Una serata inaspettata con Sonia
di
Clisterium
genere
feticismo
Una serata inaspettata con Sonia
Una sera dello scorso mese di giugno, ero a casa e mi stavo offrendo un bicchiere di prosecco quando il mio cellulare vibro’….leggo il display e appare il nome Sonia. Rispondo……
“Ciao Clis, sono Sonia. Come stai? ….Scusa della telefonata, ma speravo tu mi rispondessi. Sono a Milano per un incontro con un cliente importante, e mi sono detta che sarebbe stato bello passare una serata insieme, sempre che tu non abbia altri impegni o problemi ad uscire.” Le risposi che ero libero e che sarei passata a prenderla in albergo.
Arrivato in albergo, Sonia era già fuori ad aspettarmi…un vero spettacolo. Era vestita di un tubino nero con una scollatura da urlo e un paio di scarpe tacco dodici. Le feci entrare in auto e ci baciammo delicatamente.
Sonia disse… “Sono felice di vederti. Quanto tempo è passato?!! Sei mesi?”. Io le risposi di si e le proposi di andare in un ristorante rinomato che conosco molto bene e dove potevamo stare tranquilli. Lei mi disse.. ”se non ti dispiace Clis vorrei restare leggera questa sera. Dopo tutti questi pranzi e cene mi sento gonfissima e non ho molta voglia di cenare. Ti spiace? ”.
Le risposi “No, assolutamente, ti capisco bene. Quando si è fuori di casa e si devono subire pasti forzati, non è mai un toccasana per i nostri intestini. Se vuoi, possiamo andare da me, cosi ti posso aiutare ad alleggerire le tue sofferenze”.
Sonia rispose “speravo che tu me lo proponessi perché so che tutto si svolgerà come sempre, secondo lo stesso rituale molto particolare che amo e al quale mi sono sottomessa più volte, prima per rispetto obbedienza nei tuoi confronti, poi per il mio piacere, nonostante le tue pratiche non siano sempre facili da sopportare per me” .
Quando arrivammo a casa mia, le diedi una tenuta da camera un po’ speciale che era aperta sul didietro per presentare i suoi glutei all’inevitabile intromissione degli oggetti che sarebbero stati di suo gradimento. Sonia si cambiò, e venne in salone dove l’aspettavo.
Iniziai con l’allungarla sulle mie ginocchia sul grande divano nel soggiorno. Le introdussi molto delicatamente il lungo termometro in vetro che era lo strumento di misurazione penetrante che più amava, immergendolo più volte per richiamare la sua passione anale. Poi l'ho bloccato con decisione, dandogli movimenti avanti e indietro che hanno sollecitato i suoi sensi.
Mi piace guardarla così presa da questo innocuo oggetto. Le ho toccato i glutei con la punta delle dita, aumentando così la febbre del suo desiderio. Ho affondato il termometro nel suo piccolo buco e notato le sue reazioni che esprimevano un dolce piacere. L’ho spinto più in profondità per poi rimuoverlo delicatamente, per il piacere mio e per il suo. È durato fino a quando, questo grande termometro in vetro ha innescato in lei il richiamo di un bisogno naturale di evacuare.
Fu allora che la indirizzai verso il bagno dove si è liberata dell’incombenza, alla mia presenza.
Dopo averle praticato un lavaggio intimo e profondo, e aver risvegliato l’interno delle sue labbra vaginali con le mie dita esperte, ho innescato in lei il fuoco del desiderio per ricevere il suo copioso clistere dalle mie sapienti mani. Poi ho finito di spogliarla e la mandai ad aspettarmi nella mia stanza da letto, nuda, sdraiata sulla schiena così da vedermi arrivare con lo strumento terapeutico con il quale le avrei amministrato, da li a breve, il suo clistere.
Dopo qualche minuto, arrivai con la sacca da clistere trasparente da tre litri e con un lungo tubo che terminava con una sonda rettale provocatoria e superdimensionata di almeno un metro. Ho appeso la borsa sul porta abiti vicino al letto, dove erano disposti a diverse altezze dei ganci per rendere il flusso del clistere più o meno veloce. Sonia stava già cercando di valutare il contenuto della borsa.
Si percepiva in tutto l’appartamento, il profumo aromatico del mio tradizionale decotto di camomilla, eucalipto e semi di lino. Ne avevo sempre una scorta abbondante in un refrigeratore atto allo scopo. A preparalo, era Irina la mia governante, che sapeva esattamente a cosa servisse e per chi, avendone assaggiato più volte il gusto nel suo spettacolare di dietro.
Certo, questi preparati avevano lo scopo di preservare Sonia dai crampi del clistere che avrebbe percepito durante l'iniezione e soprattutto dopo il clistere, ma l'intensità dei dolori che rischiava di sopportare dipendeva soprattutto dal volume, dalla temperatura del liquido e dalla pressione che avrei applicato.
Mentre il clistere si stava raffreddando un po’, non ha mancato di rendere felice Sonia lusingando la sua fessura, il suo clitoride e penetrandola profondamente con il mio pene, che era duro come un sasso, sino a farle sprigionare dalla sua figa, getti di liquido come fosse una fontana, in un orgasmo spasmodico.
Quindi, presi la lunga sonda per rivestirla con il lubrificante per l’imminente somministrazione del copioso clistere.
Con i suoi occhi mi ho chiesto di conoscere la posizione che avrebbe dovuto prendere. Dipendeva solo dalla mia ispirazione e dal piacere che avrei provato guardandola come un voyeur esigente.
Era alla pecorina o a pancia piatta, cosce strette tra le quali si dispiegava la lunga cannula, o su un lato con una gamba piegata; o sulla schiena, le gambe piegate, le cosce divaricate e i reni sollevati da un cuscino.
La penetrazione della cannula o della sonda rettale è sempre stata molto piacevole per Sonia per questo l’ho sempre fatto durare a lungo e anche più volte.
Quando ho iniziato l'irrigazione, l’ho fatto lentamente in modo che sentisse il clistere fluire in lei in un’indefinibile sensazione di morbidezza e dolcezza. Il suo calore invadeva le sue viscere e il suo transito era una carezza interna i cui benefici non potevano essere percepiti con nessun altro mezzo. Era in un dolce benessere che divenne sempre più voluttuoso quando la quantità del fluido benefico aumentò in lei.
Poi il clistere divenne malizioso cominciò a infliggerle alcune coliche leggere che ha superato anche grazie ai miei voluttuosi massaggi sul suo ventre. Alla fine la giocosità si trasformò in un tumulto furioso. La sua preoccupazione era quindi quella di contenere le forti spinte a evacuare il clistere che si concentravano furiosamente verso la zona anale e di provare a trattenere le grida di dolore che avrei potuto prendere per proteste.
Quando finì, era orgogliosa di aver preso tutto ed aver eseguito le mie volontà. La misi in guardia prima di liberarsi, ancora davanti a me e nel modo che avevo deciso.
Durante questa ritenzione , sicuramente dolorosa, Sonia ho imparato a integrare questo fluido come se fosse parte del suo corpo. I massaggi del suo ventre gonfio sino a scoppiare, che premurosamente le prodigavo, sono riusciti a calmare l'ardore di questo aggressore che io stesso ho spinto ad attaccare.
Sapevo che Sonia mi era grata, per averla aiutata a ritrovare il benessere dell'inizio e si stava preparando mentalmente per la scena finale della restituzione del dono che le avevo fatto.
Il modo in cui imponevo a lei o alle tante miei “amiche” di restituire il clistere nasceva sempre dalla mia fantasia sempre più fertile in nuovi modi e perfezionamenti. In piedi sotto la doccia, sdraiata sulla schiena o sullo stomaco nella vasca da bagno o persino sulle ginocchia in stile pecorina ... e molti altri requisiti a cui tutte hanno pienamente aderito. Mi è sempre piaciuto questo spettacolo e spesso lo ripeto due o tre volte, con il pretesto dell'inefficacia del clistere precedente, o perché non è stato di mio gradimento.
Impietosito dei suoi lamenti e dal suo ventre duro, decisi di farle provare un nuovo di liberarsi. Andammo in bagno, mi sedetti sull’asse del water in modo inverso, con le gambe verso il muro. Con il mio pene ben duro le misi a cavalcioni su di me e la penetrai profondamente mentre Sonia seduta sulla tazza del water, tra le mie gambe allargate, cominciò a liberare le sue viscere in un orgasmo immenso con forti contrazioni. Venti minuti dopo, spossata dall’orgasmo e dallo svuotamento dei suoi intestini, mi abbracciò e mi disse. “Grazie Clis, ho goduto l’orgasmo più intenso della mia vita. Posso restare a dormire da te stasera”. La guardai negli occhi e le dissi “sarà un vero piacere poterti coccolare tutta la notte”. La baciai e andammo a prendere una doccia…la notte stava solo per cominciare e sarebbe stata una notte indimenticabile.
Clis a tutti voi….. clisterium2020@gmail.com
Una sera dello scorso mese di giugno, ero a casa e mi stavo offrendo un bicchiere di prosecco quando il mio cellulare vibro’….leggo il display e appare il nome Sonia. Rispondo……
“Ciao Clis, sono Sonia. Come stai? ….Scusa della telefonata, ma speravo tu mi rispondessi. Sono a Milano per un incontro con un cliente importante, e mi sono detta che sarebbe stato bello passare una serata insieme, sempre che tu non abbia altri impegni o problemi ad uscire.” Le risposi che ero libero e che sarei passata a prenderla in albergo.
Arrivato in albergo, Sonia era già fuori ad aspettarmi…un vero spettacolo. Era vestita di un tubino nero con una scollatura da urlo e un paio di scarpe tacco dodici. Le feci entrare in auto e ci baciammo delicatamente.
Sonia disse… “Sono felice di vederti. Quanto tempo è passato?!! Sei mesi?”. Io le risposi di si e le proposi di andare in un ristorante rinomato che conosco molto bene e dove potevamo stare tranquilli. Lei mi disse.. ”se non ti dispiace Clis vorrei restare leggera questa sera. Dopo tutti questi pranzi e cene mi sento gonfissima e non ho molta voglia di cenare. Ti spiace? ”.
Le risposi “No, assolutamente, ti capisco bene. Quando si è fuori di casa e si devono subire pasti forzati, non è mai un toccasana per i nostri intestini. Se vuoi, possiamo andare da me, cosi ti posso aiutare ad alleggerire le tue sofferenze”.
Sonia rispose “speravo che tu me lo proponessi perché so che tutto si svolgerà come sempre, secondo lo stesso rituale molto particolare che amo e al quale mi sono sottomessa più volte, prima per rispetto obbedienza nei tuoi confronti, poi per il mio piacere, nonostante le tue pratiche non siano sempre facili da sopportare per me” .
Quando arrivammo a casa mia, le diedi una tenuta da camera un po’ speciale che era aperta sul didietro per presentare i suoi glutei all’inevitabile intromissione degli oggetti che sarebbero stati di suo gradimento. Sonia si cambiò, e venne in salone dove l’aspettavo.
Iniziai con l’allungarla sulle mie ginocchia sul grande divano nel soggiorno. Le introdussi molto delicatamente il lungo termometro in vetro che era lo strumento di misurazione penetrante che più amava, immergendolo più volte per richiamare la sua passione anale. Poi l'ho bloccato con decisione, dandogli movimenti avanti e indietro che hanno sollecitato i suoi sensi.
Mi piace guardarla così presa da questo innocuo oggetto. Le ho toccato i glutei con la punta delle dita, aumentando così la febbre del suo desiderio. Ho affondato il termometro nel suo piccolo buco e notato le sue reazioni che esprimevano un dolce piacere. L’ho spinto più in profondità per poi rimuoverlo delicatamente, per il piacere mio e per il suo. È durato fino a quando, questo grande termometro in vetro ha innescato in lei il richiamo di un bisogno naturale di evacuare.
Fu allora che la indirizzai verso il bagno dove si è liberata dell’incombenza, alla mia presenza.
Dopo averle praticato un lavaggio intimo e profondo, e aver risvegliato l’interno delle sue labbra vaginali con le mie dita esperte, ho innescato in lei il fuoco del desiderio per ricevere il suo copioso clistere dalle mie sapienti mani. Poi ho finito di spogliarla e la mandai ad aspettarmi nella mia stanza da letto, nuda, sdraiata sulla schiena così da vedermi arrivare con lo strumento terapeutico con il quale le avrei amministrato, da li a breve, il suo clistere.
Dopo qualche minuto, arrivai con la sacca da clistere trasparente da tre litri e con un lungo tubo che terminava con una sonda rettale provocatoria e superdimensionata di almeno un metro. Ho appeso la borsa sul porta abiti vicino al letto, dove erano disposti a diverse altezze dei ganci per rendere il flusso del clistere più o meno veloce. Sonia stava già cercando di valutare il contenuto della borsa.
Si percepiva in tutto l’appartamento, il profumo aromatico del mio tradizionale decotto di camomilla, eucalipto e semi di lino. Ne avevo sempre una scorta abbondante in un refrigeratore atto allo scopo. A preparalo, era Irina la mia governante, che sapeva esattamente a cosa servisse e per chi, avendone assaggiato più volte il gusto nel suo spettacolare di dietro.
Certo, questi preparati avevano lo scopo di preservare Sonia dai crampi del clistere che avrebbe percepito durante l'iniezione e soprattutto dopo il clistere, ma l'intensità dei dolori che rischiava di sopportare dipendeva soprattutto dal volume, dalla temperatura del liquido e dalla pressione che avrei applicato.
Mentre il clistere si stava raffreddando un po’, non ha mancato di rendere felice Sonia lusingando la sua fessura, il suo clitoride e penetrandola profondamente con il mio pene, che era duro come un sasso, sino a farle sprigionare dalla sua figa, getti di liquido come fosse una fontana, in un orgasmo spasmodico.
Quindi, presi la lunga sonda per rivestirla con il lubrificante per l’imminente somministrazione del copioso clistere.
Con i suoi occhi mi ho chiesto di conoscere la posizione che avrebbe dovuto prendere. Dipendeva solo dalla mia ispirazione e dal piacere che avrei provato guardandola come un voyeur esigente.
Era alla pecorina o a pancia piatta, cosce strette tra le quali si dispiegava la lunga cannula, o su un lato con una gamba piegata; o sulla schiena, le gambe piegate, le cosce divaricate e i reni sollevati da un cuscino.
La penetrazione della cannula o della sonda rettale è sempre stata molto piacevole per Sonia per questo l’ho sempre fatto durare a lungo e anche più volte.
Quando ho iniziato l'irrigazione, l’ho fatto lentamente in modo che sentisse il clistere fluire in lei in un’indefinibile sensazione di morbidezza e dolcezza. Il suo calore invadeva le sue viscere e il suo transito era una carezza interna i cui benefici non potevano essere percepiti con nessun altro mezzo. Era in un dolce benessere che divenne sempre più voluttuoso quando la quantità del fluido benefico aumentò in lei.
Poi il clistere divenne malizioso cominciò a infliggerle alcune coliche leggere che ha superato anche grazie ai miei voluttuosi massaggi sul suo ventre. Alla fine la giocosità si trasformò in un tumulto furioso. La sua preoccupazione era quindi quella di contenere le forti spinte a evacuare il clistere che si concentravano furiosamente verso la zona anale e di provare a trattenere le grida di dolore che avrei potuto prendere per proteste.
Quando finì, era orgogliosa di aver preso tutto ed aver eseguito le mie volontà. La misi in guardia prima di liberarsi, ancora davanti a me e nel modo che avevo deciso.
Durante questa ritenzione , sicuramente dolorosa, Sonia ho imparato a integrare questo fluido come se fosse parte del suo corpo. I massaggi del suo ventre gonfio sino a scoppiare, che premurosamente le prodigavo, sono riusciti a calmare l'ardore di questo aggressore che io stesso ho spinto ad attaccare.
Sapevo che Sonia mi era grata, per averla aiutata a ritrovare il benessere dell'inizio e si stava preparando mentalmente per la scena finale della restituzione del dono che le avevo fatto.
Il modo in cui imponevo a lei o alle tante miei “amiche” di restituire il clistere nasceva sempre dalla mia fantasia sempre più fertile in nuovi modi e perfezionamenti. In piedi sotto la doccia, sdraiata sulla schiena o sullo stomaco nella vasca da bagno o persino sulle ginocchia in stile pecorina ... e molti altri requisiti a cui tutte hanno pienamente aderito. Mi è sempre piaciuto questo spettacolo e spesso lo ripeto due o tre volte, con il pretesto dell'inefficacia del clistere precedente, o perché non è stato di mio gradimento.
Impietosito dei suoi lamenti e dal suo ventre duro, decisi di farle provare un nuovo di liberarsi. Andammo in bagno, mi sedetti sull’asse del water in modo inverso, con le gambe verso il muro. Con il mio pene ben duro le misi a cavalcioni su di me e la penetrai profondamente mentre Sonia seduta sulla tazza del water, tra le mie gambe allargate, cominciò a liberare le sue viscere in un orgasmo immenso con forti contrazioni. Venti minuti dopo, spossata dall’orgasmo e dallo svuotamento dei suoi intestini, mi abbracciò e mi disse. “Grazie Clis, ho goduto l’orgasmo più intenso della mia vita. Posso restare a dormire da te stasera”. La guardai negli occhi e le dissi “sarà un vero piacere poterti coccolare tutta la notte”. La baciai e andammo a prendere una doccia…la notte stava solo per cominciare e sarebbe stata una notte indimenticabile.
Clis a tutti voi….. clisterium2020@gmail.com
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