L'avvocatessa (Cap IV segue IL PROF)
di
IL PENSIONATO
genere
etero
L'AVVOCATESSA (CAP IV segue IL PROF)
Girai la testa e vidi stagliarsi sulla porta un ragazzo di colore alto quasi quanto la porta stessa, con lineamenti in verità molto belli, occidentaleggianti, coperto da un accappatoio bianco:” Vieni, vieni Michel, e rivolto a me il prof, che intanto cercava di scoparmi, disse “non ti preoccupare l'ho invitato proprio per te sapendo delle mie poco soddisfacenti prestazioni sessuali, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere ed io intanto mi sarei riposato guardando.” Quel vecchio porco! Ma cosa aveva architettato Guido per fargliela pagare? Non sapevo se dovevo darmela a gambe o accettare questa ulteriore umiliazione per non mandare all'aria il piano del mio socio. Il ragazzo si avvicinò posò le mani sulle mie spalle e spinse con forza verso il basso ( vi ricordo che ero a cavalcioni del prof): sentii un leggero sussulto : era venuto o almeno così mi ero parso, e mentre il prof si abbandonava sul letto a braccia larghe il ragazzo mi sollevò e mi chiese:”Adesso vuoi divertirti con me?” “Ma certo che vuole, Michel, dopodomani ha un esame: non è vero Giovanna?” disse il prof che intanto si era riassettato sedendosi sulla seggiola: “Forza ragazzi fatemi vedere cosa sapete fare! Fatemi divertire!”. Michel mi rivolse uno sguardo interrogativo, mi fece capire che se io non fossi stata d'accordo non avrebbe fatto nulla: esaminai in fretta la cosa dal mio punto di vista:oramai ero in gioco, avevo subito una violenza, soprattutto psicologica per la verità, ed ora si presentava l'occasione di poter godere anch'io, anche se senza intimità, senza alcun sentimento: il sesso per il sesso con in più la variante del guardone che se avesse mantenuto un poco di coscienza avrebbe dovuto sentirsi più umiliato di me, ma certi uomini non sanno che cos'è l'onore, e poi c'era sempre il piano di Guido.
Abbassai gli occhi e feci segno di si con la testa: il ragazzo si sciolse la cintura dell'accappatoio e apparve un bronzo di Riace: pelle lucida, muscoli scolpiti in ogni loro particolare, completamente glabro e un membro di almeno venticinque centimetri in fase di erezione: le gambe mi tremarono e caddi letteralmente sul letto a corpo morto: mi sedette vicino mi prese il volto tra le mani e mi baciò in modo splendido, le nostre lingue si intrecciarono scambiandosi liquidi, la sua mano si posò sul seno stringendolo delicatamente, una scossa mi percorse la schiena ed iniziai ad abbandonarmi, una volta capito che Michel non mi avrebbe usato violenza ma avrebbe voluto “fare l'amore”.
Gettai appena un'occhiata verso il depravato che si smanettava la ridicola appendice, con la scusa di baciarmi il collo il ragazzo mi sussurrò nell'orecchio:”Cercherò di essere il più gentile possibile, ma purtroppo mi ha in pugno trattenendo il mio passaporto e la mia richiesta di asilo”. Quel porco era abilissimo a soggiogare le persone e costringerle a soddisfare le sue depravazioni. “Non ti preoccupare, risposi, anche se non troppo esperta ho voglia di scopare!”, usai proprio questo termine per spronare Michel a non essere troppo riguardoso, oramai certa delle sue intenzioni, ero io che volevo che fosse sesso hard! Scivolò con la mano verso la mia intimità che, grazie a tutti i pensieri che mi passavano per la mente, iniziava a bagnarsi. Mi stesi e spinsi il sesso verso la sua mano inarcando le reni in modo da essere penetrata più facilmente. E così avvenne, sentii le sue dita insinuarsi dentro di me, ciò mi procurò un piacere così forte che iniziai a mugolare e con me quel porco del prof ; con la mano gli agguantai la virilità che intanto aveva raggiunto il “massimo splendore”: era letteralmente un palo caldo e pulsante con un glande lucido e mentre lo segavo dolcemente ebbi il mio primo orgasmo: non riuscivo a controllare il tremolio delle gambe ed il pulsare della vagina ; Michel ritrasse le dita bagnate, le asciugò sul mio seno che poi baciò, poi, dopo aver indossato un preservativo (con qualche difficoltà) si stese su di me cercando, con il pene, l'ingresso della “grotta delle meraviglie”, lo aiutai con la mano e sentii un caldo piacevole invadermi il basso ventre, per aiutare la penetrazione allargai allo spasimo le gambe portando le ginocchia verso le mie spalle: sentivo i testicoli ballare sui miei glutei con il classico rumore, solo successivamente per me sarebbe diventato classico, della penetrazione ritmica, mi mandò la testa in tilt:”Scopami!!; urlavo, daiii, forza” intanto ebbi ancora un altro orgasmo con tanto di squirt, che mi colò lungo le gambe: il prof intanto era come impazzito, si agitava per la stanza cercando le visuali migliori per controllare il nostro coito: Michel era instancabile, un martello umano ed io, sotto di lui, sudavo e mi dimenavo; poi cambiai posizione mi misi sopra e mi impalai sul suo pene, mentre Michel mi martoriava i seni stringendoli nelle sue mani forti: Avevamo trovato un ritmo perfetto: quando mi alzavo lui mi seguiva e quando scendeva io lo seguivo, sentii che era arrivato al limite, velocemente me lo sfilai da sotto gli tolsi il preservativo e avvicinai la bocca al suo glande: bastò appena alitarci sopra per ottenere un effetto dirompente: un flotto di sperma si riversò sul mio viso coprendomi la fronte, il naso, le labbra: era un nettare caldo quello che mi investì provocandomi un nuovo orgasmo:”Ferma non lo leccare, ci penso io!!” esclamò il vecchio porco: si avvicinò e mi leccò il viso, poi, non contento, con la sua piccola appendice raccolse quello che rimaneva dello sperma e lo portò alla mia bocca perché lo succhiassi e lo ripulissi con la mia lingua: solo il sapore sublime di Michel mi permise di assecondare le voglie del prof. Il ragazzo intanto guardava con disappunto quello spettacolo, però la natura potette più della disapprovazione: infatti il suo “arnese” era di nuovo in tiro ed io pensai che Michel dovesse avere un premio per il suo comportamento:” Vieni, prendimi dietro, ma fai piano, lì sono ancora vergine!” dissi con la voce rotta dal desiderio: non avrei potuto scegliere di meglio per la mia prima volta, il vecchio battè le mani come un bambino cui era stato fatto un regalo tanto agognato: “Non ho altri preservativi”, si schermì il ragazzo, “ Non importa dai mi fido, quindi se ne hai voglia....” Mi misi alla “pecorina”, con le mani allargai i glutei e misi in bella mostra il mio buchetto grinzoso; aspettavo tremante l'introduzione dell'enorme fallo, ma non avvenne subito, ed anche di questo non potei successivamente che ringraziare il mio “amante”, prima si tuffò con il viso nel solco del sedere e con la lingua inumidì a lungo il mio ano, poi introdusse un dito ed un altro ed un altro ancora allargando con dolcezza il pertugio; questa operazione durò quasi venti minuti, durante questo tempo avevo perso il conto dei miei orgasmi vuoi per il piacere oggettivo dell'operazione, vuoi per l'aspettativa di un rapporto mai provato. Il prof non stava nella pelle e lo incitava a non perdere tempo.” Inculala dai, forza!” gridava, incurante del fatto che qualcuno fuori della stanza avrebbe potuto sentire. Alla fine quando Michel ritenne giunto il momento, ed in effetti sentivo il mio sfintere rilassato ed abbastanza allargato, dopo essersi bagnato il pene con i miei umori che sgorgavano copiosi dalla vulva, iniziò a forzare l'entrata: sentii un bruciore e del dolore che ben presto si trasformò in piacere e spinsi io stessa verso la radice del suo pene perché entrasse tutto nel mio intestino: l'operazione riuscì perfettamente ed il palo scivolò in me provocandomi ondate di piacere inimmaginabile; oramai non mi trattenevo più urlavo come una ossessa (chissà cosa avranno pensato gli altri avventori) “Dai, dai inculami così facciamo contento questo impotente!!! Bravo, spaccami tutta, ti adoro Michel, non venire subito, dai ancora!!!” “Si, si!!” biascicava il prof, l'unico che manteneva la calma era proprio il ragazzo ma, da lì a poco, anche lui si lasciò andare e mi inondò l'intestino di lava bollente con colpi di reni che si spegnevano sui miei glutei; ritrasse il pene in fase di remissione, lordo di sperma, umori di colore indefinito: mi voltai di scatto e, nonostante la sua ritrosia, lo presi in bocca ripulendolo per bene, mentre con due dita scavavo dentro di me traendone ulteriori ulteriori residui dell'accoppiamento:”Vieni qua porco!, rivolta al prof, lecca e dimmi ti siamo piaciuti?” Il vecchio si avvicinò, leccò ed ammise che era stato uno spettacolo indimenticabile. Ci facemmo tutti una doccia rigeneratrice ed uscimmo in piena notte: guardai l'ora e rimasi colpita:avevamo “scopato” per quattro ore, inimmaginabile per la mia abitudine alle sveltine; sentii che da quella stanza usciva una Giovanna nuova e di questo dovevo forse essere grata al vecchio porco, che mantenne la parola ripagandomi con un trenta e lode. La settimana successiva, venni a sapere che quella era stata la sua ultima sessione di esami: aveva fatto domanda di pensionamento anticipato e si era ritirato dall'insegnamento, chiudendo anche la sua carriera accademica.
Passai da Guido, sorvolando sulle vicende della serata, gli chiesi se c'entrava qualcosa con le dimissioni e come avesse fatto. “Non ti preoccupare tutto a tempo debito!” Gli narrai anche la storia di Michel e lo pregai di recuperare i suoi documenti e cercare di regolarizzare la sua posizione. “Dallo per fatto Giovanna! A presto.” Notai nei suoi occhi una strana luce,ma, al momento, non vi diedi peso...... (continua)
Girai la testa e vidi stagliarsi sulla porta un ragazzo di colore alto quasi quanto la porta stessa, con lineamenti in verità molto belli, occidentaleggianti, coperto da un accappatoio bianco:” Vieni, vieni Michel, e rivolto a me il prof, che intanto cercava di scoparmi, disse “non ti preoccupare l'ho invitato proprio per te sapendo delle mie poco soddisfacenti prestazioni sessuali, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere ed io intanto mi sarei riposato guardando.” Quel vecchio porco! Ma cosa aveva architettato Guido per fargliela pagare? Non sapevo se dovevo darmela a gambe o accettare questa ulteriore umiliazione per non mandare all'aria il piano del mio socio. Il ragazzo si avvicinò posò le mani sulle mie spalle e spinse con forza verso il basso ( vi ricordo che ero a cavalcioni del prof): sentii un leggero sussulto : era venuto o almeno così mi ero parso, e mentre il prof si abbandonava sul letto a braccia larghe il ragazzo mi sollevò e mi chiese:”Adesso vuoi divertirti con me?” “Ma certo che vuole, Michel, dopodomani ha un esame: non è vero Giovanna?” disse il prof che intanto si era riassettato sedendosi sulla seggiola: “Forza ragazzi fatemi vedere cosa sapete fare! Fatemi divertire!”. Michel mi rivolse uno sguardo interrogativo, mi fece capire che se io non fossi stata d'accordo non avrebbe fatto nulla: esaminai in fretta la cosa dal mio punto di vista:oramai ero in gioco, avevo subito una violenza, soprattutto psicologica per la verità, ed ora si presentava l'occasione di poter godere anch'io, anche se senza intimità, senza alcun sentimento: il sesso per il sesso con in più la variante del guardone che se avesse mantenuto un poco di coscienza avrebbe dovuto sentirsi più umiliato di me, ma certi uomini non sanno che cos'è l'onore, e poi c'era sempre il piano di Guido.
Abbassai gli occhi e feci segno di si con la testa: il ragazzo si sciolse la cintura dell'accappatoio e apparve un bronzo di Riace: pelle lucida, muscoli scolpiti in ogni loro particolare, completamente glabro e un membro di almeno venticinque centimetri in fase di erezione: le gambe mi tremarono e caddi letteralmente sul letto a corpo morto: mi sedette vicino mi prese il volto tra le mani e mi baciò in modo splendido, le nostre lingue si intrecciarono scambiandosi liquidi, la sua mano si posò sul seno stringendolo delicatamente, una scossa mi percorse la schiena ed iniziai ad abbandonarmi, una volta capito che Michel non mi avrebbe usato violenza ma avrebbe voluto “fare l'amore”.
Gettai appena un'occhiata verso il depravato che si smanettava la ridicola appendice, con la scusa di baciarmi il collo il ragazzo mi sussurrò nell'orecchio:”Cercherò di essere il più gentile possibile, ma purtroppo mi ha in pugno trattenendo il mio passaporto e la mia richiesta di asilo”. Quel porco era abilissimo a soggiogare le persone e costringerle a soddisfare le sue depravazioni. “Non ti preoccupare, risposi, anche se non troppo esperta ho voglia di scopare!”, usai proprio questo termine per spronare Michel a non essere troppo riguardoso, oramai certa delle sue intenzioni, ero io che volevo che fosse sesso hard! Scivolò con la mano verso la mia intimità che, grazie a tutti i pensieri che mi passavano per la mente, iniziava a bagnarsi. Mi stesi e spinsi il sesso verso la sua mano inarcando le reni in modo da essere penetrata più facilmente. E così avvenne, sentii le sue dita insinuarsi dentro di me, ciò mi procurò un piacere così forte che iniziai a mugolare e con me quel porco del prof ; con la mano gli agguantai la virilità che intanto aveva raggiunto il “massimo splendore”: era letteralmente un palo caldo e pulsante con un glande lucido e mentre lo segavo dolcemente ebbi il mio primo orgasmo: non riuscivo a controllare il tremolio delle gambe ed il pulsare della vagina ; Michel ritrasse le dita bagnate, le asciugò sul mio seno che poi baciò, poi, dopo aver indossato un preservativo (con qualche difficoltà) si stese su di me cercando, con il pene, l'ingresso della “grotta delle meraviglie”, lo aiutai con la mano e sentii un caldo piacevole invadermi il basso ventre, per aiutare la penetrazione allargai allo spasimo le gambe portando le ginocchia verso le mie spalle: sentivo i testicoli ballare sui miei glutei con il classico rumore, solo successivamente per me sarebbe diventato classico, della penetrazione ritmica, mi mandò la testa in tilt:”Scopami!!; urlavo, daiii, forza” intanto ebbi ancora un altro orgasmo con tanto di squirt, che mi colò lungo le gambe: il prof intanto era come impazzito, si agitava per la stanza cercando le visuali migliori per controllare il nostro coito: Michel era instancabile, un martello umano ed io, sotto di lui, sudavo e mi dimenavo; poi cambiai posizione mi misi sopra e mi impalai sul suo pene, mentre Michel mi martoriava i seni stringendoli nelle sue mani forti: Avevamo trovato un ritmo perfetto: quando mi alzavo lui mi seguiva e quando scendeva io lo seguivo, sentii che era arrivato al limite, velocemente me lo sfilai da sotto gli tolsi il preservativo e avvicinai la bocca al suo glande: bastò appena alitarci sopra per ottenere un effetto dirompente: un flotto di sperma si riversò sul mio viso coprendomi la fronte, il naso, le labbra: era un nettare caldo quello che mi investì provocandomi un nuovo orgasmo:”Ferma non lo leccare, ci penso io!!” esclamò il vecchio porco: si avvicinò e mi leccò il viso, poi, non contento, con la sua piccola appendice raccolse quello che rimaneva dello sperma e lo portò alla mia bocca perché lo succhiassi e lo ripulissi con la mia lingua: solo il sapore sublime di Michel mi permise di assecondare le voglie del prof. Il ragazzo intanto guardava con disappunto quello spettacolo, però la natura potette più della disapprovazione: infatti il suo “arnese” era di nuovo in tiro ed io pensai che Michel dovesse avere un premio per il suo comportamento:” Vieni, prendimi dietro, ma fai piano, lì sono ancora vergine!” dissi con la voce rotta dal desiderio: non avrei potuto scegliere di meglio per la mia prima volta, il vecchio battè le mani come un bambino cui era stato fatto un regalo tanto agognato: “Non ho altri preservativi”, si schermì il ragazzo, “ Non importa dai mi fido, quindi se ne hai voglia....” Mi misi alla “pecorina”, con le mani allargai i glutei e misi in bella mostra il mio buchetto grinzoso; aspettavo tremante l'introduzione dell'enorme fallo, ma non avvenne subito, ed anche di questo non potei successivamente che ringraziare il mio “amante”, prima si tuffò con il viso nel solco del sedere e con la lingua inumidì a lungo il mio ano, poi introdusse un dito ed un altro ed un altro ancora allargando con dolcezza il pertugio; questa operazione durò quasi venti minuti, durante questo tempo avevo perso il conto dei miei orgasmi vuoi per il piacere oggettivo dell'operazione, vuoi per l'aspettativa di un rapporto mai provato. Il prof non stava nella pelle e lo incitava a non perdere tempo.” Inculala dai, forza!” gridava, incurante del fatto che qualcuno fuori della stanza avrebbe potuto sentire. Alla fine quando Michel ritenne giunto il momento, ed in effetti sentivo il mio sfintere rilassato ed abbastanza allargato, dopo essersi bagnato il pene con i miei umori che sgorgavano copiosi dalla vulva, iniziò a forzare l'entrata: sentii un bruciore e del dolore che ben presto si trasformò in piacere e spinsi io stessa verso la radice del suo pene perché entrasse tutto nel mio intestino: l'operazione riuscì perfettamente ed il palo scivolò in me provocandomi ondate di piacere inimmaginabile; oramai non mi trattenevo più urlavo come una ossessa (chissà cosa avranno pensato gli altri avventori) “Dai, dai inculami così facciamo contento questo impotente!!! Bravo, spaccami tutta, ti adoro Michel, non venire subito, dai ancora!!!” “Si, si!!” biascicava il prof, l'unico che manteneva la calma era proprio il ragazzo ma, da lì a poco, anche lui si lasciò andare e mi inondò l'intestino di lava bollente con colpi di reni che si spegnevano sui miei glutei; ritrasse il pene in fase di remissione, lordo di sperma, umori di colore indefinito: mi voltai di scatto e, nonostante la sua ritrosia, lo presi in bocca ripulendolo per bene, mentre con due dita scavavo dentro di me traendone ulteriori ulteriori residui dell'accoppiamento:”Vieni qua porco!, rivolta al prof, lecca e dimmi ti siamo piaciuti?” Il vecchio si avvicinò, leccò ed ammise che era stato uno spettacolo indimenticabile. Ci facemmo tutti una doccia rigeneratrice ed uscimmo in piena notte: guardai l'ora e rimasi colpita:avevamo “scopato” per quattro ore, inimmaginabile per la mia abitudine alle sveltine; sentii che da quella stanza usciva una Giovanna nuova e di questo dovevo forse essere grata al vecchio porco, che mantenne la parola ripagandomi con un trenta e lode. La settimana successiva, venni a sapere che quella era stata la sua ultima sessione di esami: aveva fatto domanda di pensionamento anticipato e si era ritirato dall'insegnamento, chiudendo anche la sua carriera accademica.
Passai da Guido, sorvolando sulle vicende della serata, gli chiesi se c'entrava qualcosa con le dimissioni e come avesse fatto. “Non ti preoccupare tutto a tempo debito!” Gli narrai anche la storia di Michel e lo pregai di recuperare i suoi documenti e cercare di regolarizzare la sua posizione. “Dallo per fatto Giovanna! A presto.” Notai nei suoi occhi una strana luce,ma, al momento, non vi diedi peso...... (continua)
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