Un desiderio avverato

di
genere
incesti

UN DESIDERIO AVVERATO (1)
Salve, sono Arturo e ho 45 anni, sono nato e vissuto in Calabria, ho sempre pensato che talune esperienze dovessero rimanere nascoste nella propria mente, e a torto ho sempre avuto la convinzione che avere rapporti incestuosi fosse cosa di poche persone e probabilmente malate. Ma, imbattendomi in questo sito ho dovuto ricredermi, leggere di storie dichiarate vere e di storie di pura fantasia mi ha risollevato, e molto anche, a questo punto giustifico i protagonisti di storie vere, e, mi rendo conto che anche chi solo immagina e non riesce ad avere dei rapporti incestuosi nel proprio intimo è peccatore o peccatrice allo stesso modo.
La mia storia ha visto il nascere per poi soffocarsi subito all’età di 17 anni, i divertimenti in paese erano scarsi se non proprio inesistenti, si sbarcava il lunario con gli amici sempre al solito bar, le giornate invernali grigie e buie diventavano interminabili nel chiuso di quattro mura, e fu proprio in una giornata di queste che mi prese un folle desiderio, volevo combinare qualcosa con mia sorella Cristina, lo avevo in mente da tempo, ma tra il fatto che aveva solo 14 e che era mia sorella ogni volta che mi veniva il pensiero insano subito lo accantonavo.
Quel pomeriggio eravamo soli in casa, lei era in difficoltà con una ricerca per scuola e mi chiese di aiutarla, non ne avevo voglia per niente, lei insisteva e mi supplicava ma io ero irremovibile, fino a quando non mi disse “dai, farò qualsiasi cosa tu vuoi”, senza rifletterci due volte sopra accettai di aiutarla, e mi dissi “qualcosa per ricompensa mi verrà in mente”, iniziammo gli studi, eravamo sistemati dietro la scrivania ognuno seduto sulla propria sedia, sentirla al mio fianco mi scombussolava la mente, e così gli dissi di venirsi a sedere sulle gambe con la scusa che faceva freddo e saremmo stati più caldi, lei sulle prime disse di no e allora gli ricordai la sua promessa “farò qualsiasi cosa tu vuoi”, questo bastò per mollare e si sedette così sulle mie gambe, continuammo a studiare, ma la concentrazione non era al massimo, mi venne un’erezione da urlo e non potei fare a meno di cominciare a posargli le mani sulle cosce, lei cercava di spostarmele ma ritornavano sempre là, in poco tempo ero passato a carezzargli i fianchi e quando lei iniziò a piegarsi facendomi capire che la cosa gli creava piacere finalmente le mani si posarono sui seni, non capivo più niente la toccavo e lei non mi allontanava più e così avvicinai la bocca sul suo collo con le labbra cominciai a sfiorarlo poi con la lingua e leccarlo, lei ci stava, e ad un certo punto si alzò mi venne di fronte e avvicinando le sue labbra alle mie ci perdemmo in un lungo bacio languido, senza staccare le bocche si mise a cavalcioni su di me e potei così abbracciarla e accarezzarla sulla schiena, la situazione diventò tumultuosa le mani scrutavano ovunque, gli sollevai la maglia che indossava e con le mani iniziai a carezzarle i seni coperti, dopo un po’ fu lei stessa a slacciarsi il reggiseno e offrirmi quelle tette non ancora del tutto formate, non le accarezzai nemmeno con le mani ma mi tuffai subito con la bocca a baciarle e a succhiargli i capezzoli che nel frattempo erano sbalzati fuori come due olive, il controllo oramai era andato a farsi benedire, negli slip sentivo di scoppiare, i freni oramai erano mollati e volevo andare sempre più oltre, purtroppo fummo interrotti dall’inaspettato rientro di nostra madre, ci ricomponemmo e me ne scappai in bagno dove con pochi colpi di mano raggiunsi il più grande orgasmo fino a quel momento della vita avuto, una copiosa sborrata mi riportò ad avere una mente nuovamente serena e lucida……………………………………..
………………….. per quel giorno finì così, entrambi fino alla sera provavamo imbarazzo solo all’incrociarsi degli sguardi.
La strada era oramai tracciata e non vedevo l’ora di avere un’altra opportunità, i successivi tra scuola e genitori in casa non successe niente, fino a quando domenica non si presentò di nuovo, papà e mamma avevano organizzato di andare a fare visita ai nonni che abitavano in campagna, alzati di buonora bussarono prima alla porta di Cristina la quale scocciata rispose urlando che aveva tanto da studiare e pertanto non poteva permettersi una giornata fuori, e quando vennero da me anche io trovai la scusa che ero organizzato per una partita di pallone con gli amici, fu così che partirono un po’ contrariati da soli.
Appena la macchina sparì alla mia vista corsi nella stanza di Cristina sollevai le lenzuola e mi misi nel letto di fianco a lei la quale ne fu felice, la abbracciai ma mi fermò, aveva paura che i nostri potessero ritornare, “aspettiamo che telefonano e ci comunicano che sono arrivati dai nonni” disse, accettai il suo consiglio, mi alzai e andai in cucina a preparare due tazzoni di latte caldo glielo portai a letto e la cosa gli fece molto piacere, passata mezzora arrivò la sospirata telefonata, potevamo stare tranquilli e anche se un po’ agitati eravamo tranquilli che c’era campo libero. Mi fiondai nella sua stanza e mi infilai sotto le lenzuola, senza perdere tempo ci stringemmo uno all’altra e iniziammo a baciarci voluttuosamente con la bocca, sembravamo due amanti che non si vedevano da una vita, infilai le mani sotto il suo pigiama e il contatto con la sua pelle fu paradisiaco, toccavo tutto volevo avere non due ma cento mani, non mi bastava niente, mi soffermai sui capezzoli che come la volta prima si erano inturgiditi da far paura, li baciavo, succhiavo, leccavo con voracità, lei mi teneva per la testa, mi fermai un attimo la guardai nei suoi occhi celesti chiari che erano diventati lucidi e rischiai di perdermi in quei due fari, ripresi a baciarla, e quando vidi che aveva chiuso gli occhi e si mordeva le labbra scesi con una mano lungo i fianchi arrivai all’elastico del pigiama, lo scostai un po’ e la infilai dentro, non aveva gli slip e in un baleno la mano arrivò sul suo pube stavo toccando i peli, le sensazioni si accavallavano, pensai che forse stavo andando troppo di fretta e ritirai un pò la mano, ma fu proprio Cristina a prendermi la mano e a riportarmela sul suo pube, quasi non volevo crederci, a quel punto andai avanti, scesi un po’ e per la prima volta un dito arrivo a sfiorare quella carne tenera, bastarono pochi movimenti e già iniziò a bagnarsi, delicatamente iniziai a sditalinarla, lei cominciò ad emettere dapprima brevi gemiti, poi sempre più intensi e così anche io aumentai l’intensità nel toccarla, ad un certo punto gridò “bellissimooooooooo”, fu il momento che assaporò il primo vero orgasmo della sua giovane vita, non mi fermai, e fu un susseguirsi di orgasmi per lei, poi piano piano cominciò a rilassarsi e così io smisi. La prima domanda che gli feci era scontata “ti è piaciuto?” la risposta fu “semplicemente favoloso”, poi gli chiesi di dirmi se lo aveva mai fatto con qualche compagno e lei candidamente mi rispose “con qualche mio compagno non sono mai andata oltre a dei baci, lo faccio da tempo da sola, e ogni volta che lo faccio penso solo a te”, per la miseria, forse lei mi desiderava più di me, era a portata di mano e io mi facevo scrupoli, gli dissi allora “vorrei farti provare altre belle sensazioni, ti và?”, non ci pensò due volte rispose immediatamente si, mi girai di spalle gli dissi di abbracciarmi, gli presi allora una mano e gliela accompagnai lungo i miei fianchi fino al pigiama, “prosegui tu adesso” gli dissi, la sua mano scivolo sotto il pigiama e arrivò a prendere la mia verga che era la limite dello scoppio in mano “Arturo ma è enorme” disse, la accarezzava soltanto, da questo capìì che era proprio a zero come esperienza, potevo prendere il ruolo del suo primo maestro e la cosa mi faceva molto piacere, infatti la guidai e si lasciò andare in una lenta e progressiva masturbazione condita da baci e succhiotti sul mio collo, mi sentivo nel paradiso, la lasciai fare da sola, dopo un po’ mi girai con il ventre in alto e lei continuò di fianco e ad un certo punto schizzai in quantità abbondante, a quella vista lei resto meravigliata, non sapeva cosa fosse accaduto, col tempo glielo spiegai, fu quello il primo vero approccio sessuale con Cristina, era piaciuto ad entrambi e le premesse per un lunga storia c’erano tutte, ma non volevo bruciare le tappe, almeno speravo di avere questa lucidità. Non fu così. Passò quell’inverno, ogni volta che si presentava lì occasione facevano qual cosina, ci fermammo comunque alle belle sensazioni del sesso orale, lei era diventata abilissima a prenderlo con la bocca e io la contraccambiavo leccandogli e succhiandogli il suo quasi acerbo fiore.
Ai primi di luglio si presentò una ghiotta occasione, avevo preso la patente e mia madre cominciava a darmi la disponibilità della sua macchina, un giorno che mamma aveva la luna di traverso si mise ad urlare minacciando di fare saltare le vacanze estive e ordinò “ se voi due non vi date una smossa e andate a sistemare la casa al mare, scordatevi le vacanze per questo anno, ne ho piene le tasche di lavorare e tenervi in vacanza”, e così ci diede l’elenco delle cose da fare, dipendeva da noi adesso la vacanza estiva. Così un giorno caricammo la macchina e via sulla strada del mare per mettere ordine, i compiti erano già assegnati, io dovevo curare l’esterno e Cristina l’interno. Ci mettemmo di buona lena, in fondo non erano nemmeno i lavori forzati, qualche foglia nel giardino e sotto il porticato e un po’ di polvere e cambio letti all’interno, mentre stavo per finire l’esterno Cristina mi chiama, ha difficoltà a mettere delle tendine e vuole aiuto, salgo una scala dal ripostiglio e le sistemo io, finite di sistemarle prendo per ridiscendere , ma passando davanti alla sua stanza la vedo sdraiata sul letto a pancia in giù che ascolta musica con le cuffiette, indossa una gonnellina corta che lascia in bella vista le mutandine, mi avvicino, lei nemmeno se ne accorge,gli metto una mano tra le cosce, lei si gira e mi sorride, toglie le cuffiette e mi dice “sai che a casa ho beccato uno dei tuoi giornalini e me lo sono sfogliato tutto? E ho visto anche che si fanno altre cose oltre a quello che facciamo noi”, anche se oramai avevamo un rapporto aperto la cosa mi ha lasciato un po’ impietrito, e mi è scappato di rispondergli “dal vivo sono molto meglio quelle cose” e gli ho messo una mano tra le gambe cominciando a strofinargli il fiorellino da sopra gli slip, gli stavo di fianco, lei era inginocchiata sulla brandina, ho abbassato le bermuda e gi ho presentato davanti quello che la sua bocca conosceva oramai bene, ha cominciato a succhiarlo mentre io nel frattempo gli avevo scostato lo slip e con un dito iniziavo a farmi largo tra le sue labbra e quando il grado di umidità si è fatto alto non ho resistito più, l’ho fatta girare lasciandola in ginocchio sul letto, gli ho sfilato le mutandine e ho appoggiato la mia cappella sulla sua vulva, prima di entrare ho avuto un rimorso, mi sono fermato e gli ho chiesto se era convinta di voler provare, lei ha solo risposto “ se non mi piace ci lasci stare” , ma certo come no, ho cominciato a premere con la punta in quella fessura stretta, un centimetro, due, tre, appena un altro pochino e lei si è messa ad urlare e con le mani mi ha spinto fuori, troppo dolore, l’ho fatta riprendere, mi sono rimesso ad accarezzarla con le dita, con il medio l’ho penetrata lei iniziava ad avere brividi e scossoni, l’ho portata al limite dell’orgasmo e repentinamente ho sostituito il dito con il mio membro, alla seconda volta sono riuscito ad entrare un po’ di più, ma nuovamente si è messa ad urlare, non ci ho visto più dagli occhi l’ho tenuta stretta e ho dato un colpo secco, lei ha urlato ancora più forte mentre sentivo che la stavo lacerando e finalmente sono riuscito ad entrargli tutto dentro, lei tremava dal dolore ed è rimasta immobile, mi sono fermato dentro di lei per qualche istante, e dopo un po’ ha ripreso a muoversi e io a muovermi con lei, stavo scopando la mia sorellina, un sogno che si realizzava, lei passato il primo shock iniziava a provare piacere e così ho aumentato il ritmo, lei spingeva verso di me e io verso di lei, le mie cosce schioccavano sulle sue natiche, e ad un certo punto ha emesso un gemito che sembrava un vitellino, stava provando il suo primo orgasmo con il membro dentro, carne contro carne, non riuscì ad assaporarne un secondo perché a sentirla godere così venni pure io, per non correre rischi al culmine lo tirai fuori e me ne scappai a sborrare in bagno, mi ritrovai con il membro tutto insanguinato, al ritorno da lei la trovai seduta a terra che piangeva, la aiutai ad alzarsi e mentre la sostenevo un rivoletto di sangue iniziò a colarli lungo una coscia, lei gli passò una mano sopra, se la guardò e scoppiando ancora di più in lacrime mi disse “Non importa, è stato bello, e la persona che ha preso la mia verginità è la persona più speciale di questo mondo” ci siamo abbracciati e l’ho baciata sul viso asciugandogli tutte le lacrime.
scritto il
2011-12-24
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