Casa nuova, vita nuova 2.

di
genere
etero

Al mattino dopo mi alzo presto e, dopo che ho dato un'occhiata alla finestra della camera di Laura, ancora chiusa, scendo per uscire e parto con l'auto per il mio lavoro di Ispettore del Lavoro che mi porta in giro per tutto il Lazio. Quel giorno devo controllare un'officina anche vicino a dove abito perciò ritorno a casa per il pranzo che consumo rapidamente e poi salgo al piano di sopra per vedere Laura ma la sua auto non è nel piazzale in giardino, così deduco che non si trova in casa. Mi sdraio sul letto e leggo il giornale poi suona il campanello alla porta e vado ad aprire, trovandomi Laura difronte. La faccio accomodare e ci scambiamo un bacio veloce e le propongo di prendere un caffè in giardino ma lei mi dice di avere fatto spesa ed avrebbe intenzione di cucinare del pesce per cena e mi chiede se vado a mangiare da lei. Accetto subito e in pratica passo il pomeriggio ad aiutarla a sistemare il suo giardino. A cena mi godo il pesce gustosissimo e, dopo una fumata di sigaro in giardino, lei si siede vicino a me e ci baciamo con più passione e mi dice chiaramente che ha deciso di percorrere i passi per perdere la verginità però mi pone la condizione che il gioco deve svolgersi a casa mia sul mio letto e non nel suo dove ci sarebbe stato il suo uomo. Accetto comprendendo pienamente il suo stato d'animo e, passando per i giardini, raggiungiamo casa mia e, dopo che abbiamo bevuto due grappe, saliamo nella camera da letto, dove lei si siede sul letto e comincia a spogliarsi, togliendo la maglietta, il reggiseno e due meravigliosi seno a forma di mele risaltano il suo respiro affannoso. Chiaro che è emozionatissima e, quando si sfila i jeans, rivelando calze e reggicalze nero, si alza in piedi e si sfila gli slippini neri. Le cosce bianche sembrano ancora più eccitanti col reggicalze e le calze nere avvolgono le coscione burrose e sode da fare addrizzare il cazzo anche ad un moribondo. Mi viene vicino poi inizia a slacciare la camicia e mi toglie la cravatta, mi slaccia la cintura ed i pantaloni cadono a terra scoprendo un notevole gonfiore al mio inguine. Mi sfilo le scarpe e lascio cadere gli slip assieme ai pantaloni che sfilo subito e vado a stringere Laura ai fianchi e, quando sente il cazzo premere alla sua pancia, diviene rossa in viso e rimane a guardare il cazzo addrizzarsi e indurire sempre di più. Le prendo una mano e l'appoggio sul cazzo e lì lei sussulta ritirando la mano ma gliela riprendo e le faccio stringere le dita al tronco del mio pisellone che già sta pregustando una gran scopata. Le abbraccio le natiche e le stringo notando che sono ben sode, poi scorro la mano fino alla sua fighina ed inizio a farle un ditalino sul clitoride che subito dopo si gonfia un poco ed esce un filino di umori argentati che rendono la mia mano scivolosa. La prendo poi in braccio e la sdraio sul letto per baciarla in bocca per poi passare a dietro le orecchie e lei già geme di piacere abbracciandomi forte, pregandomi di essere molto delicato con lei nel possederla ed allora scendo a leccarle la figa che sembra scioglirsi come il burro sul fuoco, poi, quando sento che sta godendo dalle slinguate, mi metto col cazzo davanti alla figa e glielo infilo appena un poco perchè si possa abituare alle sue dimensioni, rimanendo poi fermo dentro di lei e baciandola in bocca slinguando da farla tremare di piacere anche se prevale in lei il timore di sentire tanto dolore nell'essere sverginata. La penetro ancora un poco e lei sussulta stringendomi le braccia come se volesse bloccare i miei movimenti; intanto io avanzo ancora nella figa stretta che a fatica dilato col mio batacchio ben attrezzato e teso da oltrepassare non solo imeni ma anche spesse mura... . Quando sento il glande a contatto con l'imene, torno indietro un poco e poi avanzo deciso ma lentamente e dò un colpo deciso per penetrarla interamente e lei emette un gridolino abbracciandomi ancora più forte, dicendomi poi che aveva temuto fosse molto dolorosa la rottura dell'imene ma invece potè sopportare bene e poi già sentiva il dolore tramutarsi in piacere ed insieme al sangue, stava uscendo un mare di umori che la facevano godere pazzamente. Quando sborrai anch'io mi chiese di penetrarla di nuovo ed allora la strinsi al mio torace, carezzandola dapertutto e baciandola sui seni, sul collo, poi in bocca dicendole che mi piaceva moltissimo, dopo la feci mettere alla pecorina e la scopai perciò da dietro, stantuffando con molto vigore che la fece venire subito dopo, godendo moltissimo. Stremati entrambi, crollammo in un sonno ristoratore che ci accompagnò fino a tarda mattina.
scritto il
2019-12-18
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