Resort-paradosso
di
Vandal
genere
etero
RESORT-IL PARADOSSO
“Hai presente cos’è un paradosso? Sai, quella storia del gatto nella scatola? Non puoi sapere se il gatto è vivo o morto fino a che non apri la scatola. E questo cosa fa pensare?”
“Che si possono creare due linee temporali: in uno il gatto è morto, nell’altro è morto” rispondo
“Esatto. Quindi. In che maniera influiranno i due percorsi narrativi nella storia?”
“In niente. Oppure in tutto. Questo che dici fa supporre che, ogni volta che ti fermi a pensare un sì oppure un no, un vado a destra oppure a sinistra, scopo la mia amante oppure mia moglie, si creano delle linee temporali differenti. Ma, non sappiamo se quelle decisioni saranno influente sullo scorrere del tempo nei tempi a venire, o se rimarranno semplici digressioni”
“Esattamente! Come in quel libro..come si chiama? Quello dove la germania e il Giappone vincono la II Guerra Mondiale”
“La svastica sul sole, o l’uomo nell’alto castello”
Il Resort è pieno in questo week end. Seduti a bordo piscina, davanti ad un tavolino, io e Deck ci siamo messi a discutere di paradossi e tempi alternativi. E già, ad un occhio esterno, il fatto che due uomini nudi(Lui),o quasi (io), in un resort di nudisti, mentre passere giovani e toniche ci volano attorno, la dice lunga
Deck è un ragazzone alto e muscoloso, dalla pelle color del caffè, fissato con la palestra. Nella vita al di fuori del Resort, possiede una palestra ben avviata, di un certo rendimento monetario. Pare anche che sia dia un gran da fare con le signore che transitano nella sua palestra, non solo come linea di allenamento. Lui è uno dei più dotati ospiti che girano nel resort:1 spanna e mezza di verga nera, che lui chiama vezzosamente “Lo scettro del re”. Un po’ mi sminuisce con la mia misura standard da uomo medio.
Passa la maggior parte del tempo nella palestra del resort, si tiene in forma con corsa e piscina e, in più di un’occasione, usa molto il suo ‘scettro’. A volte mi capita di fermarmi con lui e intavolare discussioni, come quella che stiamo avendo da circa dieci minuti. Siamo fuori, ad un tavolino, nei pressi della piscina. Intorno, come dicevo prima, abbiamo passere di ogni età e colore. Due sdraio di distanza alla nostra destra, la rossa jean si sta facendo sbattere dal biondo Kevin, detto Faccia d’angelo, l’uomo che tutte le donne vorrebbero scoparsi. E, all’interno del resort, quella nomea la tiene ben alta.
Il resort è un luogo dove ognuno è libero di esporre il proprio fisico al pubblico sguardo, girare senza pudore, svolgere attitudini giornaliere di routine e accoppiarsi con chi desidera, anche in pubblico.
L'Oasi di Venere è una grande proprietà che si estende nel cuore di una foresta di conifere. Vi si accede tramite una strada asfaltata, tra ombrosi alberi, venti miglia di distanza da ogni luogo abitato. La proprietà si estende per 2,5 miglia quadrate. Il nucleo principale è la villa in gestione a Margherita "Margot" Villabianca, di una nota famiglia di imprenditori dell'editoria. La villa è dotata di ogni confort. Vaste sale con poltrone studiate per dare relax, una cucina, diversi centri massaggi, un paio di palestre, una piscina, diverse saune e almeno 40 stanze. Ha un grande parco e, l'intera proprietà, è circondata da un muro alto cinque metri, la cui cima è provvista di punte, filo spinato e sistema elettrificato. Per tenere lontani gli eventuali curiosi che, ogni tanto, si avventurano fino ai confini della proprietà, nella speranza di sbirciare gli ospiti della villa nelle loro mansioni. L'Oasi di Venus è un centro benessere ed un campo nudista. Qui, gli ospiti, dopo aver firmato un contratto di non divulgazione, sono liberi di girare per la proprietà come meglio credono: o completamente nudi, o in topless, o in bikini, in short. Senza inibizioni, liberi di mostrare il loro corpo, di conversare, di stringere amicizie e, di lasciarsi andare ad ogni frenesia sessuale. E il sesso si sceglie di farlo ovunque si voglia fare. Quando sei nella grande sala della vetrata e ammiri la zona della piscina. Nella sauna. A bordo piscina, o nell'acqua, in palestra, o in cucina. oppure, più tradizionalmente, nelle camere da letto.
Gli ospiti dell'Oasi possono passare i week end completamente nudi e non fare nulla, solo per il piacere di stare insieme e di conversare. Oppure, si sfogano nella maniera sessuale più selvaggia. Nello specifico, è come se fosse una Spa del sesso.
Margot è la principale proprietaria dell'Oasi. Il 40% della proprietà è suo. Poi c'è Camille, una trentenne originaria di Milano, ex modella, perfetta in ogni sua forma, che ne possiede il 20%. Il terzo socio è un maschio di quarantenne anni, fisico asciutto e robusto, scrittore noir e di fantascienza di discreto successo, non bello ma, notevolmente dotato, che possiede l’altro 40%;cioè, il sottoscritto.
“Questa cosa dei paradossi mi fa venire il mal di testa. Ma affascina” dice Deck
“Sì, teoria interessante. Anche se, qualcuno ha ipotizzato che il paradosso vero e proprio, si trasforma se, ipoteticamente, qualcuno inventa una macchina del tempo e la usa per viaggiare nella storia allo scopo di cambiare qualche evento”
“Come in Timecop” dice Deck “Dove c’è il cattivo che altera il passato nella speranza di acquisire e potere nel tempo presente”
“Pensavo alla macchina del tempo di HG Wells” rispondo “Anche se lì, si dice che non si può cambiare il passato perché è già scritto. Ma il futuro è una pagina ancora da scrivere e può essere alterato. Fino a che non diventa passato”
“Uh, casino”
“MA, il paradosso?”
“Il paradosso si potrebbe formare, secondo altri, influendo sullo spazio tempo. Ipotizza di viaggiare nel tempo ed impedire che Lincoln non venga ucciso. O che Cristoforo Colombo naufragasse nell’Oceano Pacifico. O il Titanic non si fosse mai inabissato. Cosa accadrebbe? What if, direbbero gli inglesi. La storia come la conosciamo si altererebbe, il futuro cambierebbe, in bene e in male. Infatti, usiamo la macchina del tempo e torniamo ai giorni nostri per scoprire che, qualcosa è cambiato. Dov’è il paradosso? Semplice: è il futuro dove torni, che non è il futuro da cui arrivi. In pratica tu, hai creato un bivio temporale e, per tornare nel tuo futuro, dovrai tornare indietro nel tempo, immediatamente prima che il tempo slittasse e, saltare in avanti”
“Wow” fa lui “Da paura”
Arriva Titti. Piccola nel fisico e anche nella mente. Ha venticinque anni, un fisico da adolescente, tette piccole e un culetto da farci festa tutta la notte. In quel momento indossa un minuscolo perizoma che le copra tre centimetri di figa. Ci sorride in maniera sbarazzina, pettinata con due treccine da bimba discola e con un cappello di paglia calcato in testa “Ciao, che fate?”
“Discutiamo di paradossi” risponde Deck
“Oh, che cosa brutta” fa lei aggrottando le sopracciglia “Io l’ho fatta quando ero piccola” si tocca il fianco destro in basso dove si intravede una piccola cicatrice “Brutta brutta”
“Quella è peritonite” fa notare Deck
“Sì, quello che avete detto” annuisce lei
“Ecco Deck. Se adesso, guardando Titti, ti fermeresti a pensare: la prendo e la penetro profondamento, oppure ci facciamo un trio, oppure lascio perdere, si formerebbe un paradosso?” chiedo
“Secondo la Legge del paradosso sì” risponde Deck
“E cosa mai potrebbe accadere? Ci sarebbe un serio intervento sulla linea temporale atta a creare un paradosso?”
“Non saprei” guarda verso Titti “Se ti prendo e ti inculo qui sul tavolo, come reagiresti?”
“A me piace prenderlo nel culo” dice Titti avvicinandosi
“MA se dicessi che non voglio mettertelo nel culo, tu che fai?”
“Oh, non so, penso che sceglierei un’altra cosa: un pompino, una scopata, un lavoro a tre”
“Vedi, niente paradossi poiché, comunque, si finisce a fare sesso” allarga le braccia Deck “Se il dubbio è debole o simile, il paradosso non può attivarsi”
“Io, invece, dico di sì. Dubbio simile, linea temporale simile, paradosso simile”
“E la differenza quale sarebbe?”
“Beh, in una linea Titti finirebbe con il culo che brucia. Con l’altra avrebbe la fica in fiamme e la gola piena del tuo sperma. Differenze minime, paradosso minimo”
“Mmm” Deck si alza e afferra Titti per una mano “Ne riparleremo ancora”
“Uh, non mi sbatti qui Deck?” chiede Titti
“No, andiamo in camera mia a creare un possibile paradosso” sorride facendomi ciao con la mano
“E allora?” CAmille si viene a sedere accanto a me. Indossa un paio di short e una giacchetta senza maniche aperta sul davanti. Sotto, chiaramente, non ha nulla. Camille, una trentenne originaria di Milano, ex modella, perfetta in ogni sua forma, il 20% della società sull’oasi “Di che parlavate così intensamente?”
“Paradossi”
“Oh cazzo. Pensavo che qui, le conversazioni si limitassero solo a scopate, inculate e pompini”
“A volte capita di fare pensieri profondi”
“Scommetto che avete citato Philip K.Dick”
“Lui”
“E tu hai citato Wells”
“Esatto”
“Vediamo, la digressione temporale del viaggio nel tempo e il ritorno al futuro cambiato che non è il..” l’afferro velocemente, prima che si perda in digressioni grammaticali filosofiche e la bacio. Lei si scosta, mi guarda “Sono in dubbio se scoparti qui o trascinarti di sopra in camera mia”
“A te la scelta”
“Andiamo di sopra” si alza in piedi “E speriamo”
“In cosa?”
“Che l’altro paradosso non crei un’altra realtà” sorride sculettando in direzione del blocco abitativo del Resort
=Fine=
“Hai presente cos’è un paradosso? Sai, quella storia del gatto nella scatola? Non puoi sapere se il gatto è vivo o morto fino a che non apri la scatola. E questo cosa fa pensare?”
“Che si possono creare due linee temporali: in uno il gatto è morto, nell’altro è morto” rispondo
“Esatto. Quindi. In che maniera influiranno i due percorsi narrativi nella storia?”
“In niente. Oppure in tutto. Questo che dici fa supporre che, ogni volta che ti fermi a pensare un sì oppure un no, un vado a destra oppure a sinistra, scopo la mia amante oppure mia moglie, si creano delle linee temporali differenti. Ma, non sappiamo se quelle decisioni saranno influente sullo scorrere del tempo nei tempi a venire, o se rimarranno semplici digressioni”
“Esattamente! Come in quel libro..come si chiama? Quello dove la germania e il Giappone vincono la II Guerra Mondiale”
“La svastica sul sole, o l’uomo nell’alto castello”
Il Resort è pieno in questo week end. Seduti a bordo piscina, davanti ad un tavolino, io e Deck ci siamo messi a discutere di paradossi e tempi alternativi. E già, ad un occhio esterno, il fatto che due uomini nudi(Lui),o quasi (io), in un resort di nudisti, mentre passere giovani e toniche ci volano attorno, la dice lunga
Deck è un ragazzone alto e muscoloso, dalla pelle color del caffè, fissato con la palestra. Nella vita al di fuori del Resort, possiede una palestra ben avviata, di un certo rendimento monetario. Pare anche che sia dia un gran da fare con le signore che transitano nella sua palestra, non solo come linea di allenamento. Lui è uno dei più dotati ospiti che girano nel resort:1 spanna e mezza di verga nera, che lui chiama vezzosamente “Lo scettro del re”. Un po’ mi sminuisce con la mia misura standard da uomo medio.
Passa la maggior parte del tempo nella palestra del resort, si tiene in forma con corsa e piscina e, in più di un’occasione, usa molto il suo ‘scettro’. A volte mi capita di fermarmi con lui e intavolare discussioni, come quella che stiamo avendo da circa dieci minuti. Siamo fuori, ad un tavolino, nei pressi della piscina. Intorno, come dicevo prima, abbiamo passere di ogni età e colore. Due sdraio di distanza alla nostra destra, la rossa jean si sta facendo sbattere dal biondo Kevin, detto Faccia d’angelo, l’uomo che tutte le donne vorrebbero scoparsi. E, all’interno del resort, quella nomea la tiene ben alta.
Il resort è un luogo dove ognuno è libero di esporre il proprio fisico al pubblico sguardo, girare senza pudore, svolgere attitudini giornaliere di routine e accoppiarsi con chi desidera, anche in pubblico.
L'Oasi di Venere è una grande proprietà che si estende nel cuore di una foresta di conifere. Vi si accede tramite una strada asfaltata, tra ombrosi alberi, venti miglia di distanza da ogni luogo abitato. La proprietà si estende per 2,5 miglia quadrate. Il nucleo principale è la villa in gestione a Margherita "Margot" Villabianca, di una nota famiglia di imprenditori dell'editoria. La villa è dotata di ogni confort. Vaste sale con poltrone studiate per dare relax, una cucina, diversi centri massaggi, un paio di palestre, una piscina, diverse saune e almeno 40 stanze. Ha un grande parco e, l'intera proprietà, è circondata da un muro alto cinque metri, la cui cima è provvista di punte, filo spinato e sistema elettrificato. Per tenere lontani gli eventuali curiosi che, ogni tanto, si avventurano fino ai confini della proprietà, nella speranza di sbirciare gli ospiti della villa nelle loro mansioni. L'Oasi di Venus è un centro benessere ed un campo nudista. Qui, gli ospiti, dopo aver firmato un contratto di non divulgazione, sono liberi di girare per la proprietà come meglio credono: o completamente nudi, o in topless, o in bikini, in short. Senza inibizioni, liberi di mostrare il loro corpo, di conversare, di stringere amicizie e, di lasciarsi andare ad ogni frenesia sessuale. E il sesso si sceglie di farlo ovunque si voglia fare. Quando sei nella grande sala della vetrata e ammiri la zona della piscina. Nella sauna. A bordo piscina, o nell'acqua, in palestra, o in cucina. oppure, più tradizionalmente, nelle camere da letto.
Gli ospiti dell'Oasi possono passare i week end completamente nudi e non fare nulla, solo per il piacere di stare insieme e di conversare. Oppure, si sfogano nella maniera sessuale più selvaggia. Nello specifico, è come se fosse una Spa del sesso.
Margot è la principale proprietaria dell'Oasi. Il 40% della proprietà è suo. Poi c'è Camille, una trentenne originaria di Milano, ex modella, perfetta in ogni sua forma, che ne possiede il 20%. Il terzo socio è un maschio di quarantenne anni, fisico asciutto e robusto, scrittore noir e di fantascienza di discreto successo, non bello ma, notevolmente dotato, che possiede l’altro 40%;cioè, il sottoscritto.
“Questa cosa dei paradossi mi fa venire il mal di testa. Ma affascina” dice Deck
“Sì, teoria interessante. Anche se, qualcuno ha ipotizzato che il paradosso vero e proprio, si trasforma se, ipoteticamente, qualcuno inventa una macchina del tempo e la usa per viaggiare nella storia allo scopo di cambiare qualche evento”
“Come in Timecop” dice Deck “Dove c’è il cattivo che altera il passato nella speranza di acquisire e potere nel tempo presente”
“Pensavo alla macchina del tempo di HG Wells” rispondo “Anche se lì, si dice che non si può cambiare il passato perché è già scritto. Ma il futuro è una pagina ancora da scrivere e può essere alterato. Fino a che non diventa passato”
“Uh, casino”
“MA, il paradosso?”
“Il paradosso si potrebbe formare, secondo altri, influendo sullo spazio tempo. Ipotizza di viaggiare nel tempo ed impedire che Lincoln non venga ucciso. O che Cristoforo Colombo naufragasse nell’Oceano Pacifico. O il Titanic non si fosse mai inabissato. Cosa accadrebbe? What if, direbbero gli inglesi. La storia come la conosciamo si altererebbe, il futuro cambierebbe, in bene e in male. Infatti, usiamo la macchina del tempo e torniamo ai giorni nostri per scoprire che, qualcosa è cambiato. Dov’è il paradosso? Semplice: è il futuro dove torni, che non è il futuro da cui arrivi. In pratica tu, hai creato un bivio temporale e, per tornare nel tuo futuro, dovrai tornare indietro nel tempo, immediatamente prima che il tempo slittasse e, saltare in avanti”
“Wow” fa lui “Da paura”
Arriva Titti. Piccola nel fisico e anche nella mente. Ha venticinque anni, un fisico da adolescente, tette piccole e un culetto da farci festa tutta la notte. In quel momento indossa un minuscolo perizoma che le copra tre centimetri di figa. Ci sorride in maniera sbarazzina, pettinata con due treccine da bimba discola e con un cappello di paglia calcato in testa “Ciao, che fate?”
“Discutiamo di paradossi” risponde Deck
“Oh, che cosa brutta” fa lei aggrottando le sopracciglia “Io l’ho fatta quando ero piccola” si tocca il fianco destro in basso dove si intravede una piccola cicatrice “Brutta brutta”
“Quella è peritonite” fa notare Deck
“Sì, quello che avete detto” annuisce lei
“Ecco Deck. Se adesso, guardando Titti, ti fermeresti a pensare: la prendo e la penetro profondamento, oppure ci facciamo un trio, oppure lascio perdere, si formerebbe un paradosso?” chiedo
“Secondo la Legge del paradosso sì” risponde Deck
“E cosa mai potrebbe accadere? Ci sarebbe un serio intervento sulla linea temporale atta a creare un paradosso?”
“Non saprei” guarda verso Titti “Se ti prendo e ti inculo qui sul tavolo, come reagiresti?”
“A me piace prenderlo nel culo” dice Titti avvicinandosi
“MA se dicessi che non voglio mettertelo nel culo, tu che fai?”
“Oh, non so, penso che sceglierei un’altra cosa: un pompino, una scopata, un lavoro a tre”
“Vedi, niente paradossi poiché, comunque, si finisce a fare sesso” allarga le braccia Deck “Se il dubbio è debole o simile, il paradosso non può attivarsi”
“Io, invece, dico di sì. Dubbio simile, linea temporale simile, paradosso simile”
“E la differenza quale sarebbe?”
“Beh, in una linea Titti finirebbe con il culo che brucia. Con l’altra avrebbe la fica in fiamme e la gola piena del tuo sperma. Differenze minime, paradosso minimo”
“Mmm” Deck si alza e afferra Titti per una mano “Ne riparleremo ancora”
“Uh, non mi sbatti qui Deck?” chiede Titti
“No, andiamo in camera mia a creare un possibile paradosso” sorride facendomi ciao con la mano
“E allora?” CAmille si viene a sedere accanto a me. Indossa un paio di short e una giacchetta senza maniche aperta sul davanti. Sotto, chiaramente, non ha nulla. Camille, una trentenne originaria di Milano, ex modella, perfetta in ogni sua forma, il 20% della società sull’oasi “Di che parlavate così intensamente?”
“Paradossi”
“Oh cazzo. Pensavo che qui, le conversazioni si limitassero solo a scopate, inculate e pompini”
“A volte capita di fare pensieri profondi”
“Scommetto che avete citato Philip K.Dick”
“Lui”
“E tu hai citato Wells”
“Esatto”
“Vediamo, la digressione temporale del viaggio nel tempo e il ritorno al futuro cambiato che non è il..” l’afferro velocemente, prima che si perda in digressioni grammaticali filosofiche e la bacio. Lei si scosta, mi guarda “Sono in dubbio se scoparti qui o trascinarti di sopra in camera mia”
“A te la scelta”
“Andiamo di sopra” si alza in piedi “E speriamo”
“In cosa?”
“Che l’altro paradosso non crei un’altra realtà” sorride sculettando in direzione del blocco abitativo del Resort
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