Alessia, Giorgia, Emily, Barbara
di
Istanbul
genere
saffico
Mercoledì, ore 18.45
Alessia stava riponendo alcuni libri, dopo avere effettuato il solito giro di controllo.
Aveva trovato occupazione presso la biblioteca del paese, dove lavorava a turni alternati, talvolta il mattino, talvolta il pomeriggio, variandoli anche durante la settimana. Era felice. Quell’impiego, le permetteva di far fonte a gran parte dei costi universitari, avere mezza giornata a disposizione e, nelle giornate di minor afflusso, di poter sfruttare quei momenti vuoti per portarsi avanti con lo studio.
Mentre faceva ritorno alla postazione principale, notò un paio di anziani intenti a leggere il quotidiano.
“Meglio che inizi ad informarli che stiamo chiudendo, altrimenti non si schioderanno da lì a breve” pensò Alessia, un attimo prima di dirigersi verso gli ultimi visitatori. Il trillo del suo cellulare, richiamò la sua attenzione, facendole fare dietro front verso la scrivania. Era Emily, la sua migliore amica. Le aveva inviato un messaggio su Whatsapp. La frase era breve, tanto che Alessia la lesse tutta in anteprima.
- Ciao Ale… come ti va’? -
- Ciao Emy…tutto ok :) … tu? -
- Che fai di bello…? -
- Stavo per sbattere fuori due tipi dalla biblioteca XDXD… ske… sto chiudendo, ma ci sono ancora due signori che leggono, come se niente fosse! -
- Scusami Ale! Mi ero scordata che eri di turno…ci sentiamo dopo ok? -
- Certo… maaa… è tutto ok? -
- Non proprio… possiamo vederci stasera? –
- Sicuro! … ma non farmi preoccupare… è successo qualcosa?? -
- … Edo… abbiamo rotto… o meglio, lui ha rotto con me… -
- Mi dispiace Emy! Come mai…? -
- La sua ex… è lunga da spiegare… -
- Hey tranqui… stasera mi dici tutto -
- Grazie Ale… se non ci fossi tu :-* -
- e che ci sto a fare altrimenti?? :) … solito posto? Passo io a prenderti ok? -
- Ok…grazie ancora… a stasera… -
- Bye bye :) –
Alessia chiuse la chat, riponendo il telefono sul tavolo. Pensò ad Emily e quanto le aveva detto, cosa che la distrasse da quella che doveva essere la sua mansione in quel momento. Tornò con la mente a qualche istante prima di ricevere il messaggio.
“Ah certo, quei due tizi” si disse tra sé. Per sua grande sorpresa, notò che, nel frattempo, i due anziani erano già di strada verso la porta d’uscita. Mentre stava uscendo, il secondo le fece un breve cenno di saluto che lei ricambiò con un sorriso.
“Sono andati senza che gli si debba far notare l’orario. La serata promette bene!” si disse. Recuperò la sua roba e si incamminò verso casa, chiudendosi alle spalle la porta a chiave.
Viveva in un appartamento non lontano dalla facoltà, la quale distava comunque poco dalla biblioteca, cosa che le fece parecchio piacere, considerato quanto amasse potersi spostare a piedi. Aveva persino trovato una persona con la quale dividere l’affitto del bicamere 3C, situato al terzo piano di un condominio costruito circa vent’anni prima, quindi relativamente recente per quanto poteva riguardare isolamento termico ed acustico. Giorgia, la sua coinquilina, come lei studiava e lavorava, nel suo caso, part-time come cameriera presso un locale adibito a tavola calda. Le due si vedevano raramente, avendo orari molto diversi. Tuttavia, riuscivano talvolta a trascorrere qualche serata assieme, specialmente in quei giorni in cui entrambe non avevano interesse ad uscire.
Scoprirono di avere in comune, la passione per le serie tv. Piattaforme come Netflix e Prime Video, giravano come se non vi fosse un domani. Nonostante entrambe si dichiarassero eterosessuali, in una di quelle serate, erano arrivate a scambiarsi delle effusioni sul divano. Complice qualche drink di troppo, si spinsero a sperimentare il saffismo, iniziando da timidi baci, per poi terminare nude, una sul corpo dell’altra, a masturbarsi a vicenda. Decisero di non rivangare su quella folle notte di passione, d’accordo entrambe che si fosse trattato di uno sbaglio, spinto da alcol e momento. Ciò nonostante, si ritrovarono più legate di prima.
Accompagnata da questi pensieri, Alessia rientrò a casa. Ripensare a quella notte di qualche mese prima, le dava sempre una strana ma piacevole sensazione. Se per Giorgia si era trattato di un episodio isolato e superato, per lei aveva avuto un altro significato, o almeno così credeva. Qual era il motivo che le faceva sorgere quel senso di malinconia, al solo affiorarsi di quel ricordo?
Alessia scacciò quei pensieri, riflettendo invece su quanto le aveva raccontato Emily, l’amica del cuore dai tempi del liceo. Le loro strade si erano divise dopo il diploma. Lei aveva scelto di proseguire con gli studi, iscrivendosi a scienza della comunicazione; Emily, invece, prese coscienza del fatto che lo stimolo dello studio, era morto per sempre. Decise di lavorare a tempo pieno nell’agenzia immobiliare di cui sua madre era titolare, scoprendo presto di aver fatto la scelta giusta. Il lavoro le piaceva, era a contatto con le persone e poteva gestirsi l’orario lavorativo con una certa flessibilità. Da alcuni mesi, frequentava questo ragazzo, Edoardo, che a detta di lei, era un autentico stallone, sotto le lenzuola. Emily le raccontò che, durante uno dei loro rapporti, le aveva leccato le parti intime per più di mezz’ora filata, facendole avere ben 4 orgasmi a ripetizione. Ed ora, era finita. Si domandò se c’entrasse qualcosa questa ex di turno, ricomparsa all’improvviso. Vedremo stasera, si disse, liquidando sul nascere ogni possibile congettura.
Si tolse jeans e magliettina, seguiti da calzini ed intimo, ed entrò in doccia. Approfittò di quel momento per ripassare braccia e gambe con la lametta. Una volta terminato, decise che avrebbe ridato lo smalto ai piedi. Optò per il colore nero, che adorava. Si sedette sul divano, poggiando le gambe sul pouf di fronte ad esso al fine di lasciare asciugare la tinta. Stava per fare un po’ di zapping, quando il cellulare emise un trillo.
- Hey Ale…Ti andrebbe se restassimo da me, stasera? Ho cambiato idea, non mi va di uscire…scusa… -
- Oi Emy! Tranqui :-) … Certo che sì! Ti raggiungo per le 21 ok? –
- Va bene…mangi da me? Ordino due pizze a domicilio –
- Ok capo! Crudo e rucola per me! –
- Sempre la solita salutista, eh? :-) –
- Certo, Tesoro! ;-) –
- A dopo, Ale! –
Alessia la salutò e chiuse la chat. Lasciò cadere l’accappatoio a terra e si diresse nuda verso la sua camera da letto. Lo faceva d’abitudine, quando Giorgia non c’era. Se l’avesse trovata ora, avrebbero anche potuto concedersi il bis, ma non voleva apparire provocante con la sua coinquilina-amica.
Era di una bellezza unica. Alta poco più di un metro e settanta, vantava un fisico alquanto tonico, frutto di anni di danza, in età più giovanile, di pilates e soprattutto yoga. Di quest’ultima disciplina, ne era una mera sostenitrice ed un’assidua praticante da quasi 5 anni. La lunghezza delle sue gambe, metteva in risalto le sode curve del suo lato B. Il rosso dei suoi capelli, abbinato al verde acceso dei suoi occhi, contribuivano a regalarle un aspetto quasi fiabesco. Qualcuno l’aveva paragonata a Poison Ivy, la dea delle piante, nemica di Batman. Alessia non aveva nulla da invidiare alla perfida ninfa, se non il pollice verde; infatti, non era mai riuscita nell’impresa di far sopravvivere nemmeno una pianta grassa.
Scelse un semplice vestitino nero. Ai piedi, indossò un paio di ballerine dello stesso colore.
Alle 20.40, uscì di casa.
Mercoledì, ore 20.50
Anna giunse a casa di Emily. Parcheggiò l’auto negli appositi spazi riservati ad uso pubblico ed imboccò il breve vialetto che la collegava con la porta d’entrata. Suonò il campanello e rimase in attesa.
Quando la porta di aprì, comparve Barbara, la madre di Emily. Capelli biondi e fisico sportivo, la sua statura superava il metro e settantacinque. Alessia si stupiva, ogni volta che vedendola, pensava a come potesse essere così a 54 anni compiuti. Si presentò in un tailleur scuro e camicia bianca. Un paio di décolleté nere con tacco, davano un tocco alquanto sexy ai suoi piedi.
“Ciao Alessia!” la salutò la donna, con un bacio sulla guancia. Per lei, era quasi una figlia adottiva.
“Ciao Barbara! Però, stai molto bene! Appuntamento galante?” le chiese la ragazza, strizzandole d’occhio.
Era palese la confidenza tra loro. Alessia riteneva che Barbara fosse ancora perfettamente in tempo per incontrare un uomo giusto per lei. Il suo ex marito e padre di Emily, le aveva abbandonate quando la figlia aveva appena 6 anni, andando a vivere in Costarica, con una ragazza ben più giovane di lui. Da quel giorno, probabilmente, decise di non voler rischiare di rivivere lo stesso dolore.
“Magari! Una cena di lavoro. Dovrebbe essere la volta buona. Stiamo tentando la vendita di un villino poco fuori città. Il problema è l’acquirente. Un’altra richiesta bizzarra e i proprietari avranno una crisi di nervi.”
Fece una pausa. “E tu, come stai? Diventi sempre più bella!” esclamò, squadrandola da capo a piedi.
Alessia la ringraziò con un sorriso ed un bacetto. Si rese conto, però, che l’impeto l’aveva portata a sfiorare le labbra della donna. Si guardarono, per un attimo che parve eterno. Non seppe spiegare come uno strano formicolio allo stomaco, stesse affiorando dentro di lei.
"Buonasera!" fece il suo esordio Emily.
"Ciao!!" esclamò di rimando Alessia, tradendo un certo imbarazzo.
“Di cosa stavate parlando?” domando poi.
“Ah nulla, Tesoro” rispose sua madre “constatavo quanto Alessia fosse sempre più bella. Ed anche in forma, direi!” proseguì.
“Ci mancherebbe! Con tutto quel pilates. E lo yoga poi! Non ha più un filo di grasso sul quel corpicino!” disse la figlia sorridendo.
“Ok ragazze, ora basta! Mi fate arrossire” fece una pausa, pensando al colore che aveva in testa “capelli a parte, naturalmente!”.
Quella battuta strappò un sorriso asimmetrico alle altre due.
“Pure spiritosa!” esclamò Barbara, punzecchiandole il fianco.
“Ahahah! Ti prego, no! Soffro moltissimo il solletico!” esclamò Alessia.
“Lo so bene…” le disse Barbara. Per un attimo, ci fu silenzio. Poi la donna riprese.
“Comunque… sei sempre iscritta al corso di Filippo giusto? Alla Body&Dream, qui vicino?”
“Certo, con lui mi trovo benissimo. Vado 3 volte la settimana!”
“Domani ci sarò anch’io. Certo, se tu sarai parte della lezione delle 13.30. Di solito, partecipo a quella delle 18, ma domani ho un appuntamento fuori città in tardo pomeriggio, quindi ho preferito non rinunciarvi, cambiando orario” spiegò Barbara, mentre raccoglieva la borsetta.
“Domani ho il turno dalle 8 alle 13, per cui sì, ci vedremo lì!” disse Alessia.
“Se ti andasse, potremmo pranzare assieme dopo” propose la donna.
“Con piacere!”
“Molto bene” sorrise Barbara “Ragazze, divertitevi! Ci si vede più tardi” le salutò, uscendo.
Alessia ed Emily risposero al saluto. Si guardarono. Il sorriso sul volto della figlia di Barbara era sparito, lasciando spazio ad un’espressione malinconica. Aveva il volto leggermente provato. Alessia pensò che avesse versato una bella quantità di lacrime, quel giorno. Abbracciò l’amica, dandole un bacio in fronte. Lei la superava di quasi 10 centimetri. Emily, infatti, aveva poco o nulla da spartire con la madre a livello fisico. Era piuttosto magra di costituzione, nonostante praticasse nuoto da diversi anni. Portava i capelli corti, color castano scuro, erano raccolti in due codine. Si era presentata all’amica a piedi nudi, indossando una canotta celeste e shorts bianchi.
Stretta nell’abbraccio di Alessia, Emily iniziò lievemente a singhiozzare.
“Oi… su, calmati…” le disse Alessia con candore.
In quel momento, il campanello interruppe quel momento di affetto tra le due.
“Aspetta, faccio io, ok?” disse Alessia, frapponendosi tra l’amica e la porta, a cui era diretta.
“Ma…”
“Niente ma. Aspettami sul divano. Ci abbuffiamo e mi racconti tutto, d’accordo?”
Emily abbozzò un debole sorriso “Grazie…”. E si avviò verso il soggiorno.
Alessia pagò il ragazzo della consegna e raggiunse l’amica, per poter finalmente consumare la cena.
Mercoledì, ore 22.00
Pizza e birra furono di grande aiuto al morale di Emily. Dopo appena un’ora dal suo piccolo momento di sconforto, era già tornata a ridere e scherzare con l’amica. Oltre all’ottima patatosa, anche le tre birre sortirono un effetto positivo al suo umore.
“Sì, sai che ti dico?! Se ne vada a farsi fottere altrove!” sbottò Emily, palesemente brilla. La spontaneità di quell’esternazione, fece piegare Alessia dalle risate.
Emily terminò di bere l’ultima birra a disposizione, quindi si alzò di scatto e andò verso la cucina.
“Qui serve qualcos’altro!” esclamò mentre si trovava quasi nell’altra stanza.
Alessia sorrise, scuotendo la testa. Era felice, dopotutto, che la sua amica si sentisse molto meglio.
Distese le gambe, poggiando i piedi, rimasti nudi, sul bracciolo del divano, ed iniziò a smanettare sullo smartphone, mentre attendeva. Improvvisamente, fu preda di una sensazione sgradevolissima. Emily le stava facendo il solletico ai piedi, facendola sobbalzare talmente che finì sul pavimento a gambe all’aria.
Quel tentativo di liberarsi, la rese ancora più vulnerabile. E l’amica ne approfittò per divertirsi nuovamente con i suoi piedini.
“Ahahahahahahaha!! Ti pregotiprego!! Emilyyyyyahahahahaha!!” strillò Alessia, starnazzando dalle risate.
Con sua grande sorpresa, l’amica le concesse la tregua. Rideva pure lei, mentre la aiutava a rialzarsi.
“Ma quanto lo soffri, Ale??” le chiese, versandosi uno shottino di vodka alla menta.
Fingendosi ancora provata, Alessia attese che l’amica sollevo il bicchiere per bere, per fiondarsi su di lei, come una rapace con la propria preda.
“Questa me la paghi!!” esclamò, mentre le solleticava la pancia. Con un movimento fulmineo, la sdraiò supina, utilizzando le lunghe gambe per immobilizzarle le braccia, e diede il via alla tortura. La pancia della malcapitata fu presa di mira da prolungate grattatine, le quali contribuirono a mandarla in delirio.
Alessia si rivelò alquanto spietata, proseguendo per qualche minuto.
“Sei una stronza!!” sbraitò Emily, mentre ancora terminava di ridere.
“Beh, ci siamo divertite no?” rispose Alessia ironicamente.
“No, sul serio, che ti è preso?? Non respiravo più!”
“Io invece stavo per farmela addosso, piccoletta!!”
“Piccoletta a chi?!” gridò ancora Emily, avvicinandosi minacciosa.
“A te! Piccoletta a te!!” esclamò l’altra di rimando.
Le due amiche, si guardarono in cagnesco, a pochi centimetri l’una dall’altra.
E poi, d’un tratto, eccolo. Improvvisa, inaspettata. La spinta degli eventi, a sovvertire l’inerzia di un momento. Un fruscio, un movimento. Ci fu un bacio, fugace, istintivo. E poi, un gioco di sguardi, ad anticiparne un secondo, più lungo, più caldo, più passionale. L’epilogo più inaspettato.
Bastarono pochi secondi. Il vestito di Alessia ed il pigiama di Emily, volarono sul pavimento.
Fecero l’amore lì, su quel divano, nella casa in cui assieme avevano condiviso il periodo più bello della loro vita, consapevoli di poter contare una sull’altra. Ed ora anche i loro corpi, dapprima titubanti, presero ad unirsi tra loro, mentre le mani esploravano quanto più potevano.
Emily non l’aveva mai fatto con una donna. Alessia, invece, aveva sperimentato con Giorgia e le era piaciuto. Fu lei a condurre i giochi, portando l’amica all’orgasmo, grazie all’incontro ravvicinato della sua lingua con la vagina di lei. Emily spalancò le gambe, mentre sfogava la sua gioia strepitando ed ansimando.
“Ale, vieni… siediti sulla mia faccia…” la invitò, ancora ansante.
L'amica non se lo fece ripetere e, dopo 5 minuti, tentò di superare l’urlo precedente della sua amica, mentre raggiungeva il punto di massimo godimento.
In uno stato di totale relax, si sdraiarono sul divano, una opposta all’altra. Mentre ancora il suo respiro stava regolarizzandosi, Alessia tornò a percepire qualcosa sotto ai suoi piedi. Non era solletico, ma la piacevole sensazione della lingua di Emily che perlustrava tutto l’arco plantare, intrufolandosi tra dita.
Rimase spiazzata da quanto quel trattamento le stesse piacendo. Non riuscì a resistere dal toccarsi nuovamente. Iniziò a frizionare il clitoride con piccoli movimenti circolari, avvertendo il piacere che aumentava. Notò che anche l’amica si toccava. Era forse una specie di feticista dei piedi? Si domandò Alessia, certa di non averne mai notato un dettaglio. Vennero quasi contemporaneamente, limitando, stavolta, le loro esternazioni, e lasciando che il corpo cedesse totalmente al rilassamento.
Giovedì, ore 00.15
Alessia si ridestò di soprassalto. Lei ed Emily si erano addormentate completamente nude, accoccolate sul divano. Il pensiero andò alla madre dell’amica. Poteva arrivare a momenti? Pensò fosse assai imbarazzante, se l’avesse trovata in quella situazione. Ehm, già, io ed Emily abbiamo fatto sesso… no, meglio evitare certi scenari. In pochi attimi era di nuovo vestita. Dopodiché, chiamò dolcemente Emily, sperando che condividesse la sua preoccupazione. Non fu così. Complice anche la sbronza, il sonno di lei era nella fase più pesante, il che portò Alessia ad adoperare maniere più brusche.
“Dai, piccola! Per favore, se arriva tua madre…”
“Mmmmm…” fu la reazione di Emily, lontana da quella reattività che l’amica si aspettava.
Alessia non si perse d’animo. Non senza difficoltà, l’aiuto a vestirsi e la mise a letto. Rimase a guardarla per pochi secondi, un sorriso comparve sul suo volto.
“Buonanotte cucciola!” le sussurrò, dandole un piccolo bacio sulle labbra.
Uscì dalla camera e raggiunse l’entrata proprio nel momento in cui Barbara stava varcando l’ingresso di casa.
“Oh ciao! Com’è andata stasera?” chiese Alessia.
“Emily?” chiese Barbara, non vedendola assieme a lei.
“L’ho messa a dormire…ci eravamo addormentate sul divano, qualche birra di troppo…” tentò di spiegare, cercando di apparire più convincente possibile.
“Come sta’? oggi ha pianto tutto il giorno” disse la madre, leggermente preoccupata.
Alessia le sorrise.
“Molto, molto meglio! Abbiamo riso e scherzato tutta la sera! Penso di poter dire che la cosa sia già alle spalle!” rispose lei, con un pizzico di euforia.
Un sorriso di soddisfazione comparve sul volto di Barbara, che abbracciò Alessia.
“Grazie, cara! Sono sicura che sia gran parte merito tuo!” disse. E le baciò la guancia.
“Sei sempre stata un riferimento per lei, lo scoglio a cui aggrapparsi. Ti ringrazio” e mentre lo diceva, le carezzava i capelli. Aveva il volto vicino all’amica di sua figlia, tanto che le loro fronti si sfiorarono.
Alessia non seppe spiegarsi del perché le sue mani finirono per poggiarsi sui fianchi della donna.
Non seppe descrivere quello che sentì, quando Barbara la baciò dolcemente sulle labbra. Aveva appena fatto sesso con sua figlia ed ora, questa bellissima donna ci stava provando con lei. Ebbe l’istinto di staccarsi, ma sentiva che la cosa le piacesse. Fu Barbara a staccarsi da lei.
“Ci vediamo domani al corso di yoga?” le chiese.
Alessia annuì, con fare un po’ incerto.
Salutò Barbara e partì alla volta di casa, con il pensiero rivolto al giorno successivo.
Alessia stava riponendo alcuni libri, dopo avere effettuato il solito giro di controllo.
Aveva trovato occupazione presso la biblioteca del paese, dove lavorava a turni alternati, talvolta il mattino, talvolta il pomeriggio, variandoli anche durante la settimana. Era felice. Quell’impiego, le permetteva di far fonte a gran parte dei costi universitari, avere mezza giornata a disposizione e, nelle giornate di minor afflusso, di poter sfruttare quei momenti vuoti per portarsi avanti con lo studio.
Mentre faceva ritorno alla postazione principale, notò un paio di anziani intenti a leggere il quotidiano.
“Meglio che inizi ad informarli che stiamo chiudendo, altrimenti non si schioderanno da lì a breve” pensò Alessia, un attimo prima di dirigersi verso gli ultimi visitatori. Il trillo del suo cellulare, richiamò la sua attenzione, facendole fare dietro front verso la scrivania. Era Emily, la sua migliore amica. Le aveva inviato un messaggio su Whatsapp. La frase era breve, tanto che Alessia la lesse tutta in anteprima.
- Ciao Ale… come ti va’? -
- Ciao Emy…tutto ok :) … tu? -
- Che fai di bello…? -
- Stavo per sbattere fuori due tipi dalla biblioteca XDXD… ske… sto chiudendo, ma ci sono ancora due signori che leggono, come se niente fosse! -
- Scusami Ale! Mi ero scordata che eri di turno…ci sentiamo dopo ok? -
- Certo… maaa… è tutto ok? -
- Non proprio… possiamo vederci stasera? –
- Sicuro! … ma non farmi preoccupare… è successo qualcosa?? -
- … Edo… abbiamo rotto… o meglio, lui ha rotto con me… -
- Mi dispiace Emy! Come mai…? -
- La sua ex… è lunga da spiegare… -
- Hey tranqui… stasera mi dici tutto -
- Grazie Ale… se non ci fossi tu :-* -
- e che ci sto a fare altrimenti?? :) … solito posto? Passo io a prenderti ok? -
- Ok…grazie ancora… a stasera… -
- Bye bye :) –
Alessia chiuse la chat, riponendo il telefono sul tavolo. Pensò ad Emily e quanto le aveva detto, cosa che la distrasse da quella che doveva essere la sua mansione in quel momento. Tornò con la mente a qualche istante prima di ricevere il messaggio.
“Ah certo, quei due tizi” si disse tra sé. Per sua grande sorpresa, notò che, nel frattempo, i due anziani erano già di strada verso la porta d’uscita. Mentre stava uscendo, il secondo le fece un breve cenno di saluto che lei ricambiò con un sorriso.
“Sono andati senza che gli si debba far notare l’orario. La serata promette bene!” si disse. Recuperò la sua roba e si incamminò verso casa, chiudendosi alle spalle la porta a chiave.
Viveva in un appartamento non lontano dalla facoltà, la quale distava comunque poco dalla biblioteca, cosa che le fece parecchio piacere, considerato quanto amasse potersi spostare a piedi. Aveva persino trovato una persona con la quale dividere l’affitto del bicamere 3C, situato al terzo piano di un condominio costruito circa vent’anni prima, quindi relativamente recente per quanto poteva riguardare isolamento termico ed acustico. Giorgia, la sua coinquilina, come lei studiava e lavorava, nel suo caso, part-time come cameriera presso un locale adibito a tavola calda. Le due si vedevano raramente, avendo orari molto diversi. Tuttavia, riuscivano talvolta a trascorrere qualche serata assieme, specialmente in quei giorni in cui entrambe non avevano interesse ad uscire.
Scoprirono di avere in comune, la passione per le serie tv. Piattaforme come Netflix e Prime Video, giravano come se non vi fosse un domani. Nonostante entrambe si dichiarassero eterosessuali, in una di quelle serate, erano arrivate a scambiarsi delle effusioni sul divano. Complice qualche drink di troppo, si spinsero a sperimentare il saffismo, iniziando da timidi baci, per poi terminare nude, una sul corpo dell’altra, a masturbarsi a vicenda. Decisero di non rivangare su quella folle notte di passione, d’accordo entrambe che si fosse trattato di uno sbaglio, spinto da alcol e momento. Ciò nonostante, si ritrovarono più legate di prima.
Accompagnata da questi pensieri, Alessia rientrò a casa. Ripensare a quella notte di qualche mese prima, le dava sempre una strana ma piacevole sensazione. Se per Giorgia si era trattato di un episodio isolato e superato, per lei aveva avuto un altro significato, o almeno così credeva. Qual era il motivo che le faceva sorgere quel senso di malinconia, al solo affiorarsi di quel ricordo?
Alessia scacciò quei pensieri, riflettendo invece su quanto le aveva raccontato Emily, l’amica del cuore dai tempi del liceo. Le loro strade si erano divise dopo il diploma. Lei aveva scelto di proseguire con gli studi, iscrivendosi a scienza della comunicazione; Emily, invece, prese coscienza del fatto che lo stimolo dello studio, era morto per sempre. Decise di lavorare a tempo pieno nell’agenzia immobiliare di cui sua madre era titolare, scoprendo presto di aver fatto la scelta giusta. Il lavoro le piaceva, era a contatto con le persone e poteva gestirsi l’orario lavorativo con una certa flessibilità. Da alcuni mesi, frequentava questo ragazzo, Edoardo, che a detta di lei, era un autentico stallone, sotto le lenzuola. Emily le raccontò che, durante uno dei loro rapporti, le aveva leccato le parti intime per più di mezz’ora filata, facendole avere ben 4 orgasmi a ripetizione. Ed ora, era finita. Si domandò se c’entrasse qualcosa questa ex di turno, ricomparsa all’improvviso. Vedremo stasera, si disse, liquidando sul nascere ogni possibile congettura.
Si tolse jeans e magliettina, seguiti da calzini ed intimo, ed entrò in doccia. Approfittò di quel momento per ripassare braccia e gambe con la lametta. Una volta terminato, decise che avrebbe ridato lo smalto ai piedi. Optò per il colore nero, che adorava. Si sedette sul divano, poggiando le gambe sul pouf di fronte ad esso al fine di lasciare asciugare la tinta. Stava per fare un po’ di zapping, quando il cellulare emise un trillo.
- Hey Ale…Ti andrebbe se restassimo da me, stasera? Ho cambiato idea, non mi va di uscire…scusa… -
- Oi Emy! Tranqui :-) … Certo che sì! Ti raggiungo per le 21 ok? –
- Va bene…mangi da me? Ordino due pizze a domicilio –
- Ok capo! Crudo e rucola per me! –
- Sempre la solita salutista, eh? :-) –
- Certo, Tesoro! ;-) –
- A dopo, Ale! –
Alessia la salutò e chiuse la chat. Lasciò cadere l’accappatoio a terra e si diresse nuda verso la sua camera da letto. Lo faceva d’abitudine, quando Giorgia non c’era. Se l’avesse trovata ora, avrebbero anche potuto concedersi il bis, ma non voleva apparire provocante con la sua coinquilina-amica.
Era di una bellezza unica. Alta poco più di un metro e settanta, vantava un fisico alquanto tonico, frutto di anni di danza, in età più giovanile, di pilates e soprattutto yoga. Di quest’ultima disciplina, ne era una mera sostenitrice ed un’assidua praticante da quasi 5 anni. La lunghezza delle sue gambe, metteva in risalto le sode curve del suo lato B. Il rosso dei suoi capelli, abbinato al verde acceso dei suoi occhi, contribuivano a regalarle un aspetto quasi fiabesco. Qualcuno l’aveva paragonata a Poison Ivy, la dea delle piante, nemica di Batman. Alessia non aveva nulla da invidiare alla perfida ninfa, se non il pollice verde; infatti, non era mai riuscita nell’impresa di far sopravvivere nemmeno una pianta grassa.
Scelse un semplice vestitino nero. Ai piedi, indossò un paio di ballerine dello stesso colore.
Alle 20.40, uscì di casa.
Mercoledì, ore 20.50
Anna giunse a casa di Emily. Parcheggiò l’auto negli appositi spazi riservati ad uso pubblico ed imboccò il breve vialetto che la collegava con la porta d’entrata. Suonò il campanello e rimase in attesa.
Quando la porta di aprì, comparve Barbara, la madre di Emily. Capelli biondi e fisico sportivo, la sua statura superava il metro e settantacinque. Alessia si stupiva, ogni volta che vedendola, pensava a come potesse essere così a 54 anni compiuti. Si presentò in un tailleur scuro e camicia bianca. Un paio di décolleté nere con tacco, davano un tocco alquanto sexy ai suoi piedi.
“Ciao Alessia!” la salutò la donna, con un bacio sulla guancia. Per lei, era quasi una figlia adottiva.
“Ciao Barbara! Però, stai molto bene! Appuntamento galante?” le chiese la ragazza, strizzandole d’occhio.
Era palese la confidenza tra loro. Alessia riteneva che Barbara fosse ancora perfettamente in tempo per incontrare un uomo giusto per lei. Il suo ex marito e padre di Emily, le aveva abbandonate quando la figlia aveva appena 6 anni, andando a vivere in Costarica, con una ragazza ben più giovane di lui. Da quel giorno, probabilmente, decise di non voler rischiare di rivivere lo stesso dolore.
“Magari! Una cena di lavoro. Dovrebbe essere la volta buona. Stiamo tentando la vendita di un villino poco fuori città. Il problema è l’acquirente. Un’altra richiesta bizzarra e i proprietari avranno una crisi di nervi.”
Fece una pausa. “E tu, come stai? Diventi sempre più bella!” esclamò, squadrandola da capo a piedi.
Alessia la ringraziò con un sorriso ed un bacetto. Si rese conto, però, che l’impeto l’aveva portata a sfiorare le labbra della donna. Si guardarono, per un attimo che parve eterno. Non seppe spiegare come uno strano formicolio allo stomaco, stesse affiorando dentro di lei.
"Buonasera!" fece il suo esordio Emily.
"Ciao!!" esclamò di rimando Alessia, tradendo un certo imbarazzo.
“Di cosa stavate parlando?” domando poi.
“Ah nulla, Tesoro” rispose sua madre “constatavo quanto Alessia fosse sempre più bella. Ed anche in forma, direi!” proseguì.
“Ci mancherebbe! Con tutto quel pilates. E lo yoga poi! Non ha più un filo di grasso sul quel corpicino!” disse la figlia sorridendo.
“Ok ragazze, ora basta! Mi fate arrossire” fece una pausa, pensando al colore che aveva in testa “capelli a parte, naturalmente!”.
Quella battuta strappò un sorriso asimmetrico alle altre due.
“Pure spiritosa!” esclamò Barbara, punzecchiandole il fianco.
“Ahahah! Ti prego, no! Soffro moltissimo il solletico!” esclamò Alessia.
“Lo so bene…” le disse Barbara. Per un attimo, ci fu silenzio. Poi la donna riprese.
“Comunque… sei sempre iscritta al corso di Filippo giusto? Alla Body&Dream, qui vicino?”
“Certo, con lui mi trovo benissimo. Vado 3 volte la settimana!”
“Domani ci sarò anch’io. Certo, se tu sarai parte della lezione delle 13.30. Di solito, partecipo a quella delle 18, ma domani ho un appuntamento fuori città in tardo pomeriggio, quindi ho preferito non rinunciarvi, cambiando orario” spiegò Barbara, mentre raccoglieva la borsetta.
“Domani ho il turno dalle 8 alle 13, per cui sì, ci vedremo lì!” disse Alessia.
“Se ti andasse, potremmo pranzare assieme dopo” propose la donna.
“Con piacere!”
“Molto bene” sorrise Barbara “Ragazze, divertitevi! Ci si vede più tardi” le salutò, uscendo.
Alessia ed Emily risposero al saluto. Si guardarono. Il sorriso sul volto della figlia di Barbara era sparito, lasciando spazio ad un’espressione malinconica. Aveva il volto leggermente provato. Alessia pensò che avesse versato una bella quantità di lacrime, quel giorno. Abbracciò l’amica, dandole un bacio in fronte. Lei la superava di quasi 10 centimetri. Emily, infatti, aveva poco o nulla da spartire con la madre a livello fisico. Era piuttosto magra di costituzione, nonostante praticasse nuoto da diversi anni. Portava i capelli corti, color castano scuro, erano raccolti in due codine. Si era presentata all’amica a piedi nudi, indossando una canotta celeste e shorts bianchi.
Stretta nell’abbraccio di Alessia, Emily iniziò lievemente a singhiozzare.
“Oi… su, calmati…” le disse Alessia con candore.
In quel momento, il campanello interruppe quel momento di affetto tra le due.
“Aspetta, faccio io, ok?” disse Alessia, frapponendosi tra l’amica e la porta, a cui era diretta.
“Ma…”
“Niente ma. Aspettami sul divano. Ci abbuffiamo e mi racconti tutto, d’accordo?”
Emily abbozzò un debole sorriso “Grazie…”. E si avviò verso il soggiorno.
Alessia pagò il ragazzo della consegna e raggiunse l’amica, per poter finalmente consumare la cena.
Mercoledì, ore 22.00
Pizza e birra furono di grande aiuto al morale di Emily. Dopo appena un’ora dal suo piccolo momento di sconforto, era già tornata a ridere e scherzare con l’amica. Oltre all’ottima patatosa, anche le tre birre sortirono un effetto positivo al suo umore.
“Sì, sai che ti dico?! Se ne vada a farsi fottere altrove!” sbottò Emily, palesemente brilla. La spontaneità di quell’esternazione, fece piegare Alessia dalle risate.
Emily terminò di bere l’ultima birra a disposizione, quindi si alzò di scatto e andò verso la cucina.
“Qui serve qualcos’altro!” esclamò mentre si trovava quasi nell’altra stanza.
Alessia sorrise, scuotendo la testa. Era felice, dopotutto, che la sua amica si sentisse molto meglio.
Distese le gambe, poggiando i piedi, rimasti nudi, sul bracciolo del divano, ed iniziò a smanettare sullo smartphone, mentre attendeva. Improvvisamente, fu preda di una sensazione sgradevolissima. Emily le stava facendo il solletico ai piedi, facendola sobbalzare talmente che finì sul pavimento a gambe all’aria.
Quel tentativo di liberarsi, la rese ancora più vulnerabile. E l’amica ne approfittò per divertirsi nuovamente con i suoi piedini.
“Ahahahahahahaha!! Ti pregotiprego!! Emilyyyyyahahahahaha!!” strillò Alessia, starnazzando dalle risate.
Con sua grande sorpresa, l’amica le concesse la tregua. Rideva pure lei, mentre la aiutava a rialzarsi.
“Ma quanto lo soffri, Ale??” le chiese, versandosi uno shottino di vodka alla menta.
Fingendosi ancora provata, Alessia attese che l’amica sollevo il bicchiere per bere, per fiondarsi su di lei, come una rapace con la propria preda.
“Questa me la paghi!!” esclamò, mentre le solleticava la pancia. Con un movimento fulmineo, la sdraiò supina, utilizzando le lunghe gambe per immobilizzarle le braccia, e diede il via alla tortura. La pancia della malcapitata fu presa di mira da prolungate grattatine, le quali contribuirono a mandarla in delirio.
Alessia si rivelò alquanto spietata, proseguendo per qualche minuto.
“Sei una stronza!!” sbraitò Emily, mentre ancora terminava di ridere.
“Beh, ci siamo divertite no?” rispose Alessia ironicamente.
“No, sul serio, che ti è preso?? Non respiravo più!”
“Io invece stavo per farmela addosso, piccoletta!!”
“Piccoletta a chi?!” gridò ancora Emily, avvicinandosi minacciosa.
“A te! Piccoletta a te!!” esclamò l’altra di rimando.
Le due amiche, si guardarono in cagnesco, a pochi centimetri l’una dall’altra.
E poi, d’un tratto, eccolo. Improvvisa, inaspettata. La spinta degli eventi, a sovvertire l’inerzia di un momento. Un fruscio, un movimento. Ci fu un bacio, fugace, istintivo. E poi, un gioco di sguardi, ad anticiparne un secondo, più lungo, più caldo, più passionale. L’epilogo più inaspettato.
Bastarono pochi secondi. Il vestito di Alessia ed il pigiama di Emily, volarono sul pavimento.
Fecero l’amore lì, su quel divano, nella casa in cui assieme avevano condiviso il periodo più bello della loro vita, consapevoli di poter contare una sull’altra. Ed ora anche i loro corpi, dapprima titubanti, presero ad unirsi tra loro, mentre le mani esploravano quanto più potevano.
Emily non l’aveva mai fatto con una donna. Alessia, invece, aveva sperimentato con Giorgia e le era piaciuto. Fu lei a condurre i giochi, portando l’amica all’orgasmo, grazie all’incontro ravvicinato della sua lingua con la vagina di lei. Emily spalancò le gambe, mentre sfogava la sua gioia strepitando ed ansimando.
“Ale, vieni… siediti sulla mia faccia…” la invitò, ancora ansante.
L'amica non se lo fece ripetere e, dopo 5 minuti, tentò di superare l’urlo precedente della sua amica, mentre raggiungeva il punto di massimo godimento.
In uno stato di totale relax, si sdraiarono sul divano, una opposta all’altra. Mentre ancora il suo respiro stava regolarizzandosi, Alessia tornò a percepire qualcosa sotto ai suoi piedi. Non era solletico, ma la piacevole sensazione della lingua di Emily che perlustrava tutto l’arco plantare, intrufolandosi tra dita.
Rimase spiazzata da quanto quel trattamento le stesse piacendo. Non riuscì a resistere dal toccarsi nuovamente. Iniziò a frizionare il clitoride con piccoli movimenti circolari, avvertendo il piacere che aumentava. Notò che anche l’amica si toccava. Era forse una specie di feticista dei piedi? Si domandò Alessia, certa di non averne mai notato un dettaglio. Vennero quasi contemporaneamente, limitando, stavolta, le loro esternazioni, e lasciando che il corpo cedesse totalmente al rilassamento.
Giovedì, ore 00.15
Alessia si ridestò di soprassalto. Lei ed Emily si erano addormentate completamente nude, accoccolate sul divano. Il pensiero andò alla madre dell’amica. Poteva arrivare a momenti? Pensò fosse assai imbarazzante, se l’avesse trovata in quella situazione. Ehm, già, io ed Emily abbiamo fatto sesso… no, meglio evitare certi scenari. In pochi attimi era di nuovo vestita. Dopodiché, chiamò dolcemente Emily, sperando che condividesse la sua preoccupazione. Non fu così. Complice anche la sbronza, il sonno di lei era nella fase più pesante, il che portò Alessia ad adoperare maniere più brusche.
“Dai, piccola! Per favore, se arriva tua madre…”
“Mmmmm…” fu la reazione di Emily, lontana da quella reattività che l’amica si aspettava.
Alessia non si perse d’animo. Non senza difficoltà, l’aiuto a vestirsi e la mise a letto. Rimase a guardarla per pochi secondi, un sorriso comparve sul suo volto.
“Buonanotte cucciola!” le sussurrò, dandole un piccolo bacio sulle labbra.
Uscì dalla camera e raggiunse l’entrata proprio nel momento in cui Barbara stava varcando l’ingresso di casa.
“Oh ciao! Com’è andata stasera?” chiese Alessia.
“Emily?” chiese Barbara, non vedendola assieme a lei.
“L’ho messa a dormire…ci eravamo addormentate sul divano, qualche birra di troppo…” tentò di spiegare, cercando di apparire più convincente possibile.
“Come sta’? oggi ha pianto tutto il giorno” disse la madre, leggermente preoccupata.
Alessia le sorrise.
“Molto, molto meglio! Abbiamo riso e scherzato tutta la sera! Penso di poter dire che la cosa sia già alle spalle!” rispose lei, con un pizzico di euforia.
Un sorriso di soddisfazione comparve sul volto di Barbara, che abbracciò Alessia.
“Grazie, cara! Sono sicura che sia gran parte merito tuo!” disse. E le baciò la guancia.
“Sei sempre stata un riferimento per lei, lo scoglio a cui aggrapparsi. Ti ringrazio” e mentre lo diceva, le carezzava i capelli. Aveva il volto vicino all’amica di sua figlia, tanto che le loro fronti si sfiorarono.
Alessia non seppe spiegarsi del perché le sue mani finirono per poggiarsi sui fianchi della donna.
Non seppe descrivere quello che sentì, quando Barbara la baciò dolcemente sulle labbra. Aveva appena fatto sesso con sua figlia ed ora, questa bellissima donna ci stava provando con lei. Ebbe l’istinto di staccarsi, ma sentiva che la cosa le piacesse. Fu Barbara a staccarsi da lei.
“Ci vediamo domani al corso di yoga?” le chiese.
Alessia annuì, con fare un po’ incerto.
Salutò Barbara e partì alla volta di casa, con il pensiero rivolto al giorno successivo.
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