Lezioni di volo
di
Leo71
genere
etero
Nel 2019 mi trovavo in America, per uno dei miei soliti viaggi di lavoro, e avevo deciso di approfittare del bel tempo per affittare un piccolo aereo e sorvolare le bellissime zone dove stavo soggiornando quel fine settimana, prima di un evento importante che sarebbe iniziato lunedì. Negli USA è pieno di aeroporti e aeroclub, così è facile contattare su internet quello più vicino e farsi assegnare un velivolo. Ne hanno uno dello stesso modello che uso spesso in Italia, ma mi chiedono di avere a bordo un istruttore visto che non ho mai volato con loro. E' una pratica consueta, e io sono ben felice di condividere l'esperienza con qualcuno che conosce le zone e le procedure del posto.
L'istruttore che mi capita è una ragazza di 28 anni, da poco con la scuola. Piccolina, molto simpatica, ha un gran bel sorriso e mi appare subito come una persona molto solare. Ci fermiamo in sala piloti a parlare e capisco ben presto che sono molto più esperto di lei, ma cerco quasi di nasconderlo: Mi piace come cerca di essere molto professionale nello spiegarmi tutti i dettagli di un velivolo che conosco benissimo. Dimostra tanta passione, tanta voglia di trasmetterla al suo allievo della giornata. E' molto eccitata per il nostro volo: sono il suo primo studente straniero.
Siamo a bordo e ascoltiamo via radio il bollettino meteo locale. Il vento è piuttosto forte e lei mi sembra un po' preoccupata. Mi chiede più volte se me la sento di decollare. E' davvero molto premurosa. Ci allineiamo in pista. Tutto motore. La velocità aumenta. Poco dopo siamo in volo e mi diverto a guardare come mi tiene sotto stretta osservazione. La torre ci assegna una prua per l'uscita dal CTR e penso di vedere come reagisce ad una virata secca a 45 gradi. Niente di che, ma è qualcosa che gli studenti non fanno. Si irrigidisce leggermente, poi si rilassa. Sorride. Un bel sorriso davvero.
Ora mi guarda in modo diverso. Mi chiede dove ho imparato a volare. Parliamo un po' delle nostre esperienze e scopre che ho 5 volte le sue ore di volo. Ora si sente un po' intimidita. La situazione mi diverte davvero. Passiamo un'ora sopra le montagne, poi torniamo alla base. Il vento ora è forte e con raffiche, così mi tocca manovrare un po' per mettere l'aeroplano a terra. Spegniamo il motore e lei mi guarda con un sorriso stampigliato sul volto. E' lo stesso che ho io. - Ti sei divertito con questo atterraggio, vero? - Si è visto molto? - Si... e mi sono divertita anche io. Ci viene da ridere, di gusto. Torniamo in ufficio per compilare i vari moduli e iniziamo a parlare.
Il volo è una passione enorme, contagiosa, coinvolgente. Continuiamo per più di un'ora e inizia a farsi tardi. Si vede che dispiace ad entrambi smettere quella conversazione. - Perchè non mi tieni compagnia per cena? Voglio dire... se non hai altri impegni... Mi viene spontaneo chiederglielo. Io, come spesso mi accade, sono da solo. Ci pensa un attimo. Poi risponde che le farebbe piacere se non torniamo troppo tardi. Pochi minuti e siamo in macchina verso la old town, il posto che lei mi descrive come il più caratteristico della zona e che si rivela essere una sola strada circondata da negozi e ristoranti molto carini. Vuole che scelga io, così opto per un locale spagnolo. Sangria e tapas. Il tempo corre veloce. Parliamo di tante cose, ma soprattutto della passione che ci accomuna. Io ho tanti racconti da condividere e lei mi chiede mille dettagli.
Usciamo dal locale. Camminiamo molto lentamente per la strada semibuia, quasi non volessimo che la serata finisse. Siamo vicini. Mi giro a guardarla e la scopro mentre mi sta fissando. Si muove verso di me. E' un momento. La mia mano tra i suoi capelli e poco dopo le labbra si sfiorano. Indietreggia mentre io le vado incontro. Il muro la ferma. Il mio corpo sul suo. La bacio nuovamente mentre le sue braccia mi cingono il collo. E' un bacio delicato ma appassionato. Le accarezzo il viso e la sento respirare più velocemente. La mia mano entra sotto il suo giubbotto e le cinge la vita, sollevando un po' la camicia alla ricerca del contatto con la pelle. Le percorro la schiena nuda mentre le sue mani mi accarezzano il petto. Continuo a baciarla. - Vuoi fare l'amore con me? Me lo dice con la voce rotta dall'emozione. E' timida, l'avevo già notato. Non le rispondo. La bacio ancora, poi la prendo per mano e andiamo verso la macchina.
Guido verso il mio hotel. Stiamo in silenzio, mentre le tengo la mano. E' un po' tesa, si vede. Penso che tra poco cambierà idea, che mi chiederà di riportarla indietro o al più di stare al bar dell'albergo per un'ultima birra. Invece scende e mi segue fino alla camera. Entriamo e subito torna a baciarmi. Vorrei che non smettesse, bacia molto bene. Le sfilo il giubbotto e le mie mani cercano il suo seno attraverso la camicia leggera. E' piccolo, sodo, con i capezzoli già duri. E' buio. Vedo il contorno del suo viso ma non i suoi occhi. Vorrei guardarli mentre inizia a godere. La sento ansimare. Le tolgo anche la camicia mentre inizio a spogliarmi. Voglio sentire la sua pelle sulla mia. E' morbida. Mi slaccia la cintura, poi i bottoni dei jeans.
Ora è in ginocchio di fronte a me.
Mi cala i pantaloni e i boxer.
La mia mano tra i suoi capelli.
La sua mano stringe il mio cazzo ed inizia a segarmelo lentamente. Poi sento la sua lingua sulla cappella.
Dolce, intensa.
Godo.
La faccio alzare e la spoglio completamente.
La spingo verso il letto e ci sdraiamo, l'uno accanto all'altra.
Le mie mani tra le sue gambe, penetrano il suo sesso mentre lei cerca nuovamente una posizione per averlo in bocca. Credo le piaccia molto. E a me piace da morire come me lo lecca. La lingua che passa veloce sulla cappella, la bocca che lo avvolge tutto con lentezza, la mano che si muove all'unisono con la testa.
La sua figa è bagnata e accoglie le mie dita.
E' stretta, calda.
Cambio posizione e sono sopra di lei. I nostri visi sono a pochi centimetri, le sue gambe spalancate. Il mio cazzo si appoggia alle sue grandi labbra e piano piano si fa strada dentro di lei.
Dall'espressione sembra che stia per piangere.
Mi tira con forza verso di lei e mi bacia con violenza.
Inizio a muovermi.
Mi piace sentire quello strano urletto che emette ogni volta che affondo nel suo ventre. Sei ore fa non ci conoscevamo nemmeno, ed ora siamo insieme, in un letto, come se ci amassimo da sempre.
Le sue gambe si irrigidiscono. Sento la figa pulsare. Ha un orgasmo intenso. Un urlo liberatorio e mi stringe forte a lei. Mi devo sottrarre a quell'abbraccio per potermi sfilare e non venirle dentro. Non le ho chiesto se prende la pillola.
Le inondo la pancia e le gambe di sperma.
Siamo entrambi affannati.
Torno sopra di lei e la bacio. Poi rimaniamo un po' così, corpo contro corpo.
- Non ho mai fatto sesso con un allievo...
- Non ho mai fatto sesso con un istruttore...
Ridiamo insieme.
La accarezzo. - E' stato bello volare con te. Se ricapito da queste parti ti chiamo. - Solo per il volo? - Hai un bel sorriso... anche per quello. L'ho aspettata mentre si faceva una doccia veloce, poi l'ho riaccompagnata alla macchina. Siamo scesi entrambi e ci siamo baciati di nuovo, a lungo. - sei un bel tipo... peccato non abiti qui.. grazie per la serata, ne avevo davvero bisogno. - tutto qui? In America voi ragazze non date il vostro telefono ai bei tipi? Sorrise ancora. Si avvicinò e mi baciò di nuovo, mentre una mano mi infilava qualcosa in tasca. Un biglietto da visita, con il suo numero. Sarei dovuto passare da quelle parti di nuovo tra un anno esatto. Pensavo di chiamarla per volare insieme ma il Covid ci ha messo lo zampino e… chissà se è ancora là.
m.amorini@libero.it
L'istruttore che mi capita è una ragazza di 28 anni, da poco con la scuola. Piccolina, molto simpatica, ha un gran bel sorriso e mi appare subito come una persona molto solare. Ci fermiamo in sala piloti a parlare e capisco ben presto che sono molto più esperto di lei, ma cerco quasi di nasconderlo: Mi piace come cerca di essere molto professionale nello spiegarmi tutti i dettagli di un velivolo che conosco benissimo. Dimostra tanta passione, tanta voglia di trasmetterla al suo allievo della giornata. E' molto eccitata per il nostro volo: sono il suo primo studente straniero.
Siamo a bordo e ascoltiamo via radio il bollettino meteo locale. Il vento è piuttosto forte e lei mi sembra un po' preoccupata. Mi chiede più volte se me la sento di decollare. E' davvero molto premurosa. Ci allineiamo in pista. Tutto motore. La velocità aumenta. Poco dopo siamo in volo e mi diverto a guardare come mi tiene sotto stretta osservazione. La torre ci assegna una prua per l'uscita dal CTR e penso di vedere come reagisce ad una virata secca a 45 gradi. Niente di che, ma è qualcosa che gli studenti non fanno. Si irrigidisce leggermente, poi si rilassa. Sorride. Un bel sorriso davvero.
Ora mi guarda in modo diverso. Mi chiede dove ho imparato a volare. Parliamo un po' delle nostre esperienze e scopre che ho 5 volte le sue ore di volo. Ora si sente un po' intimidita. La situazione mi diverte davvero. Passiamo un'ora sopra le montagne, poi torniamo alla base. Il vento ora è forte e con raffiche, così mi tocca manovrare un po' per mettere l'aeroplano a terra. Spegniamo il motore e lei mi guarda con un sorriso stampigliato sul volto. E' lo stesso che ho io. - Ti sei divertito con questo atterraggio, vero? - Si è visto molto? - Si... e mi sono divertita anche io. Ci viene da ridere, di gusto. Torniamo in ufficio per compilare i vari moduli e iniziamo a parlare.
Il volo è una passione enorme, contagiosa, coinvolgente. Continuiamo per più di un'ora e inizia a farsi tardi. Si vede che dispiace ad entrambi smettere quella conversazione. - Perchè non mi tieni compagnia per cena? Voglio dire... se non hai altri impegni... Mi viene spontaneo chiederglielo. Io, come spesso mi accade, sono da solo. Ci pensa un attimo. Poi risponde che le farebbe piacere se non torniamo troppo tardi. Pochi minuti e siamo in macchina verso la old town, il posto che lei mi descrive come il più caratteristico della zona e che si rivela essere una sola strada circondata da negozi e ristoranti molto carini. Vuole che scelga io, così opto per un locale spagnolo. Sangria e tapas. Il tempo corre veloce. Parliamo di tante cose, ma soprattutto della passione che ci accomuna. Io ho tanti racconti da condividere e lei mi chiede mille dettagli.
Usciamo dal locale. Camminiamo molto lentamente per la strada semibuia, quasi non volessimo che la serata finisse. Siamo vicini. Mi giro a guardarla e la scopro mentre mi sta fissando. Si muove verso di me. E' un momento. La mia mano tra i suoi capelli e poco dopo le labbra si sfiorano. Indietreggia mentre io le vado incontro. Il muro la ferma. Il mio corpo sul suo. La bacio nuovamente mentre le sue braccia mi cingono il collo. E' un bacio delicato ma appassionato. Le accarezzo il viso e la sento respirare più velocemente. La mia mano entra sotto il suo giubbotto e le cinge la vita, sollevando un po' la camicia alla ricerca del contatto con la pelle. Le percorro la schiena nuda mentre le sue mani mi accarezzano il petto. Continuo a baciarla. - Vuoi fare l'amore con me? Me lo dice con la voce rotta dall'emozione. E' timida, l'avevo già notato. Non le rispondo. La bacio ancora, poi la prendo per mano e andiamo verso la macchina.
Guido verso il mio hotel. Stiamo in silenzio, mentre le tengo la mano. E' un po' tesa, si vede. Penso che tra poco cambierà idea, che mi chiederà di riportarla indietro o al più di stare al bar dell'albergo per un'ultima birra. Invece scende e mi segue fino alla camera. Entriamo e subito torna a baciarmi. Vorrei che non smettesse, bacia molto bene. Le sfilo il giubbotto e le mie mani cercano il suo seno attraverso la camicia leggera. E' piccolo, sodo, con i capezzoli già duri. E' buio. Vedo il contorno del suo viso ma non i suoi occhi. Vorrei guardarli mentre inizia a godere. La sento ansimare. Le tolgo anche la camicia mentre inizio a spogliarmi. Voglio sentire la sua pelle sulla mia. E' morbida. Mi slaccia la cintura, poi i bottoni dei jeans.
Ora è in ginocchio di fronte a me.
Mi cala i pantaloni e i boxer.
La mia mano tra i suoi capelli.
La sua mano stringe il mio cazzo ed inizia a segarmelo lentamente. Poi sento la sua lingua sulla cappella.
Dolce, intensa.
Godo.
La faccio alzare e la spoglio completamente.
La spingo verso il letto e ci sdraiamo, l'uno accanto all'altra.
Le mie mani tra le sue gambe, penetrano il suo sesso mentre lei cerca nuovamente una posizione per averlo in bocca. Credo le piaccia molto. E a me piace da morire come me lo lecca. La lingua che passa veloce sulla cappella, la bocca che lo avvolge tutto con lentezza, la mano che si muove all'unisono con la testa.
La sua figa è bagnata e accoglie le mie dita.
E' stretta, calda.
Cambio posizione e sono sopra di lei. I nostri visi sono a pochi centimetri, le sue gambe spalancate. Il mio cazzo si appoggia alle sue grandi labbra e piano piano si fa strada dentro di lei.
Dall'espressione sembra che stia per piangere.
Mi tira con forza verso di lei e mi bacia con violenza.
Inizio a muovermi.
Mi piace sentire quello strano urletto che emette ogni volta che affondo nel suo ventre. Sei ore fa non ci conoscevamo nemmeno, ed ora siamo insieme, in un letto, come se ci amassimo da sempre.
Le sue gambe si irrigidiscono. Sento la figa pulsare. Ha un orgasmo intenso. Un urlo liberatorio e mi stringe forte a lei. Mi devo sottrarre a quell'abbraccio per potermi sfilare e non venirle dentro. Non le ho chiesto se prende la pillola.
Le inondo la pancia e le gambe di sperma.
Siamo entrambi affannati.
Torno sopra di lei e la bacio. Poi rimaniamo un po' così, corpo contro corpo.
- Non ho mai fatto sesso con un allievo...
- Non ho mai fatto sesso con un istruttore...
Ridiamo insieme.
La accarezzo. - E' stato bello volare con te. Se ricapito da queste parti ti chiamo. - Solo per il volo? - Hai un bel sorriso... anche per quello. L'ho aspettata mentre si faceva una doccia veloce, poi l'ho riaccompagnata alla macchina. Siamo scesi entrambi e ci siamo baciati di nuovo, a lungo. - sei un bel tipo... peccato non abiti qui.. grazie per la serata, ne avevo davvero bisogno. - tutto qui? In America voi ragazze non date il vostro telefono ai bei tipi? Sorrise ancora. Si avvicinò e mi baciò di nuovo, mentre una mano mi infilava qualcosa in tasca. Un biglietto da visita, con il suo numero. Sarei dovuto passare da quelle parti di nuovo tra un anno esatto. Pensavo di chiamarla per volare insieme ma il Covid ci ha messo lo zampino e… chissà se è ancora là.
m.amorini@libero.it
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Diario segreto - La direttrice di banca (Claire)racconto sucessivo
Una notte diversa (Sandra)
Commenti dei lettori al racconto erotico