Liliana e l'appuntamento al buio (4)-La cena- Parte 2
di
Vandal
genere
etero
Uova sode. Ne sono avanzate tre. Liliana le ha tagliate orizzontalmente e ha tolto la parte dell’albume rassodato. Mauro, seduto compunto sul bordo del tavolo, attende la sua mossa.
Le uova sode prive della parte gialla, assomigliano ad anelli bianchi. Lei li infila sul sesso eretto, fino a raggiungere la punta esposta, ma lasciando questa volutamente scoperta.
Lei voleva solo il meglio. Niente cibo sparso su tutto il suo corpo. Per quello ci avrebbe pensato dopo. Si sarebbe occupata unicamente di quel punto, cibo per le sue labbra, la sua lingua, la sua bocca.
Lui impassibile, resta fermo, mentre lei schiude le labbra e si avvicina al suo sesso. Volutamente sfiora il glande e sente che trema. Allarga di più e afferra il primo anello bianco. Lo sfila, ancora un fremito. Lei mastica con gusto e passa oltre. Ogni affondo, ogni sfioro, è ben studiato. Solletico, brivido. Lui si trattiene, potrebbe venirle in gola prima ancora che terminasse. Ogni volta che scivola ad afferrarne un pezzo, il suo palato solletica il pene scoperto.
Le mani di lui si stringono ai bordi del tavolo, si sbiancano. L’eccitazione c’è e minaccia di esplodere. Liliana si stupisce, non pensava di raggiungere limiti così estremi nel sesso.
L’ultimo anello,il cazzo fino in fondo alla gola. Si sente soffocare. L’anello viene afferrato e trascinato su. Lui geme e soffoca “Cazzo” Lei capisce, in un secondo decide se spostarsi velocemente e lasciare che lo sperma di lui schizzi sul lavello alle sue spalle; oppure di rimanere lì e attendere che lo sperma le entri in gola, insieme all’uovo sodo, magari stupendolo. Sceglie una terza opzione. Lascia che il getto fuoriesca e colpisca il lavello, poi gli afferra il sesso e succhia le ultime gocce. Ingoia e poi osserva lui che la osserva con un misto di stupore e ammirazione “Ho creato un mostro” ride lui. Le afferra il viso, l’avvicina a lei, si baciano
“Se questo è l’antipasto, come sarà il resto del pasto?” chiede lei
“Perché, tu avresti voglia di mangiare ancora?”
“Non sono sazia. Ne di cibo, ne di te”
“Allora ..” sorride lui “Allora dammi tempo e preparerò il primo.”
“resti con me a dormire?”
“Dormire?” chiede lui malizioso
“Cos’hai in mente per il primo?”
“Vedrai” e, avvicinatosi al suo orecchio, le sussurro una richiesta
“Sesso e cucina” commenta Grace “Non è una cosa nuova ma, devo dire che, per essere una principiante ..”
“Sì, mi stupisco anch’io di questa cosa”
“Quindi, cosa ti ha suggerito di fare lui?”
“Di rasarmi la fica”
“Uh”
Ha pulito il tavolo dove hanno mangiato e fatto sesso. Liliana è corsa in bagno per farsi una doccia veloce mentre Mauro pensava alla sua prossima mossa di sesso e cibo.
Lo sente arrivare da dietro, mentre si sta chinando a raccogliere il bagnoschiuma. Sente il suo cazzo entrarle tra le chiappe, cogliendola di sorpresa. Lui è uno che recupera le forze in fretta “Abbiamo 8 minuti prima che finisca di bollire” dice lui afferrandole le tette da dietro e spingendole il pene tra i solchi “Mi piace farlo anche se non sono dentro di te” e prende a strusciarsi su di lei, mentre Liliana geme ai pizzicori sui capezzoli, allo sfregamento del cazzo tra le chiappe e all’acqua che zampilla contro la fica. Poi la gira e la penetra, mentre l’acqua della doccia li avvolge in un abbraccio caldo. E l’amore sfrenato si consuma lì, con forza, quasi animalesco
Mauro scola gli spaghetti nel colapasta. Il vapore lo investe e rende i suoi contorni vaghi, come un’apparizione, un miraggio. E questo Liliana ha paura, che lui sia un miraggio, un’illusione che presto sparirà e lascerà sola e vuota.
“Aspettiamo qualche minuto affinché si raffreddi” dice lui afferrando lo scolapasta, scuotendolo e versandoli in un piatto fondo “Quale condimento vorresti?”
“Io direi che, per l’occasione, ci vuole il sugo alla puttanesca” ride lei
“Anche ironica e maliziosa”
E lei a guardargli il culo e fantasticare su di esso = Un culo perfetto. Ma cosa pensavo a quando lo ignoravo tutte quelle volte che veniva in biblioteca? = “Posso farti una domanda?”
“Chiedi”
“Tu, in biblioteca, ci venivi per me?”
“Inizialmente no. Sono un lettore e, quindi, il mio obbiettivo principale erano i libri. Ma, di giorno in giorno, osservandoti di nascosto, ho scoperto che, c’era qualcosa in te che mi attirava”
“Sognavi di fare sesso con me?”
“Non subito. Però, sì, mi sono ritrovato più volte ad immaginare tu ed io a fare sesso”
“E ora che mi hai trovata..”
“Non ti ho mai cercata. Tu eri lì, semplicemente: dovevo solo aspettare il momento giusto”
“L’asta delle fighe .. Ci sei andato di tua spontanea volontà? O te l’hanno suggerita?”
“Un amico mi ci ha portato a forza”
“Come mia sorella”
“Sembra una coincidenza incredibile, vero?”
“Io non credo alle coincidenze. Non so perché ma, sono convinto che mia sorella c’entri in qualche modo”
“Sai, anche io mi sono fatto questa idea con il mio amico”
“Come si chiama il tuo amico?”
“Marco”
“Marco Zanconi?”
“Lo conosci?”
“E’ uno degli amanti di mia sorella Grace”
“Ah, ecco l’inghippo” si gira verso di me “Un inghippo fortunato”
“E’ stato un bene che abbia accettato di partecipare all’asta delle fighe” dice lei
“Sì”
“Ho paura a dire quello che sto per dire”
“Cosa?”
“Credo che stia innamorandomi”
“Ho la stessa sensazione”
“E dai, sorella, non te la sarai presa per questo sotterfugio che ho architettato con Marco?” replica Grace
“Inizialmente sì. Poi ..” si stringe nelle spalle “Beh, lo sai”
“Quindi, vi siete dichiarati?”
“Abbiamo dichiarato di essere innamorati ma, da lì a seguire il grande passo ..”
“Uh uh, frena sorella: stai pensando all’altare?”
“No, no. Però, stare insieme a lui .. “
“Allora dimmi, com’è proseguita la cena?”
La cena è proseguita così. Liliana si è sdraiata sul tavolo, gambe chiuse, in attesa. Lui è arrivato con il piatto di spaghetti alla puttanesca. Ha afferrato una forchetta e ha avvolto la pasta a formare un gomitolo degno di nota ai migliori chef e poi l’ha adagiata tra le sue gambe, sulla sua fica rasata. Gli spaghetti ancora caldi le mandano un brivido erotico lungo la schiena “E ora?”
“E ora, beneficeremo uno dell’altra” risponde lui afferrando due forchette e porgendone una a Liliana “Gnamm” mette la forchetta tra le sue gambe, arrotola e porta alla bocca. Liliana fa lo stesso ed entrambi assaggiano il legame erotico che si è stabilizzato tra loro
Una volta finiti gli spaghetti, lui si china sulla sua vagina e comincia a leccarle il sugo lì rimasto, la lingua che s’insinua in profondità.
“Non voglio aspettare fino a domani” dice Liliana “Vorrei consumare il dolce, subito” dice lei con bramosia
Lui sorride “Immaginavo che avresti detto una cosa del genere” lancia uno sguardo all’orologio da parete che Liliana ha appeso sulla parete “15 minuti” corre in bagno, si da una ripulita veloce, esce e cerca i vestiti
“Cosa fai?” si preoccupa Liliana
“Non vado a casa. Faccio una spesuccia veloce, non ci metto molto” si riveste, esce. Venti minuti più tardi è di ritorno con una scatola di cartone su cui spicca il nome di una pasticceria “Visto? Ti sei annoiata?”
“Un po'’. Cos’hai preso?”
Lui comincia a spogliarsi. “Mettiti sul tavolo e rilassati”. Lui, nudo, si avvicina a lei, le copre i capezzoli con qualcosa di freddo. Lei osserva delle praline di cioccolato che li ricoprono. Poi altre scaglie di cioccolato bianco e fondente sparse sul resto del corpo, fino al bordo della vagina. Poi, dalla scatola, ne trae un cannolo e lo infila dentro. Liliana ha un fremito. Quante emozioni in quella serata. Ma doveva per forza finire? Si poteva rifare ancora e ancora?
La bocca di lui afferra i capezzoli di cioccolato. Liliana si riscuote dai suoi pensieri e si lascia trasportare dal senso crescente di estasi. Alcune praline di cioccolato bianco le vengono poste sulle labbra “Mangia” lei obbedisce. Lui continua il suo percorso lungo la pista di praline che ha disseminato sul suo corpo. Il cannolo è l’ultimo. UN piccolo cucchiaio di plastica come quello dei gelati, dal manico lungo. Uno per sé e l’altro per Liliana “A chi arriva primo?” Lei si alzata a sedere. Prima lo bacia, gli accarezza il petto, scende verso il basso. Sorridono, hanno voglio una dell’altra. “Se arrivo prima io sul fondo?”
“Sarò a tua completa disposizione” sorride lui “E, viceversa” affonda la prima cucchiaiata, né troppo abbondante, né troppo poca
Mauro ha calcolato male l’ultima palettata. O forse ha fatto apposta. Liliana affonda il suo cucchiaio di plastica e asporta quello che è rimasto del cannolo. Lo ingoia in un boccone, traendo pieno gusto. Ormai sono passati i tempi dell’essere schizzinosa “Ho vinto io” afferra il cannolo e lo porge a Mauro “Premio di consolazione”
Lui afferra e sgranocchia la parte esterna del cannolo. Liliana si alza e si dirige verso il frigorifero “Sai, è un bene che abbia vinto io”
“Ah sì” fa lui
“Sì. Perché, prima che tu arrivassi, oggi, sono passata anche io in pasticceria e ho preso una cosa adatta all’occasione” apre lo sportello del frigo ed estrae un involto avvolto in carta stagnola “Seduto sul bordo del tavolo” dice poi avanzando verso di lui e poggiando l’involto sul ripiano del tavolo alle spalle di lui “Ora ..” rumore di carta stagnola “Ta daaaaa!” appare davanti a lui reggendo sul palmo delle mani, un cannoncino, che tanto ino non è, lungo almeno 20 cm e largo 3 cm e mezzo
“Un cannoncino… Uh, oh.. birichina” dice lui avendo capito dove volesse parare
“E’ fatto su misura. Ho tolto la crema all’interno ma, non escludo che ci sia ancora del residuo all’interno. Ora ..” afferra il cannoncino e lo trasforma nella custodia del cazzo di Mauro
“L’hai fatto confezionare apposta sulle mie misure?”
“Sì, dietro mia richiesta. Naturalmente, non ho detto per che scopo era” adagio spinge lungo l’asta “Ho praticato un piccolo foro sulla punta così, se c’è ancora qualcosa ..” ed eccolo lì, il qualcosa, crema residua accumulata che fuoriesce dal forellino provocato da Lilliana. Densa crema giallastra che fuoriesce come sperma da un cazzo inusuale. E Liliana che si piega in avanti, lingua sporgente, che accoglie la gustosa crema pasticcera. Lecca, succhia sotto gli occhi divertiti di Mauro.
E poi morde, piano. Un pezzo alla volta, lentamente, facendo sentire i denti sulla pelle, fino a raggiungere il fondo “Ora” dice lei afferrandogli il sesso e denudandolo “E’ tutto mio” e ingoia
E più tardi, sdraiati nudi fianco a fianco sul letto “Cosa accadrà ora?” chiede lei dopo un po'’
“Ora dormiamo”
“Resti qui con me?”
“Certo che sì” l’abbraccia, la stringe, la bacia “La settimana prossima pensiamo a qualcos’altro”
La settimana prossima.. Sembra una meta troppo lontana. Troppo. Gli afferra il sesso e comincia a massaggiarlo “Una volta iniziato ..” dice lei
“ Non finisci più” dice lui mettendosi sopra di lei e cominciando a possederla. Piano, con dolcezza, le dita intrecciate tra loro, a soffocare di baci, a sentire lui che pompa con vigore dentro di lei.
“E quindi?” chiede Grace “Come siete rimasti?”
“Siamo rimasti che ..” comincia a dire Liliana
“ Siamo rimasti che ora vivo qui” dice Mauro sopraggiungendo alle sue spalle e sorprendendo Grace.
Lui, indossa un accappatoio stretto in vita e regge fra le mani una tazza fumante di caffè. Si va a sedere accanto a Lilliana, la bacia e sorride rivolto a Grace “Scusate ma, ero di là e ho sentito tutto”
“Ti sei eccitato?”
“Un po'’ sì” guarda verso Grace “Anche tu Grace?”
“Io? ..”
“Sì che è eccitata. Non hai sentito come bramava i particolari?”
“E non mi hai detto che lui era qui?”
“No, andava bene così”
“Vuoi rimanere Grace?” chiede Mauro sorseggiando il suo cappuccino
“Rimanere?”
“A guardare”
“A guardare cosa?”
“A guardare noi mentre facciamo sesso”
Grace li guarda stupiti “Davanti a voi? Cioè, io rimarrei qui a guardare voi mentre ci date dentro?”
“Sì” annuisce Mauro sorridente
“Sì” dice Liliana
“Mi prendete in giro?”
“No” Mauro si alza, si slaccia la corda che lo stringe in vita, rivela la sua nudità al di sotto. E l’evidente erezione.
Liliana si spoglia a sua volta e afferra Mauro per il cazzo “Avanti sorella. So che ti piace guardare”
“Guardare e .. Partecipare”
Liliana e Mauro si guardano “Uhm” fa lui “Vedremo”
Le uova sode prive della parte gialla, assomigliano ad anelli bianchi. Lei li infila sul sesso eretto, fino a raggiungere la punta esposta, ma lasciando questa volutamente scoperta.
Lei voleva solo il meglio. Niente cibo sparso su tutto il suo corpo. Per quello ci avrebbe pensato dopo. Si sarebbe occupata unicamente di quel punto, cibo per le sue labbra, la sua lingua, la sua bocca.
Lui impassibile, resta fermo, mentre lei schiude le labbra e si avvicina al suo sesso. Volutamente sfiora il glande e sente che trema. Allarga di più e afferra il primo anello bianco. Lo sfila, ancora un fremito. Lei mastica con gusto e passa oltre. Ogni affondo, ogni sfioro, è ben studiato. Solletico, brivido. Lui si trattiene, potrebbe venirle in gola prima ancora che terminasse. Ogni volta che scivola ad afferrarne un pezzo, il suo palato solletica il pene scoperto.
Le mani di lui si stringono ai bordi del tavolo, si sbiancano. L’eccitazione c’è e minaccia di esplodere. Liliana si stupisce, non pensava di raggiungere limiti così estremi nel sesso.
L’ultimo anello,il cazzo fino in fondo alla gola. Si sente soffocare. L’anello viene afferrato e trascinato su. Lui geme e soffoca “Cazzo” Lei capisce, in un secondo decide se spostarsi velocemente e lasciare che lo sperma di lui schizzi sul lavello alle sue spalle; oppure di rimanere lì e attendere che lo sperma le entri in gola, insieme all’uovo sodo, magari stupendolo. Sceglie una terza opzione. Lascia che il getto fuoriesca e colpisca il lavello, poi gli afferra il sesso e succhia le ultime gocce. Ingoia e poi osserva lui che la osserva con un misto di stupore e ammirazione “Ho creato un mostro” ride lui. Le afferra il viso, l’avvicina a lei, si baciano
“Se questo è l’antipasto, come sarà il resto del pasto?” chiede lei
“Perché, tu avresti voglia di mangiare ancora?”
“Non sono sazia. Ne di cibo, ne di te”
“Allora ..” sorride lui “Allora dammi tempo e preparerò il primo.”
“resti con me a dormire?”
“Dormire?” chiede lui malizioso
“Cos’hai in mente per il primo?”
“Vedrai” e, avvicinatosi al suo orecchio, le sussurro una richiesta
“Sesso e cucina” commenta Grace “Non è una cosa nuova ma, devo dire che, per essere una principiante ..”
“Sì, mi stupisco anch’io di questa cosa”
“Quindi, cosa ti ha suggerito di fare lui?”
“Di rasarmi la fica”
“Uh”
Ha pulito il tavolo dove hanno mangiato e fatto sesso. Liliana è corsa in bagno per farsi una doccia veloce mentre Mauro pensava alla sua prossima mossa di sesso e cibo.
Lo sente arrivare da dietro, mentre si sta chinando a raccogliere il bagnoschiuma. Sente il suo cazzo entrarle tra le chiappe, cogliendola di sorpresa. Lui è uno che recupera le forze in fretta “Abbiamo 8 minuti prima che finisca di bollire” dice lui afferrandole le tette da dietro e spingendole il pene tra i solchi “Mi piace farlo anche se non sono dentro di te” e prende a strusciarsi su di lei, mentre Liliana geme ai pizzicori sui capezzoli, allo sfregamento del cazzo tra le chiappe e all’acqua che zampilla contro la fica. Poi la gira e la penetra, mentre l’acqua della doccia li avvolge in un abbraccio caldo. E l’amore sfrenato si consuma lì, con forza, quasi animalesco
Mauro scola gli spaghetti nel colapasta. Il vapore lo investe e rende i suoi contorni vaghi, come un’apparizione, un miraggio. E questo Liliana ha paura, che lui sia un miraggio, un’illusione che presto sparirà e lascerà sola e vuota.
“Aspettiamo qualche minuto affinché si raffreddi” dice lui afferrando lo scolapasta, scuotendolo e versandoli in un piatto fondo “Quale condimento vorresti?”
“Io direi che, per l’occasione, ci vuole il sugo alla puttanesca” ride lei
“Anche ironica e maliziosa”
E lei a guardargli il culo e fantasticare su di esso = Un culo perfetto. Ma cosa pensavo a quando lo ignoravo tutte quelle volte che veniva in biblioteca? = “Posso farti una domanda?”
“Chiedi”
“Tu, in biblioteca, ci venivi per me?”
“Inizialmente no. Sono un lettore e, quindi, il mio obbiettivo principale erano i libri. Ma, di giorno in giorno, osservandoti di nascosto, ho scoperto che, c’era qualcosa in te che mi attirava”
“Sognavi di fare sesso con me?”
“Non subito. Però, sì, mi sono ritrovato più volte ad immaginare tu ed io a fare sesso”
“E ora che mi hai trovata..”
“Non ti ho mai cercata. Tu eri lì, semplicemente: dovevo solo aspettare il momento giusto”
“L’asta delle fighe .. Ci sei andato di tua spontanea volontà? O te l’hanno suggerita?”
“Un amico mi ci ha portato a forza”
“Come mia sorella”
“Sembra una coincidenza incredibile, vero?”
“Io non credo alle coincidenze. Non so perché ma, sono convinto che mia sorella c’entri in qualche modo”
“Sai, anche io mi sono fatto questa idea con il mio amico”
“Come si chiama il tuo amico?”
“Marco”
“Marco Zanconi?”
“Lo conosci?”
“E’ uno degli amanti di mia sorella Grace”
“Ah, ecco l’inghippo” si gira verso di me “Un inghippo fortunato”
“E’ stato un bene che abbia accettato di partecipare all’asta delle fighe” dice lei
“Sì”
“Ho paura a dire quello che sto per dire”
“Cosa?”
“Credo che stia innamorandomi”
“Ho la stessa sensazione”
“E dai, sorella, non te la sarai presa per questo sotterfugio che ho architettato con Marco?” replica Grace
“Inizialmente sì. Poi ..” si stringe nelle spalle “Beh, lo sai”
“Quindi, vi siete dichiarati?”
“Abbiamo dichiarato di essere innamorati ma, da lì a seguire il grande passo ..”
“Uh uh, frena sorella: stai pensando all’altare?”
“No, no. Però, stare insieme a lui .. “
“Allora dimmi, com’è proseguita la cena?”
La cena è proseguita così. Liliana si è sdraiata sul tavolo, gambe chiuse, in attesa. Lui è arrivato con il piatto di spaghetti alla puttanesca. Ha afferrato una forchetta e ha avvolto la pasta a formare un gomitolo degno di nota ai migliori chef e poi l’ha adagiata tra le sue gambe, sulla sua fica rasata. Gli spaghetti ancora caldi le mandano un brivido erotico lungo la schiena “E ora?”
“E ora, beneficeremo uno dell’altra” risponde lui afferrando due forchette e porgendone una a Liliana “Gnamm” mette la forchetta tra le sue gambe, arrotola e porta alla bocca. Liliana fa lo stesso ed entrambi assaggiano il legame erotico che si è stabilizzato tra loro
Una volta finiti gli spaghetti, lui si china sulla sua vagina e comincia a leccarle il sugo lì rimasto, la lingua che s’insinua in profondità.
“Non voglio aspettare fino a domani” dice Liliana “Vorrei consumare il dolce, subito” dice lei con bramosia
Lui sorride “Immaginavo che avresti detto una cosa del genere” lancia uno sguardo all’orologio da parete che Liliana ha appeso sulla parete “15 minuti” corre in bagno, si da una ripulita veloce, esce e cerca i vestiti
“Cosa fai?” si preoccupa Liliana
“Non vado a casa. Faccio una spesuccia veloce, non ci metto molto” si riveste, esce. Venti minuti più tardi è di ritorno con una scatola di cartone su cui spicca il nome di una pasticceria “Visto? Ti sei annoiata?”
“Un po'’. Cos’hai preso?”
Lui comincia a spogliarsi. “Mettiti sul tavolo e rilassati”. Lui, nudo, si avvicina a lei, le copre i capezzoli con qualcosa di freddo. Lei osserva delle praline di cioccolato che li ricoprono. Poi altre scaglie di cioccolato bianco e fondente sparse sul resto del corpo, fino al bordo della vagina. Poi, dalla scatola, ne trae un cannolo e lo infila dentro. Liliana ha un fremito. Quante emozioni in quella serata. Ma doveva per forza finire? Si poteva rifare ancora e ancora?
La bocca di lui afferra i capezzoli di cioccolato. Liliana si riscuote dai suoi pensieri e si lascia trasportare dal senso crescente di estasi. Alcune praline di cioccolato bianco le vengono poste sulle labbra “Mangia” lei obbedisce. Lui continua il suo percorso lungo la pista di praline che ha disseminato sul suo corpo. Il cannolo è l’ultimo. UN piccolo cucchiaio di plastica come quello dei gelati, dal manico lungo. Uno per sé e l’altro per Liliana “A chi arriva primo?” Lei si alzata a sedere. Prima lo bacia, gli accarezza il petto, scende verso il basso. Sorridono, hanno voglio una dell’altra. “Se arrivo prima io sul fondo?”
“Sarò a tua completa disposizione” sorride lui “E, viceversa” affonda la prima cucchiaiata, né troppo abbondante, né troppo poca
Mauro ha calcolato male l’ultima palettata. O forse ha fatto apposta. Liliana affonda il suo cucchiaio di plastica e asporta quello che è rimasto del cannolo. Lo ingoia in un boccone, traendo pieno gusto. Ormai sono passati i tempi dell’essere schizzinosa “Ho vinto io” afferra il cannolo e lo porge a Mauro “Premio di consolazione”
Lui afferra e sgranocchia la parte esterna del cannolo. Liliana si alza e si dirige verso il frigorifero “Sai, è un bene che abbia vinto io”
“Ah sì” fa lui
“Sì. Perché, prima che tu arrivassi, oggi, sono passata anche io in pasticceria e ho preso una cosa adatta all’occasione” apre lo sportello del frigo ed estrae un involto avvolto in carta stagnola “Seduto sul bordo del tavolo” dice poi avanzando verso di lui e poggiando l’involto sul ripiano del tavolo alle spalle di lui “Ora ..” rumore di carta stagnola “Ta daaaaa!” appare davanti a lui reggendo sul palmo delle mani, un cannoncino, che tanto ino non è, lungo almeno 20 cm e largo 3 cm e mezzo
“Un cannoncino… Uh, oh.. birichina” dice lui avendo capito dove volesse parare
“E’ fatto su misura. Ho tolto la crema all’interno ma, non escludo che ci sia ancora del residuo all’interno. Ora ..” afferra il cannoncino e lo trasforma nella custodia del cazzo di Mauro
“L’hai fatto confezionare apposta sulle mie misure?”
“Sì, dietro mia richiesta. Naturalmente, non ho detto per che scopo era” adagio spinge lungo l’asta “Ho praticato un piccolo foro sulla punta così, se c’è ancora qualcosa ..” ed eccolo lì, il qualcosa, crema residua accumulata che fuoriesce dal forellino provocato da Lilliana. Densa crema giallastra che fuoriesce come sperma da un cazzo inusuale. E Liliana che si piega in avanti, lingua sporgente, che accoglie la gustosa crema pasticcera. Lecca, succhia sotto gli occhi divertiti di Mauro.
E poi morde, piano. Un pezzo alla volta, lentamente, facendo sentire i denti sulla pelle, fino a raggiungere il fondo “Ora” dice lei afferrandogli il sesso e denudandolo “E’ tutto mio” e ingoia
E più tardi, sdraiati nudi fianco a fianco sul letto “Cosa accadrà ora?” chiede lei dopo un po'’
“Ora dormiamo”
“Resti qui con me?”
“Certo che sì” l’abbraccia, la stringe, la bacia “La settimana prossima pensiamo a qualcos’altro”
La settimana prossima.. Sembra una meta troppo lontana. Troppo. Gli afferra il sesso e comincia a massaggiarlo “Una volta iniziato ..” dice lei
“ Non finisci più” dice lui mettendosi sopra di lei e cominciando a possederla. Piano, con dolcezza, le dita intrecciate tra loro, a soffocare di baci, a sentire lui che pompa con vigore dentro di lei.
“E quindi?” chiede Grace “Come siete rimasti?”
“Siamo rimasti che ..” comincia a dire Liliana
“ Siamo rimasti che ora vivo qui” dice Mauro sopraggiungendo alle sue spalle e sorprendendo Grace.
Lui, indossa un accappatoio stretto in vita e regge fra le mani una tazza fumante di caffè. Si va a sedere accanto a Lilliana, la bacia e sorride rivolto a Grace “Scusate ma, ero di là e ho sentito tutto”
“Ti sei eccitato?”
“Un po'’ sì” guarda verso Grace “Anche tu Grace?”
“Io? ..”
“Sì che è eccitata. Non hai sentito come bramava i particolari?”
“E non mi hai detto che lui era qui?”
“No, andava bene così”
“Vuoi rimanere Grace?” chiede Mauro sorseggiando il suo cappuccino
“Rimanere?”
“A guardare”
“A guardare cosa?”
“A guardare noi mentre facciamo sesso”
Grace li guarda stupiti “Davanti a voi? Cioè, io rimarrei qui a guardare voi mentre ci date dentro?”
“Sì” annuisce Mauro sorridente
“Sì” dice Liliana
“Mi prendete in giro?”
“No” Mauro si alza, si slaccia la corda che lo stringe in vita, rivela la sua nudità al di sotto. E l’evidente erezione.
Liliana si spoglia a sua volta e afferra Mauro per il cazzo “Avanti sorella. So che ti piace guardare”
“Guardare e .. Partecipare”
Liliana e Mauro si guardano “Uhm” fa lui “Vedremo”
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