La scala oscillava molto ma...e chi scendeva 3.
di
Checco752.
genere
etero
Al mattino mi svegliò il canto del gallo e, incapace di riaddormentarmi, mi alzai dal letto ed andai a prepararmi il caffè. L'odore del caffè svegliò la biondona e poco dopo infatti me la vidi arrivare in cucina quasi dispiaciuta di non essere stata lei a preparare la sempre apprezzata bevanda calda ma io la invitai a sederso vicino a me e lei mi schioccò nuovamente un bacio sulla guancia augurandomi un buongiorno e poi vidi che stava riflettendo e disse che nello scorrere degli eventi, non ci eravamo ancora presentati e così pronunciò il suo nome: Irina, aggiungendo poi che in italiano diventava Irene ed io le risposi che Francecso, sempre in italiano, diventava sia Franco che Checco e lei sorrise. Dopo la colazione ben robusta e saziante, lei mise a posto la cucina lavando tutte le stoviglie ed io andai ad accendere la TV per il Telegiornale che seguii in silenzio fino alla fine, poi nel corridoio incontrai Irina e notai con attenzione il suo aspetto fisico: Un viso bellissimo, sempre sorridente, occhi azzurri, capelli lunghi fino ai fianchi, biondo-grano, bocca assai carnosa, sensuale, collo non cigneo ma da mordicchiare e sbaciucchiare, poi i seni sono abbondanti ( non m'intendo di misure in merito! ) ed i capezzoli sembrano volere sfondare la maglietta. Fianchi snelli ed un culo da favola che ispira ad acciuffarlo impetuosamente stringendo le chiappe. Quel capolavoro di fisico termina con un paio di cosce da sogno, uscolose ma ugualmente belle, sode, e...insomma, un corpo come il suo ridarebbe vita anche ad un agonizzante!! Lei chiaramente nota che mi sono incantato ad osservarla e mi dice con molta schiettezza che se voglio provare di persona la sua carica erotica, non resta che andare in camera da letto, spogliarsi entrambi e lasciarsi andare senza tabù, senza scrupoli e...dopo tali affermazioni, la prendo per mano e la conduco in camera. La faccio girare su se stessa trovandomela così difronte e subito vado a baciarla in bocca ed iniziamo una lotta tra lingue che s'intrecciano tra loro e dopo la succhio tutta dentro la mia bocca e sento che lei vibra dal piacere che stiamo provando insieme ed all'unisono. Smetto di slinguare e scendo a leccarle le orecchie ma non mi fermo lì e dandole bacetti sul collo, arrivo ai seni che succhio ciucciando poi i capezzoli e, dopo un roteare la lingua nell'ombelico, mordicchio il foltissimo pube e vado dritto al grilletto che dopo bacetti e succhiate si addrizza come un cazzettino e arrivo infine a leccarle la figa stringendo delicatamente i denti sulle labbra grandi. mentre la sento schizzarmi sul palato, le ficco l'Indice nell'ano e stantuffo su e giù poi, ad un certo punto sento lei dirmi che voleva essere scopata e dopo che me ne sarei venuto, sarebbe stata la volta del suo culo e quel discorso mi eccitò così smisuratamente che mi trovai un cazzo simile ad un tubo di diametro molti centimetri... e la lunghezza ad occhio di trenta centimetri. Io scalpitavo come un cavallo da corsa in procinto di correre all'Ippodromo! Presi Irene ai polpacci e divaricai le gambe e, cosparso di gel il cazzo, la penetrai in figa e sentii subito che mi abbracciava ai fianchi con le gambe e intanto con le mani mi stringeva le natiche. Cominciai a scoparla con una foga da ragazzino ( avevo quasi settant'anni, ...ragazzi che roba!?! ) e, dopo che le sborrai dentro per ben tre volte, avendomi detto prima lei che prendeva la pillola, la lodai per come sapeva ben scopare e le lessi negli occhi che per lei avevo finito i giochi ma... nossignore, il vecchio ( così mi chiamavano i miei dipendenti al lavoro ) era troppo attirato da quel bellissimo culo ed infatti dissi subito ad Irina che doveva girarsi a pancia sotto e lei rispose che non capiva che cosa volevo fare ma le infilai un dito nel culo e lì capì subito tutto. La leccai profondamente all'ano poi le misi dentro due dita piene di gel e mi cosparsi il cazzo ungendolo molto, dopo lo accostai al culo e spingendo con forza la penetrai facendola gemere pensando che non avrebbe sentito gran dolore ma non fu così perchè ero di nuovo eccitatissimo e il mio batacchio si era gonfiato da far paura e così i gemiti si tramutarono in grida di dolore ed io subito le dissi che mai e poi mai sarei uscito dal suo culone e col va e vieni si sarebbe adattata alle mie misure. Dopo che me ne venni sborrando non sò quanto, rimasi basito nel sentire lei dirmi di fermarmi un pò prima di ricominciare i giochi. Che soddisfazione per il mio orgoglio ed il mio status. Però...il vecchio dal cazzo di granito!
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