Rinascere
di
aries
genere
incesti
Tutto è cominciato l’estate scorsa. Faceva veramente caldo, giorno e notte l’afa era insopportabile.
Così quando Luca mi chiese di dormire in camera mia, pur considerando poco opportuno che un ragazzo di diciannove anni dormisse con una donna di quaranta, acconsentii, nonostante la sua presenza mi costringesse ad una certa decenza nell’abbigliamento.
Comunque ci feci l’abitudine ma poi accadde qualcosa che cambiò radicalmente le nostre vite.
Era quasi l’alba quando sentii qualcosa strisciarmi su una natica. Ero mezz’addormentata e lì per lì mi procurò una sensazione piacevole finché non realizzai che non poteva che essere Luca.
Mi girai per dirgliene quattro ma quando mi voltai mi accorsi che era profondamente addormentato.
Non era la sua mano che mi accarezzava ma il suo uccello che, uscito dai boxer si stava strusciando alle mie natiche.
Stavo per svegliarlo ma mi resi conto che la cosa avrebbe imbarazzato tutti e due.
Mi rimisi giù spostandomi verso il bordo del letto.
Poco dopo però lo sentii ancora strusciarmisi addosso.
Decisi di lasciar correre, in fondo era un atto inconsapevole e non mi dispiaceva sentire un uccello che si sfregava sul mio culetto. Erano anni che non succedeva più.
Quando sentii il fiotto del suo sperma bagnarmi il fondo schiena provai un lungo brivido di piacere. Ero molto imbarazzata, sentirmi addosso lo sperma di mio figlio mi dava una strana sensazione.
Durante il giorno pensai spesso all’accaduto e durante la pausa pranzo ne parlai con Nicoletta mia collega ed amica.
Lei è una persona molto aperta e anche molto più esperta di me.
“Non mi sembra che sia successo niente di grave. È normale che un ragazzo alla sua età sia esuberante, il fatto che abbia trovato lì il tuo culetto è del tutto casuale.”
“Mi ha un po' imbarazzato ecco tutto...”
“Sì capisco. È stata pompata questa cosa facendo sembrare i rapporti sessuali in famiglia come una maledizione ma sono molto più frequenti di quanto immagini.”
“E allora il tabù dell'incesto?”
“Appunto. Se si è sentito il bisogno di farne un tabù è perchè succede spesso.”
“Devo ammettere che c'è della logica in quello che dici.”
“Naturalmente un tempo c'era la necessità di garantire lo scambio di geni. Oggi mi sembra una cosa un po' superata.”
“Vuoi dire che andrebbe abolito il tabù?”
“Non saprei. Una funzione a tutela dei minori ce l'ha ed è importante ma fra adulti è superfluo, per cui se ricapita non ti sentire in imbarazzo anzi può anche essere un'esperienza piacevole.”
Le argomentazioni di Nicoletta mi sembrarono molto ragionevoli e mi tranquillizzarono un po’.
Le notti successive non avvenne nulla e stavo archiviando l'episodio come un accadimento casuale e stranamente ne fui un po’delusa.
Ero consapevole che queste mie aspettative erano a dir poco sconvenienti ma le sensazioni che avevo provato erano state molto intense.
La cosa naturalmente successe di nuovo. Ebbi un tuffo al cuore quando sentii qualche notte dopo la punta del suo arnese premere sulle mie natiche. Stavolta mi abbandonai al piacere che mi procurava ed ad un certo punto, senza pensarci troppo, mi abbassai gli slip perché non gli fossero d’intralcio.
C’incastrammo in modo che il suo uccello si muovesse nel solco delle natiche e fu lì che ricevetti il suo sperma.
Ero ancora un po’ in conflitto fra il piacere provato e il mio ruolo di madre ma sentire lo sperma colare nelle mie parti intime mi dava un piacere inebriante.
Ne riparlai anche con Nicoletta e lei mi rassicurò di nuovo.
“Credimi è una cosa del tutto normale. Inoltre se consideri che nessuno di voi due ha partner il fatto che cerchiate una gratificazione sessuale in famiglia è del tutto giustificata. “
Il suo punto di vista mi convinceva inoltre ciò che succedeva non faceva certo male a nessuno.
Non ricordo quando cominciai a sospettare che Luca non fosse del tutto inconsapevole di quanto avveniva.
Il respiro regolare, le sue mani che ad un certo punto cominiarono ad accarezzarmi i fianchi, fatto sta che ad un certo punto ebbi la netta sensazione che fosse ben sveglio quando si strusciava fra le mie natiche.
A quel punto mi sentii in serio imbarazzo, ormai come stavano le cose era difficile dire a Luca di tornare a dormire in camera sua e, pensandoci bene, non era quello che realmente volevo, così decisi di far finta di niente e lasciare che gli avvenimenti seguissero il loro corso.
Qualche sera dopo ero a letto da un po’ Luca era rimasto a vedere la televisione. Mi ero sfilata gli slip immaginando cosa sarebbe successo durante la notte. Luca venne a coricarsi poco dopo, alla tenue luce che filtrava dalle tapparelle mi accorsi che si era denudato completamente.
“Sei ancora sveglia?” mi chiese infilandosi sotto il lenzuolo.
“Sì . Sono in fase di rilassamento.” risposi.
Si rannicchiò contro di me.
“Parliamo un po’? Ti va?”
“Certo.”
Nonostante fossi quasi nuda anch’io, la maglietta si era arrotolata sulla schiena, non provai nessun imbarazzo. Anzi il contatto dei nostri corpi nudi mi dette un piacevole senso di intimità.
Mentre parlavamo la sua mano si poggiò sulla mia pancia e iniziò ad accarezzarmi.
La sua mano scivolava sulla mia pancia, giocava con l’ombelico poi risaliva su fin sotto il seno.
Anche le nostre gambe cominciarono a sfiorarsi ed intrecciarsi, il lenzuolo intanto era finito a terra e la fioca luce che filtrava dalle tapparelle abbassate era sufficiente a mostrare i nostri corpi appiccicati.
Il suo membro era in piena erezione e lo sentivo premere sulla mia coscia.
Nonostante fosse una situazione alquanto inusuale non mi sentivo per niente in colpa.
Ad un certo punto mi tolsi anche la maglietta e Luca prese quel gesto come un invito a carezzarmi i seni ed io non lo fermai di certo.
“Che belle ciuccie che hai” mi disse dopo averci preso confidenza.
“Non stringerle troppo forte” lo pregai visto che si stava facendo prendere dalla foga.
“Ti piacciono davvero tanto?” gli chiesi.
“Te le mangerei di baci”
“Dai allora.” lo incitai spingendogli la testa verso il seno.
Cominciò a succhiare e mordicchiare i capezzoli procurandomi lunghi brividi.
“Basta adesso, basta.” lo tirai su.
“Non ti piaceva?” mi chiese deluso.
“Altrochè.” risposi “Ma mi hai fatto diventare i capezzoli così duri che mi fanno male.”
Rise compiaciuto.
“A proposito di duro.” continuai “Sento che non sono solo i miei capezzoli ad essersi induriti”.
“Hai ragione. Anche a me comincia a fare male”
Lo attirai su di me.
“Te la senti di uscire prima dell’orgasmo” gli chiesi. “Stai tranquilla” mi rispose.
Mi spostai un po’ e lo feci scivolare dentro. Fu una gioia per tutti e due. Era quello che volevamo e cercavamo da tempo.
Fu di parola mi inondò la pancia.
Il giorno dopo mi meravigliai io stessa del mio comportamento e della tranquillità con la quale avevo accettato l’accaduto. Mi sentivo bene, ero felice, avevo ripreso a fare sesso.
I rapporti con Luca erano frequenti, praticamente tutte le sere. Dopo cena non vedevamo l’ora di andare a letto. Ci spogliavamo velocemente e passavamo parecchio tempo a scopare.
Il mio aspetto migliorò molto, se ne accorse anche Nicoletta.
“Scopare ti fa bene.” mi disse un giorno mentre eravamo in pausa.
“Si vede molto?” le chiesi.
“Eccome. Hai la pelle più luminosa e un aspetto magnifico. Sei molto appetibile.”
“Sembra che mi stia facendo la corte.”
“E perché no!” concluse.
“Dai non mi dire che…”
“Non faccio distinzioni. Se una persona mi piace…”
“Non me n’ero mai accorta…”
“Perché eri sempre triste e rinchiusa in te stessa. Non stimolavi approcci di tipo erotico. Ma ora che ti sei ripresa un pensierino ce lo farei volentieri.” La sua proposta mi meravigliò. Non sono una bacchettona ma non avevo mai considerato la possibilità di farlo con una donna.
“Sono lusingata dalle tue avances.” le risposi “Ma non credo che riuscirei a farlo con una donna…” mormorai.
“Non c’è fretta e poi, l’hai visto tu stessa, mai dire mai. Se un giorno ti verrà voglia di provare chiamami. Tutto qui.”
Cambiammo argomento ma per il resto della giornata non pensai ad altro.
Ero veramente lusingata dalla proposta di Nicoletta ma non mi sentivo attratta dalle donne per me il sesso era sempre stata un’attività da fare con gli uomini.
Quella sera a letto con Luca mentre mi succhiava i capezzoli provai ad immaginare che fosse Nicoletta a farlo e all’inizio trovai la cosa un po’ ridicola ma poi, quando cominciai ad eccitarmi sul serio presi a considerarla in maniera diversa. Presa da quella fantasia spinsi la testa di Luca fra le mie gambe. Anche se non l’avevamo mai fatto lui capì benissimo cosa volessi e la sua lingua prese a roteare nella mia figa. Aiutata dalla fantasia eruppi in un orgasmo frenetico.
“Non sapevo che ti piacesse farlo così.” disse Luca esausto.
“È bello in tutti i modi.” risposi. “Vieni ora te lo succhio un po’ io.”
“Non credo di farcela. Ho paura di venirti in bocca.”
“Devi venirmi in bocca.” risposi divertita. “Sono io che te chiedo.”
Era talmente eccitato che non durò molto scaricandomi una quantità di seme bollente in bocca.
Mi addormentai soddisfatta e nei giorni seguenti mi sorpresi a guardare Nicoletta con altri occhi.
Finché un pomeriggio non mi decisi e la chiamai.
Mi invitò a casa sua per un the. Ci misi un po’ a prepararmi alla fine scelsi un vestitino leggero e degli slip minuscoli. Il reggiseno non lo porto quasi mai non ne ho veramente bisogno.
Arrivata a casa di Nicoletta avvertii un po’ di imbarazzo, non sapevo come condurre la cosa, lei fu molto gentile ci accomodammo sul divano e cominciammo a scherzare e chiacchierare delle solite cose.
Cominciai a pensare che la cosa non avrebbe portato a nulla ma ad un certo punto mi resi conto che senza che me ne accorgessi ci eravamo avvicinate e la mano di Nicoletta, come se nulla fosse si era appoggiata sulla mia gamba carezzandomela con noncuranza.
Mi sistemai prendendo una posizione più comoda e la mano di Nicoletta finì sotto il vestito ad accarezzare la mia pelle. Le misi una mano sul fianco e l’attirai a me, cominciammo a scambiarci piccoli baci sulle labbra mentre ci scambiavamo tenere frasi.
“Sai che proprio bella…”
“Hai un buon profumo…”
La sua mano era salita sulla cosce che io avevo aperto le gambe per darle modo di accarezzarmi meglio.
Le sbottonai il vestito e le carezzai il seno.
I baci divennero lunghi e profondi, la sua mano era sulla mia pancia.
Mi liberai del vestito.
Nicoletta mi fece alzare.
“Fatti vedere bene.” mi abbracciò, il suo vestito finì a terra.
Non so come ci ritrovammo sul letto.
Era bello strofinarsi al suo corpo, giocare con la sua lingua e sentire le sue mani frugarmi dappertutto.
Poi l’eccitazione cominciò a salire e ci sfilammo le mutandine a vicenda. Volevo la sua figa, le aprii le gambe e la mia bocca iniziò a frugarla. Era una sensazione bellissima, il suo sapore, la sua morbidezza, il clitoride che si induriva sotto la mia lingua.
Poi Nicoletta mi tirò a se e scese fra le mie gambe. Come è diversa la lingua di una donna, così esperta.
Ero ormai prossima all’orgasmo quando si fermò e tornò alle mie labbra.
“Veniamo insieme” mi disse.
Ci disponemmo ognuna fra le gambe dell’altra e volammo in paradiso.
Così quando Luca mi chiese di dormire in camera mia, pur considerando poco opportuno che un ragazzo di diciannove anni dormisse con una donna di quaranta, acconsentii, nonostante la sua presenza mi costringesse ad una certa decenza nell’abbigliamento.
Comunque ci feci l’abitudine ma poi accadde qualcosa che cambiò radicalmente le nostre vite.
Era quasi l’alba quando sentii qualcosa strisciarmi su una natica. Ero mezz’addormentata e lì per lì mi procurò una sensazione piacevole finché non realizzai che non poteva che essere Luca.
Mi girai per dirgliene quattro ma quando mi voltai mi accorsi che era profondamente addormentato.
Non era la sua mano che mi accarezzava ma il suo uccello che, uscito dai boxer si stava strusciando alle mie natiche.
Stavo per svegliarlo ma mi resi conto che la cosa avrebbe imbarazzato tutti e due.
Mi rimisi giù spostandomi verso il bordo del letto.
Poco dopo però lo sentii ancora strusciarmisi addosso.
Decisi di lasciar correre, in fondo era un atto inconsapevole e non mi dispiaceva sentire un uccello che si sfregava sul mio culetto. Erano anni che non succedeva più.
Quando sentii il fiotto del suo sperma bagnarmi il fondo schiena provai un lungo brivido di piacere. Ero molto imbarazzata, sentirmi addosso lo sperma di mio figlio mi dava una strana sensazione.
Durante il giorno pensai spesso all’accaduto e durante la pausa pranzo ne parlai con Nicoletta mia collega ed amica.
Lei è una persona molto aperta e anche molto più esperta di me.
“Non mi sembra che sia successo niente di grave. È normale che un ragazzo alla sua età sia esuberante, il fatto che abbia trovato lì il tuo culetto è del tutto casuale.”
“Mi ha un po' imbarazzato ecco tutto...”
“Sì capisco. È stata pompata questa cosa facendo sembrare i rapporti sessuali in famiglia come una maledizione ma sono molto più frequenti di quanto immagini.”
“E allora il tabù dell'incesto?”
“Appunto. Se si è sentito il bisogno di farne un tabù è perchè succede spesso.”
“Devo ammettere che c'è della logica in quello che dici.”
“Naturalmente un tempo c'era la necessità di garantire lo scambio di geni. Oggi mi sembra una cosa un po' superata.”
“Vuoi dire che andrebbe abolito il tabù?”
“Non saprei. Una funzione a tutela dei minori ce l'ha ed è importante ma fra adulti è superfluo, per cui se ricapita non ti sentire in imbarazzo anzi può anche essere un'esperienza piacevole.”
Le argomentazioni di Nicoletta mi sembrarono molto ragionevoli e mi tranquillizzarono un po’.
Le notti successive non avvenne nulla e stavo archiviando l'episodio come un accadimento casuale e stranamente ne fui un po’delusa.
Ero consapevole che queste mie aspettative erano a dir poco sconvenienti ma le sensazioni che avevo provato erano state molto intense.
La cosa naturalmente successe di nuovo. Ebbi un tuffo al cuore quando sentii qualche notte dopo la punta del suo arnese premere sulle mie natiche. Stavolta mi abbandonai al piacere che mi procurava ed ad un certo punto, senza pensarci troppo, mi abbassai gli slip perché non gli fossero d’intralcio.
C’incastrammo in modo che il suo uccello si muovesse nel solco delle natiche e fu lì che ricevetti il suo sperma.
Ero ancora un po’ in conflitto fra il piacere provato e il mio ruolo di madre ma sentire lo sperma colare nelle mie parti intime mi dava un piacere inebriante.
Ne riparlai anche con Nicoletta e lei mi rassicurò di nuovo.
“Credimi è una cosa del tutto normale. Inoltre se consideri che nessuno di voi due ha partner il fatto che cerchiate una gratificazione sessuale in famiglia è del tutto giustificata. “
Il suo punto di vista mi convinceva inoltre ciò che succedeva non faceva certo male a nessuno.
Non ricordo quando cominciai a sospettare che Luca non fosse del tutto inconsapevole di quanto avveniva.
Il respiro regolare, le sue mani che ad un certo punto cominiarono ad accarezzarmi i fianchi, fatto sta che ad un certo punto ebbi la netta sensazione che fosse ben sveglio quando si strusciava fra le mie natiche.
A quel punto mi sentii in serio imbarazzo, ormai come stavano le cose era difficile dire a Luca di tornare a dormire in camera sua e, pensandoci bene, non era quello che realmente volevo, così decisi di far finta di niente e lasciare che gli avvenimenti seguissero il loro corso.
Qualche sera dopo ero a letto da un po’ Luca era rimasto a vedere la televisione. Mi ero sfilata gli slip immaginando cosa sarebbe successo durante la notte. Luca venne a coricarsi poco dopo, alla tenue luce che filtrava dalle tapparelle mi accorsi che si era denudato completamente.
“Sei ancora sveglia?” mi chiese infilandosi sotto il lenzuolo.
“Sì . Sono in fase di rilassamento.” risposi.
Si rannicchiò contro di me.
“Parliamo un po’? Ti va?”
“Certo.”
Nonostante fossi quasi nuda anch’io, la maglietta si era arrotolata sulla schiena, non provai nessun imbarazzo. Anzi il contatto dei nostri corpi nudi mi dette un piacevole senso di intimità.
Mentre parlavamo la sua mano si poggiò sulla mia pancia e iniziò ad accarezzarmi.
La sua mano scivolava sulla mia pancia, giocava con l’ombelico poi risaliva su fin sotto il seno.
Anche le nostre gambe cominciarono a sfiorarsi ed intrecciarsi, il lenzuolo intanto era finito a terra e la fioca luce che filtrava dalle tapparelle abbassate era sufficiente a mostrare i nostri corpi appiccicati.
Il suo membro era in piena erezione e lo sentivo premere sulla mia coscia.
Nonostante fosse una situazione alquanto inusuale non mi sentivo per niente in colpa.
Ad un certo punto mi tolsi anche la maglietta e Luca prese quel gesto come un invito a carezzarmi i seni ed io non lo fermai di certo.
“Che belle ciuccie che hai” mi disse dopo averci preso confidenza.
“Non stringerle troppo forte” lo pregai visto che si stava facendo prendere dalla foga.
“Ti piacciono davvero tanto?” gli chiesi.
“Te le mangerei di baci”
“Dai allora.” lo incitai spingendogli la testa verso il seno.
Cominciò a succhiare e mordicchiare i capezzoli procurandomi lunghi brividi.
“Basta adesso, basta.” lo tirai su.
“Non ti piaceva?” mi chiese deluso.
“Altrochè.” risposi “Ma mi hai fatto diventare i capezzoli così duri che mi fanno male.”
Rise compiaciuto.
“A proposito di duro.” continuai “Sento che non sono solo i miei capezzoli ad essersi induriti”.
“Hai ragione. Anche a me comincia a fare male”
Lo attirai su di me.
“Te la senti di uscire prima dell’orgasmo” gli chiesi. “Stai tranquilla” mi rispose.
Mi spostai un po’ e lo feci scivolare dentro. Fu una gioia per tutti e due. Era quello che volevamo e cercavamo da tempo.
Fu di parola mi inondò la pancia.
Il giorno dopo mi meravigliai io stessa del mio comportamento e della tranquillità con la quale avevo accettato l’accaduto. Mi sentivo bene, ero felice, avevo ripreso a fare sesso.
I rapporti con Luca erano frequenti, praticamente tutte le sere. Dopo cena non vedevamo l’ora di andare a letto. Ci spogliavamo velocemente e passavamo parecchio tempo a scopare.
Il mio aspetto migliorò molto, se ne accorse anche Nicoletta.
“Scopare ti fa bene.” mi disse un giorno mentre eravamo in pausa.
“Si vede molto?” le chiesi.
“Eccome. Hai la pelle più luminosa e un aspetto magnifico. Sei molto appetibile.”
“Sembra che mi stia facendo la corte.”
“E perché no!” concluse.
“Dai non mi dire che…”
“Non faccio distinzioni. Se una persona mi piace…”
“Non me n’ero mai accorta…”
“Perché eri sempre triste e rinchiusa in te stessa. Non stimolavi approcci di tipo erotico. Ma ora che ti sei ripresa un pensierino ce lo farei volentieri.” La sua proposta mi meravigliò. Non sono una bacchettona ma non avevo mai considerato la possibilità di farlo con una donna.
“Sono lusingata dalle tue avances.” le risposi “Ma non credo che riuscirei a farlo con una donna…” mormorai.
“Non c’è fretta e poi, l’hai visto tu stessa, mai dire mai. Se un giorno ti verrà voglia di provare chiamami. Tutto qui.”
Cambiammo argomento ma per il resto della giornata non pensai ad altro.
Ero veramente lusingata dalla proposta di Nicoletta ma non mi sentivo attratta dalle donne per me il sesso era sempre stata un’attività da fare con gli uomini.
Quella sera a letto con Luca mentre mi succhiava i capezzoli provai ad immaginare che fosse Nicoletta a farlo e all’inizio trovai la cosa un po’ ridicola ma poi, quando cominciai ad eccitarmi sul serio presi a considerarla in maniera diversa. Presa da quella fantasia spinsi la testa di Luca fra le mie gambe. Anche se non l’avevamo mai fatto lui capì benissimo cosa volessi e la sua lingua prese a roteare nella mia figa. Aiutata dalla fantasia eruppi in un orgasmo frenetico.
“Non sapevo che ti piacesse farlo così.” disse Luca esausto.
“È bello in tutti i modi.” risposi. “Vieni ora te lo succhio un po’ io.”
“Non credo di farcela. Ho paura di venirti in bocca.”
“Devi venirmi in bocca.” risposi divertita. “Sono io che te chiedo.”
Era talmente eccitato che non durò molto scaricandomi una quantità di seme bollente in bocca.
Mi addormentai soddisfatta e nei giorni seguenti mi sorpresi a guardare Nicoletta con altri occhi.
Finché un pomeriggio non mi decisi e la chiamai.
Mi invitò a casa sua per un the. Ci misi un po’ a prepararmi alla fine scelsi un vestitino leggero e degli slip minuscoli. Il reggiseno non lo porto quasi mai non ne ho veramente bisogno.
Arrivata a casa di Nicoletta avvertii un po’ di imbarazzo, non sapevo come condurre la cosa, lei fu molto gentile ci accomodammo sul divano e cominciammo a scherzare e chiacchierare delle solite cose.
Cominciai a pensare che la cosa non avrebbe portato a nulla ma ad un certo punto mi resi conto che senza che me ne accorgessi ci eravamo avvicinate e la mano di Nicoletta, come se nulla fosse si era appoggiata sulla mia gamba carezzandomela con noncuranza.
Mi sistemai prendendo una posizione più comoda e la mano di Nicoletta finì sotto il vestito ad accarezzare la mia pelle. Le misi una mano sul fianco e l’attirai a me, cominciammo a scambiarci piccoli baci sulle labbra mentre ci scambiavamo tenere frasi.
“Sai che proprio bella…”
“Hai un buon profumo…”
La sua mano era salita sulla cosce che io avevo aperto le gambe per darle modo di accarezzarmi meglio.
Le sbottonai il vestito e le carezzai il seno.
I baci divennero lunghi e profondi, la sua mano era sulla mia pancia.
Mi liberai del vestito.
Nicoletta mi fece alzare.
“Fatti vedere bene.” mi abbracciò, il suo vestito finì a terra.
Non so come ci ritrovammo sul letto.
Era bello strofinarsi al suo corpo, giocare con la sua lingua e sentire le sue mani frugarmi dappertutto.
Poi l’eccitazione cominciò a salire e ci sfilammo le mutandine a vicenda. Volevo la sua figa, le aprii le gambe e la mia bocca iniziò a frugarla. Era una sensazione bellissima, il suo sapore, la sua morbidezza, il clitoride che si induriva sotto la mia lingua.
Poi Nicoletta mi tirò a se e scese fra le mie gambe. Come è diversa la lingua di una donna, così esperta.
Ero ormai prossima all’orgasmo quando si fermò e tornò alle mie labbra.
“Veniamo insieme” mi disse.
Ci disponemmo ognuna fra le gambe dell’altra e volammo in paradiso.
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