La mia nuova famiglia 2
di
TATO
genere
incesti
Arrivai a casa frastornata, l'esperienza da poco provata, mi si parava davanti agli occhi, il padre di Carlo, il cazzone della madre, la sorella nuda, il mio uomo che mi scopava, era un sogno, la mamma doveva per forza farne parte, e così, mi precipitai in camera sua una volta giunta a casa.
La trovai, intenta a leggere un libro, supina, stesa su un finaco, indossava solo la sua mini camicia da notte, e così, potevo vedere le sue stupende ed affusolate coscie, e nella trasparenza del tessuto, i suoi seni, pieni rotondi, e al culmine i capezzoli, turgidi, al contatto con il tessuto, si vedeva proprio l'erezione, era stupenda.
Appena in camera, lei appoggiò il libro, e io mi stesi al suo fianco, e le raccontai tutto di un fiato quanto precedentemente vissuto.
E mentre raccontavo, lei mi accarezzava la testa, e mi interrompeva per sapere e approfondire, poi a fine racconto, mi disse di andarmi a cambiare, e di ritornare da lei, che avrei dormito nel suo letto, corsi, mi spogliai e indossai un a micro camicia da notte, e mi precipitai nel suo lettone.
Le dissi poi che sarebbe stata invitata la settimana prossima ad una cena, in famiglia, di presentazione, e lei annuì, ero felicissima, la abbracciai, e la ringraziai, e le diedi un bacio sulla guancia, lei mi prese la testa tra le mani, e mi baciò in bocca, sentii le sue labbra carnose, e poi lentamente la sua lingua si fece strada nella mia bocca, mi sciolsi.
Lentamente mi appoggiò la nuca sul cuscino, poi staccò la sua bocca dalla mia, e mi sorrise, sei stupenda Paola, sei una figlia stupenda, e iniziò a baciarmi il collo, e poi lentamente, mi sfilò la camicia da notte, e riprese dai capezzoli, divenuti turgidi, durissimi, iniziò a succhiarli e a mordicchiarli, era sublime, scese sul ventre, le contrazioni mi sollevavano e mi facevano inarcare la schiena, sollevai la testa, e la vidi in controluce, al mio fianco, il suo bellissimo seno si muoveva, e i capezzoli, già enormi del loro, strusciando sul tessuto, si ergevano ancor di più, era stupenda, pensai tra mè e mè, ti amo mamma.
Poi scese, e diede un colpetto di lingua alla mia cappella, il mio pene si ergeva in tutta la sua potenza, svettava dritto come un fuso, e in un attimo scomparve nella sua bocca, e scese fino a inghiottire i testicoli, poi chiuse la bocca e iniziò a pomparmi, mi tirava i testicoli, procurandomi un piacevole dolore, e poi la riaprì, uscirono, e si dedicò al mio pene.
Saliva e scendeva ritmicamente, ad ogni passaggio, sentivo di essere sempre più vicina all'orgasmo, e così, in pochi attimi, inarcai la schiena, lei capì che ero giunta al culmine, e con il solo succhiare, mi fece venire.
Urlai il mio piacere, e iniziai a schizzare il mio seme nella sua bocca, e lei inghiottì tutto, ansimavo, avevo raggiunto il paradiso.
Poi si staccò dal mio pene, e mi baciò, trasferendo una parte del mio seme, nella mia bocca, e mi gustai a lungo il sapore.
Una volta ripresami, mamma si tolse la vestaglietta, e ora tesoro, ti insegnerò a far godere una donna, anche se sei una frocetta nella vita ti capiterà di frequentare donne, e magari ne sposerai una, e quindi devi imparare, mi prese la mano e la poggiò sul seno, toccami, e si stese.
La toccai, era morbida, giocai con il capezzolo, e poi scesi al ventre, era piatto, lo vedevo sollevarsi ritmicamente, e poi infilai la mano tra le coscie, lei sollevò le coscie, e l suo ventre si contrasse, le allargò, e mi trovai tra le dita la sua figa, piacevolmente bagnata.
Iniziai a giocarci, esternamente per poi infilarci un paio di dita, iniziò a contorcersi e a godere, venne in un lago di succo.
La baciai, e le chiesi di poter vedere il suo magnifico culo, lei sorrise, si girò, e lo potei accarezzare, iniziai a baciarlo, e a leccalo, lei si sistemò per bene, e poi iniziai a leccarle in buchetto, pe poi scendere alla fighetta, mi alternavo, vedevo ce le piaceva, e molto, e così mi concentrai prima sulla figa, facendora godere più volte,per poi concentrarmi sul buchetto.
Lo vedevo contrarsi e allargarsi, in continuazione, ci infilai tutta la lingua, e lei si bagnava sempre più, poi, al culmine, mi inginocchiai dietro la mamma, e appoggiai il mio pene durissimo, e lo infilai, di colpo nel suo culetto, era un burro.
Scivolai dentro senza fatica, era stretto il giusto, non vergine di certo, anche perché scoprirò poi col tempo, che era dedita al sesso sin da giovanissima, e così, iniziai a pomparla, proma dolcemente, e poi sentendola godere, sempre più forte, lo spingevo in fondo con foga, e poi le venni dentro, al culmine del piacere di coppia, godemmo all'unisono, e le scaricai il mio sperma fino in fondo, poi ci accasciammo, non lo estrassi lo lascia dentro e poi ci addormentammo.
Al risveglio, eravamo fianco a fianco, aprii gli occhi e la vidi, lì, vicina a mè, raggiante, con gli occhi lucidi, mi accarezzo, mi baciò, e poi visto che nel frattempo si era indurito, si mise a cavalcioni, lo prese tra le dita, e se lo infilò in figa, e iniziò a sollevarsi, e ascendere, si stava Montando da sola, era stupendo.
Venimmo poco dopo, e le venni dentro, con un piacere pazzesco, ero entrata da dove ero uscita.
Eravamo esauste, e così, per il resto della notte e parte della mattina, rimanemmo a letto, abbracciate a dormire.
Poi verso mezzogiorno, ci preparammo, io indossai reggiseno slip, e un vestitino corto, e un paio di sandali, lei una camicetta, larga, e una gonna sopra il ginocchio, e un paio di decolté nere, e uscimmo.
Appena fuori casa, davanti al garage, mi disse, infila la mano sotto alla gonna, la guardai stranita, e lo feci, ma mamma non hai gli slip, ridendo slacciò un bottone della camicia, e così, potei intravedere i suoi seni, e la scollatura pazzesca che aveva, ma mamma così mi sembri una troia, le dissi ridendo, allora vidi nei suoi occhi un lampo biricchino, mi prese per mano, e mi accompagnò al locale rifiuti, una volta giunte lì, aprì la sua borsa, estrasse un paio di astucci di farmaci, me li porse, e lessi, anticoncezzionali, la pillola insomma, la guardai, non capivo, si lo sapevo che le prendeva, ma io cosa dovevo farci, non correvo, aimè, il rischio di rimanere gravida, e le chiesi il perché, si avvicinò, mi baciò, la sua lingua mi scioglieva ogni volta, infilò la mano tra le mie coscie, era duro, vedi piccola, ho goduto molto con il tuo cazzo, e ora ti chiedo, butta via la pillola, sono intenzionata a rimanere gravida, si staccò, mi guardò, di tè, voglio un figlio da mio figlia, ora gettale, e sarò tua, le gettai, la abbracciai la baciai, e risalimmo in casa, non potevamo resistere, già in ascensore mamma era praticamente nuda, inginocchiata a succhiarmi il cazzo, una volta davanti alla porta, non resistemmo, la girai, lei si appoggiò alla porta e io la sfondai da dietro, e la pompai.
Le venni dentro con schizzi pazzeschi, rantolando, e chiudendole la bocca con una mano, e poi mi sfilai.
Indietreggiai, e la ammirai, lei appoggiata alla porta, con inarcata la schiena e il culo in bellavista, e dalla figa iniziava a colare il mio sperma, ottimo dissi, rivestiti che usciamo, ma sei pazza disse colo sperma, appunto andiamo a piedi, lei mi guardò, rise, si rivestì, e un attimo dopo eravamo per strada.
La trovai, intenta a leggere un libro, supina, stesa su un finaco, indossava solo la sua mini camicia da notte, e così, potevo vedere le sue stupende ed affusolate coscie, e nella trasparenza del tessuto, i suoi seni, pieni rotondi, e al culmine i capezzoli, turgidi, al contatto con il tessuto, si vedeva proprio l'erezione, era stupenda.
Appena in camera, lei appoggiò il libro, e io mi stesi al suo fianco, e le raccontai tutto di un fiato quanto precedentemente vissuto.
E mentre raccontavo, lei mi accarezzava la testa, e mi interrompeva per sapere e approfondire, poi a fine racconto, mi disse di andarmi a cambiare, e di ritornare da lei, che avrei dormito nel suo letto, corsi, mi spogliai e indossai un a micro camicia da notte, e mi precipitai nel suo lettone.
Le dissi poi che sarebbe stata invitata la settimana prossima ad una cena, in famiglia, di presentazione, e lei annuì, ero felicissima, la abbracciai, e la ringraziai, e le diedi un bacio sulla guancia, lei mi prese la testa tra le mani, e mi baciò in bocca, sentii le sue labbra carnose, e poi lentamente la sua lingua si fece strada nella mia bocca, mi sciolsi.
Lentamente mi appoggiò la nuca sul cuscino, poi staccò la sua bocca dalla mia, e mi sorrise, sei stupenda Paola, sei una figlia stupenda, e iniziò a baciarmi il collo, e poi lentamente, mi sfilò la camicia da notte, e riprese dai capezzoli, divenuti turgidi, durissimi, iniziò a succhiarli e a mordicchiarli, era sublime, scese sul ventre, le contrazioni mi sollevavano e mi facevano inarcare la schiena, sollevai la testa, e la vidi in controluce, al mio fianco, il suo bellissimo seno si muoveva, e i capezzoli, già enormi del loro, strusciando sul tessuto, si ergevano ancor di più, era stupenda, pensai tra mè e mè, ti amo mamma.
Poi scese, e diede un colpetto di lingua alla mia cappella, il mio pene si ergeva in tutta la sua potenza, svettava dritto come un fuso, e in un attimo scomparve nella sua bocca, e scese fino a inghiottire i testicoli, poi chiuse la bocca e iniziò a pomparmi, mi tirava i testicoli, procurandomi un piacevole dolore, e poi la riaprì, uscirono, e si dedicò al mio pene.
Saliva e scendeva ritmicamente, ad ogni passaggio, sentivo di essere sempre più vicina all'orgasmo, e così, in pochi attimi, inarcai la schiena, lei capì che ero giunta al culmine, e con il solo succhiare, mi fece venire.
Urlai il mio piacere, e iniziai a schizzare il mio seme nella sua bocca, e lei inghiottì tutto, ansimavo, avevo raggiunto il paradiso.
Poi si staccò dal mio pene, e mi baciò, trasferendo una parte del mio seme, nella mia bocca, e mi gustai a lungo il sapore.
Una volta ripresami, mamma si tolse la vestaglietta, e ora tesoro, ti insegnerò a far godere una donna, anche se sei una frocetta nella vita ti capiterà di frequentare donne, e magari ne sposerai una, e quindi devi imparare, mi prese la mano e la poggiò sul seno, toccami, e si stese.
La toccai, era morbida, giocai con il capezzolo, e poi scesi al ventre, era piatto, lo vedevo sollevarsi ritmicamente, e poi infilai la mano tra le coscie, lei sollevò le coscie, e l suo ventre si contrasse, le allargò, e mi trovai tra le dita la sua figa, piacevolmente bagnata.
Iniziai a giocarci, esternamente per poi infilarci un paio di dita, iniziò a contorcersi e a godere, venne in un lago di succo.
La baciai, e le chiesi di poter vedere il suo magnifico culo, lei sorrise, si girò, e lo potei accarezzare, iniziai a baciarlo, e a leccalo, lei si sistemò per bene, e poi iniziai a leccarle in buchetto, pe poi scendere alla fighetta, mi alternavo, vedevo ce le piaceva, e molto, e così mi concentrai prima sulla figa, facendora godere più volte,per poi concentrarmi sul buchetto.
Lo vedevo contrarsi e allargarsi, in continuazione, ci infilai tutta la lingua, e lei si bagnava sempre più, poi, al culmine, mi inginocchiai dietro la mamma, e appoggiai il mio pene durissimo, e lo infilai, di colpo nel suo culetto, era un burro.
Scivolai dentro senza fatica, era stretto il giusto, non vergine di certo, anche perché scoprirò poi col tempo, che era dedita al sesso sin da giovanissima, e così, iniziai a pomparla, proma dolcemente, e poi sentendola godere, sempre più forte, lo spingevo in fondo con foga, e poi le venni dentro, al culmine del piacere di coppia, godemmo all'unisono, e le scaricai il mio sperma fino in fondo, poi ci accasciammo, non lo estrassi lo lascia dentro e poi ci addormentammo.
Al risveglio, eravamo fianco a fianco, aprii gli occhi e la vidi, lì, vicina a mè, raggiante, con gli occhi lucidi, mi accarezzo, mi baciò, e poi visto che nel frattempo si era indurito, si mise a cavalcioni, lo prese tra le dita, e se lo infilò in figa, e iniziò a sollevarsi, e ascendere, si stava Montando da sola, era stupendo.
Venimmo poco dopo, e le venni dentro, con un piacere pazzesco, ero entrata da dove ero uscita.
Eravamo esauste, e così, per il resto della notte e parte della mattina, rimanemmo a letto, abbracciate a dormire.
Poi verso mezzogiorno, ci preparammo, io indossai reggiseno slip, e un vestitino corto, e un paio di sandali, lei una camicetta, larga, e una gonna sopra il ginocchio, e un paio di decolté nere, e uscimmo.
Appena fuori casa, davanti al garage, mi disse, infila la mano sotto alla gonna, la guardai stranita, e lo feci, ma mamma non hai gli slip, ridendo slacciò un bottone della camicia, e così, potei intravedere i suoi seni, e la scollatura pazzesca che aveva, ma mamma così mi sembri una troia, le dissi ridendo, allora vidi nei suoi occhi un lampo biricchino, mi prese per mano, e mi accompagnò al locale rifiuti, una volta giunte lì, aprì la sua borsa, estrasse un paio di astucci di farmaci, me li porse, e lessi, anticoncezzionali, la pillola insomma, la guardai, non capivo, si lo sapevo che le prendeva, ma io cosa dovevo farci, non correvo, aimè, il rischio di rimanere gravida, e le chiesi il perché, si avvicinò, mi baciò, la sua lingua mi scioglieva ogni volta, infilò la mano tra le mie coscie, era duro, vedi piccola, ho goduto molto con il tuo cazzo, e ora ti chiedo, butta via la pillola, sono intenzionata a rimanere gravida, si staccò, mi guardò, di tè, voglio un figlio da mio figlia, ora gettale, e sarò tua, le gettai, la abbracciai la baciai, e risalimmo in casa, non potevamo resistere, già in ascensore mamma era praticamente nuda, inginocchiata a succhiarmi il cazzo, una volta davanti alla porta, non resistemmo, la girai, lei si appoggiò alla porta e io la sfondai da dietro, e la pompai.
Le venni dentro con schizzi pazzeschi, rantolando, e chiudendole la bocca con una mano, e poi mi sfilai.
Indietreggiai, e la ammirai, lei appoggiata alla porta, con inarcata la schiena e il culo in bellavista, e dalla figa iniziava a colare il mio sperma, ottimo dissi, rivestiti che usciamo, ma sei pazza disse colo sperma, appunto andiamo a piedi, lei mi guardò, rise, si rivestì, e un attimo dopo eravamo per strada.
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