L'avvocatessa (CapV Il socio)
di
IL PENSIONATO
genere
bisex
L'AVVOCATESSA
(CAP V IL SOCIO)
Era passato circa un mese dalle vicende con il vecchio prof, avevo ripreso il normale corso di studi in giurisprudenza, la mia vita scorreva normale come poteva essere la vita di una ventunenne studentessa universitaria di bell'aspetto con molti interessi oltre lo studio, con frequentazioni varie: discoteche, librerie, happy hour, vasche nelle strade dello shopping. Dal punto di visto del sesso ero ritornata nel tran-tran universitario, qualche avventuretta con colleghi di corso, del resto ero una bella ragazza con tutto al punto giusto, con le sane voglie dettate dall'età; certo l'esperienza con Michel ( vedi racconti precedenti n.d.a.) mi aveva lasciato il segno e dagli incontri uscivo sempre insoddisfatta, forse era per quello che ancora non avevo instaurato un rapporto con una parvenza di stabilità. Una mattina passai a studio da mio padre per salutarlo e parlare con Guido per informarmi sul destino di Michel (certo ne sentivo una nostalgia...).
Guido mi accolse con un largo sorriso, si alzò e mi invitò a sedermi; notai sul suo viso una nota di disappunto quando vide che quella mattina indossavo una maglietta ed un paio di jeans, che pur modellando le mie forme, richiedevano un certo sforzo di fantasia per immaginare cosa c'era sotto: evidentemente preferiva vedere e non immaginare, comunque il suo sguardo si posò sui punti topici della mia figura. A me faceva piacere essere guardata così da un uomo certamente di fascino qual'era Guido e ricambiavo con sguardi languidi che solo le donne sanno fare. “Dimmi cara Giovanna in che posso esserti utile?” “Oramai è passato più di un mese dal fatto, vorrei sapere che fine ha fatto Michel, e come hai fatto ad incastrare il vecchio prof.” “Cara Giovanna per quanto riguarda Michel oramai ha ottenuto il visto per l'asilo, ha riavuto il sua passaporto e con i soldi che ha scucito al prof sta girando l'Europa cercando il suo futuro: lo sai che in Senegal era un dottore? Per la seconda domanda sei invitata una di queste sere a casa mia, Fammi sapere con anticipo quando verrai che ti preparo una sorpresa, sempre se vorrai.” La cosa mi suonò strana, il comportamento di Guido aveva un che di misterioso che mi intrigò; “Va bene possiamo fare per dopodomani sera.” Mi presentai a casa di Guido un poco in anticipo sull'orario previsto, mi presentò sua moglie, che avevo intravisto in altre occasioni: una rossa allora quarantenne formosa, spigliata che mi accolse baciandomi sulle guance, ma, mi sembrò, indugiando un poco troppo. “Hai visto Sonia, disse Guido, di persona è anche meglio...Ops devo vedere la griglia che non bruci tutto,” Che avrà voluto dire “di persona” pensai; di lì a poco ci accomodammo a tavola: quella sera serviva a tavola Guido, aveva un sacco di attenzioni per tutte e due, ci versava da bere, ci serviva i bocconi migliori e finalmente giunse il momento della verità: Sonia ed io eravamo comodamente sedute, quasi sdraiate sul divano in pelle bianca del salone, mentre Guido in piedi cominciò il racconto:”Quando Giovanna si rivolse a me per il suo problema con il prof di diritto penale, mi recai da lui sfruttando delle comuni conoscenze e ne ebbi subito una pessima impressione: penso che quello che hai dovuto subire te, Giovanna, chissà quante altre lo avranno dovuto subire prima di te. Certo forse in tempi migliori il prof faceva da solo.” Un campanello d'allarme si accese nella mia mente, “Poi con l'andare degli anni si dovette servire di stalloni assoldati o ricattati. Subito mi scattò in mente un piano per renderlo innocuo; quando mi comunicasti il luogo dell'appuntamento vi andai il giorno prima e presi accordi con il proprietario, che dietro lauto compenso, mi permise di installare un paio di questi gioiellini” e prese da un cassetto un oggetto che inequivocabilmente era una piccola telecamera, di quelle che usano i servizi. Mi sentii avvampare, Guido aveva registrato tutto di quella notte. “E si, cara Giovanna, ho registrato tutto, poi sotto minaccia di divulgazione, ho ottenuto quello che volevo ed in più anche le sue dimissioni. Ora però devo dirti una cosa: ho visto e rivisto questo dvd sia da solo che con Sonia e devo dire che lo mandavamo in televisione abbiamo fatto l'amore in modo spettacolare, sei una bomba e sono sicuro che quella notte anche te abbia goduto come non mai! Ora abbiamo due possibilità: lo distruggo e ce lo dimentichiamo, oppure, e questo è quello che spererei, ce lo riguardiamo adesso insieme, e quel che succede succede, poi se vorrai lo distruggeremo oppure lo terrai tu e lo tirerai fuori quando e con chi vuoi. Ti assicuro che ce n'è una sola copia. Ora Sonia ed io ce ne andiamo di là, pensaci, poi quando avrai preso una decisione ce la comunicherai. Sonia andiamo!” Sonia, che non aveva proferito parola, alzandosi posò la sua mano sulla mia coscia stringendola appena, e quel gesto valse più di qualsiasi parola. Rimasi sola nel salone, con mille pensieri che mi traversavano la mente, il fatto che qualcuno, poi così vicino a me, avesse visto quello che era successo quella notte, mi metteva in imbarazzo, ma al tempo stesso mi eccitava, e che due persone avessero fatto l'amore guardando le mie “performances” mi eccitava ancora di più. Come ho detto, dopo l'esperienza con Michel non avevo più avuto rapporti soddisfacenti, e Guido sembrava essere più esperto dei miei giovani colleghi e sapere che il mio filmato li aveva eccitati non poteva che farmi piacere: “Guido, chiamai, puoi farmi vedere la registrazione adesso ma in privato?” “Senz'altro carissima!” Si avvicinò al lettore dvd, inserì il dischetto e mi consegnò il telecomando, allontanandosi poi. Rimasta sola spinsi il tasto play e un grosso schermo televisivo si illuminò mostrando prima la squallida stanza vuota, si aprì la porta ed ecco che entriamo io ed il prof; si sente il vecchio che mi ordina di spogliarmi, c'era anche il sonoro accidenti, si vedeva benissimo il mio disgusto nel prendere in bocca il pene floscio del prof, poi c'è l'ingresso di Michel e da lì si poteva notare il cambiamento del mio comportamento: il viso era trasfigurato si, ma dal piacere, i nostri corpi erano sudati e bagnati, inavvertitamente mentre scorrevano le immagini allargai le gambe e cercai con le dita le mie mutandine che si stavano bagnando, iniziai a strusciare la mano sopra la stoffa leggera mentre il respiro si faceva via via più affannoso, accidenti quelle sequenze avevano risvegliato i miei sensi, ma nonostante tutto, ero ancora lucida: perchè Guido aveva voluto che vedessi quel filmato a casa sua invece di darmi semplicemente il dischetto? Quale era il suo fine? E poi mi aveva detto che guardandole lui e Sonia avevano fatto l'amore come mai prima: Volevano un rapporto a tre? Non ci voleva molto per scoprirlo e decisi di vedere: “Guido Sonia venite!” chiamai, mi trovarono abbandonata sul divano con la gonna rialzata una macchia di umido ben visibile sulle mie mutandine:”Bene Giovanna, vedo che hai capito, ma del resto ho sempre saputo che eri una ragazza intelligente, disse Guido, naturalmente parteciperà anche Sonia...” Lei non se lo fece ripetere e si inginocchiò davanti a me e prese a succhiare la mia intimità attraverso la stoffa, il classico rumore della cannuccia quando il beveraggio è quasi terminato, le presi la nuca e la spinsi verso il mio ventre:”Oh così mi soffochi!!” Si alzò ed iniziò a spogliarsi rimanendo nuda in men che non si dica: aveva un bel seno, forse appena appena un poco cadente, un bel sedere, una peluria rossa evidenziava il suo triangolo d'oro, il corpo, bianchissimo, era cosparso di efelidi che lo rendevano, ai miei occhi, ancora più desiderabile. Guido era rimasto in disparte come a voler assistere allo spettacolo ed attendere il momento per intervenire: Sonia mi aiutò a denudarmi, quasi strappandomi i vestiti di dosso: era molto eccitata, si sdraiò sul divano e mi fece accucciare in modo tale che le mie grandi labbra combaciassero con la sua bocca, sentii la sua lingua muoversi dentro di me, ad ogni sua penetrazione aumentava la mia eccitazione, i miei umori si trasferivano nella sua bocca, ma lei seguitava a rotearla ed all'improvviso squirtai, non avrei voluto farlo nella sua bocca, ma lei mi afferrò per i fianchi e mi tenne bloccata sul suo viso, sentii che cercava di ingoiare tutto, ma il liquido era talmente tanto che gli fuoriuscì dagli angoli della bocca scorrendo sul collo fra i seni, si sfilò da sotto e mi baciò trasferendomi un poco dei miei umori, ebbi un nuovo orgasmo, che mi fece piegare le gambe, Sonia mi sorresse, ci scambiammo la posizione: lei seduta sul divano ed io in ginocchio le baciavo e leccavo la sua intimità. Ad un tratto sentii che Guido aveva deciso di intervenire nella nostra performance: qualcosa di grosso e caldo si stava facendo strada nella mia passera: mi penetrò con calma, poi, ritmicamente, cominciò l'avanti ed indietro: boccheggiai alla ricerca d'aria ed emisi un lungo rantolo di piacere: preferivo essere presa così, alle spalle, perchè non mi sentivo di guardare Guido in viso, era il collega-socio di mio padre, aveva più di quarant'anni, non avevo mai avuto rapporti con uomini della sua età, a parte quella schifezza con il prof, mi prese per i fianchi ed aumento il ritmo dell'amplesso, intanto andavo a tempo con i suoi affondi in una danza erotica a tre, ebbi un ulteriore orgasmo, la mia “micetta” pulsava e sentivo che Guido stava arrivando al momento topico della eiaculazione: “Sto per venire, vieni Sonia prendilo in bocca e bevi il mio seme!!” Sonia si mosse velocemente si inginocchiò di fronte a lui che tolto il pene dal mio fodero lo introdusse nella sua bocca ed eruttò: Sonia strabuzzò gli occhi, le sue guance si gonfiarono, segno che aveva la bocca completamente piena: mi prese per le spalle e mi fece stendere fra le sue ginocchia: ”Apri la bocca, Giovanna!” mi ordinò Guido; al momento non capii, ma mi vennero in mente dei filmati porno in cui due donne si scambiavano lo sperma ricevuto in bocca, obbedii Sonia si abbassò e dalla sua bocca cominciò ad uscire un liquido bianco e denso, che passò nella mia bocca, aveva un sapore un poco asprigno; videro la mia incertezza sul comportamento da adottare :”Lo puoi ingoiare, cara,” disse Sonia “ non è buono?” Lo feci, con un poco di riluttanza; la mia educazione sessuale aveva aggiunto un nuovo capitolo alla sua storia: in una sola volta avevo superato due tabù: sesso con una donna, ingoio di sperma. Ci abbandonammo sul divano, ero un poco vergognosa, ma i due mi misero a mio agio abbracciandomi, proponendomi una doccia insieme, cosa che si rivelò quanto fossero in simbiosi i due coniugi, che scherzavano e si prendevano in giro per la loro prestazione sessuale precedente. Poi avvenne:”Cara vogliamo far vedere a Giovanna il nostro gioco sotto la doccia?” “Sii dai ne ho proprio voglia”. Non capivo, ma di lì a poco avrei compreso che nel sesso non ci sono confini che non possono essere superati.
Guido si inginocchiò davanti a Sonia che si allargò con le mani la passeretta e indirizzò un getto di pipì in faccia e nella bocca di Guido che beato sorrideva ingoiando il liquido paglierino, poi fu il suo turno ad indirizzare in bocca a Sonia il getto di pipì, ed anche lei non si fece pregare per berla:
“Che te ne pare,Giovanna?” mi chiese Guido mentre inondava Sonia: timidamente risposi che ancora non me la sentivo di partecipare, ma in un futuro chissà! (….....continua)
(CAP V IL SOCIO)
Era passato circa un mese dalle vicende con il vecchio prof, avevo ripreso il normale corso di studi in giurisprudenza, la mia vita scorreva normale come poteva essere la vita di una ventunenne studentessa universitaria di bell'aspetto con molti interessi oltre lo studio, con frequentazioni varie: discoteche, librerie, happy hour, vasche nelle strade dello shopping. Dal punto di visto del sesso ero ritornata nel tran-tran universitario, qualche avventuretta con colleghi di corso, del resto ero una bella ragazza con tutto al punto giusto, con le sane voglie dettate dall'età; certo l'esperienza con Michel ( vedi racconti precedenti n.d.a.) mi aveva lasciato il segno e dagli incontri uscivo sempre insoddisfatta, forse era per quello che ancora non avevo instaurato un rapporto con una parvenza di stabilità. Una mattina passai a studio da mio padre per salutarlo e parlare con Guido per informarmi sul destino di Michel (certo ne sentivo una nostalgia...).
Guido mi accolse con un largo sorriso, si alzò e mi invitò a sedermi; notai sul suo viso una nota di disappunto quando vide che quella mattina indossavo una maglietta ed un paio di jeans, che pur modellando le mie forme, richiedevano un certo sforzo di fantasia per immaginare cosa c'era sotto: evidentemente preferiva vedere e non immaginare, comunque il suo sguardo si posò sui punti topici della mia figura. A me faceva piacere essere guardata così da un uomo certamente di fascino qual'era Guido e ricambiavo con sguardi languidi che solo le donne sanno fare. “Dimmi cara Giovanna in che posso esserti utile?” “Oramai è passato più di un mese dal fatto, vorrei sapere che fine ha fatto Michel, e come hai fatto ad incastrare il vecchio prof.” “Cara Giovanna per quanto riguarda Michel oramai ha ottenuto il visto per l'asilo, ha riavuto il sua passaporto e con i soldi che ha scucito al prof sta girando l'Europa cercando il suo futuro: lo sai che in Senegal era un dottore? Per la seconda domanda sei invitata una di queste sere a casa mia, Fammi sapere con anticipo quando verrai che ti preparo una sorpresa, sempre se vorrai.” La cosa mi suonò strana, il comportamento di Guido aveva un che di misterioso che mi intrigò; “Va bene possiamo fare per dopodomani sera.” Mi presentai a casa di Guido un poco in anticipo sull'orario previsto, mi presentò sua moglie, che avevo intravisto in altre occasioni: una rossa allora quarantenne formosa, spigliata che mi accolse baciandomi sulle guance, ma, mi sembrò, indugiando un poco troppo. “Hai visto Sonia, disse Guido, di persona è anche meglio...Ops devo vedere la griglia che non bruci tutto,” Che avrà voluto dire “di persona” pensai; di lì a poco ci accomodammo a tavola: quella sera serviva a tavola Guido, aveva un sacco di attenzioni per tutte e due, ci versava da bere, ci serviva i bocconi migliori e finalmente giunse il momento della verità: Sonia ed io eravamo comodamente sedute, quasi sdraiate sul divano in pelle bianca del salone, mentre Guido in piedi cominciò il racconto:”Quando Giovanna si rivolse a me per il suo problema con il prof di diritto penale, mi recai da lui sfruttando delle comuni conoscenze e ne ebbi subito una pessima impressione: penso che quello che hai dovuto subire te, Giovanna, chissà quante altre lo avranno dovuto subire prima di te. Certo forse in tempi migliori il prof faceva da solo.” Un campanello d'allarme si accese nella mia mente, “Poi con l'andare degli anni si dovette servire di stalloni assoldati o ricattati. Subito mi scattò in mente un piano per renderlo innocuo; quando mi comunicasti il luogo dell'appuntamento vi andai il giorno prima e presi accordi con il proprietario, che dietro lauto compenso, mi permise di installare un paio di questi gioiellini” e prese da un cassetto un oggetto che inequivocabilmente era una piccola telecamera, di quelle che usano i servizi. Mi sentii avvampare, Guido aveva registrato tutto di quella notte. “E si, cara Giovanna, ho registrato tutto, poi sotto minaccia di divulgazione, ho ottenuto quello che volevo ed in più anche le sue dimissioni. Ora però devo dirti una cosa: ho visto e rivisto questo dvd sia da solo che con Sonia e devo dire che lo mandavamo in televisione abbiamo fatto l'amore in modo spettacolare, sei una bomba e sono sicuro che quella notte anche te abbia goduto come non mai! Ora abbiamo due possibilità: lo distruggo e ce lo dimentichiamo, oppure, e questo è quello che spererei, ce lo riguardiamo adesso insieme, e quel che succede succede, poi se vorrai lo distruggeremo oppure lo terrai tu e lo tirerai fuori quando e con chi vuoi. Ti assicuro che ce n'è una sola copia. Ora Sonia ed io ce ne andiamo di là, pensaci, poi quando avrai preso una decisione ce la comunicherai. Sonia andiamo!” Sonia, che non aveva proferito parola, alzandosi posò la sua mano sulla mia coscia stringendola appena, e quel gesto valse più di qualsiasi parola. Rimasi sola nel salone, con mille pensieri che mi traversavano la mente, il fatto che qualcuno, poi così vicino a me, avesse visto quello che era successo quella notte, mi metteva in imbarazzo, ma al tempo stesso mi eccitava, e che due persone avessero fatto l'amore guardando le mie “performances” mi eccitava ancora di più. Come ho detto, dopo l'esperienza con Michel non avevo più avuto rapporti soddisfacenti, e Guido sembrava essere più esperto dei miei giovani colleghi e sapere che il mio filmato li aveva eccitati non poteva che farmi piacere: “Guido, chiamai, puoi farmi vedere la registrazione adesso ma in privato?” “Senz'altro carissima!” Si avvicinò al lettore dvd, inserì il dischetto e mi consegnò il telecomando, allontanandosi poi. Rimasta sola spinsi il tasto play e un grosso schermo televisivo si illuminò mostrando prima la squallida stanza vuota, si aprì la porta ed ecco che entriamo io ed il prof; si sente il vecchio che mi ordina di spogliarmi, c'era anche il sonoro accidenti, si vedeva benissimo il mio disgusto nel prendere in bocca il pene floscio del prof, poi c'è l'ingresso di Michel e da lì si poteva notare il cambiamento del mio comportamento: il viso era trasfigurato si, ma dal piacere, i nostri corpi erano sudati e bagnati, inavvertitamente mentre scorrevano le immagini allargai le gambe e cercai con le dita le mie mutandine che si stavano bagnando, iniziai a strusciare la mano sopra la stoffa leggera mentre il respiro si faceva via via più affannoso, accidenti quelle sequenze avevano risvegliato i miei sensi, ma nonostante tutto, ero ancora lucida: perchè Guido aveva voluto che vedessi quel filmato a casa sua invece di darmi semplicemente il dischetto? Quale era il suo fine? E poi mi aveva detto che guardandole lui e Sonia avevano fatto l'amore come mai prima: Volevano un rapporto a tre? Non ci voleva molto per scoprirlo e decisi di vedere: “Guido Sonia venite!” chiamai, mi trovarono abbandonata sul divano con la gonna rialzata una macchia di umido ben visibile sulle mie mutandine:”Bene Giovanna, vedo che hai capito, ma del resto ho sempre saputo che eri una ragazza intelligente, disse Guido, naturalmente parteciperà anche Sonia...” Lei non se lo fece ripetere e si inginocchiò davanti a me e prese a succhiare la mia intimità attraverso la stoffa, il classico rumore della cannuccia quando il beveraggio è quasi terminato, le presi la nuca e la spinsi verso il mio ventre:”Oh così mi soffochi!!” Si alzò ed iniziò a spogliarsi rimanendo nuda in men che non si dica: aveva un bel seno, forse appena appena un poco cadente, un bel sedere, una peluria rossa evidenziava il suo triangolo d'oro, il corpo, bianchissimo, era cosparso di efelidi che lo rendevano, ai miei occhi, ancora più desiderabile. Guido era rimasto in disparte come a voler assistere allo spettacolo ed attendere il momento per intervenire: Sonia mi aiutò a denudarmi, quasi strappandomi i vestiti di dosso: era molto eccitata, si sdraiò sul divano e mi fece accucciare in modo tale che le mie grandi labbra combaciassero con la sua bocca, sentii la sua lingua muoversi dentro di me, ad ogni sua penetrazione aumentava la mia eccitazione, i miei umori si trasferivano nella sua bocca, ma lei seguitava a rotearla ed all'improvviso squirtai, non avrei voluto farlo nella sua bocca, ma lei mi afferrò per i fianchi e mi tenne bloccata sul suo viso, sentii che cercava di ingoiare tutto, ma il liquido era talmente tanto che gli fuoriuscì dagli angoli della bocca scorrendo sul collo fra i seni, si sfilò da sotto e mi baciò trasferendomi un poco dei miei umori, ebbi un nuovo orgasmo, che mi fece piegare le gambe, Sonia mi sorresse, ci scambiammo la posizione: lei seduta sul divano ed io in ginocchio le baciavo e leccavo la sua intimità. Ad un tratto sentii che Guido aveva deciso di intervenire nella nostra performance: qualcosa di grosso e caldo si stava facendo strada nella mia passera: mi penetrò con calma, poi, ritmicamente, cominciò l'avanti ed indietro: boccheggiai alla ricerca d'aria ed emisi un lungo rantolo di piacere: preferivo essere presa così, alle spalle, perchè non mi sentivo di guardare Guido in viso, era il collega-socio di mio padre, aveva più di quarant'anni, non avevo mai avuto rapporti con uomini della sua età, a parte quella schifezza con il prof, mi prese per i fianchi ed aumento il ritmo dell'amplesso, intanto andavo a tempo con i suoi affondi in una danza erotica a tre, ebbi un ulteriore orgasmo, la mia “micetta” pulsava e sentivo che Guido stava arrivando al momento topico della eiaculazione: “Sto per venire, vieni Sonia prendilo in bocca e bevi il mio seme!!” Sonia si mosse velocemente si inginocchiò di fronte a lui che tolto il pene dal mio fodero lo introdusse nella sua bocca ed eruttò: Sonia strabuzzò gli occhi, le sue guance si gonfiarono, segno che aveva la bocca completamente piena: mi prese per le spalle e mi fece stendere fra le sue ginocchia: ”Apri la bocca, Giovanna!” mi ordinò Guido; al momento non capii, ma mi vennero in mente dei filmati porno in cui due donne si scambiavano lo sperma ricevuto in bocca, obbedii Sonia si abbassò e dalla sua bocca cominciò ad uscire un liquido bianco e denso, che passò nella mia bocca, aveva un sapore un poco asprigno; videro la mia incertezza sul comportamento da adottare :”Lo puoi ingoiare, cara,” disse Sonia “ non è buono?” Lo feci, con un poco di riluttanza; la mia educazione sessuale aveva aggiunto un nuovo capitolo alla sua storia: in una sola volta avevo superato due tabù: sesso con una donna, ingoio di sperma. Ci abbandonammo sul divano, ero un poco vergognosa, ma i due mi misero a mio agio abbracciandomi, proponendomi una doccia insieme, cosa che si rivelò quanto fossero in simbiosi i due coniugi, che scherzavano e si prendevano in giro per la loro prestazione sessuale precedente. Poi avvenne:”Cara vogliamo far vedere a Giovanna il nostro gioco sotto la doccia?” “Sii dai ne ho proprio voglia”. Non capivo, ma di lì a poco avrei compreso che nel sesso non ci sono confini che non possono essere superati.
Guido si inginocchiò davanti a Sonia che si allargò con le mani la passeretta e indirizzò un getto di pipì in faccia e nella bocca di Guido che beato sorrideva ingoiando il liquido paglierino, poi fu il suo turno ad indirizzare in bocca a Sonia il getto di pipì, ed anche lei non si fece pregare per berla:
“Che te ne pare,Giovanna?” mi chiese Guido mentre inondava Sonia: timidamente risposi che ancora non me la sentivo di partecipare, ma in un futuro chissà! (….....continua)
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