L'avvocatessa Cap.14 (Il cliente-parte settima)

di
genere
dominazione

L'A V V O C A T E S S A
Cap. 14 (Il cliente – parte settima-)

Ma la mia serata non è ancora finita; sono circondata da una decina di “babbioni” e relative consorti che ancora non hanno raggiunto l'orgasmo, rappresento il loro giocattolo, mi possono usare a loro piacimento, salvo penetrarmi ( vedi cap. 13 n.d.a.) piacere concesso solo ad Alex.
Prima di riposizionarmi legata sulla tavola, mi mettono un collare a cui assicurano un guinzaglio, mi legano le mani dietro la schiena e una delle ragazze mi fa fare il giro del tavolo, qualcuno allunga le mani palpandomi il sedere, il seno; all'improvviso mi si para davanti un vecchio con lo sguardo bovino, con un viso grasso e gonfio, capelli radi ed unti con riporto orripilante: mi stringe il viso fra il pollice ed il medio avvicina la sua bocca alla mia e poi con la lingua mi lecca le labbra e forza la mia bocca esplorandola in ogni anfratto, seguendo le regole imposte rispondo al bacio, anche se con una smorfia di schifo, che però manda in visibilio gli altri spettatori che applaudono, insiste al punto che sono pronta a morderlo, al fine si stacca, ma, non contento, mi sputa in bocca, centrandola con un bolo di saliva che mi arriva in gola provocandomi un conato di vomito che controllo, il mio sguardo lo incenerisce, ma lui sguaiatamente ride:”Che vuoi puttana, sei qui per questo!” In un certo senso ha ragione sono io che l'ho voluto e quindi devo subire senza reazioni.
Seguito nel mio giro, ancheggiando per provocarli: si avvicina un altro, mi poggia le mani sulle spalle e mi fa inginocchiare dianzi a lui, smanetta a più non posso ed alla fine mi imbratta il viso con il suo liquido seminale, che poi con il dito indirizza verso la mia bocca: lo aiuto sporgendo la lingua, lo guardo negli occhi e gli sorrido, spiazzandolo, forse voleva insultarmi, ma di fronte al mio atteggiamento si stoppa, mentre non si ferma la sua compagna che, gelosa, mi prende i capezzoli e torcendoli e tirandoli, mi strappa un grido di dolore obbligandomi allo stesso tempo a rialzarmi, poi mi schiaffeggia il seno procurandomi altro dolore. “Brutta vecchia – penso- troia”, mi piego dinanzi al marito e maliziosamente gli ripulisco il pene, guardandola con aria di sfida; non si dà per vinta, stacca uno scudiscio dal muro e comincia a colpirmi con foga; cerco di ripararmi, ma con le braccia legate, poco posso fare, ricevo colpi sul seno , sulla pancia sul sesso fino a quando vedo il marito bloccare il suo braccio alzato:”Adesso basta, Nadia, calmati! Siamo qui per divertirci.” Rossa, sudata ed ansimante abbassa la testa quasi mortificata, io sento il bruciore dei suoi colpi, spero che non rimangano segni visibili.
L'incidente ha raffreddato l'ambiente, ci pensa Antonio, a far riprendere il divertimento:”Su, su è un piccolo incidente, non facciamo che la serata finisca in questa maniera. Alex riposizionala!”
Alex mi fa stendere di nuovo sul tavolo, mi lega con le gambe e le braccia ben allargate, poi mi toglie il corpetto, per cui i miei indumenti rimangono solo la mascherina e il collare: subito gli uomini riprendono ad agitarsi, in questo aiutati anche dalle due ragazze che con la bocca passano dall'uno all'altro, cercando di ravvivare i “piselli” che assumono un aspetto passabile, le signore intanto cercano di confortare l'assalitrice, proponendole di ricevere le attenzioni di Alex, che come un automa mai stanco è già pronto ad un nuovo assalto: tutte si denudano, cominciano a leccare a turno il pene nero, poi si mettono a novanta gradi ed attendono con impazienza che sia il proprio turno di essere impalate, quando poi Alex sta per eiaculare si mettono in ginocchio a raggiera di fronte a lui che cerca, imparzialmente, di distribuire un poco di sperma per ognuna, che poi si passano di bocca in bocca; certo si stanno divertendo, come si divertono gli uomini con me, toccandomi, stuzzicandomi e poi riempendomi di schizzi in ogni parte del corpo e del viso.
Mi sento sporca, a allo stesso tempo eccitata, se avessi potuto mi sarei fatta possedere da tutti, ma oramai la serata è terminata, gli invitati salutano Antonio, ringraziandolo, non mi degnano di uno sguardo e si avviano all'uscita.
L'unico che non ha partecipato, se non con qualche ordine, è il padrone di casa. Si alza dalla sua poltrona, da cui ha seguito tutta la serata, mi si avvicina, sono ancora assicurata al tavolo, mi toglie la mascherina, mi guarda intensamente negli occhi, passa un dito sulla mia pelle in mezzo ai seni, scende verso il sesso, mi scompiglia la leggera peluria, poi raccoglie, sempre scorrendo con il dito sul mio corpo, lo sperma di cui sono ricoperta, lo porta sopra la mia bocca “Aprila!” mi ordina, poi fa gocciolare il liquido, ormai freddo, sulla mia lingua; lascivamente ripulisce il dito dentro la mia bocca; tutta questa manovra mi eccita all'inverosimile:”Prendimi!” quasi lo supplico, ma lui rivolgendomi un sorriso sprezzante:” Tutto a suo tempo, Giovanna! Ancora non sono sicuro della tua devozione. A presto!”
Sono stanca, mi faccio accompagnare a casa, una lunga doccia calda, una passata di crema idratante profumata, indosso una lunga camicia da notte di seta che mi accarezza il corpo, mi abbandono sul mio letto king size ripassando le vicende della serata per trarne le conclusioni, conclusioni per me lusinghiere, avevo goduto, non mi sentivo piegata alla volontà di Antonio ed affatto umiliata, anzi mi sembrava di aver tenuto io il boccino in mano, ed il fatto che non avesse partecipato “attivamente” segnava un punto a mio favore, ora non restava che attendere i prossimi eventi, la partita era ancora aperta.
La settimana passa noiosa giorno dopo giorno, sempre le solite pratiche, il mio socio , i tirocinanti e le segretarie mi guardano strano, hanno subodorato qualcosa, cerco di mantenere sempre l'usuale comportamento, ma si vede ad occhio nudo che mi manca qualcosa, che aspetto con impazienza qualcosa che non sanno, ma che io so benissimo, mi manca l'adrenalina che mi dà il sesso con sconosciuti, il subire gli oltraggi di uomini e donne diverse, mi mancano gli ordini di sottomissione di Antonio, e, forse, per ultimo mi manca di essere posseduta da lui che, mi sto rendendo conto, si sta impossessando della mia mente, mi sta sottomettendo anche se cerco di resistere con tutta me stessa; si, non vedo l'ora di sottostare alla nuova prova, sperando, finalmente, di poterlo conquistare ed averlo.
Per il fine settimana non ricevo notizie da Antonio, il sabato mattina mi sveglio tutta sudata: ho sognato di essere nuda, legata al solito tavolo, con me c'è solo lui, insomma immagino che sia lui, perché è travisato da un cappuccio come quello dei boia del medioevo, gira intorno a me assicurata strettamente da cinghie, in mano ha uno scudiscio di cuoio con cui all'improvviso mi colpisce il seno: brucia, urlo, ma dalla mia bocca non esce alcun suono, arriva un altro colpo, questa volta all'altezza del pube, cerco di liberarmi, ma non ci riesco, lo sento ridere sotto il cappuccio, mi penetra con le dita, lo fa in modo violento e profondo, mi inarco per favorirlo, ma ecco un nuovo colpo dato con forza e......mi sveglio, con la mia mano quasi del tutto inserita dentro di me, ansimo e continuo con la masturbazione fino ad un liberatorio orgasmo: che mi sta succedendo? Sono così succuba di quest'uomo di trovarmelo anche nei sogni? Devo reagire, tornare ad essere una persona normale, con una vita sessuale normale, il problema è che, in fondo, non mi ci sento “normale”, che il gioco iniziato con Antonio mi piace e voglio senz'altro continuarlo anche se non so dove mi possa portare, ma devo riuscire a tenere separato questo aspetto della mia vita da quella di tutti i giorni, da quella professionale. Organizzo un incontro con Guido e Sonia, che accettano entusiasti, è per questa sera:”Possiamo invitare una coppia di amici?” mi fa Guido; “Si senz'altro, più siamo e meglio è!” rispondo “Ci vediamo questa sera a casa mia!” Almeno dal punto di vista sessuale la serata è assicurata.
Arrivano puntuali, ma con una sorpresa: la coppia è un trio, altre ai due amici, che presumo essere marito e moglie, c'è un ragazzo giovane, molto giovane, che entra tenendo lo sguardo basso, rivolgo un'occhiata interrogativa a Guido:”Loro sono i nostri amici Roberto ed Anna, lui è Luca, il figlio, ha diciotto anni compiuti, da poco, ma compiuti.” Francamente non mi sento ancora “nave scuola” per svezzare imberbi, ma oramai sono in ballo... Beviamo qualcosa per rompere il ghiaccio, guardo Luca che ricambia lo sguardo, scrutandomi come se mi volesse spogliare con gli occhi; questo promette bene: abbasso le luci, metto una musica accattivante “I can't stand the rain” nella versione di Tina Turner, e con il bicchiere in mano mi metto davanti a Luca cominciando a ballare languidamente; ancheggio mollemente, mentre le due coppie iniziano a battere le mani ritmicamente al tempo della musica, bevo un sorso e do il bicchiere a Luca, apro la chiusura lampo del vestito e lo lascio scivolare sul mio corpo, rimango in reggiseno e tanga di pizzo, per fortuna non ho più segni dell'avventura della settimana precedente, Sonia e Anna sono impegnate con i pantaloni degli uomini ma a coppie invertite, vedo Luca terminare il liquido del mio bicchiere, mi giro e gli metto il mio sedere all'altezza del viso, sento le sue mani sui miei glutei – non perde tempo il ragazzo- mi slaccio il reggiseno, libero le mie bocce con i capezzoli già duri, prendo a stuzzicarli, mi passo la mano in mezzo alle gambe e sento il mio sesso già umido -sono senza pudore!- ho sempre voglia, scanso il tanga e piegandomi in avanti introduco due dita nel sesso bagnato, mi giro, vedo il ragazzo che non mi toglie gli occhi di dosso, intanto si smanetta in mezzo alle gambe: il babbo e la mamma sono impegnati sul divano di fronte: le teste delle donne vanno su e giù mentre gli uomini abbandonati sullo schienale guardano le mie evoluzioni: Guido mi conosce bene, ma lo eccito sempre:”Sei meravigliosa, Giovanna”, mi dice, gli rivolgo un sorriso, ma sono curiosa del ragazzo, mi eccita avere a che fare con un giovane di diciotto anni che sicuramente di esperienza non deve averne molta. “Dai, Luca, tiralo fuori, non essere timido!” gli faccio, mentre abbasso completamente il tanga, mostrando il pube ben rasato, le grandi labbra si intravedono tra le cosce, le allargo mostrandogli la rosea carnagione interna, al ragazzo tremano le mani, si impappina nell'aprire la patta, ma già da sopra i pantaloni si intravede un bozzo interessante davvero. Alla fine riesce a liberarlo, è lungo, ma sottile, il prepuzio copre completamente il glande, lo prendo in bocca, piano piano scopro il glande tendendo leggermente la pelle del membro, adesso lo sento in bocca liscio e caldo, lo lecco delicatamente con la lingua, per iniziare poi un lavoretto di bocca, in cui, come sapete, sono brava. Il ragazzo deve aver visto parecchi porno, perché mi prende la nuca e mi spinge verso il suo ventre, sento la punta del pene che mi solletica le tonsille ed all'improvviso un fiotto di sperma mi riempe la bocca -accidenti è durato poco- mi sento particolarmente perversa questa sera, quindi mi alzo e vado dalla madre Anna e le lascio scivolare in bocca il liquido seminale del figlio, mentre sta cavalcando alla grande Guido che mi abbranca alla vita e mi lecca la passera; Sonia sta ricevendo nel di dietro un bel membro dell'altro uomo , mentre vedo Luca che, liberatosi dei pantaloni, si avvicina a noi e lo mette in bocca alla madre -credo che non sia la prima volta- perché Anna non fa una piega, anzi stantuffa con vigore fino a riportarlo in condizioni ottimali: Luca lascia la posizione, mi prende per un braccio e mi porta sull'altro divano, dove mi mette a pecorina e cerca il mio buchetto:”Calma, ragazzo!” gli dico “Mi voglio divertire anch'io, non sono a tua disposizione!” - e che cavolo, sta diventando un'abitudine- mi rialzo e vado verso la coppia Sonia e Roberto, che lo stanno facendo a “smorza candela” sul tappeto folto del mio salotto; mi accuccio sul viso dell'uomo:”Dai leccamela, il tuo figliolo ha troppa fretta, devi insegnargli che anche le donne hanno i loro diritti!” Bacio profondamente Sonia, che ansima ad ogni colpo, mentre Roberto svolge egregiamente il suo lavoro: sono bagnata, voglio essere posseduta, voglio sentire dentro di me un pene degno di questo nome -certo che come quelli di Alex e Michel non ce ne sono molti in giro- vado da Guido, rivolgo un sorriso di scusa ad Anna e prendo il suo posto, mi impalo ed invito Luca a prendere posto nel mio di dietro:occupo da sola due maschi presenti, ma per non farmi mancare nulla chiamo anche Roberto a mettermelo in bocca: le due donne “superstiti” si divertono fra loro, con un bollente sessantanove:
I due maschietti che ho dentro, prendono un buon ritmo, prima l'uno e poi l'altro e via così, mugolo di piacere, i miei liquidi corporali scendono lungo le cosce, facendomi il solletico, il padre ed il figlio si scambiano di posto.”Che troia sei!” mi sussurra Guido, gli sorrido prima che il giovane riprenda possesso della mia bocca, oramai siamo al culmine e tutte le mie cavità vengono riempite, quasi all'unisono, dallo sperma dei tre baldi, con scossoni più o meno involontari i tre escono dal mio corpo, chiamo le due donne e mi faccio leccare in mezzo alle gambe, in modo da non sporcare più di tanto la tappezzeria del divano, loro sono ben contente, mentre io faccio i gargarismi con lo sperma giovane, prima di ingoiarlo guardando il ragazzo negli occhi; non si trattiene e mi bacia profondamente esplorandola mia bocca con la sua lingua giovane e guizzante.
Sono soddisfatta, ma sento la mancanza degli ordini di Antonio, speriamo che si faccia sentire presto.
scritto il
2020-06-04
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