Motel 2

di
genere
gay

Ritorno con i ricordi, a quando avevo conosciuto Tania, e le prime volte che mi sono prostituita, e di mia moglie che spesso mi accompagnava sul posto di lavoro, mi dava un bacio, e mi diceva, mi raccomando, tanti cazzi, prendine più che puoi, e io ridacchiavo tra mè e mè.
Le prime sere sono state veramente stupende, un po' perché era la novità, e forse perché essendo io la novità, i frequentatori assidui, mi volevano provare, e così, non facevo in tempo a scendere da un'auto, che subito salivo sull'altra.
Col passare dei giorni, capivo le dinamiche e conoscevo poi le persone, e iniziavo a sbilanciarmi un poco, c'era il cliente, che voleva il pompino senza preservativo, e lì prendevo di più, se poi ingoiavo il loro sperma, la tariffa raddoppiava, e così, ben presto diventai la migliore, mi venivano in bocca e io davanti a loro ingoiavo il caldo succo, impazzivano di piacere.
Dopo alcuni mesi, avevo i miei affezzionati, che mi scopavano, senza preservativo, erano persone sicure, e devo dire che mi piaceva di più, poi, alcuni mi invitarono a casa loro, o in comodi motel, di giorno, e così mi feci il mio giro personale, non prendevo più soldi, ma lo facevo per il piacere di scopare, di sentirmi riempita di cazzo e sperma, e così iniziai a frequentare gente che mi presentava gente, facevamo festini, e soddisfavo due o trè maschietti, e un bel giorno, un mio affezzionatissimo cliente, mi presenta un uomo, sulla sessantina, cicciotto, capelli cortissimi, viso normale, ma occhi da furbetto, uno veloce con le parole, e deciso sul dafarsi, rimaniamo soli io e lui, si spoglia, io indosso regicalze calze, tacchi dodici, e una vestaglietta corta di pizzo, ben truccata, e lo osservo mentre si spoglia, il viso non mi è sconosciuto, ma non lo ricordo, e poi si toglie gli slip, e tra le sue grasse coscie, spunta un cazzo duro da 35 centimetri, un vero cazzo, se ne vedono pochi in giro, scappellato, ritto, una favola, mi ci fiondo sopra e inizio a succhiarlo, lo lucido, ogni volta lo infilo sempre più, gli occhi mi escono dalle orbite, ma insisto, e spompino il bastone.
Poi lui mistacca, mi prende per le braccia e senza sforzo mi porta alla sua bocca, e mi bacia, la lingua mi martella il palato, mmmm è gustosa la sua bocca, chiudo gli occhi e limoniamo come due bambine, poi, si stacca, e mi dice, ora tesoro girati che ti devo battezzare, e lì mi si accende la lampadina, lo riconosco, è un prete della mia zona, che ha trà l'altro battezzato la mia prima figlia, così, mi giro, mi inginocchio, alzo per bene i fianchi, allargo le coscie, e dico, si emminenza, mi battezzi, lui mi guarda e dice, sai chi sono allora, e io accenno di sì, bene, ora intingo il mio bastone nella tua fonte, e la riempirò con il mio liquido, e ti bazzerrerò.
Appoggiò il suo cazzo al mio buco, e dopo una veloce benedizione, spinse il suo pennello nella mia fonte, lo sentii entrare, allargarmi per bene, e scivolarmi dentro, fino in fondo.
Era stupendo, mi sentivo piena, non avevo dolore o bruciore, ero finalmente piena, il mio cazzo divenne durissimo, ansimai, appoggia per bene la testa sul cuscino, e lo implorai di scoparmi, e lui iniziò a montarmi, lentamente facendomi sentire tutta la lunghezza del suo possente cazzo, e io godevo, e lo incitavo, lo pregavo di non smettere e poi iniziò ad aumentare il ritmo, a ogni affondo emettevo un urletto che soffocavo nel cuscino, siiii così sfondami, godo e godevo veramente, tanto che ad un tratto inizia a schizzare il mio sperma senza che mi toccassero il cazzo, svuotai i testicoli, e lui aumentava il ritmo, e poi non capisco cosa mi sia successo, ma fù pazzesco, iniziai a schizzare pipì, squittavo come le donne, e il don, se ne accorse, e così, scaricò il suo sperma con un affondo pazzesco, e io iniziai a pisciare, senza potermi fermare, lui sborrava dentro di mè e io pisciavo.
Ero in un lago di sperma e pipì, e piena del suo sperma, poi lui si sfilò, figliola mi disse, girati e finisci il tuo lavoro se vuoi la mia benedizione, lo feci, mi girai e ripulii tutto, e in ginocchio, mentre perdevo il suo sperma, lui mi benedì, e appena si fù vestito, inginocchiata davanti a lui, dissi, monsignore, non voglio il suo danaro, lo riprenda, voglio solo poterla incontrare ancora, lui mi accarezzò, ottimo fanciulla, verrai a trovarmi in canonica, dove espierai le tue colpe, e mi diede un numero di cellulare, e se ne andò.
Alla sera ritornai per strada, ero stanca ma felice, ero appagata, e per festeggiare, mi feci scopare da tutti senza preservativo, ne sovrapprezzo, fù un successone.
di
scritto il
2020-09-03
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