I Caduti - sistemare i pezzi della scacchiera ( Capitolo 6 )

di
genere
sentimentali

SEI

“L’hai lasciata andare?!” Lillian entrò nella stanza , trovando Daniel ancora appoggiato al camino. Immobile fissava il muro annerito dal fuoco al suo interno.
“Non ora!”disse scandendo bene ogni sillaba, conosceva quel tono di voce della sorella e non aveva la minima voglia di iniziare una discussione .
“Non Ora? Ma certo, lasciamo che continui a prendere per il culo il concilio come preferisce, tanto a te che te ne frega!”
“Cosa non hai capito del mio NON ORA?!” Daniel si girò a guardarla.
“Avevi dato a me il compito di risolvere questa cosa ed invece mi mandi via dalla stanza , la liberi e non hai intenzione di spiegarmi niente?” Lillian urlò furiosa andandogli vicino.
“La questione dell’Estratto è risolta”disse Daniel andando verso il tavolino , prendendo la fialetta e lanciandola alla sorella, che nonostante non se l’aspettasse riuscì a prenderla.
“Quella è l’ultima che potevano produrre, Tienila per ricordo. Hai risolto la questione”aggiunse passandole affianco per andare fuori da quella stanza, da quella casa. Fuori.
“Come puoi fidarti ?? Ed anche se fosse vero dovresti…”iniziò a dire Lillian.
Daniel di scatto tornò verso di lei
“Dovrei cosa??”le ringhio vicino al viso, non stava urlando ma era ben chiaro che non era dell’umore di ammettere repliche alla sua decisione. In quel momento, in quel preciso istante le ricordò tanto, troppo , loro padre “ Lei sa troppe cose! Te lo ripeto : la questione è risolta e non c’è nessun bisogno che il concilio lo venga a sapere!”
“Allora dimmi cosa ti ha detto! Se ha convito te, convicerà anche me!”insistette Lillian
“Il sangue dell’estratto veniva dalla pergamena, la pergamena è persa e l’estratto pure..e per le prossime volte..”disse prendendola per il braccio “ ricordati che non sono io a doverti convincere delle decisioni che prendo, sei tu che dovresti fidarti!” la lasciò spingendola lontano da se e se ne andò.

“dove andiamo signore?”chiese l’autista vedendolo avvicinarsi
“tu da nessuna parte, sei libero!”disse lui salendo sulla macchina al posto di guida e partendo.
La verità è che non era la paura a frenarlo dal fare ciò che Charlotte aveva suggerito, non per se stesso almeno, Se avesse fallito , cosa ne sarebbe stato di Lillian? Non doveva essere coinvolta , ma non perchè non si fidasse , come aveva detto la Gran sacerdotessa, ma per proteggerla. Ma anche così come avrebbero potuto credere che lei ne fosse all’oscuro? Il suo freno era Lei. Suo padre aveva ragione, l’affetto rende deboli, odiava sentirsi debole!!
“Gregory”disse spingendo sul volante il pulsante del vivavoce. Il telefono iniziò a squillare nelle casse dell’autoradio.
“Si Signore”disse l’uomo rispondendo dopo pochi squilli.
“Mandami la posizione della chiesa di padre Andrew!”
“Subito! Vuole che la raggiungo là?”
“Non serve. Controlla mia sorella”
“Controllarla signore?”chiese confuso.
“Quando è di pessimo umore tende a fare stronzate. Evita che le faccia!!”disse Daniel staccando la conversazione.
Pochi istanti dopo gli arrivò l’indirizzo che aveva chiesto e si diresse là.
Non entrava in una chiesa cattolica da anni, l’ultima volta che ci aveva messo piede era stato per il funerale dell’Umana che tutti credevano sua madre. Quanti anni aveva? 15 forse.
A quell’ora, era deserta. Percorse la navata lentamente fissando quel Cristo in croce e sedendosi nella prima fila di banchetti.
“Tu sei l’impostore più di successo della storia” pensò fissandolo negli occhi .
“Posso aiutarti?”Padre Andrew non l’aveva riconosciuto e come avrebbe potuto , non ricordava nulla del loro primo incontro.
24 anni prima quell’uomo era stato disposto a fidarsi di Edward, nascondendo il suo segreto. Daniel era stato nella sua mente ed aveva capito che non l’aveva certo fatto per il denaro , nè tantomeno perchè suo padre aveva manipolato la sua volontà o perchè minacciato. L’approccio che aveva tenuto con lui nella “stanza” la prima volta che avevano parlato l’aveva solo reso ancora più diffidente . Per fortuna ora aveva un’altra possibiilità di guadagnare la sua fiducia.
“Forse”gli rispose
Padre Andrew si sedette affianco a lui “Preferisci che ci spostiamo nel confessionale?”chiese.
“No” sorrise Daniel . Non era certo li per rimettere i suoi peccati o per pentirsene “Mio padre è mancato da poco, mi ha detto di conoscerla “
“Chi era tuo padre figliolo?”chiese padre Andrew disegnando sul suo visto quell’espressione passionevole e comprensiva che probabilmente pensava fosse gradita ad un figlio in lutto.
“Edward Hamilton”
A quel nome l’espressione cambiò, poteva sentire le sue difese alzarsi , pronto a mentirgli.
“Mi ha detto il segreto che stavate nascondendo-continuò Daniel mentendo, se aveva una possibilità che Andrew si fidasse di lui era quella di fargli credere che fosse stato proprio Edward a passagli il testimone- temeva che dopo la sua morte Amylee potesse trovarsi in pericolo senza avere nessuno che potesse aiutarla..”
“Amylee è al sicuro”disse l’uomo
“La prego mi ascolti, so che mio padre le aveva chiesto di proteggerla anche da me, ma se fosse stato ancora così , se non avessi dovuto sapere di lei perchè mi avrebbe raccontato ogni cosa?”
“So chi sei e so che cosa siete tu e la tua famiglia..”sussurrò il padre
“Lo so.Gliel’ho detto Edward mi ha raccontato ogni cosa..”era decisamente bravo a mentire a raggirare ed a far credere agli umani qualsiasi cosa volesse, ma senza manipolare la loro mente era una delle cose più noiose che potesse fare “Sa chi sono, quindi sa anche cosa posso fare..”
“Vieni proprio qui a minacciarmi?”chiese Andrew
“Non la sto minacciando, sto parlando con lei da Uomo a Uomo.. “facendo notare che ancora non aveva nemmeno provato ad usare i suoi poteri su di lui.
“Mio padre non le poteva dire ogni cosa,ma I Caduti non sono più la sola minaccia per Amylee..” e questa non era una bugia vera e propria, La gran Sacerdotessa aveva apertamente detto a Daniel che c’era qualcuno dei suoi pronto ad ucciderla. Sentì l’anima di Andrew iniziare ad aprirsi , un piccolissimo spiraglio ancora , ma abbastanza da fargli capire che sarebbe riuscito a farsi ascoltare.
“Portò la bambina a Kilronan perchè era il solo posto senza Caduti , credeva di proteggerla , ma se fosse vivo ora la sposterebbe..”
“Perchè?”chiese Andrew
“Questo non posso dirglierlo..”come poteva spiegare ad un prete il Clan di Salewick? ..Ha presente quelli che gli antichi chiamavano Dei, perchè controllavano gli elementi ?? Ha presente tutte le persone che poi avete bruciato sul rogo??… Il Clan era troppo oltre all’umana comprensione , sopratutto per qualcuno che aveva votato la sua vita a Dio. Per quanto distorta dalla verità , la visione dei Caduti vi era ben radicata nelle sue credenze, ma quella di Salewick, quella no, ed anche Edward si era ben guardato da dargli il quadro generale.
“Cosa vorresti che facessi?”chiese Andrew
“Quello che mio padre le ha chiesto , proteggerla”
“tuo padre mi ha chiesto di proteggerla anche da voi”
“Ostinato umano , farei prima ad ucciderti ora!!” pensò Daniel iniziando a spazientirsi, ma cercando di rimanre calmo. Quel prete ancora gli serviva!! Non poteva certo prendere un aereo lui stesso volare in Irlanda di nascosto dal concilio, se lo avessero saputo di certo avrebbero trovato anomalo che andasse proprio nell’unico posto in cui non aveva nessun motivo d’essere.
“Lei deve portarla via da quelle Isole, so che con parte dei soldi di mio padre ha aperto un orfanotrofio, la faccia venire qui , la tenga vicina a se .Le dica che ha bisogno d’aiuto con i suoi bambini..ma la prego l’allontani da quel posto , là non è più al sicuro”
Si stimò da solo per quanto era stato convincente nel dire quelle parole.
Daniel non aveva ancora deciso se allearsi o meno con La Gran Sacerdotessa. Ma di certo , mentre ci pensava, non voleva lasciare Amylee Duncan troppo vicina alla minaccia del Clan . Charlotte si era dimostrata astuta. Troppo per avergli davvero detto TUTTO.
“perchè t’interessa così tanto di lei?”chiese Andrew, come se da quella risposta potesse capire se fidarsi o meno.
“Perchè è la mia sorellastra”disse Daniel , decidendo che una mezza verità, poteva essere convincente più di una bugia.
Infondo , quando erano stati nella “stanza” Andrew gli aveva detto che non sapeva come suo padre l’avesse trovata o perchè volesse proteggerla. Per una qualche ragione che Daniel non capiva , gli umani tendevano a vedere solo i lati positivi della parentela, credevano nel legame famigliare ( nonostante ciò che potevano vedere e leggere ogni giorno su tv e giornali ) .

Padre Andrew nell’apprendere quella notizia sembrò finalmente capire più cose su Edward e sulla sua richiesta, e per la prima volta da quando aveva appreso dell’esistenza dei Caduti , riuscì a vedere in loro qualcosa di più umano .
Credere in Dio gl aveva insegnato a fidarsi ed anche se la sua mente razionale gli suggeriva di fare altre domande a Daniel la sua parte “credente” gli diceva che non aveva bisogno di porle, perchè c’erano cose che gli esseri umani non potevano sapere..non aveva avuto bisogno di vedere DIo per credere in lui ..
“Farò una telefonata a Padre Michael, è lui che si è occupato di Amylee in questi anni ..ma ormai lei è una donna, non è obbligata a fare ciò che le viene chiesto , potrebbe decidere di rimanere a Kilronan…”disse Andrew
“Mi chiami appena ha delle novità..”disse Daniel porgendogli un biglietto da visita “e padre?..non dica a nessuno, nemmeno ad Amylee , chi era suo padre…”
“non lo farò”disse alzandosi “ ora , scusami , devo prepararmi per la messa..”
Daniel si alzò a sua volta.
Andrew rimase immobile a guardarlo mentre usciva dalla chiesa.



Stava arrivando un temporale, tornando verso casa Amylee ne aveva sentito il profumo. Non era stata in molti posti nella sua vita ma per una qualche ragione sapeva di vivere nel luogo più bello.
Inishmore era la più grande delle tre Isole , era la “sua” isola. In quel luogo il tempo sembrava essersi fermato , lo potevano veder scorrere attraverso i turisti che ogni giorno arrivavano con il traghetto e probabilmente sotto alcuni aspetti anche gli abitanti avevano dovuto adeguarsi ..internet ed i cellulari , per esempio, ma non ne erano mai divenuti schiavi. La natura , in quel piccolo fazzoletto di terra era ancora così forte e potente da vincere sul mondo moderno .
Da quando i primi abitanti si erano trasferiti li avevano dovuto imparare a convivere con essa..
Le isole Aran sono fra le più ventose , il mare che le circonda in un attimo può essere fra i più insidiosi , ma quando il sole squarciava le nuvole illuminava quelle immense distese di erba verde , se ti fermavi ad osservare il tramonto dalla scogliera ne potevi vedere ogni colore e sentire ogni profumo , capivi quanto magiche fossero. Da piccola giocava a parlare con quel vento sempre presente, gli confidava i suoi segreti come fosse un amico o un diario . E camminando su quell’unica strada che collegava l’isola da nord a sud , quella sera il vento le aveva portato odore di pioggia.
Quando aprì la porta del cottege in cui viveva da sempre con padre Michael, l’uomo che l’aveva cresciuta come una figlia , lo vide seduto sulla sua poltrona davanti al camino acceso.
“Martin mi ha chiesto d’iscrevere suo figlio a scuola”disse lei togliendosi il cappotto. Martin era il proprietario del ristorante vicino al porto, Amylee lo aiutava con i pranzi quando c’erano troppi turisti.
“oggi non smettevano di sbarcare, quando s’avvicina San Patrizio è un incubo..hai già mangiato?”
“Si”rispose l’uomo
“bene..allora io credo andrò a farmi una doccia , Si gela là fuori”
“Amy, perchè non ti siedi qualche secondo qui con me..”
“Non posso, ho promesso a Mark che sarei andata ad ascoltarlo , suona al pub questa sera..è il compleanno di ..”
“Il tuo fidanzato può aspettare , devo parlarti ..”la interuppe Michael
“Ok..”disse Amylee notanto solo in quel momento l’espressione seria di Michael.
“Ha chiamato Padre Andrew, mi ha chiesto di chiederti se avessi voglia di andarlo ad aiutare nel suo orfanotrofio”
“A new York?”chiese Amylee
“Si. Gli ho detto quanto sei brava con i bambini della parrocchia qui e sa la tua voglia di guardare fuori dall’irlanda. Credeva potesse interessarti. Ha detto che potrai stare quanto vuoi e…”
“Si!”disse lei entusiasta. Padre Michael aveva sempre trovato delle scuse per non farla viaggiare in quegli anni , era sempre stato così protettivo e lei gli voleva bene come ad un padre ma, SI , cavolo se era interessata!
L’uomo le sorrise “ potrei sentirmi offeso “ disse scherzando.


“Lei dov’è?”chiese Daniel a Gregory tornando a casa.
“Si è chiusa nella sua stanza”rispose l’uomo
Salì le scale, arrivando davanti alla porta della camera di Lillian.
“Apri la porta”disse dopo aver provato ma trovandola chiusa a chiave.
Pochi istanti dopo sentì la chiave girare nella toppa.
Aprì.
Lillian seduta sul letto lo fissava senza dire niente.
Lui entrò senza chiudersi la porta alle spalle.
“Sposerai il figlio di Lord Scott..”le disse
Lord Scott era il membro del concilio per l’Europa, un alleato di loro padre da sempre, più volte aveva proposto ad Edward quell’unione fra le loro due famiglie in passato, secondo lui li avrebbe resi ancora più forti all’interno del concilio ed i futuri eredi non sarebbero stati solo di sangue puro ma anche i legittimi eredi di ben due sedute all’interno del concilio stesso.
Edward aveva sempre rifiuato questa richiesta perchè non vedeva di buon occhio mescolare due famiglie di Caduti , il cognome di una delle due si sarebbe estinto per sempre e sopratutto un unione fra caduti era vincolante ed indissolubile per le regole del concilio, il che implicava che i soli eredi leggittimi sarebbero stati i figli di quel matrimonio e non quelli che Lillian avrebbe potuto avere con Daniel.
L’idea era rivoltate per Daniel, ma era il solo ed unico modo per mandare lontano Lillian da lui e da quello che sarebbe potuto accadere ed in più si sarebbe guadagnato l’appoggio di Lord Scott, che poteva tornargli utile per tenere lontano il concilio dai suoi affari.
“No! No ci pensare nemmeno!!” disse Lillian “Persino nostro padre la considerava un idea stupida!!”
“Ti fidi di me?”le chiese avvicinandosi al letto
“Lo sai che mi fido..”rispose lei
“Allora ho bisogno che tu faccia questo per me Lillian..”disse lui sedendosi affianco a lei .
“Non chiedermelo..”disse lei quasi pregandolo.
“Non te lo sto chiedendo Lillian.. te lo prometto che capirai il motivo..ma ora devi solo fidarti di me”
“Dovrò trasferirmi a Londra…”disse lei “non potremmo più ..stare insieme..mi avevi promesso che..”disse piangendo. Si , era forse la prima volta che dai suoi occhi uscivano lacrime..la prima volta che si sentiva davvero sola …Daniel c’era sempre stato per lei ed ora la stava regalando a qualcun’altro.
“Qualsiasi cosa succeda Lillian”le disse prendendole il viso “ tu sei la sola persona importante per me”
“Perchè sembra un addio?”chiese lei “ cosa vi siete detti tu e Charlotte oggi?”
Lui la baciò sulle labbra “Fidati di me “le sorrise
“Spero tu non stia facendo un errore Daniel”disse lei staccandosi da lui.
Lui si alzò. “Fai le valigie, prendiamo il primo volo per Londra..”disse lui alzandosi.
scritto il
2019-11-14
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