Paolo cap VIII Thor II parte prima parte

di
genere
zoofilia

Il veterinario con le mani unte di balsami passava dai polpacci ai glutei, dal pisello all’addome e al torace sino al volto, mentre il cane riposava con la lingua penzoloni e con le zampe anteriori sul torace di Federico. La pelle del ragazzetto luccicava, scintillava; emanava erotismo, impudicizia, concupiscenza e rara bellezza: Il suo posteriore con l’anellino che pulsava, che si apriva e si chiudeva di continuo, seduceva e stregava. C’era quello che se lo stringeva; chi invitava o caldeggiava il vicino a succhiare o a spremere. L’eccitazione era salita notevolmente nell’osservare l’operato del veterinario sul tenero verde rampollo. Un lungo sondino s’insinuò nella sua apertura per sostare di quando in quando e poi riprendere il percorso del tratto intestinale. Dal suo beccuccio erompevano lunghi freddi fiotti, lievemente irritanti.
“Uhmmm, … ahhhhh, … brucia!”
“Sì, lo so; ma non lascia danno! Pizzica un po' quando lo immetto, ma è quel liquido che fluirà, … uscirà da te dopo il trattamento di lingua, morsi, sbavate a cui Thor ti sottoporrà. Esso sgorgherà dopo gli umori del retto, stimolati dalle contrazioni, dagli spasmi, dagli allungamenti che avrai; … e quando questo capiterà … egli odorando gli effluvi capirà che non sei con lui solo per dargli il sapore dello sperma umano desiderato, rappreso sul tuo fisico, ma anche che sei una femmina, … una cagna in calore, che vuole essere riempita, saturata, ingravidata. Ti volterà, piegherà, travolgerà girandoti attorno o aprendoti con il muso sino a trovare la sorgente da cui escono piccoli rivoli. A volte si solleverà sopra di te per mostrarti e posarti sul volto la sua virilità. Si struscerà, si strofinerà corteggiandoti, leccandoti, ungendoti delle sue polluzioni, ti lambirà finché non ti avrà stremato, illanguidito e rilassato; e quando, dopo averti trovato una postura a lui gradita, si disporrà per montarti, coprirti, fecondarti come una femmina, ti penetrerà senza riguardo con il suo appuntito, lucido, rosato, possente membro; … e dentro di te si gonfierà per sbatterti, frullarti, colpirti finché non percepirà che sei pronto a ricevere e allora quella carne violenta che ospiti, diverrà come un palloncino con una picca. Avvertirai sazietà, appagamento e tanto gonfiore, mentre lui svuota in te il suo seme. Stai fermo, … cerca di avvertire e cogliere tutti i suoi getti, poiché quella sensazione ti condurrà verso la prima estasi. Tu sei la sua preda e sarai suo. Ti stringerà con gli arti come per un abbraccio e quando coglierai il suo apice, per reazione, ti addenterà al collo come a costringerti ad inarcarti e a riceverlo più in profondità e, solo quando avrà svuotato la sua grossa bisaccia, solo allora quel tappo lentamente si sgonfierà, si ridurrà per distaccarsi da te con un plof. Riverserai uno sgorgo che ti colerà lungo le cosce, seguito da vocalizzi spumosi. Non avrai energie per variare, aggiustare la tua postura come per attenderlo di nuovo, cosciente che lui deve terminare il suo dovere. Ti sentirai aperto … l’aria ti entrerà, … piacevole frescura … ma lui, dopo essersi pulito e rimesso nella guaina il glande, è là … con la sua lingua per farti chiudere il varco: prima, con la punta ti limerà, … rasperà l’interno e poi la valle dei sogni per scendere sin dove avrai tracce dei suoi unguenti. Salterai, sussulterai, trasalirai, rosolerai fra le torture delle sue slinguate, leccate, … chiederai aiuto, … ti contorcerai, dimenerai e ti allungherai per sfuggirgli, ma … lui è lì e ghermendoti per una caviglia, ti riporterà sul luogo in cui ti ha fottuto per chiudere e perfezionare l’ingravidamento. Tu, spossato, illanguidito, snervato, riverso starai fra i suoi artigli sino a che non ti vedrà preso e vinto dal piacere. Volteggerai ancora fra le nubi, mentre dalla tua vescica fluirà dolcemente la tua pipì con tracce bianche … e lui, dopo averti pulito l’addome, solo in quel momento, si stenderà sopra di te, sua conquista e sua femmina fecondata. Felice per la femmina trovata ed appagato per averla resa gravida, con occhi dolci ti coccolerà con lievi tocchi o carezze di lingua sulle gote, sul naso o sulla bocca e … visto il tuo abbandono, il tuo vagare fra le nubi, per svegliarti … per riaverti, ti sfiorerà … ti leccherà anche fra i denti asportando dalla tua lingua residui.
Ecco, ora sei pronto per lui, … ti sta osservando, … invitalo a fiutarti e abbandonati alla lascivia, alla lussuria, alla perversione, … alla dissolutezza. Novello Ganimede, Zèus sotto le sembianze di Thor è pronto a possederti. Godi piccolo, stretto fra le sue zampe, infiacchito e snervato dalla sua rugosa … bavosa lingua, trafitto … sfondato dal suo forte, massiccio, grosso, rosso-violaceo membro. Godi, … godi piccolo immorale cinedo.” … e alcune gocce di quella mistura finirono sul suo sederino.
I presenti sorpresi dall’intuizione e capacità del veterinario, eccitati … dominati dalla scena in continua trasformazione, … estasiati … con il sesso grondante … osservavano la lotta dei due per darsi o estrarsi vicendevolmente un straordinario … intenso piacere. La carne del ragazzo era una preda sessuale per Thor, di una corporeità eccezionale da stringere, strizzare, lambire, leccare, mordere, girare, capovolgere, … da conoscere a fondo; e lui la aggredì, mentre al ragazzo piaceva subire e non faceva nulla per impedirlo, se non urlando, dimenandosi o aggrappandosi, ma anche questi sono modi di accettazione della sopraffazione. L’animale maschio obbedisce solo al richiamo del padrone-capobranco o, davanti ad una femmina disposta, all’istinto di farla sua per ingravidarla.
I bambini e gli adolescenti amano ciò che è liscio, cremoso, soffice, elastico: ciò che, senza venir meno, cede alla pressione, scivola sotto le dita. Paolo, ermafrodito, con notevoli attitudini femminili, resta incantato dalla calda dolcezza e dalla lucentezza, dalla sofficità del manto della bestia che paragona ai suoi glutei morbidi come seta, vellutati come pesche o profumati come rare rose nere Halfeti, amati … desiderati da mani ruvide, rozze, feriali. Ama le mani che stringono, strizzano, impastano; le braccia che sollevano, imprigionano, domano; venera il maschio rude, rozzo, forte, ispido e l’amplesso che lo trasformi in un qualcosa che freme, vibra, sussulta, palpita. Egli venera, riverisce l’organo perché in tutta la sua carne arde il desiderio; gli piace quando piange lacrime trasparenti che utilizza e vuole come balsamo; allorché gli scende sino all’esofago o si struscia umido, cremoso sul volto o allorquando, dopo averlo puntato, lo sfonda deciso, risoluto, violento per invaderlo nelle sue vogliose, avide profondità. Sprigiona erotismo da tutti i pori e ama come non mai l’amplesso. È passivo, ma fin là. Risponde al bisogno e ai solleciti con secrezioni, con accelerazioni dei battiti e del respiro, con godimento e libidine. Non si sente oggetto perché in lui lo slancio cade e si rinnova come a creare un incanto che si perpetua nell’amore. Arde e si abbandona facilmente, … partecipa.
La mitologia … la storia dell’uomo è ricca di maschietti con le sue caratteristiche. Paolo è femmina, in un fisico di maschio. Quando le sue innervazioni erogene friggono, i suoi tessuti erettili si gonfiano o si bagna dal culetto, lui percepisce … vive il languore del desiderio e dell’intestino vuoto … che deve essere saziato, riempito, otturato. Non partecipa volontariamente alla giostra, all’abbraccio, all’unione … perché la volontà è razionalità, ma per istinto carnale quasi animalesco. Non conosce divieti; è spontaneo, sincero, libero; inoltre …
Quel clistere in profondità non conteneva solo sostanze atte a richiamare il molosso, ma anche per stimolare, allettare, indurre, suscitare desiderio, … per provocargli la scintilla di lasciarsi andare, cercando, senza rendersi conto, la lingua del cane; inoltre quelle lacrime di preparato, versategli volutamente sul corpo, dovevano scuotere, eccitare e provocare l’istinto della bestia da subito.
Thor, appena afferrato e riconosciuto l’effluvio di animale in periodo estrale, si sollevò sulle zampe anteriori per indirizzare il suo olfatto verso la fonte di provenienza. Con occhi rossi, colmi di desiderio, puntò il ragazzo seduto sui talloni, con le mani premute sull’addome come a voler alleviare il fastidio, cui era soggetto; … e subito, muovendo la testa da una parte all’altra e in su e giù, si mosse nella direzione da cui veniva il richiamo. Con un balzo poggiò le sue zampe anteriori sulle spalle dello stupito giovinetto, scaraventandolo di traverso sul tappetino, disteso sul fianco destro.
Il novizio si difendeva ponendosi in posa fetale con le mani sul volto; ma come poteva coprirsi o allontanare quel mostro indemoniato, sempre più eccitato dall’invito odoroso e dai sapori che lo rivestivano e poi quelle zampe che rivoltavano o trattenevano, che bloccavano o aprivano, che inducevano e lo costringevano sul dorso a fissare un muso con due occhi infoiati e dal quale pendeva una lingua rosa-violacea, umida, schiumosa che rientrava e riusciva per lappargli o leccargli con avidità e in maniera rumorosa quelle sostanze che il medico gli aveva applicato dalla testa ai piedi; … come poteva proseguire o fare una lotta di … con la pancia che chiedeva, … che debilitava, fiaccava, …
A seconda della posizione quella lingua lambiva, toccava, limava, poliva e quello, negli incontrollati, passionali movimenti gli presentava l’addome o i glutei già aperti. La violenza degli istinti scatenati dava spasimi, tensioni, contrazioni: Paolo s’abbracciava o s’aggrappava al corpo che lo dominava, mentre il suo si inarcava come dotato di una forza eccezionale, soggetto ad un’acme di piacere straordinario, parossistico. Tali fenomeni si possono avere quando in una persona è assente la morale che provoca divieti; questo permette una concentrazione sessuale di tutta l’energia in suo possesso.
Gli astanti fissavano stupiti ed increduli i gesti, i moti, gli impeti che il ragazzino nell’esacerbazione di quella tortura aveva. Si contraeva; offriva il volto e il collo alla lingua e spesso, per ossigenarsi, anche le labbra aperte e la dentatura; abbracciava, si aggrappava, si inarcava e si curvava presentando pube ed interno cosce a quella lingua maledetta, ruvida, calda, forte, insopportabile, tremenda; e quella raspava, rovistava, infiammava e puliva il frutto dei suoi spasmi; urlava; si dimenava; si rannicchiava e si ripiegava; sbatteva arti e testa; si allungava e si distendeva, mentre dal suo nascosto forellino colavano unguenti preziosi, eccitanti, dopanti e la bestia, forte e magnifica, approfittando dell’ultimo insostenibile, lancinante spasmo, aiutandosi con la testa, lo girò posizionandolo a quattro zampe, per visitargli i glutei e il nascondiglio non più custodito. La sua muscolatura spossata, snervata, sfiancata non reagiva più alle slinguate, alle leccate, ai morsi, anzi accettava, subiva, gradiva quello che gli veniva dedicato, prodigato.
Sussulti, contrazioni, irrigidimenti; il suo fiore di carne ora pulsava, si apriva, boccheggiava, implorava di aver sollievo, ristoro. Thor poggiò il muso fiutandone la meravigliosa fragranza e in meno di un lampo lo montò. Il giovane ebbe una leggera flessione, senti la potenza e la violenza dell’animale e, richiamata tutta la sua energia, si preparò a prendere nel suo corpo la furia della bestia
Il perno bianco-rosato, pulsante, teso e turgido a dismisura, ora, facilitato dallo scorrere dei fluidi, cercava, scandagliava e chiedeva, esigeva l’entrata. Bloccato dalle fauci, inchiodato al piacere, impossibilitato a muoversi per il peso, che lo sovrastava, abbracciato dalle zampe anteriori del cane discerneva lo strumento che di lì a poco lo avrebbe penetrato, invaso, soggiogato, piegato. Di colpo sollevò il bacino; gli mancò il respiro; sentì le natiche aprirsi e … penetrare. Gemette e si contorse. Bloccato, non poteva e non voleva fuggire. Alzò ancora il bacino per averlo tutto. L’animale poteva fare di lui ciò che voleva, era suo, completamente suo. Era una cagna in calore. Il membro arrossato, infiammato avanzava in quel tunnel caldo, umido, stretto, fasciante per essere strizzato e munto. Il respiro spezzato, … non poteva resistere a quel piacere. Gridò, … scalciò, ma lui lo abbrancò più strettamente. Gemiti, … false implorazioni, … tentativi di liberarsi dallo sconvolgimento dell’esplosione. Lui lo possedeva e lo penetrava. Ancora, … ancora. Non resisteva più. La tensione lo sovrastava, lo dominava, lo soggiogava e i suoi occhi si riempivano di lacrime di piacere. Dentro … Nel piano si spandevano profumi di sesso; si effondevano mugugni di piacere, urli di tensioni spasmodiche e di dispersioni. Era iniziato il baccanale e l’ammucchiata.
“Ahhhhh, … uhmmmmmm, … ohhhhhh, … hmmmmm, …” erano i vocalizzi che uscivano dalle labbra del giovinetto, abbinati al suono dei colpi della bestia nella sua immaginata vagina; poi iniziò a percepire un qualcosa, simile ad un palloncino, che si dilatava, ingrossava come a volerlo turare, piombare, chiudere; … e getti incessanti, ripetuti, caldi, … somigliavano a fiotti di un clistere nelle mani di un guardone alticcio e folle. Si mordeva le labbra o le faceva rientrare come ad allontanare un piacere-monster che lo divorava. Si sforzò con il bacino di puntellarsi ulteriormente a Thor, accorgendosi dopo un po’ che non c’era, cogliendo comunque altri spruzzi. I presenti allibiti, invasati, avevano dato inizio all’orgia sodomitica e Paolo, riprendendosi un pò dalle tensioni dell’orgasmo, dell’accoppiamento e della monta notò di essere legato, trattenuto, obbligato dal membro ancora dentro di lui. Non vedeva se non la bestia girata, ferma, attaccata. Si sentiva pieno, riempito, gonfio e sazio. Respirava calmo ora ed era appagato. Aveva fatto sesso davanti a persone che frequentava o mai incontrate senza pudore, senza tabù, spinto dal desiderio di conoscersi, di provare, di saziarsi; non si sentì alienato, né venduto; poiché, anche se dominato, sottomesso, vinto andava incontro al piacere, lottava con la bestia non per sfuggirgli, ma per essere preso più a fondo, per godere più a lungo, intensamente, follemente. Un plof, seguito da rivoli giù per cosce lo avvertì del termine dell’unione. Era stato carezzato con le zampe, leccato, penetrato passivamente, ma aveva goduto del coito, mentre il cane scaricava la sua energia attiva. Quel muscolo, dentro di lui, non era né vomere né spada, ma carne morbida, calda, dura, umida che si muoveva in lui con movimenti volontari: andava, indietreggiava, riaffondava, s’arrestava, ricominciava in una cavità che lo riceveva e stringeva dolcemente. Si era sentito un violino fra gli artigli, ma aveva vibrato bene, a lungo, forte; … e sussurrato, bisbigliato o urlato note incomprensibili anche da lui, ma adatte a formare una sinfonia hard. La lingua di Thor ora puliva, lucidava, disinfettava, perfezionava, completava la monta e al ragazzo, ancora a pecorina piaceva, mentre il suo anello si riduceva e contraeva. Non era più un piacere intenso, folle, disumano come prima, ma sottile, tenero, pulito. Accettava e discerneva in quell’ultimo atto un gesto d’amore di Thor verso la sua cagna. Nella lotta era stato sotto, violato, cavalcato, ma non umiliato, forse … L’amplesso non era stato come gli altri, da cui, dopo, scivolavano fuori umori, donandogli ancora vertigini, ma si essiccavano o doveva pulirsi: qui, nella monta subita, a cui dopo partecipò intensamente e attivamente, il molosso lo puliva delicatamente, dolcemente con la lingua e con devozione.
“Ohhh Thor, sìììì, … cosììì! È bellissimo, … sei stupendo, … ohhhhhh sììììììì; … la tua lingua mai stanca e il tuo naso caldo, umido mi cagionano, mi suscitano e mi fanno avere …. Ohhhhhh! Vieni Thor, … ti voglio abbracciare, stringere, coccolare per esprimerti gratitudine per quello che mi hai dato e fatto saggiare.” Con la destra posata sul capo dell’animale, Paolo invitò il suo seviziatore a ricevere l’abbraccio e le coccole promesse. Alcuni dei presenti, prossimi a spandere il loro sperma, s’avvicinarono per meglio controllare ciò che sarebbe avvenuto. Paolo, non più a capretta, ma inginocchiato, afferrata la testa della bestia, la fasciava e comprimeva con le mani.
La circondò per carezzarla, pettinarla, lustrarla, lucidarla, fissandola amorosamente e dolcemente negli occhi, finché, spinto dal desiderio di gratitudine, principiò a darle piccoli bacini sugli occhi, sul naso umido e sulle labbra. Fu contraccambiato da slinguatine, dall’appoggio di quel testone su una sua spalla. Thor aveva riconosciuto in lui la cagna, appena fecondata. Dalle piccole tenere, dolci effusioni a toccarsi con le lingue, a … a teneri baci, a carezze, a sospiri di appagamenti.
“Ohhh, come sono teneri, affettuosi, idillici, … sembrano … Thor sarà geloso, attento, diffidente anche di noi.” … e per accertarsi del sentore, della percezione … “Tu, acconciatore, prova a disperdere tra loro: in questo modo ce ne sincereremo, … ce ne accerteremo!”
Il chiamato, che era tra quelli che si erano accostati per meglio osservare le effusioni tra i due, si spostò e scossosi un po’ il membro, già tumido e pieno, spanse le sue secrezioni energiche tra loro. Alcune scie bianco-opalescenti colpirono il volto del ragazzo; altre il naso, gli occhi, la testa del molosso. Il cane con la lingua asportava, rimuoveva da Paolo, mentre il ragazzo, sorridendo affettuosamente, raccoglieva, … recuperava parte dello sperma per farsi pulire, detergere la mano.
“Oh, ma questi …! Svuota, … libera la vescica!” -urlando ed indicando-. Il cane asperso e inondato di liquidi giallognoli si scosse, abbandonando la presa per scuotersi, … scrollarsi di dosso le calde urine del garzone. “Bene, … finalmente potremo averlo per noi! … e tu, giovanotto -rivolgendosi all’inserviente- prendi Thor e portalo, ora, nel suo recinto.”
“Spetta a me, medico, pertanto l’onore di fotterlo dopo il cane, di entrare nel suo colon pieno di liquidi seminali.”
“…ma prima deve odorare da cagna, da femmina in calore e pertanto gli mostrerò e aprirò la mia vulva su quel suo bel visino da ermafrodito.”
Egli, avvisato precedentemente, era al corrente che per proseguire nella strada intrapresa doveva accettare le richieste della signora. Era lei che decideva, intimava, guidava, … che affinava, istruiva; … che induceva e spingeva per nuove eccitanti esperienze. Era stata lei, dopo le informazioni ricevute, ha proporlo per il letto del bisnonno, purché fosse a disposizione degli altri e non ponesse paletti a richieste particolari, strane, speciali e visto che si era trovato bene … La giornata volgeva al termine: il suo amichetto, ormai svezzato, voglioso bramava e sarebbe stato felice e soddisfatto di concludere come la signora Carmela aveva ideato; anche se doveva piegarsi e subire le sue disgustose, nauseanti, sudice voglie.
“Sono tutta unta di umori maschili, di sperma e, là, hanno trovato ristoro le nerchie dei miei domestici, colmandomi delle loro sbore. Assorbirai il loro profumo, più che il mio; ma del mio voglio imbrattare, … lordare il tuo bel visino da cagnetta affamata e sempre in calore. Voglio avvertire quella tua bella, rosea, umida linguetta … lecca, … lecca, … l’esterno e l’interno delle labbra, … lungo la vagina. Inspira e poi, mentre succhi e slingui il mio interno, io ti stringo fra le mie labbra con le piccole che chiederanno di essere morse, addentate, brucate. Ohhh che piacere avere il tuo visetto da cagnetta, da troietta sotto di me! Che piacere godere e versare i miei sughi spargendoli su quella tua pelle, ancora profumata di tetta! Lecca, … lecca, … spingi la lingua dentro e bevi quello che fluisce. Ohhhhhh sììììììì, … cosìììì, … ohhhhhhhh, … ummmmmmmmmmhhhhh! … sto squirtando … pisciando! Non lo so, godooooo! Piscio, squirto, ohhhhhh … uhmmmmmmmm, … il loro sperma con i miei intingoli! Che cosa deliziosa scivolare e muoversi spargendo i miei estratti sul tuo viso … e sulla tua bocca! Saprai di cagna, … di femmina, … di puttana ingravidata, rotta, sfasciata. Fammi godere ancora, … il tuo corpo deve essere ricoperto della mia lussuria, … della mia libidine, … del frutto del mio godimento. Sto sbrodolando, … ti allago, … ti copro tutto dei miei schizzi…. E ora dottore, … Alberto mio, … disponetelo per lo spiedo. Le vostre lance lo infilzino dal culo e dalla bocca, … simultanei dentro e fuori. Bramo osservarlo inarcarsi per i vostri colpi, … delle vostre stoccate concomitanti. Dottore, … no dentro! È già pieno dei liquidi di Thor, … glielo versi sul culo, deve grondare, colare di sesso! … e tu, Alberto, faglielo bere, … tutto; deve memorizzare il tuo sapore. … e tu piccola cagna, dai piacere se vuoi avere altre giornate come questa.”
“Che culo, … bello, sodo, ben fatto, … un culetto da cagnetta. Sono tutto dentro, sino ai coglioni, e mi sento stretto fasciato, con le sue mucose che me lo massaggiano piano piano, con calma in avanti e indietro; … mi spreme e aspira; … mi munge risucchiandolo. Che merce rara sei: ti verrò a trovare ancora per sentirti fremere e pigiare. Ohhhhhhh, … sìììììììì, … Alberto io vengo, … godo sul suo bellissimo culo! Ecco i miei getti caldi, … ohhhh Alberto lo stai imbottendo, rimpinzando. Che chiavata, … che puttana, … che ragazzo mi avete fatto conoscere. Ecco ve lo posizioniamo a pancia in su e gambe rialzate per goderlo anche in questa disposizione.”
Gli altri infissi per un nuovo girarrosto erano nella loro sede: Cesare stantuffava in modo alternativo ad una pausa o continuo con stoccate forti o deboli, passionali, istintive, … mentre Federico glielo aveva sprofondato sino all’ugola. Erano meno violenti del medico, … più affettuosi, … più amorevoli. Gli donarono anche loro il frutto della loro bisaccia, mentre i domestici glielo versarono sul corpo e sul viso. Nicola, invitato, glielo porse e mise fra le labbra per scaricare quello che gli rimaneva, dopo essersi fatto suggere dall’infermiere.
Sfinito, svenuto o collassato, stava steso, esamine con l’occhiello rosso, gonfio, umido, viscido e appiccicoso da cui fuoriuscivano abbondanti, copiose scie bianche. Il veterinario, con una mossa appropriata lo fece vomitare, affinché, dopo una calda, avvolgente e rilassante doccia, espletata dagli inservienti, fosse pronto per la cena e per il successivo riposo.
Possiamo noi condannare un giovane omosessuale? In natura esistono dei preservativi intrinseci per il controllo delle specie.
Gli studiosi non hanno mai potuto indagare, analizzare, studiare scientificamente, rigorosamente questa variante naturale del comportamento umano; perché non incoraggiati o addirittura ostacolati da governi, dall’economia, dalla morale, dal matriarcato.
“L'omosessualità è una variante naturale del comportamento umano che comporta l'attrazione sentimentale e/o sessuale verso individui dello stesso sesso. Nella definizione di orientamento sessuale, l'omosessualità viene collocata nel continuum etero-omosessuale della sessualità umana, e si riferisce all'identità di un individuo sulla base di tali attrazioni e dell'appartenenza a una comunità di altri individui che condividono le stesse.
L'omosessualità si riscontra in molte specie animali. La diffusione dell'omosessualità nella specie umana è difficile da determinare accuratamente, benché in molte antiche culture le relazioni omosessuali fossero altamente diffuse. Nel corso della storia, alcuni aspetti individuali dell'omosessualità sono stati ammirati o condannati, relativamente alle norme sessuali delle varie società. Quando essa veniva elogiata, tali aspetti erano visti come un miglioramento per la società; quando veniva condannata, particolari attività venivano viste come un peccato o una malattia e alcuni comportamenti omosessuali erano proibiti e puniti dalla legge.
Dalla metà del XX secolo, l'omosessualità è stata gradualmente disconosciuta come crimine o malattia e decriminalizzata in quasi tutte le nazioni sviluppate. Viene depennata dalla International Statistical Classification of Diseases, Injuries and Causes of Death (ICD) il 17 maggio 1990, data simbolo della Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia. Tuttavia, lo status legale delle relazioni omosessuali varia enormemente da uno Stato all'altro e rimangono ancora giurisdizioni in cui alcuni comportamenti omosessuali sono considerati crimini e vengono puniti con pene severe, tra cui la morte.
Molte persone omosessuali nascondono i loro veri sentimenti e attività a causa della paura della disapprovazione altrui e della violenza; vengono comunemente definiti repressi. Il dichiarare apertamente il proprio orientamento viene definito coming out (dall'inglese “venire fuori”). I tentativi di emancipazione dell'omosessualità, così come oggi vengono riconosciuti, ebbero inizio negli anni sessanta del 1800; mentre nel XX secolo, dalla metà degli anni cinquanta si ebbe un'accelerazione con l'aumento della visibilità, dell'accettazione e dei diritti civili per lesbiche, gay e bisessuali; tuttavia l'omofobia persiste, e soprattutto si presenta nei confronti dei giovani, potendo comportare difficoltà di socializzazione e gravi conseguenze per l'individuo, tra le quali il suicidio. Essa continua, … anzi progredisce malgrado le violenze a cui spesso sono soggetti questi individui.” -Wikipedia-
Gli interessi economici -industria della maternità e della famiglia-; religiosi -formazione di sacerdoti e di mujahidin che non possono essere donne, ma solo maschi e quindi supremazia del maschio sulla donna con conseguenze disastrose-; politici -i gay non sono orientati a generare, per cui non forniscono carne per l’industria bellica e quest’aspetto era fortissimo sino a pochi anni fa-; orientativi degli stessi sessi perché un omosessuale non vuole essere imbrigliato in un legame riproduttivo, hanno sempre impedito l’accettazione e la sua inclusione sociale.
Paolo nel periodo dalla pubertà all’adolescenza, caratterizzato da una forte trasformazione fisica e dal desiderio di conoscersi, era mosso, dal suo essere recettivo, a ricevere più che a dare o fare; infatti i suoi rapporti fisici, sessuali erano vissuti intensamente, pienamente se lo si trattava da femmina, mentre subiva, … pativa l’essere attivo, non trovandovi quel piacere o quell’appagamento che viveva con i primi. È spontaneo, sincero, generoso, emotivo, aperto, ricettivo e disponibile come tutti i ragazzini, soprattutto nei momenti di grande affettività unita alla sessualità. Sta bene con l’adulto-maschio, perché in esso trova protezione, affetto, magistero. È accogliente, cordiale, sempre contento e spensierato; spesso si bagna prima degli incontri, trovandoli deliziosamente introduttivi agli appuntamenti programmatigli e non umilianti. È una femmina vestita da uomo, che arde senza cessare di essere passiva, come una pianta carnivora immobile, vischiosa che succhia, aspira, sconfigge chi pensa di dominarla, sottometterla; tanto che i suoi stessi vincitori si troveranno a lei asserviti a causa della sua mancanza di tabù e della sua candida, luminosa bellezza.

scritto il
2020-03-28
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