Paola e Laura

di
genere
saffico

La prima volta che divido il letto con l’amica di sempre, la prima volta che siamo sole, i mariti a casa e noi insieme in questo breve viaggio non programmato che il caso ha voluto che dividessi con lei.
La camera è piccola, quasi interamente occupata dal grande letto matrimoniale. Quando siamo entrate e l’abbiamo visto, pur senza dirci nulla abbiamo sentito l’imbarazzo l’una dell’altra. Poi abbiamo riso e fatto finta di nulla, Siamo adulte, mature, che sarà mai??!!
Con disinvoltura bugiarda ci siamo spogliate, ben attente a non mostrare la timidezza del cuore e la spudoratezza del corpo. Sul corpo nudo la maglia bianca di cotone, un piccolo slip a coprire il pube e il pelo ricciuto.
Sono salita sul letto per prima e ho acceso il tablet lasciando a lei il bagno. Le dita veloci sono tornate a quel sito di racconti che ho scoperto e divorato in treno, al racconto delle due donne in una camera da letto. Il pensiero si fa strada imperioso dentro di me: siamo noi quelle due donne?
Leggo e guardo Paola seduta sul bidet, si sta lavando. La porta è socchiusa, la vedo bene. Siamo adulte, mature, che sarà mai??!!
Vedo il suo pelo ramato, le cosce tornite e la carne matura e allenata, il morbido gesto che scende a lavare la sua intimità. I seni che danzano nel movimento del braccio. Il cuore si ferma, le dita si abbassano e trovano subito il bocciolo curioso e già in attesa eccitata della loro carezza nervosa.
Paola mi guarda, i suoi occhi salgono dalla mia mano tra le cosce fino al viso, arrossato per il pensiero improvviso. Vedo nel suo sguardo stupito una silenziosa domanda. “Laura, che succede? Cosa stai facendo?” Sottovoce sussurro all’amica di sempre “Paola, vieni, vieni qui, vicino a me. Ti leggo una cosa che ho trovato in treno su questo sito di racconti.”
Non le stacco gli occhi di dosso. Lei viene esitante verso di me, quasi dubbiosa. La mia mano non lascia il sesso umido e caldo. I suoi seni pieni di donna matura si muovono con erotica pesantezza sotto il cotone leggero che li nasconde. I capezzoli sembrano già quasi bucare il tessuto. A ogni passo un nuovo moto di danza, la “maglietta fina” di Baglioni rivive su un corpo cinquantenne e rivela il nido ombroso che si cela tra le sue cosce.
Non può non leggere il pensiero che corre veloce nella mia testa. Sale sul letto e rimane in ginocchio, in silenzio guarda la mia mano, sa che le dita non sono ferme, capisce. Il respiro diventa più leggero, quasi un sospiro.
Poi posa lo sguardo sul tablet acceso, le lettere nero sul fondo bianco compongono nuove parole e mostrano la strada che, senza saperlo, ora so di voler percorrere insieme a lei. La voce è morbida e calda quando mi chiede di leggere anche per lei. Sento il calore del suo corpo, la spalla contro la mia, il profumo dei suoi capelli umidi e sciolti. Il silenzioso rumore del suo respiro. Leggo.
“La guardo in silenzio, seduta si sta rimettendo il perizoma, è un velo quasi trasparente. La camera, nel silenzio del pomeriggio, è illuminata di rosso dal sole che comincia il declino. Poi si alza, è alta e magra, mi gira le spalle… i miei occhi si fermano sul suo culo.
Barbara ha un culo che parla, come direbbero molti uomini e, si, anche mio marito… ma ho idea che lui rimarrebbe senza parole se vedesse sua moglie nuda su un letto che non conosce mentre mangia con gli occhi questa giovane donna.”

Paola appoggia la testa sulla mia spalla, il soffio leggero del suo respiro sulla pelle del braccio accarezza la mia fine peluria dorata. La mano di lei sulla mia coscia nuda e sudata. Le dita continuano il loro gioco nascosto sul bocciolo eccitato. Il silenzio della stanza è riempito solo dalla mia voce che, quasi in tremante attesa, continua a leggere…

“Lei si guarda nel lungo specchio dell’armadio, il viso un po’ imbronciato come sempre quando si vede riflessa. Poi si accorge che la seguo con gli occhi e accenna un sorriso che arriccia gli angoli della sua morbida bocca di ragazza poco più ventenne. Si gira verso di me. Mi innamoro di nuovo di quel lampo azzurro, di quei candidi denti, dei suoi piccoli seni, di quei capezzoli chiari che poco fa ho tenuto tra le labbra, che ho stretto tra i denti strappandole un piccolo gemito che sapeva di dolce dolore…..”

Non è stupita impressione. La mano di Paola si muove morbida sulla mia coscia, le dita scivolano sulla pelle. Il seno che si appoggia al mio braccio è caldo, pieno, pesante. Un leggero sudore sta coprendo il mio viso, una piccola goccia scende tra il solco dei seni e raggiunge le sue più avventurose compagne che già inumidiscono il pube ricciuto. La voce mi trema, si arresta. Lei gira il viso e le morbide labbra quasi si posano sulla pelle tra il collo e l’orecchio. Piccoli e inarrestabili brividi corrono dalla nuca lungo la schiena quando quasi mi implora di continuare per lei. E io, ormai eccitata e vinta dalla mia emozione, riprendo a leggere il racconto di quel viaggio che sta diventando il nostro.

“Quando la vedo così, nuda per me, quando vedo il suo pube perfettamente rasato che profuma di lei e del suo piacere che mi ha invaso la bocca… quando la vedo così, la mia mano rapida scende tra le cosce, sono di nuovo bagnata, sento la figa bollente, le labbra gonfie di nuova lussuria.
Lei torna da me, si inginocchia in mezzo alle gambe. La sua bocca scende di nuovo a mangiarmi, le sue labbra e i suoi denti diventano ancora padrone del mio clitoride eretto che sporge curioso.
I suoi occhi nei miei mi incatenano ancora una volta. Le afferro i folti e corti capelli, li tiro con forza, la costringo a prendermi ancora, a frugare ancora una volta con la lingua nel mio umido nido. Le sue dita risalgono a stringermi i seni che le riempiono caldi le mani..”

Leggo e la mano di Paola si infila con dolce decisione sotto la maglia leggera che cela la mia pelle ai suoi occhi. Le unghie percorrono i nascosti sentieri, scivolano sotto l’ascella e diventano padrone del capezzolo eretto. Chiudo gli occhi, resto in silenzio quando sento la mano chiudersi sul seno, stringerlo forte. La sua voce ora mi incendia la mente mentre mi chiede di continuare a leggere. Io leggo con voce rotta dai sensi.

“…ci siamo chiuse in quella stanza d’albergo… Io l’ho spogliata e sono rimasta come annullata da quel suo giovane corpo nudo, nudo per me, per le mie mani, per la mia bocca assetata di lei… Le ho tolto il piccolo perizoma nero quasi strappandolo, nulla doveva ostacolare il mio desiderio di lei.. Mi sono fatta spogliare dalle sue mani nervose, mi ha tolto tutto, anche l’anima che era già sua..”

Sono nuda. Le mani di Paola hanno tolto ogni barriera che separa la pelle dalla sua bocca. Il tablet ora giace ai piedi del letto. L’amica ora amante posa le sue labbra sulle mie, mi divora la bocca. La lingua scivola umida sulla pelle, i bianchi denti mordono con sensuale ferocia il seno, imprigionano il capezzolo. Il piccolo dolore libera l’inferno dei sensi.
Con rabbia per il tempo perduto svelo il suo corpo maturo. Le mani si riempiono dei seni caldi e pesanti. Con occhi socchiusi guardo il viso ora eccitato e stravolto dal desiderio improvviso. Le mani nei suoi capelli. Gli occhi negli occhi, apro le cosce e dono il mio fiore bagnato al suo viso, alla bocca, alla sua lingua sapiente.
“Dove sei stata finora?” le sussurro mentre mi prende e mi ama come solo una donna può amare una donna. La lingua mi porta sull’orlo del precipizio. Chiudo gli occhi e mi arrendo. Buio pieno di luce, silenzio assordante, brividi caldi e senza confini.
Poi, dopo un istante infinito e breve, riprendo coscienza del tempo. E’ la voce di Paola quella che ora legge mentre la mia mano si abbandona tra le sue cosce irrorate di umori copiosi e la bocca si chiude sul suo capezzolo eretto.

“Quando la mia bocca si è chiusa sulla sua figa perfettamente depilata, quando la mia lingua l’ha penetrata dove mai era entrata, quando i miei sensi hanno assaporato quello che avevano sognato, desiderato e mai posseduto…ecco, allora ho capito che era lei, Barbara, quella che avevo atteso da tempo…
Le sue dita mi hanno posseduta, sapienti nel cercare i miei oscuri segreti… La sua bocca mi ha dato il piacere che nessuno mi aveva donato così…. intenso, feroce, rabbioso, quasi violento e crudele…”

Le dita si avventurano nervose e curiose nel nido segreto di lei. Lo vìolano diventando padrone dei suoi desideri nascosti. Si chiudono dentro il suo sesso come un piccolo pugno. E proprio in quell’istante, sull’estremo ciglio, improvvisa mi fermo, profonda nella sua intimità, per una richiesta che nasce dal sensuale abbandono. Parole che prima mai avrei pronunciato.
“Paola, tesoro, promettimi una cosa!”
“Chiedimi quello che vuoi, ora! Ma dopo prendimi, fino in fondo, non lasciarmi qui adesso!”
“Paola, promettimi che a casa prenderai da parte mio marito e gli racconterai di questa notte, gli racconterai di noi, prometti!”
Mi guarda, lo sguardo liquido di piacere nei suoi occhi che bruciano l’anima.
“Glielo dirai e poi tornerai da me. Mi bacerai sulle labbra, lieve, in modo che lui ci veda, promettilo!”
Le dita chiuse nel piccolo pugno riprendono a muoversi dentro di lei, per strapparle quella promessa.
E quando finalmente si lascia sfuggire l’atteso “sì”, la portano all’estasi più sconosciuta e segreta mentre la sua bocca si posa sulla mia sussurrando parole d’amore finora ignote e proibite anche al nostro sentire più intimo.
Lei è mia. Io le appartengo. La notte ci racconta la storia infinita del nostro piacere.
scritto il
2024-05-21
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