Cambiai la moto.
di
Checco752.
genere
etero
Da tempo mi ero stancato di uscire con una moto che stava più in officina che in strada ed un giorno che avevo deciso di andare a casa a piedi invece che in autobus sempre affollato che mi faceva sentire pigiato come una sardina in scatola, decisi di passare per una via mai percorsa da anni addietro e proprio in quella strada notai che c'era una concessionaria di moto. Diedi un'occhiata all'interno e vidi che c'era esposto un sidecar, ovvero, una moto con carrozzetta attaccata lateralmente ed il pensiero che con quella potevo uscire con Domitilla, la mia cagnetta che amava viaggiare con me e sulla moto che possedevo avevo applicato un cestone dove la facevo accomodare e lei era felicissima di stare sempre con me, così decisi di passare al sidecar. Andai a casa a pranzare e, dopo il caffè, decisi di cambiare veramente moto. Attesi l'ora di riapertura pomeridiana dei negozi e, quando l'orologio a pendolo suonò le tre e mezza, salutai Domitilla e presi poi la mia ormai usurata Moto Guzzi che aveva più di dieci anni ma io la adoravo. Andai alla concessionaria eparlai col commesso che mi presentò una moto-sidecar ma che non mi piaceva proprio molto e, quando il commesso notò che guardavo la mia Guzzi con orgoglio, fu pronto a farmi notare che se volevo una Guzzi col sidecar non c'era problema e subito mi sfogliò un album di foto di clienti che avevano acquistato una Guzzi col sidecar come la rombante sbuffante Guzzi 500cc. soltanto che i modelli di moto erano quelli in voga ora, perciò, dopo un'ora di trattativa sul modello da accoppiare al sidecar, il colore e la cilindrata, firmai il contratto d'acquisto per una Guzzi V7 rosso ed argento con sidecar di uguale colore ed il tettino per ripararsi dalle intemperie e soprattutto per me tutelare Domitilla ben protetta. Dopo una settimana di attesa ricevo la telefonata della concessionaria alle nove di mattina che mi conferma la presenza della mia moto da loro. Dopo neanche un quarto d'ora sono lì ad ammirare la bellezza del mio acquisto ed il concessionario mi regala in merito due caschi di cui uno mi dice essere destinato alla mia donna Domitilla ma subito gli specifico che si tratta della mia cagnetta ed allora, per riparare all'errore, mi regala un plaid che mi dice comodo per la mia cagnetta. Lo saluto ed accendo il motore che romba dandomi subito emozione e parto per andare a casa a prendere la mia "compagna di viaggio" che appena vede una moto diversa dalla solita, rimane impietrita e ferma ma subito la prendo in braccio e la depongo sul sedile del sidecare e chiudo la cappottina rigida che non la farà uscire da lì, Salgo in moto e molto lentamente mi metto a girare sfidando come sempre il caotico traffico orrendo ma appartenente alla bella Roma. Dò spesso un'occhiata alla mia cagnetta che osserva lo scorrere del traffico e poi andiamo a dare molto gas accelerando a fondo, provando i centotrenta chilometri senza un gran rumore. Felicissimo dell'acquisto torno a casa, poi, preso dalla smania di consumare chilometri in moto, chiamo il mio capoufficio chiedendogli due giorni di permesso. Lui accetta e subito riempo il borsone che metterò nel sidecar così farà anche da ulteriore cuccia alla cagnetta e, presi soldi al bancomat, parto senza meta e poco dopo mi ritrovo sulla strada del mare e lì dò molto acceleratore. Tutto procede bene e tutti mi danno la giusta precedenza e già penso ad una cena di pesce ma non penso però a fermarmi ad uno "stop" e vengo travolto da un camion che mi fa sobbalzare dal sellino. Risultato: rimango senza coscenza in Ospedale e quando il giorno dopo riprendo i sensi, mi ritrovo su un letto con la gamba destra attaccata ad un verricello posta in alto, il braccio destro, tutelato da un affare rigido e pesante ed insomma,molto confuso e rimbambito. Mi viene subito a fianco un'infermiera molto carina, gentilissima, delicatissima che mi chiede subito come mi sento e le rispondo di stare molto confuso e stanco e non capisco perchè sono lì. Lei sorride e poi mi racconta tutto ed infine, dulcis in fundo, mi tranquillizza sulla mia cagnetta che ha solo una zampetta fasciata ed al momento è sotto le cure della mia portinaia che aveva letto la notizia sui giornali del mio incidente. Felice di sapere che Domitilla è in buone mani, chiedo alla bella infermiera che devo fare pipì e lei subito prende l'attrezzo giusto: il pappagallo, e lì esce bene in vista il mio imbarazzo nel non potere prendermi il pene e liberarmi del bisogno, ma Clara, così poi si presentò ed io contraccambiai con Checco, non fece altro che impugnare il mio povero gran batacchione ed infilarlo nel pappagallo ma notai subito, che aveva sgranato gli occhioni azzurri come il mare ed osservava perplessa le dimensioni generose di lui e la fissai richiamando la sua attenzione con lo sguardo penetrante che avevo. Dopo che finii di liberarmi dell'urina, chiesi a lei se me lo toglieva e lì non perse l'occasione per estrarlo dal pappagallo lentamente, con delicatezza ma palpandolo a lungo e subito sentii un intenso piacere e glielo feci notare naturalmente parlando solo della sua delicatezza professionale. Lei mi sorrise poi il suo turno terminò e tralascio che si prese cura di me perchè è meglio non ricordarlo: delicatezza di uno scaricatore di porto...! Clara non la vidi più per tre giorni ma al quarto la vid entrare da me dandomi la notizia che tra due giorni sarei stato dimesso dall'Ospedale e dovevo però fare esercizi fisici di riabilitazione ed allora le feci presente i miei problemi: ero solo, parenti ed amici svaniti nel tempo. Lei se ne andò ma tornò subito dopo dicendomi che se volevo potevo ffidarmi a lei e trasferirmi a casa sua fino alla intera ripresa senza problemi e, mentre parlava andava con gli occhi a cadere sul "bozzo" che spuntava sotto le lenzuola ed io sorrisi rispondendole sì! Lei gongolò ed al momento della mia dimissione mi portò con una carrozzella alla sua auto e mi fece salire poi arrivammo da lei. Quei giorni furono da sogno per me: ci eravamo entrambi "sbloccati" e perciò baciati, accarezzati e lei...non mise certo in disparte la sua attenzione al cazzo che ogni volta che lo sfiorava si drizzava subito. Al giorno dopo mi spostò le lenzuola e si mise a cavallo della mia pancia, infilandosi in figa il cazzo e dopo che le sborrai dentro, si mise a ripulire il glande con la bocca ed io ebbi una nuova erezione così lei se ne approfittò scopando ancora una volta. Dopo qualche giorno mi aveva rimesso a posto in tutti i sensi e potevamo quindi scopare normalmente io sopra e lei sotto e gli davamo giù fino a quando le chiesi di mettersi di fianco per farmi ammirare il suo bellissimo culo ma lei mi diede l'alt perchè lì era vergine ed allora io non ci vidi più dall'eccitazione causatami e le assicurai che di culi ne avevo sfondati assai, così le spiegai come facevo per possedere i culetti senza sfondarli brutalmente ma dolcemente, piano, piano. Non sò più quantevolte le ripetei che con me avrebbe sentito poco dolore e molto piacere ed alla fine lei capitolò e si venne a sdraiare accanto a me sfilandosi gli slippini e mettendosi alla pecorina; allora le chiesi di prendere creme, gel, qualunque cosa che avrebbe facilitato la penetrazione. Lei tornò in camera piena di scatoline tubetti ecc., ed io mi misi ad accarezzare le sue belle chiappone poi le leccai l'ano mentre poi le stuzzicavo il clitoride per farla sborrare, cosa che fece subito dopo ed intanto le ungevo il culetto ed altrettanto facevo al mio cazzo. La baciai in bocca slinguandola a lungo poi l'abbracciai ai fianchi carezzandole poi i seni. Quindi le accostai il cazzo all'ano e spinsi dentro con lentezza e con piccoli intervalli, con pause che l'avrebbero sedata però nel frattempo la eccitavo carezzandole anche la figa e lei lasciava andare tanto umore ed allora avanzavo fino al punto che ero ormai per tre terzi dentro di lei e le affondai il batacchione e lei mugolò ma senza alcun grido, segno di dolore. Dopo che rimasi dentro immobile, allora cominciai ad incularla e penetrai lei non sò quante volte perchè ero arrapatissimo e non avevo molta chiarezza in testa dall'eccitazione provata. Dopo una breve pausa lei si mise a farmi un pompino ed afferrava il cazzo con le sua graziose manine facendomi godere tantissimo.
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