Mia sorella si rivelò bisex 3.

di
genere
etero

Uscii di casa ed andai a prendere l'auto ma quel giorno non voleva partire, perciò chiamai Adriana e le dissi che sarei arrivato dopo l'intervento del meccanico. Salii perciò a casa e Valeria, vistomi tornare lì mi chiese il motivo e le disse del motore fuori gioco. Si offrì di accompagnarmi con la sua auto ma cercai di evitare di andare con lei da Adriana e le dissi che stavo attendendo il meccanico allora lei se ne andò via. In poco tempo la mia auto ripartì, grazie al meccanico e corsi da Adriana che quando mi fece entrare in casa sua, trovai molto formale come comportamento e non capii perchè non mi aveva abbracciato e poi baciato, come era normale che accadesse tra noi. Capii tutto solo quando mi venne incontro una biondina, tutta curve che si presentò ,appunto, come sua sorella, improvvisamente venuta a Roma da Firenze dove abitava da mesi per studiare all'Università. Lucia, la sorella mi tempestò di domande sul mio rapporto con Adriana ma le confermai di essere solo un vecchio amico e basta ma lei non lo credette. Adriana s'inventò che io ero là per cercare di riparare il forno della cucina che da mesi non andava bene ed io mi feci dare un giravite per arrivare a vedere i fili elettrici e, fortunatamente, trovai che un filo era male fissato sul morsetto, ecco perchè la luce interna andava e non andava, così feci una bella figura con le sorelle e Lucia si offrì per preparare una pizza per tutti a pranzo. Adriana chiamò anche Valeria che ci raggiunse a pranzo e dopo il caffè se ne andarono a fare il pisolino. Io e Lucia rimanemmo sulla terrazza a godrci il centro di Roma, poi, vuoi il caldo, vuoi i continui scambi di sguardi, Lucia avvicinò la sua sedia accanto a me e si appoggio a rosolarsi col sole sulla mia spalla ed io la abbracciai intorno al collo affettuosamente ma la bambolina aveva tutt'altre intenzioni e si girò incollando le sue labbra alle mie e dopo un lungo slinguare, mi disse se avevo un posto dove andare a passare il tempo. Pensai al magazzino dove mio padre teneva le sue biciclette di antica origine e lì avremmo trovato pure un divano letto. Così Ce ne andammo là e, appena entrati, certi che nessuno ci poteva disturbare, ci siamo spogliati e stesi sul divano aperto per intero. Lei prese subito a dirigere il gioco e mi fece un super bocchino da manuale, poi, dopo che le sborrai in bocca e sulle guance e collo, le leccai la figa e mordicchiai le cosce carezzandole, poi la feci rigirare su se stessa e le infilai un dito nel culo, come se volessi prepararlo a ricevere ben più del dito e così in effetti fu, la penetrai fino in fondo e dopo un movimento come un'altalena, le sborrai tutto dentro. Rimanemmo un poco fermi ed in silenzio, riprendemmo i giochi, poi, dopo due ore, ce ne tornammo a casa dove trovammo Valeria ed Adriana ancora a letto, così ci avvicinammo alla porta della camera e vedemmoin penombra due corpi avvinghiati l'uno con l'altro e ci guardammo un poco allibiti: tutto avrei pensato di vedere o di sentire ma che Valeria ed Adriana se la facessero chissà ormai da quanto tempo, proprio non lo avrei mai neanche pensato. Ce ne andammo via da casa e dopo un pò telefonai ad Adriana dicendo che ero con sua sorella in giro per Roma. Lei mi rispose che si erano appena alzate dopo una lunga dormita e al momento uscivano per acquisti. Allora io e Lucia ce ne andammo al cinema. Al giorno dopo ero in casa con Valeria e arrivò Adriana per andare con lei a scegliere le tende per casa di Valeria e, trovandosi mia sorella in bagno a prepararsi, Adriana mi abbracciò baciandomi intensamente. Eravamo tanto presi dal bacio che non sentimmo affatto sopraggiungere Valeria che trovandoci in quella situazione, disse ad Adriana che sapeva da lei le mie prestazioni sessuali e, dato che tra loro si dividevano tutto allora avrebbe diviso anche lei quanto offrivo io come maschio, infischiandosi del tutto che noi eravamo fratello e sorella, così si mise tra me ed Adriana, tastandomi alla patta dei calzoni e, presici per mano, ci trascinò in camera sua dove il lettone era ancora disfatto per i loro giochi di prima. Si spogliò rapidamente e disse di fare altrettanto noi due ma io ero imbarazzatissimo a vedere Valeria tutta nuda ed il mio cazzo non dava segni di vita. Adriana non si muoveva neppure lei e così fu Valeria a slacciarmi i pantaloni che caddero in terra poi palpò il cazzo che di conseguenza si addrizzò e, senza preamboli se lo prese in bocca, dicendo poi che non immaginava di avere un fratellone ben fornito ed allora voleva sperimentare le mie capacità amatoriali. Mentre poi Valeria spogliava Adriana io me ne andai a prendermi un bicchierino di Grappa per darmi più carica e, tornato in camera, le trovai sul letto abbracciare e non ci pensai più e mi tuffai sui loro seni ben calibrati e scesi a baciarle le fighe già intrise di umori, poi mi misi tra loro e firai Adriana per scoparla ben bene ma Valeria mi tirò verso di lei e pretese che io scopassi prima lei ed allora mi diedi da fare senza pensare a cosa stavo facendo così la scopai a lungo m quando sentii che me ne venivo, la rigirai e le infilai il cazzo in culo facendola gridare ma poi passò ai gemiti di piacere. Dopo che avevamo scopato tutt'e tre a lungo, Valeria andò a preparare il mangiare. Dopo mangiato riprendemmo i giochi e, mentre stavo inculando Adriana, mi sentii spingere qualcosa in culo e, giratomi, vidi che valeria aveva un cazzo di gomma fissato ad un'imbragatura e me lo stava cercando d'infilare dentro. Quella era la mia prima esperienza da passivo ed avevo un certo timore di provare assai dolore ma Adriana mi trattenne prendendomi le braccia che immobilizzò col suo peso, impedendomi di svincolarmi ed evitare la mia deflorazione. Mi dovetti così prendere quel cazzo finto, fortunatamente non esagerato come misure e resistetti dignitosamente alla demolizione della mia verginità anale. Poi fu Adriana a volere in culo quel fallo ed allora io, per pura vendetta, m'inculai la mia sorellina che m'implorò di non farle male ma non volevo farle mancare nulla, così prima urlò ma dopo diede solo gridolini di piacere.
scritto il
2020-02-05
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