Aurora 7
di
Kyr
genere
feticismo
Il momento in qui Elviria e Rocsana prendono il caffè dopo la cena rilassate sul divano è il momento della mia supplica quotidiana, almeno una volta al giorno devo inginocchiarmi davanti a loro con la fronte appoggiata per terra e pregarle di tenermi al loro servizio.
Quella sera seduta a fianco alle mie padrone che prendevano il caffè con loro vi era anche la signora Mariagrazia del sesto piano e Giulia del secondo.
Inginocchiata a terra nella mia stessa posizione c’era Caterina la cameriera della signora Mriagrazia.
-Dobbiamo fare qualcosa, altrimenti queste due passano il tempo a chiacchierare fra di loro invece di lavorare. Disse la mia padrona Rocsana.
-Ah io a Caterina la mando alla trattoria qui a fianco a fare la lavapiatti da mezzogiorno alle tre, tanto io a quell’ora non ci sono, cosi la tengo impegnata.
Disse la signora Mariagrazia.
-Ottima idea. Ribadì la mia padrona mentre si guardava lo splendido anello con un grosso diamante incastonato che portava al dito.
Fu Giulia ad accorgersene.
-Ma è nuovo che splendore.
-Si me lo ha regalato Gianpiero ed è l’anello di fidanzamento.
In quel momento nessuno se ne accorse,anche per via della posizione in qui eravamo, solo io notai che dagli occhi di Caterina spuntò una piccola lacrima.
Giampiero abitava al terzo piano, era un affascinate trentenne di famiglia molto ricca, si era laureato a Boston e dirigeva una delle aziende di loro proprietà, da un paio di mesi usciva con Rocsana, innumerevoli erano le ragazze che aveva avuto per lo più modelle, Caterina era sempre stata segretamente innamorata lo immaginava come il principe azzurro che un giorno sarebbe arrivato a salvarla e l’avrebbe sposata rendendola ricca e felice.
-Ti ha chiesto di sposarlo? Chiese ancora Giulia un po’ contrariata, anche lei aveva mire su di lui.
-Certo ieri sera al ristorante si è messo in ginocchio in mezzo alla sala e me lo ha chiesto.
-E tu hai accettato.
-Accetterò, tra un po’ per adesso lo tengo sulle spine. E tutte si misero a ridere.
Si noto chiaramente lo sguardo di invidia di Giulia, mentre la signora Mariagrazia si dimostrò veramente contenta per Rocsana.
-Va bene allora per tenere impegnata Aurora se Giulia è d’accordo può andare due giorni a settimana a fargli le pulizie a casa, naturalmente a titolo gratuito per l’amicizia che c’è tra lei e me, ovviamente oltre alla pulizia delle scale e poi si occuperà del piccolo giardinetto del condominio. Rocsana aveva calcato la mano come potevo fare tutto mi domandavo impaurita tra me e me.
Caterina andò a baciare i piedi alla signora Mariagrazia, io feci lo stesso con la signora Elviria e con la mia padrona Rocsana, la quale mi ordinò secca
-Bacia subito i piedi alle altre due signore qui presenti.
-Anche tu Caterina bacia i piedi elle altre signore. Disse la signora Mariagrazia.
Io e Caterina ubbidimmo velocemente sena fiatare.
-Bene io vado a prepararmi che stasera esco con Gianpiero. Disse la mia padrona.
Le signore si alzarono e Giulia disse
-Allora se tu non hai bisogno avrei un lavoretto per Aurora.
-Prendila pure, tanto per stasera non mi serve.
Quella strega della Giulia mi ha fatto stirare una montagna di roba fino quasi a mezzanotte poi mi ha chiamato dal salotto dove era seduta sul divano.
-Quando vieni a lavorare da me devi mettere questi appena entri in casa. Mi disse indicando un grembiulone rosso di gomma e un altro grembiule di tela bianco, appoggiati su una sedia.
-Uno sopra l’altro?, signora Giulia. Chiesi.
-Certo in oltre devi portare sempre il fazzoletto in testa, ci tengo molto. Capito serva?.
-si signora Giulia.
Poi si tolse camicetta e reggiseno
-ti piacciono le mie tette? Mi disse.
-Sono bellissime signora Giulia.
-Baciamele, te lo ordino
Piazzai la testa tra i suoi grossi seni e cominciai a baciarla selvaggiamente, lei apprezzò e con una mano mi alzò la gonna mi abbassò le mutandine e cominciò a massaggiarmi la vagina, dopo un po’ mi infilò un dito nel sedere, mentre con l’altra mano le sue dita scivolavano nella mia vulva bagnata, per un tempo che mi è sembrato lunghissimo finché venimmo travolte da una pulsione sessuale sublime, gemevo di piacere mentre Giulia scese dolcemente verso il mio sesso bagnato e con le mani mi accarezzava delicatamente le cosce, mi infilò la testa tra le gambe e iniziò a leccarmi la figa con calma la lingua si infilava in profondità delle mie parti intime, ad un certo punto sentii un forte calore salirmi dentro, poi ancora mi infilò con un colpo deciso due dita nella figa e un altra nel culo, riuscii a trattenermi a stento dal urlare, non so per quanto tempo non ho capito più niente, poi tornai in me quando sentii l’inconfondibile rombo della Jaguar di Gianpiero entrare nel cortile per andare nei garage sotterranei.
-Sta ritornando a casa la mia Padrona signora Giulia, posso andare da lei, di solito ha bisogno di me, la devo aiutare e struccarsi e spogliarsi.
-Si vai. Mi rispose fredda.
Sono rientrata in casa proprio mentre la mia padrona e il fascinoso Giampiero si stavano dirigendo in camera da letto.
-Aurora svegliaci domani mattina alle otto mi con la colazione. Disse la mia padrona mentre chiudeva la porta dietro di se, non mi restava che ritirami nello sgabuzzino a sdraiarmi sulla mia brandina.
Quella sera seduta a fianco alle mie padrone che prendevano il caffè con loro vi era anche la signora Mariagrazia del sesto piano e Giulia del secondo.
Inginocchiata a terra nella mia stessa posizione c’era Caterina la cameriera della signora Mriagrazia.
-Dobbiamo fare qualcosa, altrimenti queste due passano il tempo a chiacchierare fra di loro invece di lavorare. Disse la mia padrona Rocsana.
-Ah io a Caterina la mando alla trattoria qui a fianco a fare la lavapiatti da mezzogiorno alle tre, tanto io a quell’ora non ci sono, cosi la tengo impegnata.
Disse la signora Mariagrazia.
-Ottima idea. Ribadì la mia padrona mentre si guardava lo splendido anello con un grosso diamante incastonato che portava al dito.
Fu Giulia ad accorgersene.
-Ma è nuovo che splendore.
-Si me lo ha regalato Gianpiero ed è l’anello di fidanzamento.
In quel momento nessuno se ne accorse,anche per via della posizione in qui eravamo, solo io notai che dagli occhi di Caterina spuntò una piccola lacrima.
Giampiero abitava al terzo piano, era un affascinate trentenne di famiglia molto ricca, si era laureato a Boston e dirigeva una delle aziende di loro proprietà, da un paio di mesi usciva con Rocsana, innumerevoli erano le ragazze che aveva avuto per lo più modelle, Caterina era sempre stata segretamente innamorata lo immaginava come il principe azzurro che un giorno sarebbe arrivato a salvarla e l’avrebbe sposata rendendola ricca e felice.
-Ti ha chiesto di sposarlo? Chiese ancora Giulia un po’ contrariata, anche lei aveva mire su di lui.
-Certo ieri sera al ristorante si è messo in ginocchio in mezzo alla sala e me lo ha chiesto.
-E tu hai accettato.
-Accetterò, tra un po’ per adesso lo tengo sulle spine. E tutte si misero a ridere.
Si noto chiaramente lo sguardo di invidia di Giulia, mentre la signora Mariagrazia si dimostrò veramente contenta per Rocsana.
-Va bene allora per tenere impegnata Aurora se Giulia è d’accordo può andare due giorni a settimana a fargli le pulizie a casa, naturalmente a titolo gratuito per l’amicizia che c’è tra lei e me, ovviamente oltre alla pulizia delle scale e poi si occuperà del piccolo giardinetto del condominio. Rocsana aveva calcato la mano come potevo fare tutto mi domandavo impaurita tra me e me.
Caterina andò a baciare i piedi alla signora Mariagrazia, io feci lo stesso con la signora Elviria e con la mia padrona Rocsana, la quale mi ordinò secca
-Bacia subito i piedi alle altre due signore qui presenti.
-Anche tu Caterina bacia i piedi elle altre signore. Disse la signora Mariagrazia.
Io e Caterina ubbidimmo velocemente sena fiatare.
-Bene io vado a prepararmi che stasera esco con Gianpiero. Disse la mia padrona.
Le signore si alzarono e Giulia disse
-Allora se tu non hai bisogno avrei un lavoretto per Aurora.
-Prendila pure, tanto per stasera non mi serve.
Quella strega della Giulia mi ha fatto stirare una montagna di roba fino quasi a mezzanotte poi mi ha chiamato dal salotto dove era seduta sul divano.
-Quando vieni a lavorare da me devi mettere questi appena entri in casa. Mi disse indicando un grembiulone rosso di gomma e un altro grembiule di tela bianco, appoggiati su una sedia.
-Uno sopra l’altro?, signora Giulia. Chiesi.
-Certo in oltre devi portare sempre il fazzoletto in testa, ci tengo molto. Capito serva?.
-si signora Giulia.
Poi si tolse camicetta e reggiseno
-ti piacciono le mie tette? Mi disse.
-Sono bellissime signora Giulia.
-Baciamele, te lo ordino
Piazzai la testa tra i suoi grossi seni e cominciai a baciarla selvaggiamente, lei apprezzò e con una mano mi alzò la gonna mi abbassò le mutandine e cominciò a massaggiarmi la vagina, dopo un po’ mi infilò un dito nel sedere, mentre con l’altra mano le sue dita scivolavano nella mia vulva bagnata, per un tempo che mi è sembrato lunghissimo finché venimmo travolte da una pulsione sessuale sublime, gemevo di piacere mentre Giulia scese dolcemente verso il mio sesso bagnato e con le mani mi accarezzava delicatamente le cosce, mi infilò la testa tra le gambe e iniziò a leccarmi la figa con calma la lingua si infilava in profondità delle mie parti intime, ad un certo punto sentii un forte calore salirmi dentro, poi ancora mi infilò con un colpo deciso due dita nella figa e un altra nel culo, riuscii a trattenermi a stento dal urlare, non so per quanto tempo non ho capito più niente, poi tornai in me quando sentii l’inconfondibile rombo della Jaguar di Gianpiero entrare nel cortile per andare nei garage sotterranei.
-Sta ritornando a casa la mia Padrona signora Giulia, posso andare da lei, di solito ha bisogno di me, la devo aiutare e struccarsi e spogliarsi.
-Si vai. Mi rispose fredda.
Sono rientrata in casa proprio mentre la mia padrona e il fascinoso Giampiero si stavano dirigendo in camera da letto.
-Aurora svegliaci domani mattina alle otto mi con la colazione. Disse la mia padrona mentre chiudeva la porta dietro di se, non mi restava che ritirami nello sgabuzzino a sdraiarmi sulla mia brandina.
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