La calda estate di Francesca 18
di
Ti Tento Io
genere
orge
La sera successiva si recarono in terrazza, ma spendo cosa li attendeva ci andarono senza intimo.
Le ragazze indossavano delle minigonne che facevano respirare le loro fighe e le magliette mettevano in risalto i loro capezzoli. Quella sera portarono sul terrazzo altri cuscini così da poter scopare in comodità senza doversi limitare alla panca o al dondolo. I ragazzi avevano dei pantaloncini che facevano risaltare i loro cazzi flosci sprovvisti di mutande. Si accomodarono e ancora prima di iniziare già le ragazze iniziarono a stimolare i loro ragazzi con baci sensuali. Quando si staccarono calò un profondo silenzio.
Avevano deciso che sarebbe stato il turno di Laura. Quando Francesca le disse che era il suo turno la ragazza iniziò ad essere nervosa e si mise a camminare avanti e indietro sul terrazzo. Alla fine quando anche Roby le disse che era il suo turno la ragazza si sedette, scolò in un sorso uno shot si vodka e si accomodò accanto al ragazzo poi disse: “Bene, ora inizio a raccontare” poi la ragazza tacque. Sandro ruppe il silenzio dicendo “Allora? Non sarai mica gelosa dei tuoi ricordi? Rendici partecipi, forza!”
“Dicevo…Bene, svelerò la mia più intima e finora segreta esperienza sessuale, ma vi obbligo a stare zitti. Non voglio commenti o giudizi, d’accordo? Solo allora vi farò complici di quello che mi accadde qualche mese prima di conoscere Roby.”
Gli altri rimasero in silenzio, tutti pendevano dalle labbra della ragazza, che dopo un forte sospiro e un nuovo shot di vodka iniziò.
“Si chiamava Fulvio. Lo avevo conosciuto una sera di ottobre, l’anno scorso ad una a casa di un mio amico.
Quella sera ero un po’ in imbarazzo perché sulla quindicina di persone ne conoscevo solo una, Marco, un amico fin dal liceo.
Tra gli amici di Marco c’era lui, Fulvio. Un uomo sui trenta-trentadue anni. Era alto, palestrato, vestiva una camicia blu e dei jeans. Da quando ero entrata non mi aveva tolto gli occhi di dosso. Mi guardava in continuazione, quasi mi imbarazzava.
Nonostante tutto la serata passò tranquilla anche se i suoi occhi mi mettevano un po’ in soggezione.
Mentre bevevo un drink Fulvio mi si avvicinò e mi sussurrò:” Sei tremendamente sensuale” li per li quasi non mi rovesciai il drink addosso per la sorpresa ma poi fui sopraffatta dai suoi occhi che mi fissavano, quasi mi scavassero dentro.
Non aggiunse altro, si allontanò.
La serata proseguì tranquilla tra musica, discorsi inerenti varie attività, qualche chiacchiera sull’attualità, fu una serata davvero piacevole.
Cercavo di trovare ancora lo sguardo di Fulvio ma dopo la nostra breve conversazione non si curò più di me, come se non esistessi più.
Il suo comportamento mi fece salire una leggera rabbia.
Mi aveva guardata per tutta la serata e ora non mi degnava nemmeno di uno sguardo.
Si aspettava forse che io facessi o dicessi qualcosa di diverso quando mi si era avvicinato?
Non lo so, però un po’ turbata dal suo comportamento approfittai del fatto che due ragazze si congedarono per andarmene.
Non era tardi per me, lo feci solo per punire Fulvio per avermi messo questo inspiegabile stato d’animo attraverso quel comportamento.
Una volta uscita, mentre rientravo in auto mi sentivo strana.
Quello sguardo e la sua voce mi avevano presa.
Mi stupii di essere leggermente eccitata per il comportamento di Fulvio, mi aveva sconvolto e attratto contemporaneamente.
Non avrei rifiutato una sana scopata se me lo avesse fatto capire.
Alle due di notte, mentre stavo decidendo se provare a sentirmi per dormine o se iniziare un bel ditalino per rilassarmi e sfogarmi mi arrivò una mail.
Era lui. Solo una parola “Vieni”
In allegato c’era una foto dall’alto di una parte di Venezia, lungo un canale che non seppi riconoscere, con una freccia che indicava un palazzo.
Risposi subito “…è un gioco? Devo indovinare tipo caccia al tesoro?”
Sentivo l’eccitazione montare, decisi che se non avessi ricevuto risposta mi sarei masturbata a lungo ed intensamente.
Fulvio mi piaceva anche se detestavo il suo modo di fare nei miei riguardi eppure sentivo il desiderio di giocare con lui, di lasciarmi andare subito a questo coinvolgimento senza nemmeno sapere chi fosse e cosa volesse da me anche se speravo che volesse solo aprimi in due la figa che ora era fradicia.
Avevo la sensazione che lui stesse cercando di attirarmi da lui. Voleva fare un gioco che io non capivo, ma mi intrigava.
Dopo poco mi arrivò una risposta: “Vieni ora! Sotto trovi l’indirizzo. Suona il campanello, abito da solo. Sali le scale, secondo piano davanti alla porta troverai una benda rossa. Indossala e spogliati completamente e aspetta.”
Fui invasa dal panico. Risposi istintivamente:” Tu sei pazzo! Devo ancora dormire da quando sono rientrata e non so nemmeno chi sei”
Pensai che non avrebbe risposto e così mi stesi sul letto e divaricai le gambe, la figa era eccitata, voleva essere riempita. Mentre mi stavo massaggiando il clitoride arrivò un’altra mail
“Vieni”
Mille pensieri mi corsero per la testa, dal rifiuto totale, stavo così bene nel letto nuda a masturbarmi, al folle desiderio di andarci, magari avrebbe soddisfatto la mia voglia.
Guardai i vestiti appoggiati sulla sedia e l’intimo buttato a terra.
Orami avevo deciso, ci sarei andata.
Sapendo che mi sarei dovuta spogliare davanti alla porta decisi di non mettere intimo. Optai quindi per una gonna, avendo la figa così bagnata non mi azzardai a mette un paio di pantaloni per evitare di macchiarli, e indossai una camicetta leggera azzurra che faceva un effetto vedo non vedo sui capezzoli duri.
Mentre andavo verso l’indirizzo non incontrai nessuno in strada. Mentre camminavo alternavo momenti di pura eccitazione a momenti di ansia totale.
Più pensavo che fosse una pazzia andare da lui più camminavo veloce.
Camminavo veloce, cercando di tanto in tanto un riparo possibilmente buio per placare la mia figa gocciolante.
Ero talmente eccitata da dovermi toccare per strada, da sola. Colavo così tanto da dovermi leccare le dita mentre camminavo. Più di una volta gemetti per foga con la quale mi penetravo all’ombra di un portone.
Dovevo arrivare il prima possibile, non volevo tardare, non volevo che pensasse che avessi rinunciato.
Arrivai sotto il portone, ero un lago, temevo di colare quindi mi ficcai due dita in figa e raccolsi più umori possibile e li assaporai tutti.
Suonai il campanello, la porta si aprì in un attimo, salì le scale e mi ritrovai al secondo piano.
Ero lì, davanti alla porta.
L’unica porta del pianerottolo, senza spioncino, almeno non può spiarmi mentre mi spoglio pensai. Chiusi gli occhi un attimo dopo aver preso in mano la benda rossa.
Feci un lungo sospiro, la indossai e mi spogliai, rimasi nuda. Tenni solo le calze, senza quelle mi sentivo a disagio.
Appena fui nuda sentì la porta aprirsi, tremavo.
Mi prese per mano per guidarmi, non disse nulla.
Mi sentii all’interno di un ambiente caldo, avevo la sensazione di uno spazio ampio.
“Devo essere pazza…” sussurrai tra me e me.
“Ssssttt…” mi zittì il ragazzo, poi non disse più nulla.
Mi lasciò la mano e chiuse la porta.
Ero nuda e lo sentivo alle mie spalle, mi sentivo il suo sguardo addosso.
Mi sfiorò la schiena con un dito, rabbrividì e sentì la mia figa contrarsi. Gemetti.
Prese di nuovo la mia mano e mi accompagnò per qualche passo.
Mi fece sedere su un tavolino, basso, imbottito di pelle.
Si allontanò. Ero un vortice di ansia. Toccavo il tavolino e mi immaginavo di essere in una scena di 50 sfumature, bendata in una stanza dotata di ogni sex toy esistente.
Tremano d’eccitazione, di ansia. Non ne potevo più del silenzio che mi circondava, volevo che succedesse qualcosa.
Poi ad un tratto, dal nulla sentii spostarmi i capelli.
Sobbalzai, tirai un urlo. Una mano dolce mi accarezzò la guancia e mi aiutò a calmarmi anche se sentivo ancora il mio cuore battere all’impazzata nel petto.
Chiusi gli occhi nonostante fossi bendata e feci qualche respiro profondo. Mi calami e iniziai a capire cosa mi succedeva intorno.
Una bocca mi stava accarezzando il collo poi iniziò a baciarlo.
Labbra calde, una lingua delicata scorrere sulla mia pelle.
Abbandonai la testa all’indietro e prese a baciarmi e leccarmi con più audacia scendendo sui capezzoli turgidi ed eccitati.
Non potevo nascondere l’eccitazione che già mi stava consumando da tempo.
Volevo la sua bocca.
Succhiò e leccò i miei seni come nessuno aveva mai fatto alternando carezze con la lingua a piccoli morsi con denti affamati.
Stendendomi piegai e spalancai le gambe appoggiando i piedi sul tavolino, volevo che vedesse in che condizioni pietose era la mia figa. Volevo che vedesse quando ero bagnata, quanto aperte fossero le mie labbra e quanto affamate di cazzo fossero.
Lui in tutta risposte si inginocchiò e dopo aver soffiato sulla mia figa bagnata facendomi fremere tutta entrò dentro di me subito con due o forse tre dita.
Ebbi un sussulto sentendo le sue dita affondare dentro di me, entrare senza nessuna resistenza, scivolare fino in fondo, bagnando la sua mano con i miei umori.
La figa si strinse attorno alle sue dita, mi fece gemere.
Le sue dita non si fermarono, mi massaggiavano dentro spingendo con forza mentre la sua bocca si faceva sempre più audace e si avvicinava aggressiva ai miei capezzoli.
Mi accarezzava un seno e mi leccava, mordeva e succhiava l’altro.
Ero talmente eccitata che non riuscii a trattenere il primo orgasmo. Mi sentii bagnare ancora di più se possibile.
L’orgasmo non lo fece fermare. Continuò a toccarmi dentro e la sua bocca non si staccava mai dai seni.
Sembrava avere mille mani: con una mi scopava con forza la figa, come se non si fosse accorto del mio orgasmo, che mi aveva socco dalla testa ai piedi, senza mai cambiare ritmo. Con l’altra mi toccava ovunque. Sembrava sapesse dove fossero le mie zone erogene e le stimolasse tutte assieme lasciandomi in un perenne stato di piacere che si disperdeva ovunque.
Ero persa, completamente abbandonata alle sensazioni da non capire più nemmeno cosa mi stesse facendo.
“Entrami dentro, ti prego” avevo troppa voglia di essere scopata da un cazzo vero.
“Ssssttt…” mi zittì senza staccare la bocca dal capezzolo.
Prese la mia mano e la portò al mio clitoride.
Non aspettavo altro, cominciai a masturbarmi mentre sentivo stimolare ogni centimetro del mio corpo, pareva avere mille mani.
Arrivai a godere di nuovo. Ero stremata. Abbandonata sul tavolo.
Tolse la mano e staccò completamente da me.
Sentii avvicinare qualcosa alla bocca mentre delicatamente una mano mi alzava il capo.
Un bicchiere.
Vodka.
Bevvi.
Mentre deglutivo lo sentii prendere i miei polsi e contemporaneamente legarli fissandoli al tavolo.
Ebbi un attimo di smarrimento ma poi prese a baciarmi in bocca, affamato di me.
La sua bocca calda, bagnata e aggressiva mi eccitava da impazzire e sussultai di nuovo sentendomi prendere le caviglie.
Legate al tavolo, anche quelle, con le gambe aperte e spalancate.
Ero sua.
Completamente.
Non potevo muovermi.
Mi leccava le labbra, mi penetrava la bocca con la lingua decisa e arrogante.
Entrò dentro di me in un colpo.
Doveva essere molto dotato perché lo sentii farsi spazio dentro di me come se fosse enorme.
Una sensazione piacevolissima, mi sentivo piena e legata in quel modo ero ancora più eccitata.
Mi sbatteva come fossi di sua proprietà, come se volesse rompermi.
Desideravo masturbarmi, sentivo il clitoride pulsare, era duro, eretto. Dovevo toccarlo, farlo sfogare ma le stringhe ai poli me lo impedivano.
Continuava a prendermi la bocca con la lingua e stavo per godere di nuovo, quando sentii una bocca appoggiarsi su un capezzolo ed iniziare a succhiare.
Nello stesso momento una mano prese ad accarezzarmi intensamente il clitoride.
Ero stordita dall’eccitazione.
Due bocche erano sul mio corpo e due mani, forse tre mi accarezzavano mentre assorbivo i colpi desiderando di allargarmi ancora di più.
Un orgasmo e poi un altro subito, mentre non capivo più quante mani e quante bocche avessi addosso.
Continuava a scoparmi con forza, durissimo, larghissimo. Sentivo la figa bruciare ma volevo che continuasse, che andasse ancora più in profondità.
Sentivo più voci ansimare, senza mai parlare.
Allontanò la bocca dalla mia e subito dopo fu riempita da un enorme cazzo.
Era caldo, duro come quello che mi stava scopando.
Emanava odore di sesso, di donna direi anche se non era quello che mi stava sfondando, quello non era mai uscito.
Cominciai a succhiarlo e leccarlo, assecondando i suoi movimenti, bagnandolo di saliva per sentirlo scorrere sulla lingua.
Lo volevo fino in gola e parve capirlo perché iniziò a spingere, sbattendo contro la gola fino a togliermi il fiato.
Non mi chiese più niente, non sapevo quante persone ci fossero, vivevo semplicemente le sensazioni che sentivo.
Godetti più volte, tra le mani che mi toccavano, cazzi che mi penetravano, bocche che mi succhiavano.
D’improvviso tutto finì.
Si staccarono tutti simultaneamente.
Mi lasciarono sull’orlo di un orgasmo che stava arrivando molto intensamente.
Ebbi un attimo di panico.
Intuivo, anzi ero certa, che mi stavano fissando.
Sentì avvicinare qualcuno alla bocca, una gamba, liscia.
La leccai alzando la testa per raggiungere l’inguine ance se non capivo se stessi leccando l’interno o l’esterno.
Si appoggiò sulla mia bocca e sostando il viso verso quello che capivo essere l’interno coscia, la mia lingua si bagnò appoggiandosi a quelle che capì essere grandi labbra.
Una donna.
Continuai a leccare e lei si abbandonò alla mia bocca mentre una bocca si appoggiava su di me leccandomi a sua volta.
Pensai che fosse un uomo.
Con la mia lingua assaporavo i succhi della donna che mi sovrastava. La sentivo ansimare, sentivo che stava godendo, avrei voluto potermi aiutare con le mani ma non potevo, ero ancora legata.
L’uomo stava facendo un ottimo lavoro, facendomi sobbalzare a colpi di lingua.
Con la lingua continuai ad accarezzare il clitoride come fosse il mio, lo leccavo, lo succhiavo lo mordicchiavo.
Ebbe un orgasmo e la sua eccitazione mi eccitò ancora di più.
Mi prese il capo tra le mani spingendolo verso la sua figa. Il mio viso era completamente bagnato di lei.
Si spostò dopo aver goduto sul mio viso e sentii una lingua leccarmi la faccia raccogliendo gli umori rimasti ai lati della mia bocca.
Sentii sciogliere le stringhe ai polsi e alle caviglie e qualcuno mi fece alzare, delicatamente.
Mi fece inginocchiare sul tavolino e, in un attimo, mi sentii penetrare con forza nella figa.
Con un colpo secco entrò in me, non era lo stesso di prima, ne ero sicura.
Iniziò a sbattermi con violenza, non sentivo dolore.
Desideravo che lo facesse con ancora più forza.
La donna riprese a baciarmi, delicatamente, leccandomi le labbra e la lingua con intensità e calore.
Alzandomi lentamente, si fece scorrere la mia bocca sul collo fino a mettere un capezzolo nella mia bocca. Lo iniziai a leccare e a succhiare con avidità.
Sentivo colare liquido tra le gambe e non capivo se avesse goduto l’uomo che mi scopava o se fosse dovuto dalla mia intensa eccitazione.
Una mano cominciò ad accarezzarmi le natiche stimolando la rosetta dell’ano bagnandosi le dita nella mia figa.
D’improvviso un colpo secco, deciso, uno schiaffo sul culo che mi eccitò ancora di più.
Sentì qualcuno accovacciarsi su di me, sulla mia schiena e spingere sul buchino.
L’uomo che mi stava scopando rallentò un attimo mentre il secondo uomo spinse ed entrò in me.
Questo mi provocò un forte dolore.
Gridai, togliendo la bocca dal seno della donna, ma lei mi prese per i capelli e premette nuovamente la mia testa sulla sua tetta.
Qualcuno schiaffeggiò di nuovo il mio culo mentre i due uomini presero a scoparmi con maggiore forza.
Il dolore si trasformò in un attimo, divenne subito eccitazione incredibile.
Mi sentivo sfondare non capivo più da che parte arrivasse il piacere mentre una mano prese anche a masturbarmi.
Arrivò un orgasmo fortissimo, credevo di morire e dalla mia figa uscirono un sacco di umori.
Una mano prese a massaggiare il mio liquido sulle mie gambe mentre i due continuavano a scoparmi. Il mio corpo era abbandonato e disposto ad accettare qualsiasi stimolo.
La donna si spostò e un altro cazzo mi riempii la bocca.
Erano tre uomini quindi.”
Laura si fermò un attimo e bevve un paio di shot di vodka.
Aveva raccontato tutto ad occhi nudi. Non li aprì, voleva raccontare tutto senza sapere cosa stesse succedendo.
Sentì però un forte odore di sesso.
Poggiò il bicchiere e continuò la confessione
“Ero su quel tavolo in ginocchio, riempita in ogni orifizio possibile e mi eccitava da impazzire essere usata in quel modo.
Qualcuno cominciava a schiaffeggiarmi il culo di tanto in tanto e questo improvviso distrarmi dalle sensazioni della penetrazione, era piacevole ed eccitante.
Me fecero girare e mi ritrovai di nuovo steso sul tavolo.
Lei poggiò il suo pube sul mio viso, era bagnatissima.
Volevo guardarla in volto mentre godeva, ma non chiesi di togliere la benda, volevo stare nel mio mondo, capite?
Temevo che mi sarei sentita frenata se li avessi guardati negli occhi,
infilai due dita dentro di lei mentre con la lingua larga accarezzavo il suo clitoride.
Nessuno mi stava più toccando, ma percepivo che mi stavano guardando.
Le scopai la figa con la lingua con forza e presi a massaggiarla dentro.
Volevo il suo piacere e la leccai e succhiai finché la sentii fremere ed ansimare.
Spinsi più intensamente dentro di lei fino a sentirla gridare serrando le cosce e contraendosi mentre dalla due figa spruzzò umori che mi colarono sul viso.
Mi accarezzò il viso bagnato e mi baciò, prima dolcemente poi iniziò a mordermi un labbro.
Mi sussurrò “Brava bambina…”
Erano le prime parole che sentivo quella sera.
Mi fece alzare e mi accompagnò per qualche passo.
Mi fece abbassare come a farmi sedere e sentii il contatto con le gambe di un uomo.
Cercai di sistemarmi sedendomi in braccio a lui, dandoli le spalle.
Era seduto su quello che intuivo essere un divano. Sedetti su di lui lasciandolo scivolare dentro di me, nel mio culo che era ancora aperto.
Mi appoggiai a lui con la schiena e subito sentì qualcuno davanti a me che iniziò a leccarmi il clitoride mente io mi muovevo per scopare l’uomo su cui ero seduta.
Percepivo gli sguardi degli altri che mi stavano guardando.
Io più eccitata che mai, mi stringevo i capezzoli sempre più forte, avrei voluto strapparli.
La bocca si staccò dal clitoride e qualcuno entrò in me: stavano di nuovo scopandomi in due.
Godetti dopo pochi minuti, il tempo ormai non esisteva più.
Mi fecero sedere sul divano, mi sciarono li.
Mi stesi.
Non mi importava più nulla, ero appagata, soddisfatta e sfinita.
Dopo qualche minuto o forse decine di minuti la ragazza si avvicinò a me e prese a baciarmi il viso dolcemente, mi leccava le orecchie, il colle e, di nuovo, i capezzoli.
Mise una mano tra le mie cosce.
Ero certa che fosse la mano di una ragazza.
Delicata e inconfondibile.
Mi lasciai coccolare, toccare e penetrare.
Spinse dentro due dita, poi tre e in quel momento ebbi la sensazione di inghiottirle.
Arrivò un orgasmo lento e inteso, mentre la baciavo in bocca.
Si allontanò da me, sentivo voci provenire dalla stanza accanto.
Per un attimo rimasi immobile, pensai che volevo alzarmi e andarmene ma non lo feci.
Mi addormentai.
A risvegliarmi fu il contatto di mani che mi aprivano le gambe.
Senza una parola, ancora.
Stavano usando il mio corpo per il loro piacere, provocandolo anche a me.
Era una situazione strana, diversa, forse pericolosa ma non la avvertivo come tale. Anche se ogni stimolo diverso che sopraggiungeva senza che io me lo aspettassi era una provocazione, un’invasione, in cambiamento ma sempre incontrollato ed inaspettato.
Mi sentivo completamente abbandonata al loro volere, e, contrariamente a quanto la logica avrebbe previsto, mi sentivo stranamente al sicuro.
Una mano stava accarezzando il mio clitoride che rispose immediatamente allo stimolo.
Era eccitato gonfio, lo sentivo pulsare.
Desideravo, in quel momento che me lo succhiassero.
Era tremendamente abile la mano che mi stava masturbando, piacevole, calda, lenta.
Pochi attimi dopo una sensazione di freddo intercalata dalla carezza delle dita: ghiaccio,
chi mi stava toccando alternava carezze a pressioni con un cubetto di ghiaccio.
La mia pelle rabbrividiva in risposta all’alternanza, ma non era il ghiaccio a provocarla, era eccitazione, ancora.
Non sapevo se fosse un uomo o una donna, le carezze erano gentili ed intense.
Faceva scivolare il ghiaccio dal clitoride alla figa e con la lingua lo spingeva dentro per andare poi a cercarlo.
Sentivo il ghiaccio sciogliersi dentro di me e quella bocca che andava a recuperarlo mi dava sensazioni a me ancora sconosciute.
Durò a lungo questo gioco in cui sfioravo costantemente l’orgasmo senza mai raggiungerlo.
Dentro di me pregavo che non si fermasse mai, volevo che continuasse all’infino.
Continuò a baciarmi il clitoride tenendo in bocca il ghiaccio.
D’improvviso, persa in queste sensazioni, sentii stingere un capezzolo da una cosa fredda: una pinza.
Faceva male.
Mi eccitava.
Anche l’altro su stretto in quella morsa.
Tesi le mani per toccarmi ma qualcuno me le prese e mi tirò, facendomi sporgere il bacino dal divano, alzandomi le gambe.
Sentivo l’acqua colare, uscire dalla mia figa e una bocca si chinò per leccarla.
Percepivo ancora il ghiaccio dentro e qualcuno iniziò a scoparmi con forza.
Il cazzo durissimo spingeva il ghiaccio fino in fondo.
Lo sentivo premere e, ogni volta che usciva, desideravo impaziente che rientrasse, spingendo sempre più forte.
Mi girò, mi fece inginocchiare e, mentre ancora liquido freddo colava dalla figa, si appoggiò e affondò nel mio culo.
Il dolore fu intenso, gridai ma l’uomo mi mise una mano sulla bocca continuando a spingere triandomi il capo verso sé tirandomi per i capelli.
Sentivo il suo respiro affannato sulla mia nuca, i capezzoli indurirsi, la figa pulsante, calda, gonfia desiderosa di essere riempita.
Gemetti di nuovo mentre lui, dopo qualche violenta spinta uscii per sborrare sulla mia schiena.
Mi lasciarono lì.
Esanime.
Ero arrivata a pensare che forse sarei morta lì, nelle loro mani, per darli piacere.
Ma non me ne importava nulla.
Mi addormentai.
Quando mi svegliai non avevo più la benda, ero sola.
Mi alzai a fatica dal letto, ero ancora nuda e sul mio corpo c’erano piccole tumefazioni, soprattutto sulle tette e sui capezzoli che mi facevano male solo a sfiorarli.
Andai in sala e sul divano trovai i miei vestiti.
Aprì una porta e trovai un bagno, feci una lunga doccia e mi asciugai con un accappatoio che profumava di pulito.
Tornai in sala e mi vestì.
Vidi un biglietto diceva: “sei stata bravissima. Domani torni qui alle 22”
Mi alzai, presi la borsa e mi richiusi la porta alle spalle con una sola certezza: non sarei tornata.
Ritornai a casa.
Fulvio non mi cercò più da quel giorno.
Quella stessa sera uscii con degli amici, ad un tratto guardai l’orologio, erano le 22, sorrisi.
Era stata una esperienza intensamente piacevole, ma non l’avrei mai ripetuta”
Laura durante la confessione aveva tenuto gli occhi chiusi.
Non era lei a raccontare, ma una voce che nasceva dalle sue viscere e inondava il terrazzo di libidine.
Volse il capo verso il celo e lentamente aprì gli occhi.
Lentamente, poi, il suo sguardo urtò le sagome degli altri.
La scena che le si presentò era oscena.
Francesca si stava masturbando mentre Sandro le scopava la bocca.
Roby invece accarezzava il culetto di Laura che, inconsciamente si era portata una mano nella figa che si stava masturbando.
Il ragazzo affascinato dal racconto e dalle movenze della ragazza si menava il cazzo senza tregua.
Laura come riemersa da un sogno disse:” penso proprio che berrò un’altra vodka. Mi devo riprendere prima di darci dentro sul serio”.
Francesca e Sandro la ignorarono completamente mentre Roby sempre con il cazzo in mano si avvicinò a Laura e le disse: “Non bere vodka, succhia il mio cazzo e bevi la mia sborra che è più buona” e dopo aver detto questo ficcò la sua verga dura dentro la bocca della ragazza.
Laura sorpresa da quel cazzo iniziò meccanicamente a succhiarlo. Si calò la gonna e continuò incessante a scoparsi la figa con le dita.
Intanto Francesca aveva avuto un orgasmo mentre Sandro la scopava e gemette ad alta voce.
I quattro si guardarono, la confessione di Laura aveva lasciato tutti a bocca aperta, non si aspettavano che la ragazza potesse aver fatto una cosa così estrema.
I ragazzi invogliati dal racconto decisero di trarre spunto dalla storia appena sentita e così Francesca decise di prendere il posto di Laura, si inginocchiò sulla panca e invitò i ragazzi a scoparla senza ritegno.
I due le saltarono addosso. Sandro le si fiondò nel culo entrando tutto in un colpo facendola urlare di dolore. Subito però l’eccitazione prevalse e la ragazza iniziò a godere di quel cazzo in culo. Roby per timore di litigi con Laura si avvicinò lentamente alla bocca do Francesca porgendole due dita da succhiare. Subito però Laura gli disse:” la sua bocca è mia, occupati della figa” Roby non credette alle sue parole e si fiondò subito dentro la calda figa della ragazza. I due la scopavano senza tregua, senza fermarsi nemmeno quando Francesca ebbe un violentissimo orgasmo. Laura piano piano si avvicinò alla bocca della ragazza, le salì sopra, quando ebbe messo la sua figa sulla sua faccia si piegò per leccarle il clitoride mentre Roby le chiavava la figa.
Francesca non si tirò indietro e lecco alla perfezione la figa dell’amica facendola godere.
Poi Laura si alzò e pretese che i due cazzi la scopassero come avevano appena fatto con l’amica.
I ragazzi non se lo fecero ripetere, le saltarono addosso.
Sandro volle la sua figa e Roby le riempì il culetto. Francesca non soddisfatta si sedette sulla figa dell’amica che gliela leccò mentre lei le leccava le tette. Poi Francesca si alzò e spinta dal desiderio si mise a baciare Roby sulla bocca.
Le loro lingue si intrecciarono e fecero eccitare ancora di più entrambi.
Laura era stremata. I due maschi sembravano tori da monta. In un attimo di pazzia si fiondarono entrambi nella figa della ragazza che allargata al massimo la fece godere come non mai.
Poi però Francesca si mise a 90 davanti all’amica e iniziò a baciarla.
Roby non resistette, uscì dalla figa di Laura e si fiondò in quella di Francesca.
Prese a scoparla con forza, la ragazza si sentì sfondare e si ricordò di quando aveva goduto quella mattina in doccia.
Anche Laura sembrava godere con il cazzo di Sandro.
La scopata continuò a ritmi altissimi per diverso tempo, le ragazze ebbero continui orgasmi e si scambiarono continuamente i cazzi e i propri umori.
Alla fine quando tutti e quattro furono stremati si avvicinarono alla conclusione della scopata.
Roby tornò da Francesca e Sandro andò da Laura.
I due ragazzi scoparono le ragazze fino all’ultimo secondo poi uscirono e le inondarono di sborra le tette ed il ventre.
Le ragazze più complici che mai si leccarono le sborrate a vicenda e poi se le scambiarono con un bellissimo bacio lesbo.
I ragazzi come veri cavalieri riportarono la ragazza nelle camere avendo cura di avere i loro cazzi di nuovo duri nelle loro fighe.
Quando arrivarono di sotto però decisero di voler continuare assieme e così andarono tutti in soggiorno dove continuarono a far provare a Francesca la sensazione di essere scopata e posseduta da tre persone assieme.
CONTINUA…
Le ragazze indossavano delle minigonne che facevano respirare le loro fighe e le magliette mettevano in risalto i loro capezzoli. Quella sera portarono sul terrazzo altri cuscini così da poter scopare in comodità senza doversi limitare alla panca o al dondolo. I ragazzi avevano dei pantaloncini che facevano risaltare i loro cazzi flosci sprovvisti di mutande. Si accomodarono e ancora prima di iniziare già le ragazze iniziarono a stimolare i loro ragazzi con baci sensuali. Quando si staccarono calò un profondo silenzio.
Avevano deciso che sarebbe stato il turno di Laura. Quando Francesca le disse che era il suo turno la ragazza iniziò ad essere nervosa e si mise a camminare avanti e indietro sul terrazzo. Alla fine quando anche Roby le disse che era il suo turno la ragazza si sedette, scolò in un sorso uno shot si vodka e si accomodò accanto al ragazzo poi disse: “Bene, ora inizio a raccontare” poi la ragazza tacque. Sandro ruppe il silenzio dicendo “Allora? Non sarai mica gelosa dei tuoi ricordi? Rendici partecipi, forza!”
“Dicevo…Bene, svelerò la mia più intima e finora segreta esperienza sessuale, ma vi obbligo a stare zitti. Non voglio commenti o giudizi, d’accordo? Solo allora vi farò complici di quello che mi accadde qualche mese prima di conoscere Roby.”
Gli altri rimasero in silenzio, tutti pendevano dalle labbra della ragazza, che dopo un forte sospiro e un nuovo shot di vodka iniziò.
“Si chiamava Fulvio. Lo avevo conosciuto una sera di ottobre, l’anno scorso ad una a casa di un mio amico.
Quella sera ero un po’ in imbarazzo perché sulla quindicina di persone ne conoscevo solo una, Marco, un amico fin dal liceo.
Tra gli amici di Marco c’era lui, Fulvio. Un uomo sui trenta-trentadue anni. Era alto, palestrato, vestiva una camicia blu e dei jeans. Da quando ero entrata non mi aveva tolto gli occhi di dosso. Mi guardava in continuazione, quasi mi imbarazzava.
Nonostante tutto la serata passò tranquilla anche se i suoi occhi mi mettevano un po’ in soggezione.
Mentre bevevo un drink Fulvio mi si avvicinò e mi sussurrò:” Sei tremendamente sensuale” li per li quasi non mi rovesciai il drink addosso per la sorpresa ma poi fui sopraffatta dai suoi occhi che mi fissavano, quasi mi scavassero dentro.
Non aggiunse altro, si allontanò.
La serata proseguì tranquilla tra musica, discorsi inerenti varie attività, qualche chiacchiera sull’attualità, fu una serata davvero piacevole.
Cercavo di trovare ancora lo sguardo di Fulvio ma dopo la nostra breve conversazione non si curò più di me, come se non esistessi più.
Il suo comportamento mi fece salire una leggera rabbia.
Mi aveva guardata per tutta la serata e ora non mi degnava nemmeno di uno sguardo.
Si aspettava forse che io facessi o dicessi qualcosa di diverso quando mi si era avvicinato?
Non lo so, però un po’ turbata dal suo comportamento approfittai del fatto che due ragazze si congedarono per andarmene.
Non era tardi per me, lo feci solo per punire Fulvio per avermi messo questo inspiegabile stato d’animo attraverso quel comportamento.
Una volta uscita, mentre rientravo in auto mi sentivo strana.
Quello sguardo e la sua voce mi avevano presa.
Mi stupii di essere leggermente eccitata per il comportamento di Fulvio, mi aveva sconvolto e attratto contemporaneamente.
Non avrei rifiutato una sana scopata se me lo avesse fatto capire.
Alle due di notte, mentre stavo decidendo se provare a sentirmi per dormine o se iniziare un bel ditalino per rilassarmi e sfogarmi mi arrivò una mail.
Era lui. Solo una parola “Vieni”
In allegato c’era una foto dall’alto di una parte di Venezia, lungo un canale che non seppi riconoscere, con una freccia che indicava un palazzo.
Risposi subito “…è un gioco? Devo indovinare tipo caccia al tesoro?”
Sentivo l’eccitazione montare, decisi che se non avessi ricevuto risposta mi sarei masturbata a lungo ed intensamente.
Fulvio mi piaceva anche se detestavo il suo modo di fare nei miei riguardi eppure sentivo il desiderio di giocare con lui, di lasciarmi andare subito a questo coinvolgimento senza nemmeno sapere chi fosse e cosa volesse da me anche se speravo che volesse solo aprimi in due la figa che ora era fradicia.
Avevo la sensazione che lui stesse cercando di attirarmi da lui. Voleva fare un gioco che io non capivo, ma mi intrigava.
Dopo poco mi arrivò una risposta: “Vieni ora! Sotto trovi l’indirizzo. Suona il campanello, abito da solo. Sali le scale, secondo piano davanti alla porta troverai una benda rossa. Indossala e spogliati completamente e aspetta.”
Fui invasa dal panico. Risposi istintivamente:” Tu sei pazzo! Devo ancora dormire da quando sono rientrata e non so nemmeno chi sei”
Pensai che non avrebbe risposto e così mi stesi sul letto e divaricai le gambe, la figa era eccitata, voleva essere riempita. Mentre mi stavo massaggiando il clitoride arrivò un’altra mail
“Vieni”
Mille pensieri mi corsero per la testa, dal rifiuto totale, stavo così bene nel letto nuda a masturbarmi, al folle desiderio di andarci, magari avrebbe soddisfatto la mia voglia.
Guardai i vestiti appoggiati sulla sedia e l’intimo buttato a terra.
Orami avevo deciso, ci sarei andata.
Sapendo che mi sarei dovuta spogliare davanti alla porta decisi di non mettere intimo. Optai quindi per una gonna, avendo la figa così bagnata non mi azzardai a mette un paio di pantaloni per evitare di macchiarli, e indossai una camicetta leggera azzurra che faceva un effetto vedo non vedo sui capezzoli duri.
Mentre andavo verso l’indirizzo non incontrai nessuno in strada. Mentre camminavo alternavo momenti di pura eccitazione a momenti di ansia totale.
Più pensavo che fosse una pazzia andare da lui più camminavo veloce.
Camminavo veloce, cercando di tanto in tanto un riparo possibilmente buio per placare la mia figa gocciolante.
Ero talmente eccitata da dovermi toccare per strada, da sola. Colavo così tanto da dovermi leccare le dita mentre camminavo. Più di una volta gemetti per foga con la quale mi penetravo all’ombra di un portone.
Dovevo arrivare il prima possibile, non volevo tardare, non volevo che pensasse che avessi rinunciato.
Arrivai sotto il portone, ero un lago, temevo di colare quindi mi ficcai due dita in figa e raccolsi più umori possibile e li assaporai tutti.
Suonai il campanello, la porta si aprì in un attimo, salì le scale e mi ritrovai al secondo piano.
Ero lì, davanti alla porta.
L’unica porta del pianerottolo, senza spioncino, almeno non può spiarmi mentre mi spoglio pensai. Chiusi gli occhi un attimo dopo aver preso in mano la benda rossa.
Feci un lungo sospiro, la indossai e mi spogliai, rimasi nuda. Tenni solo le calze, senza quelle mi sentivo a disagio.
Appena fui nuda sentì la porta aprirsi, tremavo.
Mi prese per mano per guidarmi, non disse nulla.
Mi sentii all’interno di un ambiente caldo, avevo la sensazione di uno spazio ampio.
“Devo essere pazza…” sussurrai tra me e me.
“Ssssttt…” mi zittì il ragazzo, poi non disse più nulla.
Mi lasciò la mano e chiuse la porta.
Ero nuda e lo sentivo alle mie spalle, mi sentivo il suo sguardo addosso.
Mi sfiorò la schiena con un dito, rabbrividì e sentì la mia figa contrarsi. Gemetti.
Prese di nuovo la mia mano e mi accompagnò per qualche passo.
Mi fece sedere su un tavolino, basso, imbottito di pelle.
Si allontanò. Ero un vortice di ansia. Toccavo il tavolino e mi immaginavo di essere in una scena di 50 sfumature, bendata in una stanza dotata di ogni sex toy esistente.
Tremano d’eccitazione, di ansia. Non ne potevo più del silenzio che mi circondava, volevo che succedesse qualcosa.
Poi ad un tratto, dal nulla sentii spostarmi i capelli.
Sobbalzai, tirai un urlo. Una mano dolce mi accarezzò la guancia e mi aiutò a calmarmi anche se sentivo ancora il mio cuore battere all’impazzata nel petto.
Chiusi gli occhi nonostante fossi bendata e feci qualche respiro profondo. Mi calami e iniziai a capire cosa mi succedeva intorno.
Una bocca mi stava accarezzando il collo poi iniziò a baciarlo.
Labbra calde, una lingua delicata scorrere sulla mia pelle.
Abbandonai la testa all’indietro e prese a baciarmi e leccarmi con più audacia scendendo sui capezzoli turgidi ed eccitati.
Non potevo nascondere l’eccitazione che già mi stava consumando da tempo.
Volevo la sua bocca.
Succhiò e leccò i miei seni come nessuno aveva mai fatto alternando carezze con la lingua a piccoli morsi con denti affamati.
Stendendomi piegai e spalancai le gambe appoggiando i piedi sul tavolino, volevo che vedesse in che condizioni pietose era la mia figa. Volevo che vedesse quando ero bagnata, quanto aperte fossero le mie labbra e quanto affamate di cazzo fossero.
Lui in tutta risposte si inginocchiò e dopo aver soffiato sulla mia figa bagnata facendomi fremere tutta entrò dentro di me subito con due o forse tre dita.
Ebbi un sussulto sentendo le sue dita affondare dentro di me, entrare senza nessuna resistenza, scivolare fino in fondo, bagnando la sua mano con i miei umori.
La figa si strinse attorno alle sue dita, mi fece gemere.
Le sue dita non si fermarono, mi massaggiavano dentro spingendo con forza mentre la sua bocca si faceva sempre più audace e si avvicinava aggressiva ai miei capezzoli.
Mi accarezzava un seno e mi leccava, mordeva e succhiava l’altro.
Ero talmente eccitata che non riuscii a trattenere il primo orgasmo. Mi sentii bagnare ancora di più se possibile.
L’orgasmo non lo fece fermare. Continuò a toccarmi dentro e la sua bocca non si staccava mai dai seni.
Sembrava avere mille mani: con una mi scopava con forza la figa, come se non si fosse accorto del mio orgasmo, che mi aveva socco dalla testa ai piedi, senza mai cambiare ritmo. Con l’altra mi toccava ovunque. Sembrava sapesse dove fossero le mie zone erogene e le stimolasse tutte assieme lasciandomi in un perenne stato di piacere che si disperdeva ovunque.
Ero persa, completamente abbandonata alle sensazioni da non capire più nemmeno cosa mi stesse facendo.
“Entrami dentro, ti prego” avevo troppa voglia di essere scopata da un cazzo vero.
“Ssssttt…” mi zittì senza staccare la bocca dal capezzolo.
Prese la mia mano e la portò al mio clitoride.
Non aspettavo altro, cominciai a masturbarmi mentre sentivo stimolare ogni centimetro del mio corpo, pareva avere mille mani.
Arrivai a godere di nuovo. Ero stremata. Abbandonata sul tavolo.
Tolse la mano e staccò completamente da me.
Sentii avvicinare qualcosa alla bocca mentre delicatamente una mano mi alzava il capo.
Un bicchiere.
Vodka.
Bevvi.
Mentre deglutivo lo sentii prendere i miei polsi e contemporaneamente legarli fissandoli al tavolo.
Ebbi un attimo di smarrimento ma poi prese a baciarmi in bocca, affamato di me.
La sua bocca calda, bagnata e aggressiva mi eccitava da impazzire e sussultai di nuovo sentendomi prendere le caviglie.
Legate al tavolo, anche quelle, con le gambe aperte e spalancate.
Ero sua.
Completamente.
Non potevo muovermi.
Mi leccava le labbra, mi penetrava la bocca con la lingua decisa e arrogante.
Entrò dentro di me in un colpo.
Doveva essere molto dotato perché lo sentii farsi spazio dentro di me come se fosse enorme.
Una sensazione piacevolissima, mi sentivo piena e legata in quel modo ero ancora più eccitata.
Mi sbatteva come fossi di sua proprietà, come se volesse rompermi.
Desideravo masturbarmi, sentivo il clitoride pulsare, era duro, eretto. Dovevo toccarlo, farlo sfogare ma le stringhe ai poli me lo impedivano.
Continuava a prendermi la bocca con la lingua e stavo per godere di nuovo, quando sentii una bocca appoggiarsi su un capezzolo ed iniziare a succhiare.
Nello stesso momento una mano prese ad accarezzarmi intensamente il clitoride.
Ero stordita dall’eccitazione.
Due bocche erano sul mio corpo e due mani, forse tre mi accarezzavano mentre assorbivo i colpi desiderando di allargarmi ancora di più.
Un orgasmo e poi un altro subito, mentre non capivo più quante mani e quante bocche avessi addosso.
Continuava a scoparmi con forza, durissimo, larghissimo. Sentivo la figa bruciare ma volevo che continuasse, che andasse ancora più in profondità.
Sentivo più voci ansimare, senza mai parlare.
Allontanò la bocca dalla mia e subito dopo fu riempita da un enorme cazzo.
Era caldo, duro come quello che mi stava scopando.
Emanava odore di sesso, di donna direi anche se non era quello che mi stava sfondando, quello non era mai uscito.
Cominciai a succhiarlo e leccarlo, assecondando i suoi movimenti, bagnandolo di saliva per sentirlo scorrere sulla lingua.
Lo volevo fino in gola e parve capirlo perché iniziò a spingere, sbattendo contro la gola fino a togliermi il fiato.
Non mi chiese più niente, non sapevo quante persone ci fossero, vivevo semplicemente le sensazioni che sentivo.
Godetti più volte, tra le mani che mi toccavano, cazzi che mi penetravano, bocche che mi succhiavano.
D’improvviso tutto finì.
Si staccarono tutti simultaneamente.
Mi lasciarono sull’orlo di un orgasmo che stava arrivando molto intensamente.
Ebbi un attimo di panico.
Intuivo, anzi ero certa, che mi stavano fissando.
Sentì avvicinare qualcuno alla bocca, una gamba, liscia.
La leccai alzando la testa per raggiungere l’inguine ance se non capivo se stessi leccando l’interno o l’esterno.
Si appoggiò sulla mia bocca e sostando il viso verso quello che capivo essere l’interno coscia, la mia lingua si bagnò appoggiandosi a quelle che capì essere grandi labbra.
Una donna.
Continuai a leccare e lei si abbandonò alla mia bocca mentre una bocca si appoggiava su di me leccandomi a sua volta.
Pensai che fosse un uomo.
Con la mia lingua assaporavo i succhi della donna che mi sovrastava. La sentivo ansimare, sentivo che stava godendo, avrei voluto potermi aiutare con le mani ma non potevo, ero ancora legata.
L’uomo stava facendo un ottimo lavoro, facendomi sobbalzare a colpi di lingua.
Con la lingua continuai ad accarezzare il clitoride come fosse il mio, lo leccavo, lo succhiavo lo mordicchiavo.
Ebbe un orgasmo e la sua eccitazione mi eccitò ancora di più.
Mi prese il capo tra le mani spingendolo verso la sua figa. Il mio viso era completamente bagnato di lei.
Si spostò dopo aver goduto sul mio viso e sentii una lingua leccarmi la faccia raccogliendo gli umori rimasti ai lati della mia bocca.
Sentii sciogliere le stringhe ai polsi e alle caviglie e qualcuno mi fece alzare, delicatamente.
Mi fece inginocchiare sul tavolino e, in un attimo, mi sentii penetrare con forza nella figa.
Con un colpo secco entrò in me, non era lo stesso di prima, ne ero sicura.
Iniziò a sbattermi con violenza, non sentivo dolore.
Desideravo che lo facesse con ancora più forza.
La donna riprese a baciarmi, delicatamente, leccandomi le labbra e la lingua con intensità e calore.
Alzandomi lentamente, si fece scorrere la mia bocca sul collo fino a mettere un capezzolo nella mia bocca. Lo iniziai a leccare e a succhiare con avidità.
Sentivo colare liquido tra le gambe e non capivo se avesse goduto l’uomo che mi scopava o se fosse dovuto dalla mia intensa eccitazione.
Una mano cominciò ad accarezzarmi le natiche stimolando la rosetta dell’ano bagnandosi le dita nella mia figa.
D’improvviso un colpo secco, deciso, uno schiaffo sul culo che mi eccitò ancora di più.
Sentì qualcuno accovacciarsi su di me, sulla mia schiena e spingere sul buchino.
L’uomo che mi stava scopando rallentò un attimo mentre il secondo uomo spinse ed entrò in me.
Questo mi provocò un forte dolore.
Gridai, togliendo la bocca dal seno della donna, ma lei mi prese per i capelli e premette nuovamente la mia testa sulla sua tetta.
Qualcuno schiaffeggiò di nuovo il mio culo mentre i due uomini presero a scoparmi con maggiore forza.
Il dolore si trasformò in un attimo, divenne subito eccitazione incredibile.
Mi sentivo sfondare non capivo più da che parte arrivasse il piacere mentre una mano prese anche a masturbarmi.
Arrivò un orgasmo fortissimo, credevo di morire e dalla mia figa uscirono un sacco di umori.
Una mano prese a massaggiare il mio liquido sulle mie gambe mentre i due continuavano a scoparmi. Il mio corpo era abbandonato e disposto ad accettare qualsiasi stimolo.
La donna si spostò e un altro cazzo mi riempii la bocca.
Erano tre uomini quindi.”
Laura si fermò un attimo e bevve un paio di shot di vodka.
Aveva raccontato tutto ad occhi nudi. Non li aprì, voleva raccontare tutto senza sapere cosa stesse succedendo.
Sentì però un forte odore di sesso.
Poggiò il bicchiere e continuò la confessione
“Ero su quel tavolo in ginocchio, riempita in ogni orifizio possibile e mi eccitava da impazzire essere usata in quel modo.
Qualcuno cominciava a schiaffeggiarmi il culo di tanto in tanto e questo improvviso distrarmi dalle sensazioni della penetrazione, era piacevole ed eccitante.
Me fecero girare e mi ritrovai di nuovo steso sul tavolo.
Lei poggiò il suo pube sul mio viso, era bagnatissima.
Volevo guardarla in volto mentre godeva, ma non chiesi di togliere la benda, volevo stare nel mio mondo, capite?
Temevo che mi sarei sentita frenata se li avessi guardati negli occhi,
infilai due dita dentro di lei mentre con la lingua larga accarezzavo il suo clitoride.
Nessuno mi stava più toccando, ma percepivo che mi stavano guardando.
Le scopai la figa con la lingua con forza e presi a massaggiarla dentro.
Volevo il suo piacere e la leccai e succhiai finché la sentii fremere ed ansimare.
Spinsi più intensamente dentro di lei fino a sentirla gridare serrando le cosce e contraendosi mentre dalla due figa spruzzò umori che mi colarono sul viso.
Mi accarezzò il viso bagnato e mi baciò, prima dolcemente poi iniziò a mordermi un labbro.
Mi sussurrò “Brava bambina…”
Erano le prime parole che sentivo quella sera.
Mi fece alzare e mi accompagnò per qualche passo.
Mi fece abbassare come a farmi sedere e sentii il contatto con le gambe di un uomo.
Cercai di sistemarmi sedendomi in braccio a lui, dandoli le spalle.
Era seduto su quello che intuivo essere un divano. Sedetti su di lui lasciandolo scivolare dentro di me, nel mio culo che era ancora aperto.
Mi appoggiai a lui con la schiena e subito sentì qualcuno davanti a me che iniziò a leccarmi il clitoride mente io mi muovevo per scopare l’uomo su cui ero seduta.
Percepivo gli sguardi degli altri che mi stavano guardando.
Io più eccitata che mai, mi stringevo i capezzoli sempre più forte, avrei voluto strapparli.
La bocca si staccò dal clitoride e qualcuno entrò in me: stavano di nuovo scopandomi in due.
Godetti dopo pochi minuti, il tempo ormai non esisteva più.
Mi fecero sedere sul divano, mi sciarono li.
Mi stesi.
Non mi importava più nulla, ero appagata, soddisfatta e sfinita.
Dopo qualche minuto o forse decine di minuti la ragazza si avvicinò a me e prese a baciarmi il viso dolcemente, mi leccava le orecchie, il colle e, di nuovo, i capezzoli.
Mise una mano tra le mie cosce.
Ero certa che fosse la mano di una ragazza.
Delicata e inconfondibile.
Mi lasciai coccolare, toccare e penetrare.
Spinse dentro due dita, poi tre e in quel momento ebbi la sensazione di inghiottirle.
Arrivò un orgasmo lento e inteso, mentre la baciavo in bocca.
Si allontanò da me, sentivo voci provenire dalla stanza accanto.
Per un attimo rimasi immobile, pensai che volevo alzarmi e andarmene ma non lo feci.
Mi addormentai.
A risvegliarmi fu il contatto di mani che mi aprivano le gambe.
Senza una parola, ancora.
Stavano usando il mio corpo per il loro piacere, provocandolo anche a me.
Era una situazione strana, diversa, forse pericolosa ma non la avvertivo come tale. Anche se ogni stimolo diverso che sopraggiungeva senza che io me lo aspettassi era una provocazione, un’invasione, in cambiamento ma sempre incontrollato ed inaspettato.
Mi sentivo completamente abbandonata al loro volere, e, contrariamente a quanto la logica avrebbe previsto, mi sentivo stranamente al sicuro.
Una mano stava accarezzando il mio clitoride che rispose immediatamente allo stimolo.
Era eccitato gonfio, lo sentivo pulsare.
Desideravo, in quel momento che me lo succhiassero.
Era tremendamente abile la mano che mi stava masturbando, piacevole, calda, lenta.
Pochi attimi dopo una sensazione di freddo intercalata dalla carezza delle dita: ghiaccio,
chi mi stava toccando alternava carezze a pressioni con un cubetto di ghiaccio.
La mia pelle rabbrividiva in risposta all’alternanza, ma non era il ghiaccio a provocarla, era eccitazione, ancora.
Non sapevo se fosse un uomo o una donna, le carezze erano gentili ed intense.
Faceva scivolare il ghiaccio dal clitoride alla figa e con la lingua lo spingeva dentro per andare poi a cercarlo.
Sentivo il ghiaccio sciogliersi dentro di me e quella bocca che andava a recuperarlo mi dava sensazioni a me ancora sconosciute.
Durò a lungo questo gioco in cui sfioravo costantemente l’orgasmo senza mai raggiungerlo.
Dentro di me pregavo che non si fermasse mai, volevo che continuasse all’infino.
Continuò a baciarmi il clitoride tenendo in bocca il ghiaccio.
D’improvviso, persa in queste sensazioni, sentii stingere un capezzolo da una cosa fredda: una pinza.
Faceva male.
Mi eccitava.
Anche l’altro su stretto in quella morsa.
Tesi le mani per toccarmi ma qualcuno me le prese e mi tirò, facendomi sporgere il bacino dal divano, alzandomi le gambe.
Sentivo l’acqua colare, uscire dalla mia figa e una bocca si chinò per leccarla.
Percepivo ancora il ghiaccio dentro e qualcuno iniziò a scoparmi con forza.
Il cazzo durissimo spingeva il ghiaccio fino in fondo.
Lo sentivo premere e, ogni volta che usciva, desideravo impaziente che rientrasse, spingendo sempre più forte.
Mi girò, mi fece inginocchiare e, mentre ancora liquido freddo colava dalla figa, si appoggiò e affondò nel mio culo.
Il dolore fu intenso, gridai ma l’uomo mi mise una mano sulla bocca continuando a spingere triandomi il capo verso sé tirandomi per i capelli.
Sentivo il suo respiro affannato sulla mia nuca, i capezzoli indurirsi, la figa pulsante, calda, gonfia desiderosa di essere riempita.
Gemetti di nuovo mentre lui, dopo qualche violenta spinta uscii per sborrare sulla mia schiena.
Mi lasciarono lì.
Esanime.
Ero arrivata a pensare che forse sarei morta lì, nelle loro mani, per darli piacere.
Ma non me ne importava nulla.
Mi addormentai.
Quando mi svegliai non avevo più la benda, ero sola.
Mi alzai a fatica dal letto, ero ancora nuda e sul mio corpo c’erano piccole tumefazioni, soprattutto sulle tette e sui capezzoli che mi facevano male solo a sfiorarli.
Andai in sala e sul divano trovai i miei vestiti.
Aprì una porta e trovai un bagno, feci una lunga doccia e mi asciugai con un accappatoio che profumava di pulito.
Tornai in sala e mi vestì.
Vidi un biglietto diceva: “sei stata bravissima. Domani torni qui alle 22”
Mi alzai, presi la borsa e mi richiusi la porta alle spalle con una sola certezza: non sarei tornata.
Ritornai a casa.
Fulvio non mi cercò più da quel giorno.
Quella stessa sera uscii con degli amici, ad un tratto guardai l’orologio, erano le 22, sorrisi.
Era stata una esperienza intensamente piacevole, ma non l’avrei mai ripetuta”
Laura durante la confessione aveva tenuto gli occhi chiusi.
Non era lei a raccontare, ma una voce che nasceva dalle sue viscere e inondava il terrazzo di libidine.
Volse il capo verso il celo e lentamente aprì gli occhi.
Lentamente, poi, il suo sguardo urtò le sagome degli altri.
La scena che le si presentò era oscena.
Francesca si stava masturbando mentre Sandro le scopava la bocca.
Roby invece accarezzava il culetto di Laura che, inconsciamente si era portata una mano nella figa che si stava masturbando.
Il ragazzo affascinato dal racconto e dalle movenze della ragazza si menava il cazzo senza tregua.
Laura come riemersa da un sogno disse:” penso proprio che berrò un’altra vodka. Mi devo riprendere prima di darci dentro sul serio”.
Francesca e Sandro la ignorarono completamente mentre Roby sempre con il cazzo in mano si avvicinò a Laura e le disse: “Non bere vodka, succhia il mio cazzo e bevi la mia sborra che è più buona” e dopo aver detto questo ficcò la sua verga dura dentro la bocca della ragazza.
Laura sorpresa da quel cazzo iniziò meccanicamente a succhiarlo. Si calò la gonna e continuò incessante a scoparsi la figa con le dita.
Intanto Francesca aveva avuto un orgasmo mentre Sandro la scopava e gemette ad alta voce.
I quattro si guardarono, la confessione di Laura aveva lasciato tutti a bocca aperta, non si aspettavano che la ragazza potesse aver fatto una cosa così estrema.
I ragazzi invogliati dal racconto decisero di trarre spunto dalla storia appena sentita e così Francesca decise di prendere il posto di Laura, si inginocchiò sulla panca e invitò i ragazzi a scoparla senza ritegno.
I due le saltarono addosso. Sandro le si fiondò nel culo entrando tutto in un colpo facendola urlare di dolore. Subito però l’eccitazione prevalse e la ragazza iniziò a godere di quel cazzo in culo. Roby per timore di litigi con Laura si avvicinò lentamente alla bocca do Francesca porgendole due dita da succhiare. Subito però Laura gli disse:” la sua bocca è mia, occupati della figa” Roby non credette alle sue parole e si fiondò subito dentro la calda figa della ragazza. I due la scopavano senza tregua, senza fermarsi nemmeno quando Francesca ebbe un violentissimo orgasmo. Laura piano piano si avvicinò alla bocca della ragazza, le salì sopra, quando ebbe messo la sua figa sulla sua faccia si piegò per leccarle il clitoride mentre Roby le chiavava la figa.
Francesca non si tirò indietro e lecco alla perfezione la figa dell’amica facendola godere.
Poi Laura si alzò e pretese che i due cazzi la scopassero come avevano appena fatto con l’amica.
I ragazzi non se lo fecero ripetere, le saltarono addosso.
Sandro volle la sua figa e Roby le riempì il culetto. Francesca non soddisfatta si sedette sulla figa dell’amica che gliela leccò mentre lei le leccava le tette. Poi Francesca si alzò e spinta dal desiderio si mise a baciare Roby sulla bocca.
Le loro lingue si intrecciarono e fecero eccitare ancora di più entrambi.
Laura era stremata. I due maschi sembravano tori da monta. In un attimo di pazzia si fiondarono entrambi nella figa della ragazza che allargata al massimo la fece godere come non mai.
Poi però Francesca si mise a 90 davanti all’amica e iniziò a baciarla.
Roby non resistette, uscì dalla figa di Laura e si fiondò in quella di Francesca.
Prese a scoparla con forza, la ragazza si sentì sfondare e si ricordò di quando aveva goduto quella mattina in doccia.
Anche Laura sembrava godere con il cazzo di Sandro.
La scopata continuò a ritmi altissimi per diverso tempo, le ragazze ebbero continui orgasmi e si scambiarono continuamente i cazzi e i propri umori.
Alla fine quando tutti e quattro furono stremati si avvicinarono alla conclusione della scopata.
Roby tornò da Francesca e Sandro andò da Laura.
I due ragazzi scoparono le ragazze fino all’ultimo secondo poi uscirono e le inondarono di sborra le tette ed il ventre.
Le ragazze più complici che mai si leccarono le sborrate a vicenda e poi se le scambiarono con un bellissimo bacio lesbo.
I ragazzi come veri cavalieri riportarono la ragazza nelle camere avendo cura di avere i loro cazzi di nuovo duri nelle loro fighe.
Quando arrivarono di sotto però decisero di voler continuare assieme e così andarono tutti in soggiorno dove continuarono a far provare a Francesca la sensazione di essere scopata e posseduta da tre persone assieme.
CONTINUA…
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