Carta bruciata- 3 Carezze
di
MadamaFoscarina
genere
etero
Sono distesa a pancia in sotto, sul suo letto.
La stanza rossa.
La stanza di Luca.
Getto un'occhiata al mio riflesso nel televisore.
Non ho nessuna copertura tessile, nonostante sia settembre da un paio di settimane, l'abbronzatura proprio non vuole abbandonarmi. Sento il clic tipico di una macchina fotografica.
Mi giro per osservare Luca in questa inedita versione di sé. Gli è sempre piaciuto farmi foto, ma è la prima volta che decide di farmele senza veli.
"Ti farei un book fotografico mentre sei a letto... nuda" mi aveva confessato e ho deciso di accontentarlo. Il mio lato artistico ormai l'ha decisamente contagiato.
Guarda le foto che mi ha appena fatto, lo vedo corrugare la fronte, concentrato.
Gli tendo il braccio e lo faccio stendere vicino a me, le punte dei nostri nasi si sfiorano.
Comincia ad accarezzarmi lungo il profilo del mio corpo. E faccio lo stesso con il suo.
"Sei ancora più bella così". Arrossisco e lui scoppia a ridere, gli metto il broncio.
"La mia bambolina arrabbiata... adesso penso io a te".
Mi bacia lungo la spina dorsale, la punta della sua lingua si insinua giù, e sento la sua faccia immergersi nella mia intimità.
Mi stringe forte il sedere, succhia il clitoride e lecca il mio ingresso.
Stringe, succhia, lecca.
Stringe, succhia, lecca.
Stringe, succhia, lecca.
Quando sto per venire, mi arriva uno schiaffo su entrambe le chiappe, che a stento mi fa reprimere un urlo nel cuscino.
Mi gira e ci baciamo mordendoci le labbra. Gli afferro i boxer e li lancio via. Adesso ho campo libero anche io. Prendo un po' del suo liquido pre-coito e me lo passo sul labbra. Il tutto guardandolo fisso negli occhi. Mi morde sul collo, e scende, mi mordicchia i capezzoli, che trova già duri. Gli stringo forte la testa con una mano , quasi a volerla fondere con il mio seno, mentre l'altra gli accarezza il pene.
Si alza di scatto e va verso il comodino.
Armeggia per qualche minuto tra le gambe, mi lecco le labbra ammirandogli le fossette di Apollo all'attaccatura del sedere.
Ritorna e si mette sopra, allargo le gambe e respiro forte. Con il missionario riesco a godermi la pressione del suo addome piatto sul mio e il suo calore al meglio.
"Aspetta", mi apro le piccole labbra e lo aiuto a sistemarsi. Una spinta ed è dentro. Non sono ancora umida e deve forzare un po', brucia piacevolmente. Molto piacevolmente.
Abbandono la testa sul cuscino, se la giro di lato vedo il riflesso del suo corpo contratto nell'atto di farmi sua. E quello del mio che si contorce come un'anguilla.
"Ti piace guardare, eh?"
Gli afferro la testa e lo bacio, ho le gambe a stritolargli il bacino.
L'amore tra me e lui somiglia a un cocktail tra bestialità e dolcezza. Gli affondo le unghie nelle spalle. Lui sprofonda nel castano dei miei capelli, lunghi, e si muove più lentamente, a farmi gustare ogni centimetro.
Lo afferro per i glutei e lo spingo più a fondo, e lo sento dentro completamente.
Lo sento completamente adattato a me, a ogni mia fibra interna, che lo massaggia piano e ritmicamente.
Mi fa impazzire sentire la sua schiena sudata, la sua frangia sfiorarmi la fronte.
Mi afferra i polsi e li porta a lato della mia testa.
Senza staccare gli occhi da me, si contorce più di prima, esce quasi del tutto, e poi rientra di botto. Lento e forte. Forte, lento.
Quest'uomo usa il cazzo in una maniera sublime.
A un certo punto esce completamente, senza fiato. Gli sfilo il preservativo e concludo con la mano, tre schizzi bianchi sulla mia pancia, mentre lui si scioglie in una serie di suoni incontrollati. Raccolgo il suo amore e ci giocherello, prima di succhiarmi per bene le dita ,rendendole perfettamente pulite.
"Buona- dico- ma a me niente?"
Mi apre di nuovo le gambe e mi fa conoscere il più dolce dei piaceri, quello di farmi venire con la sua bocca.
[ Questo è un capitolo che ho scritto di getto, con il desiderio di essere appagata, come il mio alter ego letterario. Non correggo mai quello che scrivo di erotico, altrimenti perderei di spontaneità, né mi piace descrivere troppo o inserire troppo turpiloquio.Spero che continuerete a seguirmi, fatevi avanti e non siate timidi
Vostra F.]
La stanza rossa.
La stanza di Luca.
Getto un'occhiata al mio riflesso nel televisore.
Non ho nessuna copertura tessile, nonostante sia settembre da un paio di settimane, l'abbronzatura proprio non vuole abbandonarmi. Sento il clic tipico di una macchina fotografica.
Mi giro per osservare Luca in questa inedita versione di sé. Gli è sempre piaciuto farmi foto, ma è la prima volta che decide di farmele senza veli.
"Ti farei un book fotografico mentre sei a letto... nuda" mi aveva confessato e ho deciso di accontentarlo. Il mio lato artistico ormai l'ha decisamente contagiato.
Guarda le foto che mi ha appena fatto, lo vedo corrugare la fronte, concentrato.
Gli tendo il braccio e lo faccio stendere vicino a me, le punte dei nostri nasi si sfiorano.
Comincia ad accarezzarmi lungo il profilo del mio corpo. E faccio lo stesso con il suo.
"Sei ancora più bella così". Arrossisco e lui scoppia a ridere, gli metto il broncio.
"La mia bambolina arrabbiata... adesso penso io a te".
Mi bacia lungo la spina dorsale, la punta della sua lingua si insinua giù, e sento la sua faccia immergersi nella mia intimità.
Mi stringe forte il sedere, succhia il clitoride e lecca il mio ingresso.
Stringe, succhia, lecca.
Stringe, succhia, lecca.
Stringe, succhia, lecca.
Quando sto per venire, mi arriva uno schiaffo su entrambe le chiappe, che a stento mi fa reprimere un urlo nel cuscino.
Mi gira e ci baciamo mordendoci le labbra. Gli afferro i boxer e li lancio via. Adesso ho campo libero anche io. Prendo un po' del suo liquido pre-coito e me lo passo sul labbra. Il tutto guardandolo fisso negli occhi. Mi morde sul collo, e scende, mi mordicchia i capezzoli, che trova già duri. Gli stringo forte la testa con una mano , quasi a volerla fondere con il mio seno, mentre l'altra gli accarezza il pene.
Si alza di scatto e va verso il comodino.
Armeggia per qualche minuto tra le gambe, mi lecco le labbra ammirandogli le fossette di Apollo all'attaccatura del sedere.
Ritorna e si mette sopra, allargo le gambe e respiro forte. Con il missionario riesco a godermi la pressione del suo addome piatto sul mio e il suo calore al meglio.
"Aspetta", mi apro le piccole labbra e lo aiuto a sistemarsi. Una spinta ed è dentro. Non sono ancora umida e deve forzare un po', brucia piacevolmente. Molto piacevolmente.
Abbandono la testa sul cuscino, se la giro di lato vedo il riflesso del suo corpo contratto nell'atto di farmi sua. E quello del mio che si contorce come un'anguilla.
"Ti piace guardare, eh?"
Gli afferro la testa e lo bacio, ho le gambe a stritolargli il bacino.
L'amore tra me e lui somiglia a un cocktail tra bestialità e dolcezza. Gli affondo le unghie nelle spalle. Lui sprofonda nel castano dei miei capelli, lunghi, e si muove più lentamente, a farmi gustare ogni centimetro.
Lo afferro per i glutei e lo spingo più a fondo, e lo sento dentro completamente.
Lo sento completamente adattato a me, a ogni mia fibra interna, che lo massaggia piano e ritmicamente.
Mi fa impazzire sentire la sua schiena sudata, la sua frangia sfiorarmi la fronte.
Mi afferra i polsi e li porta a lato della mia testa.
Senza staccare gli occhi da me, si contorce più di prima, esce quasi del tutto, e poi rientra di botto. Lento e forte. Forte, lento.
Quest'uomo usa il cazzo in una maniera sublime.
A un certo punto esce completamente, senza fiato. Gli sfilo il preservativo e concludo con la mano, tre schizzi bianchi sulla mia pancia, mentre lui si scioglie in una serie di suoni incontrollati. Raccolgo il suo amore e ci giocherello, prima di succhiarmi per bene le dita ,rendendole perfettamente pulite.
"Buona- dico- ma a me niente?"
Mi apre di nuovo le gambe e mi fa conoscere il più dolce dei piaceri, quello di farmi venire con la sua bocca.
[ Questo è un capitolo che ho scritto di getto, con il desiderio di essere appagata, come il mio alter ego letterario. Non correggo mai quello che scrivo di erotico, altrimenti perderei di spontaneità, né mi piace descrivere troppo o inserire troppo turpiloquio.Spero che continuerete a seguirmi, fatevi avanti e non siate timidi
Vostra F.]
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