che, scoprii, essere stata ritardata alle 18,30.
Chissà chi resisterà fino a quell’ora, considerando che poi finirà alle 20?
Vedremo…
Intanto Nadine ci raggiunse e, dopo qualche scambio di battute di lavoro, chiacchierammo un po’.
E’ di Amburgo, città che conosco abbastanza.
Se ne stupisce.
Ha 25 anni, e tanta voglia di vedere il mondo.
Mi piace parlare con lei. E’ piacevole, fresca, vivace.
Da poche battute scopriamo tanti interessi comuni. Ma devo rientrare in sala, e ci salutiamo.
Pomeriggio intenso di lavoro, un cocktail con del fingerfood passato a parlare con i partecipanti e poi la mia sessione.
Quando finisce sono stanco, e penso di guidare dritto fino al mio hotel ed infilarmi in camera.
Invece la incontro nell’atrio del centro congressi.
Vuole prendere un taxi ed andare a mangiare qualcosa.
Mi chiede se ho programmi, e mi fa passare la voglia di tornare in hotel.
Ho un’auto, quindi il taxi non ci serve.
Si lascia consigliare ed andiamo a cena in un ristorante in stile francese molto carino che avevo provato l’anno precedente. E' troppo che sono in America, basta hamburger!
Fa caldo in Florida, ma mangiamo lo stesso fuori. Il cibo è buono e il vino anche.
E’ appassionata di psicologia e di musica classica. Ama lo champagne, sogna di viaggiare molto e ha scelto questo lavoro perché le permette di farlo.
La vedo molto più rilassata rispetto a quando eravamo in sala congressi.
Mi dice che è una perfezionista, e che sul lavoro vuole che tutto sia al meglio, ma che alla sera ha poi bisogno di svagarsi.
Mi chiede molti dettagli del mio lavoro, ne è affascinata.
Vuole sapere se sono mai stato in qualche hotel incredibile e le rispondo che uno di questi è proprio fuori Orlando, e le offro la possibilità di andarlo a vedere.
E’ un hotel gigantesco, con un giardino enorme interno e un fiume che lo attraversa.
Mi guarda e mi sorride.
- Davvero mi porteresti? E ci lasceranno entrare?
- Certo. Anche quello ha un centro congressi, si può entrare ed uscire a qualsiasi ora.
- Allora andiamoci
Durante il breve viaggio in auto mi tempesta di domande su questo posto e su altri hotel di lusso dove sono capitato.
Mi diverte molto vederla così eccitata, ora sembra davvero una ragazzina.
Quando ci si para di fronte l’enorme struttura dell’hotel, rimane a bocca aperta. Parcheggiamo ed entriamo.
La porto a visitare il giardino interno, che è stato costruito sotto una gigantesca cupola in vetro.
In effetti è impressionante.
Nel fiume artificiale ci sono dei piccoli di alligatore.
Avrà scattato 100 foto.
Poi abbiamo preso l’ascensore che conduce al roof bar. Da lì la vista è incredibile, e i cocktail non sono male.
Beviamo un gin tonic ed una vodka.
- Credi sia possibile vedere le camere?
- Difficile a mezzanotte… magari se torniamo domani e diciamo che siamo interessati ad affittare la struttura per un congresso…
- Io voglio vederle… chissà che lusso!
- Non credere che siano così incredibili, tranne le suite ovviamente. Quelle sono gigantesche.
Mentre parlava, molto esaltata da quel sogno di lusso estremo, mi si era aggrappata ad un braccio.
Lo trovai strano, perché fino ad allora, nonostante fossimo in ottima sintonia, si era sempre tenuta lontana.
- Sai che se fai così potresti provocare delle reazioni?
- Che reazioni? Mi rispose sorridente
Mi girai e la baciai.
Non si tirò indietro.
La baciai di nuovo, poi rimasi con le mie labbra a pochi millimetri dalle sue
- Non credo sia una buona idea…. Sei un cliente… io… non dovrei… potrei avere problemi…
- Non lo saprà nessuno, credimi
- Me lo prometti?
- Certo
E la baciai di nuovo.
- Mi piaci molto, sai? Le sussurrai
- Davvero?
- Non dirmi che non te ne eri accorta
- Credevo ti piacesse la mia scollatura…
- Anche, le dissi ridendo. Vuoi ancora vedere una camera?
- E come?
La baciai sul collo, mentre mi abbracciava. Arrivato vicino all’orecchio le sussurrai
- Se vuoi prendiamo una stanza qui.
- Sei pazzo?
- Lo farei solo per farti felice…
Scoppiò a ridere
- Italiani… però siete bravi con le donne. Mi piaci…. E stasera mi hai fatto stare molto bene
- Quindi vuoi vedere la camera o no?
Rimase a fissarmi sorridente per un paio di secondi.
- Guarda che domani mattina alle otto devo essere alla nostra conferenza
- Anche io, se ti ricordi
- E in camera farai il bravo?
- Dipende da cosa intendi per fare il bravo….
- Italiani… come fate a piacere così tanto alle donne?
- Baciamo bene, e ci piace fare l’amore….
Rise di gusto. E ci baciammo nuovamente.
10 minuti dopo eravamo in una delle migliori camere dell’hotel.
Viaggiando molto, spesso mi offrono degli upgrade gratuiti, e stavolta ci era toccata una suite.
Mentre aprivo dello champagne che avevamo trovato nel salottino, lei si era tolta le scarpe e si era sdraiata sul letto.
La gonna lunga era sollevata scoprendole quasi del tutto le gambe.
Le porsi un calice, e brindammo a noi.
La mia mano le accarezzava la gamba, salendo sempre di più verso l’inguine, mentre i suoi occhi non si staccavano dai miei.
Non dicevamo una parola.
Arrivai alle mutandine, facendo una leggera pressione mentre entravo tra le sue gambe.
Le sue labbra si schiusero lasciando uscire un lieve sospiro.
Gli occhi chiusi.
- Posso avere ancora champagne?
Mi alzai e glielo versai.
Quando mi girai per portarglielo era dietro di me.
Prese il calice e ne sorseggiò un po’.
Poi lo appoggiò sul tavolo e le sue mani si spostarono sulla mia cintura.
Rimasi immobile mentre mi apriva i pantaloni con una lentezza esasperante.
Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò
- Sai… sono molto brava a fare pompini….
Si mise in ginocchio di fronte a me abbassandomi i pantaloni e, mentre le sue mani stringevano le mie natiche, la sua bocca mordeva la mia cappella attraverso la tela dei boxer.
Una mia mano era ora dietro alla sua testa mentre l’altra ancora reggeva il calice di vino.
Mi sfilò anche le mutande impossessandosi immediatamente della mia asta ed iniziando una sega profonda e lentissima.
Sentivo la sua lingua, la sua bocca.
La vedevo giocare con la punta e poi spingerselo in fondo alla gola.
Movimenti lenti, seguiti da altri veloci.
Le mani che mi accarezzavano, dolci ma decise.
I suoi occhi chiusi, che a volte si aprivano per guardare diritto nei miei.
Se continui così vengo… aspetta un attimo…
Cercavo di rallentarla, ma sembrava non volere smettere.
Continuò con una lentezza ed una intensità estenuante.
Non resistetti a lungo.
- Vengo… vengo… lo sussurravo mentre il suo ritmo era aumentato, quasi ingorda dello sperma che le stavo riversando a fiotti in bocca.
Non si fermò comunque, dovetti pregarla io.
Si alzò in piedi e, dopo aver terminato di bere il suo champagne, mi baciò.
Poi mi chiese di versargliene ancora.
Dovevo essere ridicolo, in corridoio con i pantaloni alle caviglie mentre le servivo da bere.
Mi guardò negli occhi
- Non avevo mai fatto una cosa così. Mi tratti come una principessa… Mi fai venire voglia di sesso
E si diresse verso il letto sfilandosi il vestito e rimanendo in intimo nero.
Aveva un culo da favola.
Mi spogliai prima di raggiungerla.
Iniziammo a baciarci mentre cercavo il suo seno.
La pelle morbida, setosa, profumata.
Un sorriso bellissimo e… si, quando godeva aveva l’espressione che mi ero immaginato.
Le mie dita si stavano muovendo lente dentro di lei mentre il pollice le solleticava il clitoride.
- Leccamela, mi piace tanto… fammi venire….
La mia testa sparì tra le sue gambe, mentre una sua mano mi accarezzava i capelli e l’altra si muoveva lentamente sul seno.
Ansimava.
Forte, quasi come se avesse appena finito di correre all’impazzata.
La sua voce si era fatta decisa, quasi arrabbiata
- Vuoi scoparmi adesso? Vuoi mettermelo dentro, vero?
Mi sollevai e mi misi di fianco a lei, mettendole il cazzo vicino alla bocca.
Lo prese immediatamente con foga facendomelo tornare di marmo mentre cercavo un preservativo.
Pochi secondi dopo scivolai dentro di lei.
Era così bagnata che non riuscivo a sentire poi molto, ma mi muovevo entrando ed uscendo quasi del tutto.
- Dai.. scopami… scopami… mi piace…. Scopami più forte
Ora la stavo prendendo davvero come un animale.
Colpi forti, decisi, fino in fondo. Sempre più veloci.
Lei continuava ad incitarmi.
Le sue mani piantate nella schiena, le sue gambe spalancate.
Scopami da dietro, mi piace di più....
La lasciai girare e fui di nuovo dentro di lei.
Mentre mi muovevo guardavo quel culo bellissimo.
Poi incrociai i suoi occhi semi nascosti dai lunghi capelli biondi che, in quella posizione, le coprivano parte del viso.
La trovai davvero eccitante.
Aumentai di nuovo il ritmo finchè non venni nuovamente con un grugnito soffocato.
- Si, dai… vieni… voglio che tu venga…
Mi accasciai sopra di lei.
Rimanemmo qualche minuto abbracciati.
Quando mi sollevai, mi stava sorridendo
- Ti è piaciuto?
Trovai strano che me lo chiedesse, mi era sembrato piuttosto chiaro.
Non le risposi ma la baciai.
- Ancora non ci credo… sono a letto con un cliente…
- E abbiamo ancora champagne. Ne vuoi?
- Certamente
Ci addormentammo tardi e la mattina dopo facemmo nuovamente l’amore prima di rivestirci. Passammo insieme anche la sera successiva, e la accompagnai n aeroporto, dove avevamo entrambi un volo da prendere.
Io sarei tornato in Italia mentre lei sarebbe andata a trovare un’amica che si era trasferita negli USA.
Passammo ancora un paio di ore insieme, nella lounge di United.
Il suo aereo partiva prima del mio. La accompagnai al gate e la baciai pensando che sarebbe stato l’ultimo.
- E’ stato bellissimo. Grazie. Promettimi che non dirai nulla a nessuno.
- Prometto. Fai buon viaggio… Quando torni ad Amburgo?
- Tra 4 giorni, e poi mi riposerò un po’. Ho preso qualche giorno di ferie. E tu?
- - io rimarrò a casa solo per il fine settimana, poi devo lavorare a Parigi
- Che bella Parigi… ci sono stata solo da bambina
- Vuoi venirci con me?
Mi venne fuori senza pensarci.
- Sarebbe bellissimo
- Allora lo faremo accadere.
Il giorno dopo ci scambiammo alcuni messaggi su Telegram.
Nell’ultimo le chiesi la sua email.
Le mandai i biglietti per raggiungermi a Parigi.
m.amorini@libero.it
Per chi è pratico di queste cose, ci sono sempre dei problemi dell’ultimo momento con l’organizzazione: qualche relatore che non è arrivato, la biografia che manca, le slides o il proiettore che non funzionano… insomma, meglio verificare bene prima.
Mi presentai alla conferenza con un buon anticipo sull’inizio e, dopo un veloce scambio di cortesie con l'organizzatore, venni affidato alle cure di Nadine, la loro event manager, che mi spiegò tutto quello che mi sarebbe servito in modo diligente e preciso, da buona tedesca.
E’ tutto pronto ed impeccabile.
E lei è davvero bella ed intrigante. Sicuramente giovane, un filo in carne, ha un bellissimo sorriso e degli occhi verdi che attirano subito l’attenzione.
Si vede che ci tiene a fare le cose per bene.
Molto cortese, sorridente ma anche un po’ fredda.
Si accertò che per me fosse tutto a posto, poi si congedò per tornare al suo lavoro.
Mi ha colpii molto.
Non so perché, ma mentre aspettavo che iniziasse ad arrivare gente mi immaginavo quel viso angelico mentre godeva.
Deve essere meravigliosa mentre ha un orgasmo, pensai.
La stavo osservando dall’altra parte dell’enorme salone.
Se ne accorse.
Accennò un sorriso, forse di cortesia, poi si rimise a lavorare.
La mattina passò veloce: ascoltai i relatori e tenni la mia presentazione che ebbe un seguito piuttosto lungo di domande.
Mi fece piacere.
Durante il pranzo a buffet fui impegnato in diverse conversazioni, ma a volte mi capitava di osservarla ancora, Nadine.
Mi piaceva come si muoveva.
Elegante, forse troppo seria.
I nostri sguardi si incrociarono un paio di altre volte, ma lei non mi sorrise più.
Devo esserle sembrato invadente.
Non era mia intenzione.
I lavori ripresero ed io mi attardai a rientrare in sala, parlando con il direttore della conferenza sulla gestione della mia sessione che, scoprii, essere stata ritardata alle 18,30.
Chissà chi resisterà fino a quell’ora, considerando che poi finirà alle 20?
Vedremo…
Intanto Nadine ci raggiunse e, dopo qualche scambio di battute di lavoro, chiacchierammo un po’.
E’ di Amburgo, città che conosco abbastanza.
Se ne stupisce.
Ha 25 anni, e tanta voglia di vedere il mondo.
Mi piace parlare con lei. E’ piacevole, fresca, vivace.
Da poche battute scopriamo tanti interessi comuni. Ma devo rientrare in sala, e ci salutiamo.
Pomeriggio intenso di lavoro, un cocktail con del fingerfood passato a parlare con i partecipanti e poi la mia sessione.
Quando finisce sono stanco, e penso di guidare dritto fino al mio hotel ed infilarmi in camera.
Invece la incontro nell’atrio del centro congressi.
Vuole prendere un taxi ed andare a mangiare qualcosa.
Mi chiede se ho programmi, e mi fa passare la voglia di tornare in hotel.
Ho un’auto, quindi il taxi non ci serve.
Si lascia consigliare ed andiamo a cena in un ristorante in stile francese molto carino che avevo provato l’anno precedente. E' troppo che sono in America, basta hamburger!
Fa caldo in Florida, ma mangiamo lo stesso fuori. Il cibo è buono e il vino anche.
E’ appassionata di psicologia e di musica classica. Ama lo champagne, sogna di viaggiare molto e ha scelto questo lavoro perché le permette di farlo.
La vedo molto più rilassata rispetto a quando eravamo in sala congressi.
Mi dice che è una perfezionista, e che sul lavoro vuole che tutto sia al meglio, ma che alla sera ha poi bisogno di svagarsi.
Mi chiede molti dettagli del mio lavoro, ne è affascinata.
Vuole sapere se sono mai stato in qualche hotel incredibile e le rispondo che uno di questi è proprio fuori Orlando, e le offro la possibilità di andarlo a vedere.
E’ un hotel gigantesco, con un giardino enorme interno e un fiume che lo attraversa.
Mi guarda e mi sorride.
- Davvero mi porteresti? E ci lasceranno entrare?
- Certo. Anche quello ha un centro congressi, si può entrare ed uscire a qualsiasi ora.
- Allora andiamoci
Durante il breve viaggio in auto mi tempesta di domande su questo posto e su altri hotel di lusso dove sono capitato.
Mi diverte molto vederla così eccitata, ora sembra davvero una ragazzina.
Quando ci si para di fronte l’enorme struttura dell’hotel, rimane a bocca aperta. Parcheggiamo ed entriamo.
La porto a visitare il giardino interno, che è stato costruito sotto una gigantesca cupola in vetro.
In effetti è impressionante.
Nel fiume artificiale ci sono dei piccoli di alligatore.
Avrà scattato 100 foto.
Poi abbiamo preso l’ascensore che conduce al roof bar. Da lì la vista è incredibile, e i cocktail non sono male.
Beviamo un gin tonic ed una vodka.
- Credi sia possibile vedere le camere?
- Difficile a mezzanotte… magari se torniamo domani e diciamo che siamo interessati ad affittare la struttura per un congresso…
- Io voglio vederle… chissà che lusso!
- Non credere che siano così incredibili, tranne le suite ovviamente. Quelle sono gigantesche.
Mentre parlava, molto esaltata da quel sogno di lusso estremo, mi si era aggrappata ad un braccio.
Lo trovai strano, perché fino ad allora, nonostante fossimo in ottima sintonia, si era sempre tenuta lontana.
- Sai che se fai così potresti provocare delle reazioni?
- Che reazioni? Mi rispose sorridente
Mi girai e la baciai.
Non si tirò indietro.
La baciai di nuovo, poi rimasi con le mie labbra a pochi millimetri dalle sue
- Non credo sia una buona idea…. Sei un cliente… io… non dovrei… potrei avere problemi…
- Non lo saprà nessuno, credimi
- Me lo prometti?
- Certo
E la baciai di nuovo.
- Mi piaci molto, sai? Le sussurrai
- Davvero?
- Non dirmi che non te ne eri accorta
- Credevo ti piacesse la mia scollatura…
- Anche, le dissi ridendo. Vuoi ancora vedere una camera?
- E come?
La baciai sul collo, mentre mi abbracciava. Arrivato vicino all’orecchio le sussurrai
- Se vuoi prendiamo una stanza qui.
- Sei pazzo?
- Lo farei solo per farti felice…
Scoppiò a ridere
- Italiani… però siete bravi con le donne. Mi piaci…. E stasera mi hai fatto stare molto bene
- Quindi vuoi vedere la camera o no?
Rimase a fissarmi sorridente per un paio di secondi.
- Guarda che domani mattina alle otto devo essere alla nostra conferenza
- Anche io, se ti ricordi
- E in camera farai il bravo?
- Dipende da cosa intendi per fare il bravo….
- Italiani… come fate a piacere così tanto alle donne?
- Baciamo bene, e ci piace fare l’amore….
Rise di gusto. E ci baciammo nuovamente.
10 minuti dopo eravamo in una delle migliori camere dell’hotel.
Viaggiando molto, spesso mi offrono degli upgrade gratuiti, e stavolta ci era toccata una suite.
Mentre aprivo dello champagne che avevamo trovato nel salottino, lei si era tolta le scarpe e si era sdraiata sul letto.
La gonna lunga era sollevata scoprendole quasi del tutto le gambe.
Le porsi un calice, e brindammo a noi.
La mia mano le accarezzava la gamba, salendo sempre di più verso l’inguine, mentre i suoi occhi non si staccavano dai miei.
Non dicevamo una parola.
Arrivai alle mutandine, facendo una leggera pressione mentre entravo tra le sue gambe.
Le sue labbra si schiusero lasciando uscire un lieve sospiro.
Gli occhi chiusi.
- Posso avere ancora champagne?
Mi alzai e glielo versai.
Quando mi girai per portarglielo era dietro di me.
Prese il calice e ne sorseggiò un po’.
Poi lo appoggiò sul tavolo e le sue mani si spostarono sulla mia cintura.
Rimasi immobile mentre mi apriva i pantaloni con una lentezza esasperante.
Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò
- Sai… sono molto brava a fare pompini….
Si mise in ginocchio di fronte a me abbassandomi i pantaloni e, mentre le sue mani stringevano le mie natiche, la sua bocca mordeva la mia cappella attraverso la tela dei boxer.
Una mia mano era ora dietro alla sua testa mentre l’altra ancora reggeva il calice di vino.
Mi sfilò anche le mutande impossessandosi immediatamente della mia asta ed iniziando una sega profonda e lentissima.
Sentivo la sua lingua, la sua bocca.
La vedevo giocare con la punta e poi spingerselo in fondo alla gola.
Movimenti lenti, seguiti da altri veloci.
Le mani che mi accarezzavano, dolci ma decise.
I suoi occhi chiusi, che a volte si aprivano per guardare diritto nei miei.
Se continui così vengo… aspetta un attimo…
Cercavo di rallentarla, ma sembrava non volere smettere.
Continuò con una lentezza ed una intensità estenuante.
Non resistetti a lungo.
- Vengo… vengo… lo sussurravo mentre il suo ritmo era aumentato, quasi ingorda dello sperma che le stavo riversando a fiotti in bocca.
Non si fermò comunque, dovetti pregarla io.
Si alzò in piedi e, dopo aver terminato di bere il suo champagne, mi baciò.
Poi mi chiese di versargliene ancora.
Dovevo essere ridicolo, in corridoio con i pantaloni alle caviglie mentre le servivo da bere.
Mi guardò negli occhi
- Non avevo mai fatto una cosa così. Mi tratti come una principessa… Mi fai venire voglia di sesso
E si diresse verso il letto sfilandosi il vestito e rimanendo in intimo nero.
Aveva un culo da favola.
Mi spogliai prima di raggiungerla.
Iniziammo a baciarci mentre cercavo il suo seno.
La pelle morbida, setosa, profumata.
Un sorriso bellissimo e… si, quando godeva aveva l’espressione che mi ero immaginato.
Le mie dita si stavano muovendo lente dentro di lei mentre il pollice le solleticava il clitoride.
- Leccamela, mi piace tanto… fammi venire….
La mia testa sparì tra le sue gambe, mentre una sua mano mi accarezzava i capelli e l’altra si muoveva lentamente sul seno.
Ansimava.
Forte, quasi come se avesse appena finito di correre all’impazzata.
La sua voce si era fatta decisa, quasi arrabbiata
- Vuoi scoparmi adesso? Vuoi mettermelo dentro, vero?
Mi sollevai e mi misi di fianco a lei, mettendole il cazzo vicino alla bocca.
Lo prese immediatamente con foga facendomelo tornare di marmo mentre cercavo un preservativo.
Pochi secondi dopo scivolai dentro di lei.
Era così bagnata che non riuscivo a sentire poi molto, ma mi muovevo entrando ed uscendo quasi del tutto.
- Dai.. scopami… scopami… mi piace…. Scopami più forte
Ora la stavo prendendo davvero come un animale.
Colpi forti, decisi, fino in fondo. Sempre più veloci.
Lei continuava ad incitarmi.
Le sue mani piantate nella schiena, le sue gambe spalancate.
Scopami da dietro, mi piace di più....
La lasciai girare e fui di nuovo dentro di lei.
Mentre mi muovevo guardavo quel culo bellissimo.
Poi incrociai i suoi occhi semi nascosti dai lunghi capelli biondi che, in quella posizione, le coprivano parte del viso.
La trovai davvero eccitante.
Aumentai di nuovo il ritmo finchè non venni nuovamente con un grugnito soffocato.
- Si, dai… vieni… voglio che tu venga…
Mi accasciai sopra di lei.
Rimanemmo qualche minuto abbracciati.
Quando mi sollevai, mi stava sorridendo
- Ti è piaciuto?
Trovai strano che me lo chiedesse, mi era sembrato piuttosto chiaro.
Non le risposi ma la baciai.
- Ancora non ci credo… sono a letto con un cliente…
- E abbiamo ancora champagne. Ne vuoi?
- Certamente
Ci addormentammo tardi e la mattina dopo facemmo nuovamente l’amore prima di rivestirci. Passammo insieme anche la sera successiva, e la accompagnai n aeroporto, dove avevamo entrambi un volo da prendere.
Io sarei tornato in Italia mentre lei sarebbe andata a trovare un’amica che si era trasferita negli USA.
Passammo ancora un paio di ore insieme, nella lounge di United.
Il suo aereo partiva prima del mio. La accompagnai al gate e la baciai pensando che sarebbe stato l’ultimo.
- E’ stato bellissimo. Grazie. Promettimi che non dirai nulla a nessuno.
- Prometto. Fai buon viaggio… Quando torni ad Amburgo?
- Tra 4 giorni, e poi mi riposerò un po’. Ho preso qualche giorno di ferie. E tu?
- - io rimarrò a casa solo per il fine settimana, poi devo lavorare a Parigi
- Che bella Parigi… ci sono stata solo da bambina
- Vuoi venirci con me?
Mi venne fuori senza pensarci.
- Sarebbe bellissimo
- Allora lo faremo accadere.
Il giorno dopo ci scambiammo alcuni messaggi su Telegram.
Nell’ultimo le chiesi la sua email.
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