Paolo Cap.: VII b - II condivisione

di
genere
orge

“Il tabù dell’incesto è parte della cultura imposta in codesti tempi da un settore della società per meglio controllare e spadroneggiare sul popolo. La prima educazione o iniziazione sessuale deve avvenire in famiglia, perché l’affetto e la fiducia che abbiamo nei confronti dei genitori favorisce l’apprendere, senza lasciare tracce di abuso o di stupro; poiché siamo noi a concederci, pretendendolo, se condotti gradualmente, tramite nostra presenza alla copula dei padri; mentre, se demandata allo stato, facilmente saremo soggetti a stupri di coetanei o di tenebrose, turbate presenze adulte della scuola. È difficile o impossibile comandare a persone che vivono la copula, anche con familiari, come atto di benessere e di salute; … la sodomizzazione appaga i sensi e chi l’ha provata la richiede come la più sublime esperienza dell’arte amatoria; inoltre noi esegeti e divulgatori di tale pratica la consideriamo un preservativo della natura per contenere le nascite. Individui come noi o te siamo come i fuchi per un alveare e nessuno gode come noi per questa attività erotica. In ogni modo sei qui per imparare – e questa è educazione e formazione alla vita-, godere e far godere. Ti ricordi la richiesta fattaci? Ebbene è ora di procedere. Prendiglielo per lambirlo, carezzarlo, ungerlo con le tue salive, lustralo, lusingalo portandotelo alle narici o posandotelo sugli occhi e poi … imboccalo; … poiché sua madre non ce la fa più a trattenersi.”
“Ohhh, sìììììììììì … figlio riempimi, … rompimi, … fammi troia … vacca. Ingravidami, … fecondatemi con i vostri succhi. Ohhhhhhhhhhh sììììììììììììì! Guardalo puttana come entra e scivola, … come mi sbatte e come lo stringo e lo mungo. Assimila e apprendi … mia simile! Ungiti di quello che fluisce: tu non sai quanto -bono- ti fa quell’unguento. Ha un profumo che ipnotizza, dopa, … che inflaccidisce e annebbia decisamente il cervello. Non ne farai più a meno, … piccolo! … e non devi, piccolo, nel sesso conoscere divieti. Tutto è fattibile se da appagamento ed estasi, anche l’incesto”
“Ohhhh, mi piace questa casa, … i suoi membri … e come si ragiona, si parla e si agisce. Io non so cosa significano divieti. Ho appreso, da poco, a conoscere il piacere che posso avere da un fallo, alla cui devozione desidero … anelo consacrarmi. -e appressatosi a Nicola- Che colpa posso avere, se la mia bocca o la mia ampolla rettale fremono di essere riempite, … saturate dei succhi delle vostre gonadi; … che peccato o reato è bramare di avere un vestito cucito con i vostri caldi unguenti? Che perversione può essere quella che trasmette benessere, delizia, appagamento dei sensi o contemplare e venerare un membro come questo che stringo fra le mani del nonno Nicola? … che depravazione può essere quella di scorgere sul volto di un maschio l’appagamento, dopo essersi concessi o provare il caldo, unico, … particolare benessere come quello di percepire i vostri succhi o dello scorrere, datomi dai vostri strumenti musicali, al mio interno? Ohh … voi non potete sapere quanto piacere riceverò dal vedere sul volto di Nicola l’estasi, datagli dallo svuotarsi e dall’osservare il fluire della sua orina alla mia bocca per scorrere poi sul corpo, mentre glielo massaggio e stringo fra le labbra? … e poi il godimento che proverò quando mi accosterò, con i nuovi straordinari profumi, alla signora per aiutare il figlio a prenderla, … e, affascinato, mirerò il suo fiore aprirsi per ricevere l’asta della sua prole, … poiché è bellissimo riceverlo, ma penso che lo sia anche il contemplare un atto. Il mio culetto, … il mio fisico … fremono, … palpitano di avere le vostre frizioni e di ossequiare e dar piacere ai vostri piselli. Ohh … signor Nicola, … per la sua esperienza, … mi aiuti a farmi conoscere e ad eccitare queste persone, perché possano godere del mio fisico e contemporaneamente farmi saggiare i loro messaggeri sino a condurmi all’estasi dei sensi! … È ancora un po’ barzotto, … ma profumato e allignante di desiderio. Palpita, … si ingrossa nelle mie mani, … mi punta, … preme, tende e chiede di stare fra le mie labbra. Avanti, … dia inizio e … goda nell’osservare la sua orina fuoriuscirmi dalle labbra per fluire briosa, … frizzante, … spumeggiante giù per il mio fisico, mentre io godrò dello scorrere dell’allucinogeno caldo, … lascivo, … sensuale dai bordi delle labbra sino alle ginocchia; … e loro, per l’eccitazione, vorranno farmi omaggio delle loro possenti, sinuose serpi.”
“Ohhh, … piccola Paoletta! Le parole, che descrivono il desiderio del tuo fisico di godere e di far appagare i sensi a chi ti conosce e brama, sono nobili, … grandi, … eccelse, … degne della tua stupenda, deliziosa, generosa, giovane persona. Per la tua sincerità sarai oggetto di invidia e cattiveria. Non credete, miei cari, che questo ragazzino per le sua schiettezza e onestà nell’affermare e godere delle delizie del sesso, della sodomizzazione, del non rispetto di leggi non scritte che impediscono lo sbocciare di una persona tramite tabù, sia soggetto di coercizioni, di violenze se non sarà opportunamente difeso da qualcuno o da una famiglia come la nostra? Io propongo di ospitarlo anche nella nostra casa di Torino sino alla fine del suo periodo scolastico. Noto che condividete il mio pensiero. … e ora piccola troietta, … piccola Paoletta … ricevi quello che ho e che mi preme offrirti. Percepisco il suo scorrere nell’uretra, … fluire e irrorare il pene che trattieni fra le labbra, … la vedo sui bordi della tua bocca per colarti sul collo e da lì scendere verso il tuo inguine, inzuppando e tingendo la tua T-shirt. Ecco, prendine un po’ anche sui capelli e sul volto, … la nostra Carmela ne è fanatica: il vedere il tuo volto con gocce dorate zigzaganti, che scorrono verso il collo per infradiciare ulteriormente il tuo vestitino, la farà avvincere ancora di più ghermendoti e obbligandoti a starle vicino, mentre mio nipote la sta squassando, devastando il muscolo anale. Vai, … impugna il membro di Cesare, odoralo e riaccompagnalo su quell’anello che palpita, … osservalo come accede, penetra, invade lentamente per far percepire a quella parte dell’intestino, prima il massiccio forte ingombro, … l’intrusione e poi, dopo averne preso pienamente possesso, il suo arretrare lasciando un vuoto, per rientrare immergendosi in quel tunnel palpitante, umido, scivoloso come un coltello rovente nel burro.”
“Ti attirano, Paolo, le sue dimensioni, … la sua saldezza, … il suo oscillare, … fremere, … pulsare. Afferralo e veneralo un po’ prima di riappoggiarlo a quella porta della conoscenza; … e oggi sono più che contento, poiché avrò la possibilità di testare, di scandagliare e di valutare anche la tua … e … tu, piccola bellissima troietta, di saggiare in un atto di lussuriosa, lasciva, dissoluta esperienza il mio sapore. … guarda mia madre, dolce Paolo, mi sta supplicando che entri, … piegata sul tavolo, … accostati e aiutala a godere; nonostante l’età e le assidue, ripetute sodomizzazioni ha ancora un magnifico, scultoreo, … delizioso sedere; e ci sta insegnando ancora che il fare sesso, anche in famiglia, è una magnifica, … mirabile condotta per soddisfare i nostri bisogni. … ci sta spiegando e dimostrando che la tua scelta, in questa falsa, artefatta, malvagia, abietta società, è da difendere e appoggiare.”
“La signora mi sta stringendo per obbligarmi a farle da cuscino alla sua testa; … glielo spinga dentro, … che l’osservarlo entrare, mi emozionerà, … mi commuoverà. Vorrei essere al posto di sua madre per ospitare in me il suo strumento di piacere, signor Cesare. Ohhhh, che emozione assistere al rapporto carnale anale del figlio con la propria madre! Oh, …!”
“Alberto, marito mio, e Lei, signor Nicola date alle mie labbra il sedere di questo marmocchio, … di questo efebo, affinché, mentre mio figlio si strofina e si massaggia il membro nel mio colon, a volte con calma, ma spesso con violenza sino a svuotarsi, … a riempirmi dei suoi succhi, io possa con la lingua, con i denti o con le dita denervare, sfibrare, illanguidire, … addolcire l’anello ancora stretto di questa nostra figlioccia. Questo culetto, ricoperto dai profumi di mio suocero, mi attizza e spinge a violentarlo, a stuprarlo, a seviziarlo. Oh, sìììììììì, … sìììììììì, … sììììììììììììììììì, … sbattimi figlio, … più forte, … più forte … i tuoi colpi mi fanno mordere, azzannare, perforare, con il mio strumento del gusto, il fiore che avete collocato sotto le mie labbra. Ohhhhhhh Cesare… sento i tuoi spruzzi. Godo, … ohhhhhhhhhhhh, … porco, … porco … godooooooooooo!” … e mentre urlava il suo piacere, forzava e arava con le dita o lasciava su quelle dolci sode chiappette i segni dei suoi denti, provocando gemiti, … lamenti, contrazioni, … inarcamenti, battere dei palmi delle mani sul tavolo al giovinetto. “Ti stai gustando queste manipolazioni, … queste violenze, … ma tra poco sarai abusato stuprato, sfasciato da mio marito. Il suo strumento l’hai intravvisto, ma dentro devi ancora provarlo. La tua apertura anale in questa giornata verrà arrossata, infiammata, resa arroventata … e per unico sollievo … avrà abbondanti colate di sperma. Rigirati e preparati a pulire il mio anello e ad essere montato, sbattuto, scopato di brutto. Voglio godere con la tua lingua e farti gustare piano piano, minuziosamente, ma in modo empio il frutto di mio figlio.”
“Con questa maestra manterrai l’immagine pudica, innocente, santa, di ragazzino puro … pulito, … ma per la brama e sete di fregola … di concupiscenza che hai innata, spontanea … acquisirai un’esperienza tale che sarai miele e attrazione irresistibile per tutti quelli che avranno l’opportunità di conoscerti.”
“Ho il foro dello scarico sulle tue labbra, piccolino! Muovendo e ticchettando con lo strumento del gusto invita, esorta, pregalo di aprirsi. Lubrificalo e penetralo, … dagli piacere, leccalo, ungilo con le tue salive … in modo che schiudendosi lasci fuoriuscire, … colare il nettare che mio figlio, ivi, ha depositato per te. … Bene, … continua, … dai, … sììììììììììììì, … cosììììììììììììì, … esce, … fluisce, … dissetati, … assorbilo, … sentine il sapore e godilo memorizzandone il gusto, la sapidità … la fluidità e la delicatezza. Sto scoreggiando per far uscire le sue ultime bianche vellutate stille. Pulisci … striglia dal basso all’alto, … indugia e analizza. … e voi che l’osservate …, attizzati come siete, perlustratelo, ... frugate, … spulciate, … ispezionate le sue aree sensibili con le mani, in modo che in balia della lussuria e della lascivia, del desiderio e dello struggimento, contorcendosi, inarcandosi, non possa accorgersi che mi masturbo con l’aiuto del suo viso. Devo godere con la fregna sul suo volto, zampillare e fargli assaggiare i miei umori anche contro la sua volontà. Ohhhhhhh, che piacere … che depravazione e dissolutezza avere il viso di un giovinetto, … la sua lingua, … la sua bocca aperta, che implora di interrompere la tortura, … mio immenso straordinario godimento, in cui si riversano le mie secrezioni vaginali, … i miei orgasmi! Ohhhhh, … sìììììììììì! Alberto … mentre godo nella sua bocca, sfiniscilo penetrandolo, … lacerandolo, ... squarciandolo.”
“Già, è così che ti piace, piccola troietta. Di schiena, mentre la mia Carmela ti riempie la bocca dei suoi succhi, io ti fotto alla missionaria. Non vedrò il tuo volto, ma le contrazioni … le oscillazioni … i sussulti, mentre godi nel farti rompere il culo, … quelli sì.” L’invito fu eseguito immediatamente. Alberto gli tirò su le gambe per appoggiarsele al torace. Le mani ad afferrare i due piccoli glutei. I pollici ad allargare lo spacco tra loro e mettere in mostra la splendida rosellina che già pulsava in attesa di quello che sarebbe successo. Invece no, dopo essersi allungato e aver baciato la sua Carmela, affondò la faccia proprio lì. La lingua protesa e scattante ad inumidire e ad entrare sin dove poteva.
Tutta l’attenzione sensoria del piccolo era su quella lingua e non sulla vagina che insisteva ad impregnarlo di unguenti. Percepiva di essere un oggetto di piacere per quel magnifico maschio che, dai lamenti che generava, … captava essere sempre più infoiato. Quel anilingus lo sconquassava, lo sconvolgeva … non ce la faceva più. Stava per godere senza ricevere nulla, … solo una lingua sfacciata, … travolgente. Non potendo far sentire la propria voce, strinse i glutei protendendoli verso l’alto e facendo ansare, vibrare, chiudere e aprire il suo anello per manifestare l’invito a imbottirlo. Tutto il suo corpo vibrava, tremava, si contraeva e proprio quando era distratto da quelle sublimi sensazioni, l’uomo si sollevò e, in uno spiraglio concessogli dal sedere che lo copriva, poté intravedere l’enorme spada arroventata avvicinarsi al suo roseo anellino.
Fu solo un attimo, perché con una spinta, gli si piantò dentro, sfasciandogli l’intestino. Paolo aperse la bocca, ma l’urlo gli rimase in gola; le mani, che sostenevano i glutei che lo sovrastavano, lasciarono la presa e gli occhi gli fuoriuscirono dalle orbite. L’uomo che gli era sopra, … che gli era dentro, cominciò a fotterlo con regolarità, senza sosta. Si sentiva le frustate della grossa sacca che gli rimbalzava addosso.
“Ecco … ha percepito l’intrusione, … la sua bocca si è maggiormente dischiusa e ora posso vibrare, tremare, palpitare il mio orgasmo e rovesciargli i succhi del mio piacere. Alberto … sei all'interno di questo culo proteso in alto, sodo, ammansito … il tuo imponente obelisco sente il contatto della sua carne che si è offerta. Osservalo come respira profondamente, lentamente, … sosta e ti invita, … è tuo, … è pronto a ricevere le tue incornate, … i tuoi colpi. Il glande si fa largo in lui, … lo blocca immobilizzandolo. Mi sembra che provi un po’ di dolore, … ma staziona in un mare di piacere. Si inarca e protende verso di te. Il tuo membro si agita in lui, avanti e indietro. … e lui si morde le labbra, mentre le palpebre gli tremano: gode e vive la penetrazione. Vedo che sente il piacere crescere, … è al limite. Geme, … geme per essere stato riaperto. Stringigli le natiche, … affondaci le dita, … e allargagli ancora di più il culo. Il tuo membro pulsa e lui gode. È sull’orlo …, sta per avere un grandioso e liberatorio orgasmo.”
“E’ così che vuoi essere chiavato, piccolo cane ermafrodito? Dimmi, è così?”. Non rispose, ma andò incontro maggiormente a quell’asta che lo dilaniava.
“Uuuhhh, che buco morbidoso, vellutato, caldo. Ti sto scopando come volevi?”
Il possente membro dell’uomo affondò completamente nell’ano del piccolo sino ai testicoli. Paolo percepì l’orgasmo di Alberto invaderlo. Sgranò gli occhi e iniziò a tremare. Cercava di urlare il godimento, ma l’urlo gli morì in gola, strozzato dalla troppa intensità dello stesso. Le cosce gli tremolavano. Le ginocchia gli tremavano. Sentiva qualcosa dentro di lui sull’orlo dell’esplosione. L’orgasmo gli partiva dal suo culo, gli percorreva la colonna vertebrale fino al cervello, permeandolo e diffondendosi in tutto il corpo senza pietà. Stelle, … stelle, … stelle.
Dopo una nuova decisa ultima spinta, Alberto gli sfilò il membro, cagionandogli una eiaculazione violenta e abbondante. Uno schizzo gli finì sul volto, un secondo, più debole, terminò il suo arco sul petto, mentre gli altri defluirono lenti verso il suo ombelico e mentre ciò avveniva, tratteneva il respiro. Si ritrovò, tremante, scosso, stremato per la violenta eccitazione provata, … ansante, steso supino sul tavolo con la testa pendente dal bordo. Dal suo arrossato sfavillante forellino spuntava il ricordo bianco della sodomizzazione e del piacere. … e il ragazzino si senti squarciato, sfondato, … femmina
“Ohhhh, moglie cara, -mentre tornava a ribaciare la sua amata, … la sua ispiratrice erotica- che emozione avere fra le mani un sederino come questo, … con un tondino che si apre al tuo bussare … e, appena spingi un po’, ti aspira afferrandoti per fasciarti in un abbraccio caldo, passionale, lussurioso e farti godere … assaporare l’ospitalità … l’accoglienza; e … quando, raggiunto il fondo, cerchi di uscire … lui si aggrappa comprimendo il tuo strumento per fargli abbandonare il precum che trattieni nell’uretra. … e, in tutto questo, quel suo viso luminoso, puro, fresco chiude le palpebre per mordersi silenzioso le labbra, … e lui si rasserena e si trattiene come per gustarsi ancora di più la penetrazione. Ora è là, steso, in uno stato confusionale, assente. Il suo respiro si è addolcito. Quant’è incantevole, ben proporzionato … e il vederlo che si riposa sereno, fiducioso fra noi, … seminudo, con quel strumento sfavillante, … adagiato su rari ricci biondo-castani, … mi fa tenerezza. Mi ha dato un piacere immenso il fotterlo e sempre lo bramerò, ma ho per lui lo stesso rispetto che si deve per un vaso fragile, ma molto … molto prezioso, … di valore inestimabile. Sei stata porca, … potevi soffocarlo, … asfissiarlo con quella vulva slabbrata che ti ritrovi, … ero preso dalla visione del suo fisico che si contorceva inarcandosi, … protendendosi, … avvitandosi; che puntava i piedi per avere più energia per sollevare, aiutandosi con le mani, un po’ il tuo bacino; … era delizioso, … magnifico, … attraente il vedergli palpitare, aprirsi e chiudersi, sfavillare il suo forellino; … e tu, … quanto depravata, … carogna, … fetente … eri a godere sulla sua bocca.”
“Ohhh marito mio … grazie delle belle parole che hai avuto per me, ma lo lasciavo respirare muovendomi avanti e indietro, dondolandomi in su e giù, … ma deve apprendere a spostare, spingere, eccitare meglio con la lingua; comunque oggi avrà un insegnante d’eccezione.”
“Sei una maiala immorale, sozzona, lurida, … una troia, … una vacca!”
“… ma, qui, lo siamo tutti. Guarda come tuo nipote tromba, incula il bisnonno.”
“E’ una bella scena, ma non mi eccita, … attizza o scuote come quella in cui tu eri sua dominante. Me la farai rivedere?”
“Sì, mio amato; ma vorrei rifarla mentre tu lo sodomizzi … e baciarci per trasmetterci la passione che questo fresco virgulto ci provoca; ma ora sarà bene che il nostro nipotino lo faccia rinvenire, facendogli sniffare il suo lordato strumento. Per tipi, come questo giovinetto, l’odore del sesso maschile … inebria, eccita, … risveglia.”
“Allora, … è opportuno che provveda e glielo disponga a riceverlo. Gli darò il mio da annusare, vellicare, leccare, suggere … per destarlo, … scuoterlo. Ohhhhh devo svuotarmi la vescica. Si è destato e prende a pulirmi a ungermi, leccarmi la bisaccia. Che godimento avere la sua lingua sulla sacca mentre lo irroro delle mie urine. … Guarda come se le trascina sul corpo; … lascivo, … sensuale, come mai ho conosciuto alcuno.”
“Signor Alberto!” … e sbaciucchiava, sfiorava, leccava quella verga che poco prima lo aveva mandato in estasi.
“Vieni! … Federico a momenti è pronto a riversare nella tua gola i suoi succhi!
“Nipote mio, non risparmiarlo. Deve impratichirsi ad utilizzare il naso per la respirazione, per cui … cacciaglielo sino all’apertura dell’esofago. Non ha importanza se tossisce o ha dei conati, … quello che conta è che faccia pratica di ingoio profondo … e poi svuotati … Fallo bere!”
“Tu, nonna, insegni come godere e ricevere appagamento . Prima questo -indicando- era nel culo del bisnonno, … ora nella tua bocca, Paolo. Ti piace?”
“Sì!” Quel bel ragazzino dagli occhi scintillanti, dal corpo liscio e flessibile, appena coperto da una tunichetta non più bianca, timido ma con personalità, … quello su cui fantasticavano i presenti, … voleva per la brama fare o terminare su quel sesso morbido e liscio come il seno di una ragazzina, turgido e pulsante di passione, l’azione intrapresa dal signor Nicola. Desiderava e agognava di avvertire nella bocca quel sapore, quella consistenza che … Continuò a succhiare, aspirando e stringendo tra palato e lingua, e in breve raggiunse il suo scopo: Federico con un gemito prolungato si tese, percorso da fremiti e afferrata la testa con entrambe le mani, si lasciò andare all’orgasmo riempiendo la bocca di denso liquore, che Paolo ingoiò con lacrime di gratitudine, mentre il bisnonno-voyeur, ripeteva l’azione, già fatta precedentemente, sul centro della fellatio. Un piccolo rivolo bianco colava da un angolo delle sue labbra verso il mento. Poi sollevata la testa, fissato con amore Federico, che ricambiò sorridendo, si rialzò per cercarne le labbra. Si baciarono godendo delle loro lingue e del sapore di sperma.
Continuarono a baciarsi e struggersi di carezze, febbricitanti di passione. D’un tratto, come rispondendo ad un desiderio inespresso, Federico si girò per reggersi con le braccia al tavolo lasciando, così, all’altro libertà di azione. Svestito della camiseta impregnata di essenze, incredulo, quasi non sapesse più cosa fare, Paolo, spinto da emulazione di scene viste, ammirò e carezzò a lungo con mano leggera i due globi perfetti, ricoperti di radi velli biondi, vellutati; infine, si chinò per baciarli e dentro di lui si scatenò la medesima libidine animalesca, che più volte lo fece concedere. Cominciò, come da esperienze subite, a brancicare le natiche del nuovo spasimante con le mani e con la bocca, impastando, leccando, mordendo, grufolando nello spacco con frenesia, fino a raggiungere il tenero orifizio, in cui infilò bramosamente la lingua.
Federico, tra la sorpresa dei presenti, si torceva negli spasimi del piacere che stava provando e pian piano sollevò il bacino, puntando in aria il sedere sia per agevolare la fervente adorazione di Paolo, sia per incoraggiarlo a procedere oltre.
Paolo, colto il messaggio, postosi dietro, impugnato l’uccello, viscido di umori, lo indirizzò verso l’obiettivo del piacere per entrambi. Il suo membro di modeste dimensioni non trovò alcun impaccio: penetrò nel retto, già uso, come in una crema, slittandovi dentro sino ai testicoli con un unico movimento, per iniziare una incerta, trepidante cavalcata, durante la quale si prese tutto il piacere che gli fu consentito come suggeriva l’istinto e del quale non aveva conoscenza, dandone altrettanto a Federico, come testimoniavano i gemiti e i fremiti di entrambi. Quando infine depose il suo seme, fu come se l’anima stessa gli fosse strappata ad ogni zampillo di sperma. Si piegò sul corpo, tremante e senza più fiato, rimanendovi per un po' prima che il respiro tornasse normale; indi sì rialzò, … guardò Federico, scoppiando a ridere tra la sorpresa dei testimoni.
“Embè, … ancora cucciolo e tanto birba , … hai anche adesso desiderio di proseguire nella tua formazione per farti cucire il vestito che avevi richiesto, … poiché quello che ci hai mostrato ci fa pensare, … allora?”
“Io voglio quell’abito e lo bramo con tutto me stesso, ma … non so capacitarmi e capire il motivo, dopo quella visione, che mi ha spinto a raccogliere l’offerta di suo nipote. E‘ stata un’esperienza diversa, che mi ha frastornato ed eccitato moltissimo.”
“Sono soddisfatta della risposta che ci hai dato. Penso che il più entusiasta delle tue capacità, … delle tue doti, … della tua perspicacia sarà senz’altro il nostro patriarca. Ora devi accogliere l’omaggio dei nostri famigli, spossati per l’attesa che hai loro imposta. Siediti sui talloni e appoggiato a me con la nuca sul mio pube. Ecco i primi fiotti sul tuo visino, … sul corpo. Stai progredendo, … migliorando. Loro sono bravi a precedere i miei desideri. Ti stanno coprendo dei loro unguenti che ti spalmo lascivamente, … oscenamente in tutte le parti, che più tardi saranno oggetto di venerazione da parte di chi ti dovrà educarti a adoperare la lingua. Splendi dei succhi, di cui tutti noi siamo golosi e … profumi, come non mai, di sperma, … che, mentre ci riposiamo rifocillandoci con cibi adatti a restituirci energie, si essiccherà facendo aumentare ed espandere maggiormente nell’aria il balsamo di cui sei intriso.”





scritto il
2020-03-11
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