Tre donne ed un uomo - Parte 5^

di
genere
saffico

Il giorno dopo ancora una volta sono io a svegliarmi per prima ed a preparare la colazione. La prima ad arrivare è mia sorella, la quale mi saluta con un bacio con la sua lingua che mi frulla in bocca.
“Stanotte ti ho aspettato inutilmente. Perché non sei venuta?
Allunga le mani sul mio petto e mi palpa le tette.
“Vedi sorellina, sarebbe una colazione molto sostanziosa se potessi bere latte direttamente dalla fonte che lo produce. Quanto manca al parto? Muoio dalla voglia di succhiare latte dalle tue mammelle. Deve essere squisito.”
Le do un leggero buffetto sul culetto.
“Abbi pazienza. Mancano ancora circa quattro mesi e poi potrai soddisfare la tua voglia di succhiare latte dalle mie tette. Stanotte non sono venuta perché ho avuto da fare.”
Come farò a dirgli che stavo scopando con nostra madre. Eppure devo farlo.
“Quando torni ricordami che devo dirti una cosa molto importante.”
Smette di fare colazione e dopo avermi dato un ennesimo bacio in bocca ed un ultima strizzata al seno va via. Un’ora dopo che Brigitte è andata via ecco che mamma giunge in cucina. Indossa una vestaglia completamente aperta sul davanti. Tette, ombelico, pancia, ventre e pube coperto dalla folta pelliccia di peli sono lì sotto i miei occhi.
“Mamma faresti bene a coprirti. Fra poco più di due ore mio marito ci raggiungerà e non voglio che ci sorprenda mentre stiamo facendo sesso.”
“Bambina mia, in due ore si può conquistare il mondo. Hai preparato la colazione ma hai dimenticato che a me piace succhiare il miele dal favo che lo contiene. Dai mettiti in posizione. Ho una voglia matta di leccarti la figa.”
Come faccio a resistere ad una tale richiesta. Già sento la lingua di mia madre frugare la mia passera che sta già lacrimando. Mi tolgo la vestaglia; libero il tavolo e mi siedo sopra appoggiando i talloni sul bordo. Allargo a dismisura le cosce. Mamma, intanto, ha avvicinato una sedia e ci si è seduta sopra. Porta le mani sulle mie cosce e le accarezza. La sua testa si piega in avanti ed incomincia a baciarmi l’interno delle cosce accompagnando i baci con veloci leccate. La sua testa si avvicina al centro delle mie cosce. Sento il suo caldo alito. La punta della sua lingua picchietta veloce i bordi delle grandi labbra. Come un serpente si insinua nello spacco e mi penetra. Nitrisco. La sua lingua spazia nell’orifizio vaginale leccando tutti gli umori che secerno. Poi, l’uragano. Le sue labbra circondano il mio clitoride che stimolato dal vorticare della sua lingua cresce e si indurisce. Lo stringe tra i denti. Lo morde. Il dolore è soprafatto dal piacere. il grido che mi esce dalla gola è un grido di piacere. Comincia a succhiarmelo. Mi sta facendo un pompino. La mia conchiglia è un continuo eruttare di succhi. Introduce due dita nell’orifizio vaginale e comincia a chiavarmi. Nitrisco. Il mio corpo è tutto un tremito. Sento l’orgasmo avanzare. Un grido liberatorio mi annuncia che sto venendo. Dalla uretra espello il mio piacere; lo riverso nella bocca di mia madre che lo ingoia emettendo suoni di soddisfazione. Quando l’eruzione ha termine la lingua di mamma continua a leccarmi la figa liberandola dai residui del mio sperma.
“Mamma, sei stata magnifica.”
Jane mi guarda con occhi pieni di soddisfazione.
“Stamane sei stata splendida. Mi hai servito una colazione molto ricca di calorie. Fosse così tutte le mattine sarebbe pretendere troppo. Ora vado a prepararmi per ricevere il tuo stallone. Metti pure a posto.”
Prima che esca dalla cucina la chiamo.
“Mamma?”
Si gira.
“Grazie.”
Mi sorride e sparisce.
È mezzogiorno quando arriva mio marito. Sono io ad accoglierlo. Lo accompagno nel salone. Mi piazzo davanti a lui. Lo guardo. Ha lo sguardo di chi sta in ansia.
“Ho parlato con mia madre. Mi ha confermato che ti ama. È in camera sua che ti aspetta. Io non ho niente in contrario a che voi vi amiate. Raggiungila.”
Mio marito mi abbraccia e mi bacia.
“Alicia, amore, sappi che io amo anche te e non voglio lasciarti.
Rispondo ai suoi baci infilando la mia lingua nella sua bocca.
“Anch’io ti amo e non ho nessuna intenzione di lasciarti. Tu vivrai in questa casa e ti sobbarcherai del pesante compito di soddisfare tre splendide cavalle di razza.”
Jacque mi fissa.
“Perché parli di tre cavalle?”
Dio, involontariamente mi sono tradita. Devo recuperare terreno. Non è il momento di fargli conoscere i desideri di mia sorella.
“Scusa è stato un lapsus. Vai. Raggiungi la tua amante.”
Mio marito si avvia verso la camera di mia madre. lo chiamo, lui si volta.
“Se lo volete ancora potete farlo.”
“Cosa?”
“Un figlio. Non è vostro desiderio avere un figlio. Fatti valere. Ingravidala, mettila incinta, riempila del tuo seme.”
Jacque lancia un grido di gioia e si precipita a raggiungere mia madre. Per un attimo la mia mente lo vede stantuffare il cazzo nel ventre di mia madre poi l’immagine sparisce e viene sostituita dalla figura di Brigitte. È tempo che mia sorella venga a conoscenza degli eventi. Questa sera, tenuto conto che mio marito sicuramente non lascerà il letto della suocera, ospiterò mia sorella nel mio letto e la ragguaglierò sugli avvenimenti.

Continua

P.S. Ogni riferimento a persone viventi o decedute è puramente casuale.
scritto il
2011-10-10
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