Cambiai la moto 2.

di
genere
etero

Più passavano i giorni e mi sentivo proprio bene, così chiesi a Clara se potevo tenere a casa sua la mia Domitilla e lei mi propose di andare a prendere la mia compagna ed andammo a prenderla dando un congruo compenso alla portinaia che mi aveva appunto ospitato la mia Domy. Stando lì portai Chiara in casa mia e rpendemmo le scodelle ed i giocattoli di Domy poi, facendo vedere a Chiara ogni mio punto di casa, è chiaro che ci veniva spontaneo abbracciarsi e baciarci e lì iniziarono le complicanze della gelosia di Domy nei miei confronti infatti lei, quando ci baciavamo, sembrava volesse imporci di smettere, forse perchè pensava che Clara mi avesse allontanato da lei, ma quando andammo a casa di Clara, e sistemammo le sue scodelle ed il cuscino per dormire, allora iniziò a non essere più gelosa e anzi, faceva le feste anche a Clara e quando poi noi andavamo a letto, allora saltava in mezzo a noi per ricevere carezze da me e da Clara, dopo si accomodava al suo cuscino e noi potevamo azzardarci a fare l'amore in pace ed allora io allargavo le sue belle cosce leccandole poi la figa che subito sbrodolava intensamente. Dopo che aveva inzuppato il lenzuolo, allora mi mettevo in ginocchio davanti alla figa che penetravo lentamente, con dolcezza ed infine, dopo un lungo su e giù le scaricavo dentro un fiume che la riempì di sborra e rimanemmo esausti, abbracciati a lungo poi ricominciammo a scopare intensamente per più volte facendola sempre gridare per il piacere provato. Dopo che ci facemmo la doccia sembrava che ci si stava per addormentarci ma Clara si girò verso di me scoprendosi il bel culo abbassando le mutandine e mi chiese se volevo incularla e instantaneamente il cazzo si drizzò e lei iniziò a sbocchinarmelo intensamente così la interruppi per poterla fare girare a pancia sotto e la penetrai analmente sfondandola senza palliativi, lubrificanti e quella volta gridò per il dolore ma subito dopo m'implorò di possederla con foga ed allora iniziai a possederla con forti colpi decisi ed infine sborrai tutto dentro di lei e la feci gemere perchè nel frattempo le stuzzicavo il clitoride facendola godere ancora di più. Sembrava che quel gioco dovesse star per terminare ma io m'ingrifai di più ed iniziai a sbaciucchiarle i lobi per scendere poi al collo, ai seni e a mordicchiare il clitoride che sembrava crescesse di dimensioni ed ebbi l'impressione che si prova ciucciando un capezzolo duro. La misi a cosce spalancate e la scopai nuovamente e quando sentivo che ero per sborrare, allora facevo uscire il cazzo dalla figa per girarla e penetrarla in culo per poi schizzarle dentro tanta sborra. Quella notte tra scopate e pause dormimmo molto poco ed al mattino lei andò a lavorare sbattuta e stanca ma felice per avere fatto l'amore con me.
scritto il
2020-12-13
2 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Cambiai la moto.

racconto sucessivo

Una perfetta segretaria.
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.