Il pennello del pittore

di
genere
incesti

Aspettai mio cugino Sergio alla solita panchina del parco, di lì a poco sarebbe uscito dalla sua lezione all'Accademia delle Belle Arti, ed eccolo lì, anche prima del solito: carico di tele, colori e chissà cos'era tutto il resto.
- Hey Sergio, tutto ok? -
- Mah... insomma... Il professore ci sta facendo esercitare sul dipingere le figure umane, ma sono una frana con le persone, sono più bravo con la natura morta. -
- Ma daaaai, ma se sei bravissimo! scommetto che non sei così scarso, me li hai fatti vedere i tuoi dipinti! -
- Mmmh beh, a dire la verità anche il prof dice che la mia tecnica non è male, ma io non mi sento per nulla soddisfatto -
- Visto che pure lui dice che sei bravo? - e gli diedi un piccolo pugno sul braccio - andiamo, fammi vedere qualcosa. -
- Non posso, Melania, le tele sono in Accademia, ho solo... -
- Solo cosa? -
- Beh, ho solo una piccola tela che ho dipinto autonomamente a casa per esercitarmi e che ho portato al prof per chiedere un suo parere. -
- E quindi? fammela vedere, no? -
- Mmh, è un po' imbarazzante, è un autoritratto a figura intera e beh... sono nudo -
- Andiaaamo, ci siamo già visti nudi! -
- Ma eravamo bambini! è completamente diverso! -
- Sergio non fare tu il bambino e fammi vedere questa tela -
- Vaaa beeene.. però stai attenta a non farla vedere ai passanti - e dicendo così, estrasse una piccola tela e me la porse.
Restai a bocca aperta; avevo sempre pensato che mio cugino Sergio fosse un bel ragazzo, devo anche confessare che più volte mi sorpresi a fantasticare davanti alle sue foto in costume ma ricacciavo sempre via quei pensieri, eravamo pur sempre cugini! Siamo cresciuti assieme.
Quello che mi si parava davanti in quella tela non era più mio cugino, ma un uomo con cui non mi sarebbe per nulla dispiaciuto andare a letto. Sergio era alto, capelli biondo-rossicci, occhi castani; in quel dipinto appariva scultoreo ma non era per nulla idealizzato, avevo già potuto apprezzare il suo fisico scolpito quando andavamo in spiaggia. Quello che non avevo mai potuto apprezzare invece, era quello che il costume in spiaggia nascondeva: il membro di Sergio non era male per nulla, e naturalmente non se l'era dipinto in stato di erezione, quindi potevo immaginare la sua mole quando diventava duro. Dopo quella visione non avrei guardato più mio cugino allo stesso modo.
- OK, basta. Allora? che te ne pare? - disse, sfilandomi il dipinto di mano e rimettendolo nello zaino.
- E'... bellissimo! Davvero Sergio, cosa pensi che non vada? - Oltre al fisico di Sergio, avevo potuto ammirare anche una tela dipinta in modo eccellente, molto realistica.
- Non lo so... devo esercitarmi di più -
- Senti, facciamo una cosa, io oggi pomeriggio passo da te e dipingi me. Ti faccio da modella! -
- Dai non preoccuparti, faccio da solo -
- Ma la smetti di lagnarti? E' deciso! prepara colori e pennelli che alle 18, quando esco da lezione, sono da te -
- Va beeene... grazie -
- Ma di cosa! - Gli diedi un bacio sulla guancia e mi allontanai.

Come vi sarà presto palese, la mia intenzione non era semplicemente quella di fargli da modella, ma volevo sfruttare l'occasione per soddisfare il desiderio di lui che sentii crescere in me. Per la verità, nel profondo, il mio primo pensiero non era quello di fare sesso con lui, nel mio intimo volevo semplicemente che mi guardasse come una donna come io lo guardavo ora come un uomo. Che mi desiderasse.

Arrivai a casa sua puntuale e mi portò nella sua stanza.
- Ok, mettiti lì, mentre io preparo la tavolozza -
A quel punto cominciai a spogliarmi.
- Hey, che stai facendo!? Mica tutti i modelli devono essere per forza nudi. Puoi lasciarti i vestiti -
- E invece no. Una volta che sono qui voglio essere dipinta come una di quelle dee greche... Afrodina... come si chiama... e comunque ti ho visto nudo, così siamo pari- risposi con un sorriso malizioso.
- Si chiama Afrodite! E va bene fai la dea greca, come vuoi. -
Sergio preparò i colori sulla tavolozza alzò lo sguardo e mi vide in posa, totalmente nuda. Quello che vide non lo lasciò indifferente.
Non per vantarmi ma sono una bella ragazza: capelli corvini, occhi neri e profondi, un seno né troppo grande né troppo piccolo, un culo sodo che mi piace sfoggiare e gambe affusolate.
Sergio rimase paralizzato un attimo, poi tornò in se e prese a dipingere.
Il pensiero di rimanere nuda al costante sguardo di un ragazzo, anche se mio cugino, mi dava una certa eccitazione che non riesco a spiegare; Sergio invece era completamente assorto nella sua opera, concentratissimo, quella che aveva davanti non era una ragazza, ma il soggetto da dipingere, e come tale non ero diversa da un vaso di fiori o un paesaggio. Non era la reazione che speravo.

Dopo circa un'ora Sergio esclamò: - finito! come ti sembra? -
Scesi dallo sgabello e andai a vedere, aveva fatto un ottimo lavoro, ma non ero interessata a quello. Quindi mi feci spudorata.
- Mmh, di essere bello è bello, poi io sono una gran figa, diciamocelo. Ecco, fammi aggiungere giusto qualche dettaglio. -
Mi appoggiai a lui facendogli sentire il tocco delle mie tette nude e presi la sua tavolozza.
- C-che fai... -
Allora intinsi il pennello nel colore bianco e cominciai ad aggiungere gocce bianche che colavano dall'immagine del mio corpo come sborra calda sparsa su di me. Dipinsi liquido bianco ce mi colava dalla bocca, frutto di gustoso pompino. Seguivo idealmente il percorso che quel seme poteva percorrere sul mio corpo, facendolo colare tra i miei seni; terminai la mia opera aggiungendo della sborra che usciva anche dalla vagina, gocciolando per terra.
Tutto ciò lo feci appoggiando una mano sul pacco di Sergio e sentendolo crescere e pulsare attraverso i pantaloni.
- Bene, ora è perfetto! - e sorridendo lo guardai negli occhi maliziosa, mordendomi il labbro; lui mi fissava senza dire una parola, la sua eccitazione saliva vertiginosamente.
Andai a risedermi sopra lo sgabello: - Beh? che aspetti? Non vedi che l'immagine nel quadro è diversa? Vieni qua e tira fuori il pennello! -

Sergio non se lo fece ripetere due volte, avanzò verso di me come un toro, continuando a guardarmi negli occhi e togliendosi la maglietta nel frattempo. I suo addominali erano veramente bellissimi.
Scesi dallo sgabello e avvolsi le braccia attorno al suo collo, ci baciammo con passione; lui mi avvolse le sue attorno alla vita e mi sollevò leggermente da terra, allora sollevai le mie gambe e mi aggrappai a lui. Sergio spostò le mani sul mio culo, affondando le dita nella carne morbida e sostenendo il mio peso mentre io passavo le mie mani sui suoi bicipiti, tastandone il volume mentre erano così in tensione.
Mi appoggiò al muro, liberò finalmente quel suo cazzone e potei finalmente constatare che il dipinto non gli rendeva giustizia, era anzi meglio di quanto avessi immaginato.
Sentii che stuzzicava le labbra della mia vagina passando la cappella come un pennello. Mi sentii pervadere dall'eccitazione, cominciavo ad ansimare. - Aah, aah, Sergio, mettimelo dentro! lo voglio! -
Sergiò lo spinse dentro con forza, gridammo entrambi di piacere all'unisono. Entrava e usciva da me con dolcezza, sentii che ad ogni affondo mi riempiva in profondità; mi afferrai il seno destro strizzando il capezzolo, mentre lui mi succhiava il sinistro.
Ci spostammo sul letto, mi misi a pecorina e lui mi penetrò più velocemente di prima portando il mio piacere ad un altro livello. Sentii che stavo rapidamente per venire.
Quando anche lui fu vicino all'orgasmo lo sfilò fuori, mi girai come una cagna sottomessa al padrone e lui schizzò su di me. La quantità di sborra che mi spruzzò addosso era sicuramente più abbondante di quella del dipinto, il mio petto e il mio viso erano pieni, io ne raccolsi un po' e ne assaporai il gusto.
- Ecco un bel Pollock! - disse sorridendo, dopo essersi ripreso dalla fatica. Io non capii la battuta e rimasi in silenzio sorridendogli, col suo sperma che mi colava dai capelli.

Dopo quella volta gli feci da modella altre volte, e ogni volta terminavamo con una bella scopata. Altre volte lasciavamo proprio perdere il dipinto.
di
scritto il
2020-12-17
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