Un problema grosso 2.
di
Checco752.
genere
etero
Il giorno dopo iniziò con una riparazioe in periferia e, ironia della sorte, si trovava proprio nella stessa via dove abitano le cinesine. Un lavandino incrinatosi e reso perciò inutile m'impegnò per due ore smontando il danneggiato e andando poi ad acquistarne uno nuovo dal mio grossista e lo montai non in poco tempo perchè molto sofisticato. La padrona di casa, una bella signora sulla cinquantina ma con un corpo di ventenne, alta, bionda, due gambe tornite, sode, chilometriche ed un culo da sogno, da sfondare subito e...mi ci vorrebbe una pagina intera per descrivere la gnoccolona che aveva difronte. Terminato quindi il lavoro, la biondona mi chiese quanti euro doveva darmi e mi misi a scrivere tutto, chiedendole poi un bel pò d'euro, dato la chiamata, la sostituzione ecc., ecc.:€.250,00. Lei mi disse che aveva subito disponibili solo 200, ma che avrebbe potuto compensare i mancanti 50 euro ...non disse più nulla ma si sedette accanto a me accavallando le sue coscione, arrapanti, eccitanti, insomma, non ci misi molto che voleva pagare in natura e, per tacito consenso, le posai la mano sul ginocchio e lei si sdraiò sul tavolino della cucina, sfilandosi gli slippini ed aprendo le cosce come invito a scoparla ma volli prima saggiare il terreno e mi misi a leccarle la figona pelosissima perciò per me molto eccitante, e sentii subito il suo clitoride gonfiarsi ed irrigidirsi proprio come un cazzetto che era intriso di umori di figa. Mi slacciai poi i pantaloni che caddero in terra ed abbassai gli slip, presentandole il mio cazzone che già svettava nell'alto e, mentre con le dita eccitavo la sua figa, sentendo l'ano viscido di umori, puntai il cazzo al suo bel culo e spinsi dentro fino a toccare con la pancia il bel culo. Lei si lamentava per il dolorino che la penetrazione forzata le procurava ma, dopo che diedi una bella serie di colpi al culetto, feci uscire il cazzo e passai alla figona che agguantò il mio povero tormentato batacchio stringendosi tutta intorno a lui. La scopai di gusto ma ad un certo punto lei mi disse, provocandomi un gelo dentro di me, che non prendeva la pillola perciò mi pregò di uscire dalla sua figa e passare alla sua bocca per potere sborrare quanto e come volevo. A malincuore uscii dalla figa e infilai tutto in bocca e lì lei iniziò a spompinarmi fino a farmi venire sborrando a lungo. Dopo che mi ero rimesso i pantaloni, lei mi disse che se volevo potevo benissimo ritornare da lei che viveva sola con Marameo, il suo fedele gatto. Ci scambiammo un lungo bacio in bocca e, mentre stavo poi mettendo in ordine i miei attrezzi in borsa, lei chiamò Marameo per farmelo vedere nella sua bellezza ma le assicurai che lo avevo già conosciuto e la invitai a venire a vedere dentro la mia borsa...dove...appunto, Marameo se la dormiva beatamente. Dopo liberata la borsa dall'intruso, la biondona si scusò ma io ci risi sopra e la salutai con la promessa che sarei tornato a trovarla e...riscuotere ancora...in natura. Salito sul mio furgone telefonai alla cinesina ma non ebbi risposta, quindi non andai lì a vuoto e tornai al laboratorio. Trovai al mio ritorno un messaggio della segreteria telefonica e chiamai subito chi mi aveva cercato. Una signora dalla voce molto fioca che mi fece supporre trattavasi di molto anziana, aveva bisogno di me e, segnato l'indirizzo, corsi da lei. Guarda caso, anche lei era vicino alla via Po...la via delle cinesine! suonai e la signora mi aprì chiedendomi di farle funzionare lo scaldacqua che non si accendeva più. Le feci notare che allora era competenza più di elettricista che idraulico ma dato che lei per due volte mi aveva definito "elettraulico", capii che sarebbe stato inutile farle capire che io non ero anche "elettr"...ma solo idraulico, quindi le chiesi di farmi strada e vedere insieme lo scaldacqua. Quando arrivammo nello stanzino dove era collocato, potei notare subito che l'apparecchio era solo privo della spina inserita normalmente nella presa elettrica, così lo riattaccai e vidi con soddisfazione che stava normalmente funzionando. La signora mi diede un'affettuosa pacca sulla spalla, osservandomi con gli occhi lucidi dalla contentezza. Ripresi quindi la borsa appoggiata in terra e lei mi chiese cosa doveva darmi per il mio intervento. Le dissi che ad una bella signora non si fa pagare nulla ed allora insistette per farmi prendere un caffè, cosa che accettai per farla contenta e dopo mi congedai da lei. A quel punto, visto che ero a metà pomeriggio, ritelefonai alle cinesine ma non ebbi risposta. Tornai al laboratorio e la segreteria stava lampeggiando, quindi avevo una chiamata: una voce affannata, m'implorava di chiamare al numero lasciatomi, cosa che feci subito e la voce maschile agitatissima, mi disse che aveva la casa allagata ma fortunatamente si trovava a piano terra e fuori Roma in campagna. Corsi subito lì e vidi subito che l'innondazione era avvenuta in seguito ad una rottura di tubo, chiaramente: impianto vecchio. Trovai subito la saracinesca e chiusi il flusso dell'acqua. Vista l'ora mi misi subito a rompere il muro e verificare dove c'era la perdita nel tubo. Il lavoro di ripristino si presentava assai impegnativo e complesso ma non volli turbare il povero alluvionato e gli dissi che al mattino dopo sarei tornato a terminare il lavoro con i tubi nuovi. E lì ritentai ancora di chiamare le cinesine ma non ebbi risposta e me ne tornai a casa.
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