L'avvocatessa Cap.13 (-Il cliente_ parte sesta)

di
genere
dominazione

L'A V V O C A T E S S A
Cap. 13 (Il cliente – parte sesta-)

Alex mi prende sottobraccio e mi porta in camera dove mi invita a recarmi al bagno per rinfrescarmi; dopo lo scherzetto della signora, infatti, avevo il rimmel colato, il rossetto sbavato ed il viso bagnato.
In dieci minuti sono di nuovo in piena forma, ed Alex, che come avrete intuito, è di poche parole, mi invita a precederlo, poi da perfetto cavaliere mi precede lungo le scale che portano alla “sala giochi” (vedi cap. precedenti -n.d.a.), questo mi fa capire che la serata non è finita.
Naturalmente ho indossato una nuova mascherina, l'altra era compromessa, appena faccio il mio ingresso si alza un nuovo applauso: adesso sono tutti in piedi intorno al tavolo con le cinghie: mi sorge il sospetto che questa volta la pietanza sia io; non faccio in tempo ad elaborare questo pensiero che ecco di nuovo il solito brivido che mi percorre la schiena.
Scende il silenzio, prende la parola il padrone di casa:”Dunque, signore e signori, vado a spiegarvi le regole del gioco di questa sera. Come vedete abbiamo la fortuna di avere una ragazza superba, sia di aspetto che di carattere, noi dovremo piegarla e come faremo? Una premessa: questa donna non potrà essere posseduta se non da Alex, però voi potrete condurre il gioco e far fare loro quello che vorrete: avrete in uso tutta l'oggettistica che vedete, chi vuole intervenire, naturalmente, si deve prenotare, questo per non avere troppa confusione, e, perchè, alla migliore idea, sarà riservato un premio finale. Inoltre avrete il privilegio, uomini e donne, di scaricare i vostri orgasmi su di lei in ogni parte del suo corpo vorrete. E' tutto chiaro?”
Si levano dei mugolii, non so se di dissenso o di piacere per questo gioco, quello che mi eccita è che sono io l'oggetto del loro piacere, l'essere alla mercé di questi “babbioni” , Alex che mi prende difronte ad un pubblico partecipe che mi tratta come una bambola decidendo le mie posizioni e le mie azioni mi stanno facendo sciogliere: penso: sono bella, desiderabile, loro sono vecchi e brutti, ma sono nelle loro mani, oohhh che libidine...
“Ora delle raccomandazioni per la nostra ragazza: sarai assicurata al tavolo, non dovrai sottrarti a nulla di quello che ti verrà ordinato e dovrai ricevere il frutto del piacere dei miei amici senza disgusto, anzi dimostrando piacere, ma, attenzione, non dovrai godere se non te lo dirò io. Ok?”
Faccio cenno di aver capito, i pensieri che mi traversano la mente, mi hanno già fatto bagnare, devo resistere, non devo godere, sono una bambola di pezza: Alex e le due ragazza mi fanno distendere sul tavolo e mi assicurano i polsi e le caviglie in modo da avere le braccia e le gambe allargate: ho i capezzoli turgidi, la pelle d'oca tutto intorno all'aureola, cerco di guardare intorno per capire chi inizierà con gli ordini: ci sono parecchie mani alzate, sia maschili che femminili; Antonio indica una signora:”Alex leccale la “fica” (molto fine la signora)” Alex si avvicina, mi guarda negli occhi con un fare come di scusa, gli rivolgo un lieve sorriso, come per fargli capire che sto al gioco e che non è assolutamente colpa sua, si pone con il viso in mezzo alle mie gambe spalancate e mi bacia il sesso, iniziando poi a leccarlo lentamente con tutta la lingua, chiudo gli occhi e mi lascio andare, vengo richiamata alla realtà da un brutale pizzico al mio capezzolo destro, apro gli occhi e vedo uno dei vecchi “babbioni” che stringe fra le dita quel mio sensibile bottone di carne; lo guardo in una maniera che lo fa subito desistere, ma nel lasciarlo, lascivamente, me lo bacia, per poi leccarmi tutto il seno.
“Adesso, Alex, ficcaglielo in gola!” ordina un altro, “Ma prima baciala per bene” interviene una vecchia megera (probabilmente non riceveva più da tempo queste attenzioni), il ragazzo si sbottona i pantaloni e se li sfila, mettendo a nudo un membro, che come ben ricordavo, è di dimensioni di tutto rispetto anche in fase di riposo: qualche signora, più intraprendente gli si avvicina e glielo carezza, sfiorandogli la guancia con le labbra (credo che vogliano essere al mio posto), si mette a cavalcioni sul mio seno ed avvicina la punta del pene alle mie labbra, le dischiudo, faccio spuntare la lingua e stuzzico il suo glande: la scena sembra piacere alle donne, ma i signori si ribellano”Devi ficcarglielo in gola! Forza!” Da una parte della stanza si leva la voce di Antonio che con un tono come se si rivolgesse al suo cane: “Alex!” Il giovane non se lo fa ripetere e mi penetra la bocca con forza, intanto il suo membro ha raggiunto una buona grandezza e con essa anche una buona turgidità che gli permette di arrivare fino alle tonsille; mi viene da tossire, ma mi trattengo ed allo stesso tempo cerco di aprire la bocca il più possibile per poter prendere fiato; qualche buontempone, intanto, ha la brillante idea di infilarmi la vagina con uno dei dildo in bella mostra sulla parete della stanza, e qualcun altro mi penetra con due dita l'ano, devo estraniarmi, devo pensare a qualcosa di brutto, per non godere come una cagna, per non gridare la mia lussuria: ho tutti i buchi occupati, non posso muovermi, devo subire, ma mi piace, oddio se mi piace, questi perfetti sconosciuti che possono stuprarmi nel corpo mi eccitano, vorrei contorcermi dal piacere, ma sono bloccata e questo, se possibile, aumenta il piacere, ecco perché devo estraniarmi, non devo pensare, devo mantenere la mente libera, questo è l'esercizio più difficile.
Il più assatanato è quello che mi sta trapanando l'ano: muove e spinge a fondo le sue dita, me lo sta allargando, sembra quasi che voglia prendere il dildo che ho nel sesso passando da dietro, mi contorco per quanto melo permettono le cinghie che mi fissano al tavolo: alla fine le estrae e, dopo aver spostato Alex, me le ficca in bocca:”Succhia il sapore del tuo culo!” mi grida il “fine” signore, sollevando l'applauso degli altri, che noto iniziano a smanettarsi, mettendo in mostra i loro membri, non proprio in piena forma, ma tant'è, qualche signora si inginocchia iniziando un lavoro di bocca.
La volgarità del linguaggio usato dalle signore e signori presenti aumentare la loro libido, ed, in effetti, anche a me suscita un non so che di eccitante, mi fa sentire ancora più partecipe della orgia in cui si sta trasformando la serata; odo distintamente un partecipante che apostrofa quella che presumo la sua signora:” Forza, succhia vecchia bagascia, ingoialo tutto, fammi sborrare nella tua bocca! E te, Mario, inculala!” Evidentemente si riferiva ad un amico cui offriva la sua signora, che a quell'invito si tira su la gonna, mettendo in mostra un sedere che sicuramente aveva visto tempi migliori, ma era ancora apprezzabile, soprattutto da gente della loro età. Anche Alex viene invitato a prendere possesso del mio di dietro: non mi gira, come sarebbe di prassi, ma mi lega le caviglie quasi all'altezza delle braccia, costringendomi a stare con il sedere sollevato dal tavolo e ben spalancato, poi si pone di fronte, bagna il membro, arrivato oramai al suo massimo splendore, nel mio sesso che è ampiamente umettato, poi si abbassa, mi lecca il buchino grinzoso, che oramai fra il plug e le dita è già ben dilatato, per cui la lingua non ha difficoltà ad incunearsi: è un piacere nuovo, sublime, che però lascia subito il posto ad un dolore intenso quando in un colpo solo mi penetra con il suo membro eretto; è sopra di me mi tiene bloccata la parte inferiore del corpo con le braccia muscolose, entra ed esce da me con vigore, intanto il mio ano si adatta alla nuova misura e il dolore lascia, piano piano, il posto al piacere, cerco con lo sguardo Antonio per avere un cenno sulla mia situazione:”Per lo spettacolo, indubbiamente di buon livello, permetto alla schiava di godere!” dice guardandomi negli occhi e sogghignando; finalmente posso abbandonarmi, e questo è ben accettato dai presenti, che si stringono al tavolo; gli uomini hanno tutti il pene in mano, il primo si avvicina e riversa sul mio viso un liquido grigiastro, che, avendo le mani legate, non posso asciugarmi, scende verso le mie labbra, in modo automatico lo lecco; una signora, con non comune agilità per l'età, sale sul tavolo si alza la gonna, naturalmente è senza intimo, si mette con il sedere rivolto verso il mio viso, si accuccia ed allargando i glutei con le mani espone al mio sguardo il suo sesso raggrinzito e l'ano, che stuzzica con l'indice ed il medio della mano destra, mentre bacia Alex, si appoggia sulla mia bocca, stringo meccanicamente le labbra, poi arriva l'ordine:”Leccamela, troia! Fammi godere, è un piacere avere una lingua giovane fra le chiappe; non puoi immaginare quanta “sborra” è passata qua dentro!” Mentre Alex subisce l'attacco della signora seguitando il suo di attacco al mio sfintere, lecco le grandi labbra, mi insinuo dentro la sua vagina che è umida e, devo dire, profumata, lei spinge verso il basso e i glutei aderiscono alle mie guance, la sento fremere, irrigidirsi, vuol dire che l'orgasmo è vicino, cerco di sfilarmi da sotto, ma, praticamente, mi siede in faccia ed ecco che una pioggia di umori si abbatte sul mio viso, mi entra in gola, sono costretta a bere, non provo disgusto, anzi, anch'io vengo travolta dall'orgasmo sento il mio ano pulsare intorno al pene di Alex che a sua volta mi riempe gli intestini di sborra calda: è stato un orgasmo a tre, molto piacevole ed intenso. Rivolgo lo sguardo verso il mio “padrone” e gli sorrido ammiccando,
scritto il
2020-05-29
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