Sognando Amaia

di
genere
saffico

Distesa sul letto matrimoniale disfatto guardo il soffitto bianco, il piccolo rosone di gesso, le minuscole crepe del tempo, una ragnatela dimenticata nell’angolo vicino alla finestra.
E’ l’alba di un giorno qualunque mentre lui mi prende con movimenti risaputi e conosciuti, mi possiede per arrivare alla sua egoistica fine. Sento l’arrogante violenza del suo cazzo dentro di me che, ora lento ora veloce, cerca di guidarmi verso un impossibile contemporaneo piacere.
La sua lingua sul mio seno nudo accarezza il capezzolo addormentato, cerca di distoglierlo dal suo sonnolento torpore.
La sua mano scorre sul mio corpo, abbandonato sotto di lui, nel vano sforzo di accelerare il mio piacere che non arriva. Cerca di accelerarlo perché lui è già pronto a scaricare il suo dentro il mio ventre di moglie annoiata.
Distesa sul letto matrimoniale disfatto, mentre lui si muove dentro di me con la stanca routine degli anni trascorsi, io penso a te, Amaia, e sogno i nostri corpi abbracciati..
Con cuore palpitante gli occhi della mente rivedono le nostre labbra avvicinarsi, dapprima esitanti e poi più sicure, le rivedo socchiudersi per accogliere il primo contatto delle nostre lingue, rivedo con gli occhi della mente i primi baci profondi e roventi…
I mei sensi si risvegliano al pensiero del dolce profumo della tua pelle e al ricordo del suo serico nitore….
Rivedo le mie mani incerte e tremanti schiudere i piccoli bottoni madreperlacei della tua camicia per rivelare a occhi emozionati i palpitanti segreti della tua pelle. Rivedo il leggero tessuto scivolare sulle spalle tornite, le nere spalline del tuo reggiseno che tolgo con dita impazienti.
Ed ecco il seno accogliente e maturo che si offre alle mie labbra, i tuoi bruni capezzoli che stringo tra le dita e che sento rispondere al tatto.
I tuoi pantaloni aderenti che abbasso, in ginocchio davanti a te, per respirare il profumo del tuo sesso coperto solo dal nero pizzo che scosto con dolce incertezza per perdermi con le labbra e la lingua nel suo sapore sconosciuto e cercato da tempo.
Ecco, mentre tu sei nuda davanti al mio ricordo, lui sta finendo dentro di me. Mentre io mi perdo nell’oscurità dei tuoi occhi, le dita vagano nei tuoi lunghi scuri capelli.
Ripenso alle tue mani che mi spogliano in quel nostro luogo segreto e imprevisto, il mio corpo che si svela nudo alla tua bocca che scivola dolcemente implacabile sulla mia pelle, fermandosi là dove sai che più intenso è il brivido di piacere che mi scuote...
Le mie dita accarezzano le perfette imperfezioni della tua schiena, le tue mani afferrano con dolce possesso i miei glutei e li divaricano mentre la bocca affonda nel mio pube lucido e setoso e la tua lingua si disseta nel lago del mio desiderio.
Lui rimane disteso sul mio corpo nudo e abbandonato. Pensa di avermi donato piacere come io ho finto che sia successo.
Ma io penso a te, Amaia, mentre lui guida la mia testa e la mia bocca verso il suo cazzo ancora bagnato del suo piacere perché lo accolga e finisca con la lingua l’amplesso secondo gli abituali riti.
Io invece sento le tue dita che mi possiedono, prima una, poi due, poi tre insieme… Sento il tuo pollice sfregare con morbida insistenza il mio clitoride offerto al tuo tocco…. Sento che sei dentro di me, dentro il mio sesso bagnato e bollente….
Ti guardo negli occhi e leggo il tuo desiderio che è il mio.
Mordo le morbide labbra. La lingua scivola nella tua bocca fino ad intrecciarsi alla tua.
Respiro il tuo profumo di giovane donna mentre con mani sudate accompagno il moto perpetuo delle tue dita dentro di me.
Lui ha lasciato sul mio ventre nudo tracce del suo piacere. Le mie dita scivolano verso il mio fiore aperto e bagnato di lui e di me, le porto alla bocca assaporandone il sapore ma non è quello cercato e agognato, il tuo….
Torno con gli occhi della memoria al tuo corpo nudo, ai nostri corpi intrecciati nella calda luce del mattino.
Chiudo gli occhi immaginando che il corpo disteso al mio fianco sia il tuo. Che la pelle calda che sento sia la tua.
Chiudo gli occhi e sento di nuovo il suono della tua voce, le tue parole sono note di melodia che sussurrano al mio orecchio il tuo desiderio di me.
Mi alzo nella penombra della stanza e cammino nuda verso il bagno sentendo lungo le cosce colare i miei umori mescolati a quelli del maschio che mi ha posseduta.
Nella doccia lascio che l’acqua tiepida scorra lenta su di me, lascio cha accarezzi i miei seni, che si separi in rivoli sui miei capezzoli eretti, che scorra fino al mio pube, al mio fiore proteso verso le dita.
Penetro con moti impazienti il sesso dischiuso e bagnato sognando le tue dita sapienti. Appoggiato allo stipite della porta lui mi guarda con labbra distese in una supposta, maschile, superiorità.
Non sa che sei tu che mi prendi, tue le dita che mi possiedono, tua la bocca che corre sulla mia pelle bagnata, tuoi i capelli che afferro per portarti a me, per gridare contro la tua pelle calda il mio amore, il mio piacere, il mio desiderio di te.
Mi hai avuta solo una volta, una volta sola tu sei stata mia, fino a quando le nostre strade non si incontreranno di nuovo…..
scritto il
2023-01-03
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