Filastrocca Stordita

di
genere
sentimentali

C’era una volta e forse c’è ancora,
una bionda bambina che salutava l’aurora.
Giocava a ballare sull’erba più verde,
imparava che la vita è un gioco che perde.
Prendeva i sorrisi più belli che aveva
e senza pensarci li nascondeva.
Esser contenti costava ben poco
quanto tutto nel mondo sembrava un bel gioco.
Ma un giorno la strega s’accorse di lei
le prese la casa ed un pò di trofei.
Voleva i sorrisi la strega invidiosa
ma non li trovò ne in rima ne in prosa.
Il principe buono li aveva protetti
trasformandoli tutti in dolci confetti
che mangiavano insieme belli tranquilli
ignorando la strega e tutti i suoi strilli.
Il principe buono le aveva insegnato
che perder il sorriso era sempre un reato .
Un giorno di luglio il nero arrivò
sceso dal monte lento mangiò
ogni confetto rosa rimasto
usando il principe come antipasto.
La strega rideva amica del Nero
ed il mondo divenne molto più austero.
Aveva sorrisi ma non quelli belli
del mondo giocoso si eran chiusi i cancelli.
La strega ed il nero regnaron sovrani
ma diventaron ogni giorno sempre più umani

C’era una volta questo breve racconto
di una mora ragazza che guardava il tramonto
sedeva a pensare sull’erba ingiallita
la danza d’un tempo l’aveva impaurita.
Per quanto lontani fossero i monti
il cuore celava davanti a quei tonti.
La vita diversa s’era inventata
ripeteva a se stessa “ mi sono ambientata”
L’autunno era andato la neve cadeva
della strega ormai era l’allieva.
a vedersi così si sentiva fuggiasca
piano la mano infilò nella tasca
Il principe buono li aveva nascosto
un azzurro confetto come avamposto
il nero malvagio non l’aveva trovato
il mondo sembrò un pò più fatato
Nella mano strinse il sopravvissuto
testimone di ciò che aveva perduto.
Alzatasi in piedi raccolse i capelli
quella coda agitò davanti ai cancelli
Il nero e la Strega sentiron l’odore
di quel solo sorriso rimasto nel cuore.
Lei lo mostro come fosse un magnete
e sicura urlò “E’ vostro , coraggio, prendete!!”
Il nero la mano allungò sul confetto
la ragazza la chiuse facendo dispetto.
La Strega arrabbiata la prese con forza
“Dammelo è mio, non fare la stronza!!”

C’è ora in un posto lontano ben custodito
ciò che una giovane donna aveva capito:
I nemici non sono oltre la porta
ma quelli che il cuore zitto sopporta.
La strega divenne una vecchia signora
Il nero sparì dietro all’aurora.
Il mondo di nuovo si era vestito
sorrisi diversi le avrebbe elargito.
Ed ecco arrivare un bel cavaliere
veniva cantando da terre straniere
La mente lo vide e sorpresa le disse
“Intorno a quest’uomo vorrei fare l’elisse”
Il cuore assonnato si riprese all’istante
“Per ciò che provo non trovo scusante”
La pelle vibrò quando la mano gli prese
crollaron così tutte le loro difese.
Da una vita passata riconoscersi è strano
però quell’amore nasceva lontano.
Le anime loro si erano già unite
anche se di vita nuova eran farcite.
“amami ancora e saliam su una stella”
“Scegliala tu e sarà la più bella”
Aspettaron la luna e le sue sorelle
fondendosi insieme anima e pelle.
Saliron poi lassù lontani da tutto
La notte testimone del loro debutto.
Questa è la storia non raccontata
di come passò la loro nottata.

C’era una volta e di certo c’è ancora
almeno due cuori che guardan l’aurora
La stella rimane anche se la notte va via.
Dammi un confetto e fai la magia!

(questa storia potrebbe esser finita…
lo scopriremo magari nella prossima vita…)
scritto il
2020-02-01
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