L'Inquisitore Fornieres e la possessione di Cristina.
di
Tibet
genere
pulp
Più tardi si reca al castello sempre seguito come un'ombra da Pancho, qui... fa chiamare il comandante del presidio di servizio al castello, il capitano delle guardie della città e tutti gli ufficiali che sono attualmente di servizio.
Quando li ha di fronte li guarda lungamente, vede i loro sguardi deviare dal suo, non tutti sostengono il suo sguardo diretto, ha certo ragione a non fidarsi di loro. Ma ora ha bisogno di alleati e vuole comunque minare il loro convincimento.
-Tra poco sarà tempo di raccolta e separerò il grano dal loglio e della stoppia farò un rogo nelle strade della città. Non è più tempo di atteggiamenti ambigui. E' un avviso. Per qualcuno è il momento di fare una scelta di campo. Sappiate che farò disporre le truppe del Generale Grimand fuori dalla città come in un assedio. Da voi voglio la massima severità nel controllare chi entra, tutti dovranno essere perquisiti, se trovati in possesso di armi atte ad uccidere siano puniti con venti nerbate e scacciati. Durante le ore notturne la città deve essere impenetrabile, so che esistono dei varchi più o meno segreti e sono convinto che li conoscete e dovranno essere presenziati. Al mio ordine... nessuno potrà né entrare né uscire dalla città. E' tutto... andate!-
Poi mentre escono ferma il comandante.
-Abbiamo nelle carceri del castello un ragazzo, portalo al mio cospetto.-
Mentre aspetta, bussa ed entra un ufficiale.
-Inquisitore, può contare su di me...-
-Il tuo nome?-
-Tenente Monrepour, Inquisitore...-
-E su quanti dei tuoi uomini?-
-Dieci sicuri, ma immagino che molti si aggregheranno al momento, non tutti sono al soldo dei contrabbandieri...-
-Resta in attesa delle mie disposizioni, Tenente...-
Poco dopo fanno entrare un ragazzino magro e minuto che comunque mostra un atteggiamento fiero, inusuale, mostra carattere.
-Come ti chiami?-
-Kupeout, Eccellenza...-
-E' vero che hai rubato, ragazzo?-
-Si... eccellenza, loro sono tanto ricchi, vestiti di pellicce e io ho fame e freddo...-
-Come sei trattato in prigione?-
-Mille angustie, Eccellenza, mi picchiano... ho fame, ho paura.-
-Ora io ti libererò ma continuerai a scontare la tua pena al mio servizio ma prima mi devi fare la promessa che smetterai di rubare, al mio servizio non è ammissibile... allora?-
-Non ruberò più... Eccellenza.-
-Ti credo. Ti pagherò anche per dei piccoli servizi, tu sarai i miei occhi e le mie orecchie nella città e il tramite con la Corte dei Miracoli. Ora farai una cosa, di certo sai dov'è il mio palazzo, ti darò un lasciapassare permanente per il corpo di guardia, chiedi della Signora Melania e riferisci che sei al mio servizio, desidero che ti trovi un posto da dormire caldo e riparato e che ti dia da mangiare. Ancora... vai dal mendicante con la stampella che è fuori dal palazzo, lo conosci di certo, informalo che sarai tu il mio contatto con lui e infine voglio che tu diventi i miei occhi, gira per le strade vicine al palazzo e cerca qualcuno che è in attesa, qualcuno che non è della città, come se mi aspettasse per uccidermi, capisci? Torna qui all'imbrunire e riferisci.-
-Sarà fatto, Eccellenza.-
-Chiamami Inquisitore, ora vai... sai leggere, Kupeout?-
-No... Inquisitore...-
-Dovremo provvedere.-
Poco più tardi si reca alle stanze della Contessa, lei lo aspetta.
Non abbisognano di nessun preliminare, sono ambedue ebbri di sensualità, lei che lo attende coperta da una tunica leggerissima, lui che la stringe a se e le cerca il seno, il sedere, in un abbraccio selvaggio, in pochi attimi sono nudi e danno sfogo alla loro fame di piacere. La prende, la fa disporre in ginocchio sul bordo letto e tenendo il proprio pene in mano la cerca. Passa la grossa verga fra le maestose natiche, fra le cosce e poi come attirato da una forza irresistibile, lo spinge dentro di lei e iniziano la loro danza verso il piacere, colpi violenti, prepotenti, i lombi di lui che sbattono forte sulle carni morbide di lei, i gemiti della donna e il ringhio continuo dell'uomo e l'odore che ora permea tutto l'ambiente, l'odore di sesso... l'odore di donna e di uomo. Quanto dura l'atto? Una eternità che porta la donna a godere più volte mentre si sente riempita dal potente membro dell'uomo, una eternità per l'uomo che ora vuole godere e svuotarsi dentro di lei.
Infine il loro urlo liberatorio nello stesso momento, lui che continua a lungo nel loro bagnato, lei che crolla sul letto sfinita, lui che la raggiunge poco dopo e le si mette a fianco.
Recuperano il respiro, il loro ansimare dimostra la forza dell'amplesso.
Poi, poco più tardi, è lei che porta la mano sul petto dell'uomo e lo accarezza, è curiosa... mai ha potuto osservare, accarezzare un uomo, lo sguardo è calamitato sul ventre di lui, sta guardando il membro che ora ha perso la sua durezza e poggia sulla coscia. Mette la testa sul suo petto e con la mano lo accarezza.
Chiede...
-Jacques... è bellissimo, posso toccarlo?-
Non ha mai preso un membro in mano, mai, l'unico uomo che ha avuto, il Conte, la prendeva in un atto senza amore, senza sentimento, senza passione... solo nell'intento di avere dei figli e ora sono anni che non la possiede e che lei gode solo toccandosi.
Lo prende in mano, sente che è pesante, la carne soda e piena, lo guarda, la liscia cappella rosata, l'apertura dell'uretra che mostra ancora una piccola traccia di sperma, la corona che delimita il glande, il filetto e poi il tronco, venato e infine accarezza il grosso scroto.
Quasi spaventata sente la reazione della verga!
Si sta inturgidendo!
Si allunga e si rizza!
Ora è di nuovo il potente virgulto che poco prima l'ha fatta godere così tanto. Lo accarezza, copre con la pelle del prepuzio appena il margine del glande, lo scopre e sente lui... inarcarsi.
D'istinto si mette sulle ginocchia, ha nuovamente la necessità fisica di sentirlo dentro di se, piantato a fondo per darle il massimo del piacere possibile. Lo scavalca, ora la carne dura preme contro il suo ventre lo prende e lo appoggia dentro il solco bagnato e poi spinge per averlo tutto dentro. Ora è lei a cavalcare lui, le mani appoggiate sul suo petto e il suo corpo che si alza e torna ad abbassarsi riempiendosi della verga dura. E' l'istinto che la fa agire nel modo opportuno, che la fa fermare a volte per strofinare fortemente il suo inguine su quello di lui, lei piena. Anche questa volta i suoi orgasmi diventano subito numerosi e insiste, insiste sempre di più, infine... inizia una lunga cavalcata selvaggia che ancora una volta li porta a godere e gridare insieme!
E' molto più tardi, ricomposti e rivestiti e dopo aver mangiato qualcosa, è Jacques che dice.
-Eloisa, è il caso che io parli con Cristina, penso e immagino che si aprirà di più senza la tua presenza, ma le sei madre... e quindi, qualora tu volessi, potresti ascoltare dietro ad un tendaggio...-
-Preferisco che sia tu da solo a trattare questa situazione, io aspetterò e mi racconterai...-
-Va bene, ti prego... conducimi da lei.-
Entrano nell'appartamento della Contessina, lei... la giovane è seduta su una poltrona, lo sguardo assorto.
-Cristina... Monsignore vuole parlarti...-
E lascia la stanza.
-Contessina, come si sente oggi? La trovo bene, ha un incarnato splendido!-
-Grazie Monsignore, ma lei è un adulatore. Ma sto bene, grazie.-
-Posso accomodarmi?-
-Certamente...-
La giovane è davvero splendida, bella quanto la madre ma nel fiore della gioventù.
-Altezza, vorrei affrontare con lei e magari cercare di risolvere le sue crisi, le chiedo di essere sincera con me, di liberare la mente e dirmi ogni suo pensiero.-
-Va bene, Monsignore...-
-Come in una confessione, Altezza... è pronta?-
-Si, Monsignore.-
-Non è mia intenzione mancarle di rispetto, ma devo farle domande precise e se può mi risponda altrettanto precisamente, da quando hanno avuto inizio queste crisi?-
-Penso... due mesi...-
-Sono crisi di... genere sessuale?-
-Si...-
-Immagina contatti, congiungimenti sessuali?-
-Si...-
-Può definire con chi...?-
A questo punto la giovane inizia a tremare, mostra una alterazione non ancora al livello di crisi ma di evidente coinvolgimento, l'Inquisitore desiste al momento, cerca di calmarla.
-Non ci pensare ora, posso chiamarti Cristina? Dobbiamo parlare a lungo, desidero che mi dici ogni cosa e voglio liberarti da questa possessione, torniamo all'inizio, Cristina...-
La giovane è abbandonata sulla poltrona, in agitazione.
-Cristina... le crisi sono iniziate con l'arrivo di Padre Xavier? Il tuo confessore?-
Ora nuovamente la giovane è in affanno. Ha gli occhi chiusi, scuote violentemente la testa e il suo respiro diventa ansimante, si muove scompostamente.
-Non... posso... lui non vuole...-
-Cosa non vuole, Cristina...-
-Non posso parlare...-
-Va bene, torniamo alle crisi, Cristina, con chi immagini di giacere?-
-Non posso dirlo... ma tanti...-
-Anche Padre Xavier?-
-No... tanti... nel bosco, c'è la luna, Lui, uomini, bestie... mostri...-
-Un sabba del diavolo, Cristina?-
-Non lo so... Lui c'è, Lui comanda...-
-Parli del diavolo. Come lo evoca Padre Xavier? Sforzati, Cristina!-
-Mi ha detto che io sono la Vergine predestinata, ho i segni...-
-Che segni, Cristina?-
La giovane donna si scopre il seno, sulle rosee larghe areole ci sono dei consistenti tubercoli in evidenza, non certo comuni ma di certo neanche segni di chissà quale devianza.
-Questi segni... Cristina?-
E con la punta dell'indice tocca l'areola, istantaneamente vede i capezzoli inturgidirsi.
-Si...-
-Copriti Cristina. Come ha fatto a vederti il seno... Padre Xavier?-
-Mi ha chiesto di mostrarmi... mi sono spogliata per lui, doveva controllare...-
L'Inquisitore sa che non avrebbe senso cercare di convincerla ora, dirle che sono piccoli particolari anatomici di nessuna importanza. Che la malizia intenzionale del confessore era intesa ad asservirla ai suoi propositi diabolici. La giovane ricopre il seno.
-Ti ha toccato... Padre Xavier, Cristina?-
-Mi sono spogliata per lui, nuda. Mi ha guardato e ha trovato i segni che sono la predestinata...-
-Ti ha toccato?-
-Dove ho i segni... sul seno, sul ventre... dentro di me...-
-Dentro di te? Nella tua intimità femminile?
-Si... doveva controllare se ero vergine...-
-Hai provato piacere?-
-Si... -
-Provi piacere durante le crisi?-
-Oh si... lungamente, intensamente, inizio a provar piacere subito, ancora quando lui... Xavier l'Eletto mi racconta dei congiungimenti con Lui, le sue parole sono fuoco... e poi di continuo, quando se ne va mi lascia avvinta dal serpente e quando il serpente esce da me… mi sento morire... e mi dispero perché non mi possiede più... -
-Il serpente, Cristina? Chi è?-
-Lui... in una delle sue forme, mi possiede, ho la sua testa nella mia vagina, mi riempie, si muove e la coda dietro, dentro di me, io godo di questi connubi, tanti... continui, io... vergine destinata al Re degli Inferi e lui viene e mi prende, mi prende, mi prende e dopo lui mi prendono tutti… tutto il suo seguito.... tanti.-
-Eletto? Cristina? Si definisce così Xavier?-
-Si... ha il segno, si, Xavier è il suo tramite, l'Eletto.-
-Il segno? Dove?-
-Sul suo... membro di maschio, me lo mostra… lo tocco...-
-Cristina, sei illibata?
-No, non più. Il Signore Mio mi ha preso in ogni parte del mio corpo e dopo di lui tutti....-
-Cristina... questo succede nella tua mente o ti ha posseduta anche Xavier?-
-Noooo, non può! Appartengo al nostro Signore il Diavolo! A volte avvicina la testa del suo serpente a me, preme contro la mia vagina, ma non mi penetra...-
-Allora nel corpo sei illibata. Dimmi cosa ti chiede Xavier?-
-Di mostrarmi, di spogliarmi… di toccarlo, di baciare il serpente... di farlo piangere per far venire Lui... lo chiamiamo...-
-E tu lo fai?-
-Si... e al nostro Signore, a Lui... bacio il suo deretano in segno di sottomissione.-
-E provi piacere... baci il deretano anche a Padre Xavier?-
-No... a lui bacio il suo serpente… che piange….-
-Serpente? Piange? Ah... capito! Vai avanti… -
-Si... lo tocco, lo bacio, imploriamo così il nostro Signore di venire a possedermi e Lui viene quando l'Eletto piange nella mia bocca o nella mano, Lui allora appare e mi possiede a lungo, dappertutto...-
-Cristina... sei sfinita, ora ti sdraierai sul letto, ti addormenterai e dimenticherai questa nostra conversazione, vieni ti accompagno!-
La conduce nella camera da letto vicina, la fa stendere e la lascia. Torna da Eloisa.
-Allora... Jacques?-
-E' molto grave, povera Cristina. E' suggestionata da questo frate, la causa di tutto è la diabolica influenza sulla sua mente di questo strano Padre Xavier, un insano pervertito. Non credo che sia opera del demonio, è più vittima di una torbida depravazione umana. Evidente che il frate ha provato con te, ha trovato resistenza e invece ha trovato terreno fertile per i suoi progetti depravati con la giovane mente di Cristina. Dobbiamo fare due cose, prima togliamo di mezzo questo Xavier senza clamore, poi vedremo come fare. E' giovane, speriamo dimentichi e che non tornerà più con i suoi pensieri a questo periodo. Manda un messaggero al convento dei Domenicani che Padre Xavier venga per domani pomeriggio, ci sarò io ad attenderlo e fino a quando non riusciremo a guarirla sarò io il vostro confessore. -
-L'ha posseduta? La mia bambina...-
-No no... è illibata ma ha la mente piena di sesso, di piacere e di desideri diabolici.
La lascia tranquillizzandola, l'indomani si rivedranno.
Al corpo di guardia trova sia Pancho che Kapeout ad attenderlo.
-Allora Kapeout?-
-Io ne ho individuato due, Inquisitore. Mai visti in città, hanno un mantello nero lungo fino ai piedi, cappuccio, li ho osservati a lungo, stanno come in attesa e di conserva... distanziati di circa quaranta metri, penso di aver visto il calcio di una balestrina...-
-Dobbiamo eliminarli questi sicari, far capire che chi ci proverà sarà destinato a morte sicura... Pancho?-
Il gigante fa un cenno di assenso con la testa.
-Kapeout guidalo, aiutalo, indicagli gli uomini, poi... domani, trova altri ragazzi e mettili di guardia, cinque soldi per ognuno al giorno. Pancho... lascia i cadaveri in vista... devono prendere paura...-
I due escono nell'oscurità, ora dovrà attendere via libera.
Intanto pensa.
Può contare su di se, su Pancho e il ragazzo, il tenente Monrepour e i suoi dieci uomini, non sa quanti della propria guarnigione, nessuno del Vescovo né delle guardie di città e del castello e i contrabbandieri li immagina numerosi. Deve assolutamente trovare degli alleati, sia pur infidi e provvisori, non può permettersi che i suoi nemici si arrocchino in città.
Fa chiamare i due giovani ufficiali assegnatigli dal Conte, consegna loro un messaggio urgente per il Generale Grimand, l'indomani mattina all'alba dovranno farlo recapitare al Generale che dovrà muovere al più presto le sue truppe e disporle intorno ad Amiens.
L'attesa del ritorno di Pancho e Kapeout non è poi tanto lunga, tornano, il ragazzo è entusiasta e racconta all'Inquisitore.
-Doveva vedere... Inquisitore! Ha torto loro il collo come fuscelli! Io che intanto distraevo l'altro! Pancho è formidabile!-
Raggiungono il palazzo e qui trovano Melania in attesa, lui mangia qualcosa con loro, poi si ritira nel proprio appartamento, ha notato con piacere lo scambio di sguardi d'interesse intercorso fra lei e Pancho, ne ha sorriso dentro di se e altrettanto lo ha felicitato nel vedere la gioia del ragazzo di questa nuova vita.
Lui pensa lungamente cosa fare di Xavier. Dovrà assumersi una nuova responsabilità davanti a Dio. Lui che si deve caricare delle colpe degli altri.
Quando li ha di fronte li guarda lungamente, vede i loro sguardi deviare dal suo, non tutti sostengono il suo sguardo diretto, ha certo ragione a non fidarsi di loro. Ma ora ha bisogno di alleati e vuole comunque minare il loro convincimento.
-Tra poco sarà tempo di raccolta e separerò il grano dal loglio e della stoppia farò un rogo nelle strade della città. Non è più tempo di atteggiamenti ambigui. E' un avviso. Per qualcuno è il momento di fare una scelta di campo. Sappiate che farò disporre le truppe del Generale Grimand fuori dalla città come in un assedio. Da voi voglio la massima severità nel controllare chi entra, tutti dovranno essere perquisiti, se trovati in possesso di armi atte ad uccidere siano puniti con venti nerbate e scacciati. Durante le ore notturne la città deve essere impenetrabile, so che esistono dei varchi più o meno segreti e sono convinto che li conoscete e dovranno essere presenziati. Al mio ordine... nessuno potrà né entrare né uscire dalla città. E' tutto... andate!-
Poi mentre escono ferma il comandante.
-Abbiamo nelle carceri del castello un ragazzo, portalo al mio cospetto.-
Mentre aspetta, bussa ed entra un ufficiale.
-Inquisitore, può contare su di me...-
-Il tuo nome?-
-Tenente Monrepour, Inquisitore...-
-E su quanti dei tuoi uomini?-
-Dieci sicuri, ma immagino che molti si aggregheranno al momento, non tutti sono al soldo dei contrabbandieri...-
-Resta in attesa delle mie disposizioni, Tenente...-
Poco dopo fanno entrare un ragazzino magro e minuto che comunque mostra un atteggiamento fiero, inusuale, mostra carattere.
-Come ti chiami?-
-Kupeout, Eccellenza...-
-E' vero che hai rubato, ragazzo?-
-Si... eccellenza, loro sono tanto ricchi, vestiti di pellicce e io ho fame e freddo...-
-Come sei trattato in prigione?-
-Mille angustie, Eccellenza, mi picchiano... ho fame, ho paura.-
-Ora io ti libererò ma continuerai a scontare la tua pena al mio servizio ma prima mi devi fare la promessa che smetterai di rubare, al mio servizio non è ammissibile... allora?-
-Non ruberò più... Eccellenza.-
-Ti credo. Ti pagherò anche per dei piccoli servizi, tu sarai i miei occhi e le mie orecchie nella città e il tramite con la Corte dei Miracoli. Ora farai una cosa, di certo sai dov'è il mio palazzo, ti darò un lasciapassare permanente per il corpo di guardia, chiedi della Signora Melania e riferisci che sei al mio servizio, desidero che ti trovi un posto da dormire caldo e riparato e che ti dia da mangiare. Ancora... vai dal mendicante con la stampella che è fuori dal palazzo, lo conosci di certo, informalo che sarai tu il mio contatto con lui e infine voglio che tu diventi i miei occhi, gira per le strade vicine al palazzo e cerca qualcuno che è in attesa, qualcuno che non è della città, come se mi aspettasse per uccidermi, capisci? Torna qui all'imbrunire e riferisci.-
-Sarà fatto, Eccellenza.-
-Chiamami Inquisitore, ora vai... sai leggere, Kupeout?-
-No... Inquisitore...-
-Dovremo provvedere.-
Poco più tardi si reca alle stanze della Contessa, lei lo aspetta.
Non abbisognano di nessun preliminare, sono ambedue ebbri di sensualità, lei che lo attende coperta da una tunica leggerissima, lui che la stringe a se e le cerca il seno, il sedere, in un abbraccio selvaggio, in pochi attimi sono nudi e danno sfogo alla loro fame di piacere. La prende, la fa disporre in ginocchio sul bordo letto e tenendo il proprio pene in mano la cerca. Passa la grossa verga fra le maestose natiche, fra le cosce e poi come attirato da una forza irresistibile, lo spinge dentro di lei e iniziano la loro danza verso il piacere, colpi violenti, prepotenti, i lombi di lui che sbattono forte sulle carni morbide di lei, i gemiti della donna e il ringhio continuo dell'uomo e l'odore che ora permea tutto l'ambiente, l'odore di sesso... l'odore di donna e di uomo. Quanto dura l'atto? Una eternità che porta la donna a godere più volte mentre si sente riempita dal potente membro dell'uomo, una eternità per l'uomo che ora vuole godere e svuotarsi dentro di lei.
Infine il loro urlo liberatorio nello stesso momento, lui che continua a lungo nel loro bagnato, lei che crolla sul letto sfinita, lui che la raggiunge poco dopo e le si mette a fianco.
Recuperano il respiro, il loro ansimare dimostra la forza dell'amplesso.
Poi, poco più tardi, è lei che porta la mano sul petto dell'uomo e lo accarezza, è curiosa... mai ha potuto osservare, accarezzare un uomo, lo sguardo è calamitato sul ventre di lui, sta guardando il membro che ora ha perso la sua durezza e poggia sulla coscia. Mette la testa sul suo petto e con la mano lo accarezza.
Chiede...
-Jacques... è bellissimo, posso toccarlo?-
Non ha mai preso un membro in mano, mai, l'unico uomo che ha avuto, il Conte, la prendeva in un atto senza amore, senza sentimento, senza passione... solo nell'intento di avere dei figli e ora sono anni che non la possiede e che lei gode solo toccandosi.
Lo prende in mano, sente che è pesante, la carne soda e piena, lo guarda, la liscia cappella rosata, l'apertura dell'uretra che mostra ancora una piccola traccia di sperma, la corona che delimita il glande, il filetto e poi il tronco, venato e infine accarezza il grosso scroto.
Quasi spaventata sente la reazione della verga!
Si sta inturgidendo!
Si allunga e si rizza!
Ora è di nuovo il potente virgulto che poco prima l'ha fatta godere così tanto. Lo accarezza, copre con la pelle del prepuzio appena il margine del glande, lo scopre e sente lui... inarcarsi.
D'istinto si mette sulle ginocchia, ha nuovamente la necessità fisica di sentirlo dentro di se, piantato a fondo per darle il massimo del piacere possibile. Lo scavalca, ora la carne dura preme contro il suo ventre lo prende e lo appoggia dentro il solco bagnato e poi spinge per averlo tutto dentro. Ora è lei a cavalcare lui, le mani appoggiate sul suo petto e il suo corpo che si alza e torna ad abbassarsi riempiendosi della verga dura. E' l'istinto che la fa agire nel modo opportuno, che la fa fermare a volte per strofinare fortemente il suo inguine su quello di lui, lei piena. Anche questa volta i suoi orgasmi diventano subito numerosi e insiste, insiste sempre di più, infine... inizia una lunga cavalcata selvaggia che ancora una volta li porta a godere e gridare insieme!
E' molto più tardi, ricomposti e rivestiti e dopo aver mangiato qualcosa, è Jacques che dice.
-Eloisa, è il caso che io parli con Cristina, penso e immagino che si aprirà di più senza la tua presenza, ma le sei madre... e quindi, qualora tu volessi, potresti ascoltare dietro ad un tendaggio...-
-Preferisco che sia tu da solo a trattare questa situazione, io aspetterò e mi racconterai...-
-Va bene, ti prego... conducimi da lei.-
Entrano nell'appartamento della Contessina, lei... la giovane è seduta su una poltrona, lo sguardo assorto.
-Cristina... Monsignore vuole parlarti...-
E lascia la stanza.
-Contessina, come si sente oggi? La trovo bene, ha un incarnato splendido!-
-Grazie Monsignore, ma lei è un adulatore. Ma sto bene, grazie.-
-Posso accomodarmi?-
-Certamente...-
La giovane è davvero splendida, bella quanto la madre ma nel fiore della gioventù.
-Altezza, vorrei affrontare con lei e magari cercare di risolvere le sue crisi, le chiedo di essere sincera con me, di liberare la mente e dirmi ogni suo pensiero.-
-Va bene, Monsignore...-
-Come in una confessione, Altezza... è pronta?-
-Si, Monsignore.-
-Non è mia intenzione mancarle di rispetto, ma devo farle domande precise e se può mi risponda altrettanto precisamente, da quando hanno avuto inizio queste crisi?-
-Penso... due mesi...-
-Sono crisi di... genere sessuale?-
-Si...-
-Immagina contatti, congiungimenti sessuali?-
-Si...-
-Può definire con chi...?-
A questo punto la giovane inizia a tremare, mostra una alterazione non ancora al livello di crisi ma di evidente coinvolgimento, l'Inquisitore desiste al momento, cerca di calmarla.
-Non ci pensare ora, posso chiamarti Cristina? Dobbiamo parlare a lungo, desidero che mi dici ogni cosa e voglio liberarti da questa possessione, torniamo all'inizio, Cristina...-
La giovane è abbandonata sulla poltrona, in agitazione.
-Cristina... le crisi sono iniziate con l'arrivo di Padre Xavier? Il tuo confessore?-
Ora nuovamente la giovane è in affanno. Ha gli occhi chiusi, scuote violentemente la testa e il suo respiro diventa ansimante, si muove scompostamente.
-Non... posso... lui non vuole...-
-Cosa non vuole, Cristina...-
-Non posso parlare...-
-Va bene, torniamo alle crisi, Cristina, con chi immagini di giacere?-
-Non posso dirlo... ma tanti...-
-Anche Padre Xavier?-
-No... tanti... nel bosco, c'è la luna, Lui, uomini, bestie... mostri...-
-Un sabba del diavolo, Cristina?-
-Non lo so... Lui c'è, Lui comanda...-
-Parli del diavolo. Come lo evoca Padre Xavier? Sforzati, Cristina!-
-Mi ha detto che io sono la Vergine predestinata, ho i segni...-
-Che segni, Cristina?-
La giovane donna si scopre il seno, sulle rosee larghe areole ci sono dei consistenti tubercoli in evidenza, non certo comuni ma di certo neanche segni di chissà quale devianza.
-Questi segni... Cristina?-
E con la punta dell'indice tocca l'areola, istantaneamente vede i capezzoli inturgidirsi.
-Si...-
-Copriti Cristina. Come ha fatto a vederti il seno... Padre Xavier?-
-Mi ha chiesto di mostrarmi... mi sono spogliata per lui, doveva controllare...-
L'Inquisitore sa che non avrebbe senso cercare di convincerla ora, dirle che sono piccoli particolari anatomici di nessuna importanza. Che la malizia intenzionale del confessore era intesa ad asservirla ai suoi propositi diabolici. La giovane ricopre il seno.
-Ti ha toccato... Padre Xavier, Cristina?-
-Mi sono spogliata per lui, nuda. Mi ha guardato e ha trovato i segni che sono la predestinata...-
-Ti ha toccato?-
-Dove ho i segni... sul seno, sul ventre... dentro di me...-
-Dentro di te? Nella tua intimità femminile?
-Si... doveva controllare se ero vergine...-
-Hai provato piacere?-
-Si... -
-Provi piacere durante le crisi?-
-Oh si... lungamente, intensamente, inizio a provar piacere subito, ancora quando lui... Xavier l'Eletto mi racconta dei congiungimenti con Lui, le sue parole sono fuoco... e poi di continuo, quando se ne va mi lascia avvinta dal serpente e quando il serpente esce da me… mi sento morire... e mi dispero perché non mi possiede più... -
-Il serpente, Cristina? Chi è?-
-Lui... in una delle sue forme, mi possiede, ho la sua testa nella mia vagina, mi riempie, si muove e la coda dietro, dentro di me, io godo di questi connubi, tanti... continui, io... vergine destinata al Re degli Inferi e lui viene e mi prende, mi prende, mi prende e dopo lui mi prendono tutti… tutto il suo seguito.... tanti.-
-Eletto? Cristina? Si definisce così Xavier?-
-Si... ha il segno, si, Xavier è il suo tramite, l'Eletto.-
-Il segno? Dove?-
-Sul suo... membro di maschio, me lo mostra… lo tocco...-
-Cristina, sei illibata?
-No, non più. Il Signore Mio mi ha preso in ogni parte del mio corpo e dopo di lui tutti....-
-Cristina... questo succede nella tua mente o ti ha posseduta anche Xavier?-
-Noooo, non può! Appartengo al nostro Signore il Diavolo! A volte avvicina la testa del suo serpente a me, preme contro la mia vagina, ma non mi penetra...-
-Allora nel corpo sei illibata. Dimmi cosa ti chiede Xavier?-
-Di mostrarmi, di spogliarmi… di toccarlo, di baciare il serpente... di farlo piangere per far venire Lui... lo chiamiamo...-
-E tu lo fai?-
-Si... e al nostro Signore, a Lui... bacio il suo deretano in segno di sottomissione.-
-E provi piacere... baci il deretano anche a Padre Xavier?-
-No... a lui bacio il suo serpente… che piange….-
-Serpente? Piange? Ah... capito! Vai avanti… -
-Si... lo tocco, lo bacio, imploriamo così il nostro Signore di venire a possedermi e Lui viene quando l'Eletto piange nella mia bocca o nella mano, Lui allora appare e mi possiede a lungo, dappertutto...-
-Cristina... sei sfinita, ora ti sdraierai sul letto, ti addormenterai e dimenticherai questa nostra conversazione, vieni ti accompagno!-
La conduce nella camera da letto vicina, la fa stendere e la lascia. Torna da Eloisa.
-Allora... Jacques?-
-E' molto grave, povera Cristina. E' suggestionata da questo frate, la causa di tutto è la diabolica influenza sulla sua mente di questo strano Padre Xavier, un insano pervertito. Non credo che sia opera del demonio, è più vittima di una torbida depravazione umana. Evidente che il frate ha provato con te, ha trovato resistenza e invece ha trovato terreno fertile per i suoi progetti depravati con la giovane mente di Cristina. Dobbiamo fare due cose, prima togliamo di mezzo questo Xavier senza clamore, poi vedremo come fare. E' giovane, speriamo dimentichi e che non tornerà più con i suoi pensieri a questo periodo. Manda un messaggero al convento dei Domenicani che Padre Xavier venga per domani pomeriggio, ci sarò io ad attenderlo e fino a quando non riusciremo a guarirla sarò io il vostro confessore. -
-L'ha posseduta? La mia bambina...-
-No no... è illibata ma ha la mente piena di sesso, di piacere e di desideri diabolici.
La lascia tranquillizzandola, l'indomani si rivedranno.
Al corpo di guardia trova sia Pancho che Kapeout ad attenderlo.
-Allora Kapeout?-
-Io ne ho individuato due, Inquisitore. Mai visti in città, hanno un mantello nero lungo fino ai piedi, cappuccio, li ho osservati a lungo, stanno come in attesa e di conserva... distanziati di circa quaranta metri, penso di aver visto il calcio di una balestrina...-
-Dobbiamo eliminarli questi sicari, far capire che chi ci proverà sarà destinato a morte sicura... Pancho?-
Il gigante fa un cenno di assenso con la testa.
-Kapeout guidalo, aiutalo, indicagli gli uomini, poi... domani, trova altri ragazzi e mettili di guardia, cinque soldi per ognuno al giorno. Pancho... lascia i cadaveri in vista... devono prendere paura...-
I due escono nell'oscurità, ora dovrà attendere via libera.
Intanto pensa.
Può contare su di se, su Pancho e il ragazzo, il tenente Monrepour e i suoi dieci uomini, non sa quanti della propria guarnigione, nessuno del Vescovo né delle guardie di città e del castello e i contrabbandieri li immagina numerosi. Deve assolutamente trovare degli alleati, sia pur infidi e provvisori, non può permettersi che i suoi nemici si arrocchino in città.
Fa chiamare i due giovani ufficiali assegnatigli dal Conte, consegna loro un messaggio urgente per il Generale Grimand, l'indomani mattina all'alba dovranno farlo recapitare al Generale che dovrà muovere al più presto le sue truppe e disporle intorno ad Amiens.
L'attesa del ritorno di Pancho e Kapeout non è poi tanto lunga, tornano, il ragazzo è entusiasta e racconta all'Inquisitore.
-Doveva vedere... Inquisitore! Ha torto loro il collo come fuscelli! Io che intanto distraevo l'altro! Pancho è formidabile!-
Raggiungono il palazzo e qui trovano Melania in attesa, lui mangia qualcosa con loro, poi si ritira nel proprio appartamento, ha notato con piacere lo scambio di sguardi d'interesse intercorso fra lei e Pancho, ne ha sorriso dentro di se e altrettanto lo ha felicitato nel vedere la gioia del ragazzo di questa nuova vita.
Lui pensa lungamente cosa fare di Xavier. Dovrà assumersi una nuova responsabilità davanti a Dio. Lui che si deve caricare delle colpe degli altri.
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