Camillo corretto
di
bepi0449
genere
gay
Camillo
In quella stanza, … in quella casa e in quel momento tutto era pieno di magia, di mistero, di promesse … e la musica, … e l’uomo che trasmetteva sicurezza, fiducia e … che attirava; bisogno di calore … di fugare paure, … attirava … .
Camillo era attratto, affascinato. Il suo fisico desiderava, … mormorava, …. si bagnava, …; era attratto. Stava cedendo all’uomo, … a quegli occhi che lo scrutavano, … che lo spogliavano, … a quelle mani che scaldavano, … che andavano, … che …. Lasciò che il suo viso fosse avvicinato da quello, finché le labbra non si toccarono. Rispose con un piccolo bacio innocente … e poi si aperse come …; stupore … e lui non gli permise di staccarsi. Con dolce insistenza l’uomo seguì la bocca che fuggiva, finché l’adolescente esitante, pentito ritornò verso quella; e, senza violenza, l’uomo insegnò al ragazzo ammaliato come si riceve e si dà un bacio; finché resolo esausto, ma destato a fertili sensazioni di amabili piaceri gli comandò di aprire e scoprire. L’ adulto aspirò felice il profumo dell’iniziale primavera, mormorandogli parole tenere e delicate.
Ogni giorno si lasciava guidare interamente dall’amante e questo lo rendeva meravigliosamente prezioso, sensuale e felice. Spesso si scambiavano baci innocenti, ma a volte, con abbandono reciproco, erano tumidi, languidi, roventi, però … non desiderava essere palpeggiato, accarezzato; ma una volta, arrossendo intensamente, pensando di dargli grande gioia, si lasciò svestire e contemplare e quando quello, in ginocchio, l’ebbe baciato, sempre infiammato sino ai capelli, si ricompose con cura e immediatezza. Andava da lui con gioia: stava bene, … parlava dei suoi sogni, dei suoi giochi, delle carezze, … dei baci. Si sentiva amato, desiderato e protetto. A volte aveva delle sensazioni dolci e nello stesso tempo un po’ dolorose, che trasmettevano perplessità e tristezza. Cantava e ascoltava musica.
Era solo in quei giorni. La musica placida e gioiosa, che preferiva, penetrava nella sua anima, mentre fuori cantava, senza pace, nel bosco, il vento d’autunno. Era inquieto. Ad un tratto lui entrò facendogli dilatare gli occhi, sussultare e tremare facendolo diventare pallido, guardingo ed in evidente stato di agitazione. La porta della sua cameretta si era aperta e piano … quasi si chiuse. L’uomo si sedette sul suo letto, … lo tranquillizzò accarezzandolo e con il sorriso sulle labbra si coricò vicino a lui in silenzio. Il suo cuore batteva forte: era in crescente repentina agitazione.
Si lasciò baciare e prendere da fremiti di piacere; e … che le mani di quello giocassero dolcemente con le sue membra. La porta socchiusa cigolava e il tetto scricchiolava sotto la sferza sibilante del vento. Il suo membro piangeva e bagnava le lenzuola.
Quello sfiorava lieve le ginocchia … provava e seduceva con una delicata intima carezza. Il giovinetto si scostò un po’, ma lasciava … soffriva …, i suoi sensi bramavano, … vagheggiavano il proibito, … il mistero… Oh, sì … si fece intraprendente, … ci mise malizia accarezzando il fallo dell’uomo. Le sue labbra si apersero per riceverne la lingua.
I campi, … i boschi, … i colli, … i prati si imbiancavano con mansuetudine commovente e coinvolgente al sonno invernale, … accettavano e amavano il vento, la neve, il silenzio. Con dolce, amabile pazienza aceri, frassini, tigli ricevevano il loro carico invernale. Le mani dell’uomo guazzavano, esploravano, tastavano, indagavano picchiettando nelle aiuole del tenero, soave, profumato, palpitante giardino. Fuori la coperta diveniva sempre più soffice, bianca e spessa. Turbato ed inquieto, appoggiata la testa al petto dell’uomo, con il cuore che batteva forte, cercando conforto e trepida quiete, si lasciò andare, offrendo all’uomo quello che voleva e desiderava. L’adulto per calmarlo, chetarlo gli sfiorò i capelli con la guancia, mentre con una mano gli accarezzava le anche e le ginocchia, finché non lo sentì abbandonato e vinto. Pigolava, pipiava al passaggio delle mani e mentre veniva baciato, si consegnava all’esplorazione sino a farsi svestire completamente per svelare quello che di lì a poco sarebbe stato aperto.
Il giovinetto ansimava, vibrava, si contorceva e irrigidiva sotto le spinte di un piacere esponenziale, mai provato; si lasciava guidare, alzare, aprire, baciare, limare, conoscere. I baci dell’adulto si posavano sul suo corpo delicato, quasi femmineo … quelle labbra a ventosa si incollavano sulle sue natiche e la lingua, flemmatica o lesta, ma indagatrice, indugiava sulle sue parti anatomiche mai guardate e scaldate dal sole.
Fuori la neve gelava e l’aurora tardava: il suo corpo nelle mani dell’uomo emetteva suoni simili a fusa, come note sinfoniche. L’adolescente prono, con il bacino in alto, offertosi alla spada dell’adulto, in silenzio seguiva con occhi fissi l’amico, che rapido fece scomparire al suo interno quello che per tanto tempo aveva accarezzato, coccolato, baciato, bagnato con le sue lacrime d'amore, lavato con la sua lingua e fatto esplodere di piacere, godendo lui stesso delle vibrazioni e contrazioni che prendevano colui che lo fotteva.
Per la prima volta le sue labbra emisero suoni nuovi, sospirò, chiamò l’amante con vocaboli diversi, finché rispose tremante di voluttà. Sul suo corpo bianche stille disegnarono e dipinsero un sì, accompagnate da violente calde staffilate nelle sue viscere.
“Ora continuerai da solo, … hai conosciuto te stesso, il richiamo del tuo fisico. Io verrò a trovarti ogni qualvolta mi chiamerai. Non aver paura di quello che pensa la gente, … di come ti giudicano. Tu sei uno di noi, … da quando ti ho visto, ho scorto la tua natura, la tua inclinazione, … la tua sessualità. Solo chi gioca in un dato modo, … chi sfiora, … tocca, … sospira, … vive come fai tu … è un … Sii contento del tuo essere e orgoglioso. Tu fai parte di un disegno divino: c’è chi è stato scelto per procreare e chi no. Tanti viventi per difendere la loro specie hanno in loro il preservativo. Tu sei un preservativo: siine felice. Hai meno responsabilità, … meno liti, ma più amore. Non sarai padre e non ne sentirai il bisogno, … ma hai tanto altro. Devi imparare, e te lo insegnerò quando me lo chiederai, anche a darlo … non solo a riceverlo; e … quando conoscerai il tuo compagno, … allora sarai felice. Riposati e tieni dentro di te quello che ti ho donato, … cerca di avvertirlo, … e … quando esce, … fiutalo; poiché, quando in futuro lo avvertirai ancora, … sarà quello del tuo amore. Ti dovrò insegnare a gustarlo e … allora, … solo allora avrai appreso ad amare tutto della persona con cui andrai a vivere.”
Si riposava stanco, esausto, spossato. La neve cadeva rada, … i dossi erano dolci, … le nubi si confondevano in uno solo grigiore. Regnava un silenzio immobile ed infinito.
Il freddo lo svegliò, … si alzò con le gambe irrigidite. Era solo. … La poca luce della lampada metteva in evidenza segni essiccati. Pensò, … coltivò sentimenti. Dalla sua apertura , già chiusa, una goccia bianca lo portò a ricordare… e sorrise annusandola.
In quella stanza, … in quella casa e in quel momento tutto era pieno di magia, di mistero, di promesse … e la musica, … e l’uomo che trasmetteva sicurezza, fiducia e … che attirava; bisogno di calore … di fugare paure, … attirava … .
Camillo era attratto, affascinato. Il suo fisico desiderava, … mormorava, …. si bagnava, …; era attratto. Stava cedendo all’uomo, … a quegli occhi che lo scrutavano, … che lo spogliavano, … a quelle mani che scaldavano, … che andavano, … che …. Lasciò che il suo viso fosse avvicinato da quello, finché le labbra non si toccarono. Rispose con un piccolo bacio innocente … e poi si aperse come …; stupore … e lui non gli permise di staccarsi. Con dolce insistenza l’uomo seguì la bocca che fuggiva, finché l’adolescente esitante, pentito ritornò verso quella; e, senza violenza, l’uomo insegnò al ragazzo ammaliato come si riceve e si dà un bacio; finché resolo esausto, ma destato a fertili sensazioni di amabili piaceri gli comandò di aprire e scoprire. L’ adulto aspirò felice il profumo dell’iniziale primavera, mormorandogli parole tenere e delicate.
Ogni giorno si lasciava guidare interamente dall’amante e questo lo rendeva meravigliosamente prezioso, sensuale e felice. Spesso si scambiavano baci innocenti, ma a volte, con abbandono reciproco, erano tumidi, languidi, roventi, però … non desiderava essere palpeggiato, accarezzato; ma una volta, arrossendo intensamente, pensando di dargli grande gioia, si lasciò svestire e contemplare e quando quello, in ginocchio, l’ebbe baciato, sempre infiammato sino ai capelli, si ricompose con cura e immediatezza. Andava da lui con gioia: stava bene, … parlava dei suoi sogni, dei suoi giochi, delle carezze, … dei baci. Si sentiva amato, desiderato e protetto. A volte aveva delle sensazioni dolci e nello stesso tempo un po’ dolorose, che trasmettevano perplessità e tristezza. Cantava e ascoltava musica.
Era solo in quei giorni. La musica placida e gioiosa, che preferiva, penetrava nella sua anima, mentre fuori cantava, senza pace, nel bosco, il vento d’autunno. Era inquieto. Ad un tratto lui entrò facendogli dilatare gli occhi, sussultare e tremare facendolo diventare pallido, guardingo ed in evidente stato di agitazione. La porta della sua cameretta si era aperta e piano … quasi si chiuse. L’uomo si sedette sul suo letto, … lo tranquillizzò accarezzandolo e con il sorriso sulle labbra si coricò vicino a lui in silenzio. Il suo cuore batteva forte: era in crescente repentina agitazione.
Si lasciò baciare e prendere da fremiti di piacere; e … che le mani di quello giocassero dolcemente con le sue membra. La porta socchiusa cigolava e il tetto scricchiolava sotto la sferza sibilante del vento. Il suo membro piangeva e bagnava le lenzuola.
Quello sfiorava lieve le ginocchia … provava e seduceva con una delicata intima carezza. Il giovinetto si scostò un po’, ma lasciava … soffriva …, i suoi sensi bramavano, … vagheggiavano il proibito, … il mistero… Oh, sì … si fece intraprendente, … ci mise malizia accarezzando il fallo dell’uomo. Le sue labbra si apersero per riceverne la lingua.
I campi, … i boschi, … i colli, … i prati si imbiancavano con mansuetudine commovente e coinvolgente al sonno invernale, … accettavano e amavano il vento, la neve, il silenzio. Con dolce, amabile pazienza aceri, frassini, tigli ricevevano il loro carico invernale. Le mani dell’uomo guazzavano, esploravano, tastavano, indagavano picchiettando nelle aiuole del tenero, soave, profumato, palpitante giardino. Fuori la coperta diveniva sempre più soffice, bianca e spessa. Turbato ed inquieto, appoggiata la testa al petto dell’uomo, con il cuore che batteva forte, cercando conforto e trepida quiete, si lasciò andare, offrendo all’uomo quello che voleva e desiderava. L’adulto per calmarlo, chetarlo gli sfiorò i capelli con la guancia, mentre con una mano gli accarezzava le anche e le ginocchia, finché non lo sentì abbandonato e vinto. Pigolava, pipiava al passaggio delle mani e mentre veniva baciato, si consegnava all’esplorazione sino a farsi svestire completamente per svelare quello che di lì a poco sarebbe stato aperto.
Il giovinetto ansimava, vibrava, si contorceva e irrigidiva sotto le spinte di un piacere esponenziale, mai provato; si lasciava guidare, alzare, aprire, baciare, limare, conoscere. I baci dell’adulto si posavano sul suo corpo delicato, quasi femmineo … quelle labbra a ventosa si incollavano sulle sue natiche e la lingua, flemmatica o lesta, ma indagatrice, indugiava sulle sue parti anatomiche mai guardate e scaldate dal sole.
Fuori la neve gelava e l’aurora tardava: il suo corpo nelle mani dell’uomo emetteva suoni simili a fusa, come note sinfoniche. L’adolescente prono, con il bacino in alto, offertosi alla spada dell’adulto, in silenzio seguiva con occhi fissi l’amico, che rapido fece scomparire al suo interno quello che per tanto tempo aveva accarezzato, coccolato, baciato, bagnato con le sue lacrime d'amore, lavato con la sua lingua e fatto esplodere di piacere, godendo lui stesso delle vibrazioni e contrazioni che prendevano colui che lo fotteva.
Per la prima volta le sue labbra emisero suoni nuovi, sospirò, chiamò l’amante con vocaboli diversi, finché rispose tremante di voluttà. Sul suo corpo bianche stille disegnarono e dipinsero un sì, accompagnate da violente calde staffilate nelle sue viscere.
“Ora continuerai da solo, … hai conosciuto te stesso, il richiamo del tuo fisico. Io verrò a trovarti ogni qualvolta mi chiamerai. Non aver paura di quello che pensa la gente, … di come ti giudicano. Tu sei uno di noi, … da quando ti ho visto, ho scorto la tua natura, la tua inclinazione, … la tua sessualità. Solo chi gioca in un dato modo, … chi sfiora, … tocca, … sospira, … vive come fai tu … è un … Sii contento del tuo essere e orgoglioso. Tu fai parte di un disegno divino: c’è chi è stato scelto per procreare e chi no. Tanti viventi per difendere la loro specie hanno in loro il preservativo. Tu sei un preservativo: siine felice. Hai meno responsabilità, … meno liti, ma più amore. Non sarai padre e non ne sentirai il bisogno, … ma hai tanto altro. Devi imparare, e te lo insegnerò quando me lo chiederai, anche a darlo … non solo a riceverlo; e … quando conoscerai il tuo compagno, … allora sarai felice. Riposati e tieni dentro di te quello che ti ho donato, … cerca di avvertirlo, … e … quando esce, … fiutalo; poiché, quando in futuro lo avvertirai ancora, … sarà quello del tuo amore. Ti dovrò insegnare a gustarlo e … allora, … solo allora avrai appreso ad amare tutto della persona con cui andrai a vivere.”
Si riposava stanco, esausto, spossato. La neve cadeva rada, … i dossi erano dolci, … le nubi si confondevano in uno solo grigiore. Regnava un silenzio immobile ed infinito.
Il freddo lo svegliò, … si alzò con le gambe irrigidite. Era solo. … La poca luce della lampada metteva in evidenza segni essiccati. Pensò, … coltivò sentimenti. Dalla sua apertura , già chiusa, una goccia bianca lo portò a ricordare… e sorrise annusandola.
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