Storie di Rosa Maria – parte prima: quando tutto ebbe inizio

di
genere
etero

Il presente racconto è basato su fatti realmente accaduti poco tempo fa; ho dovuto modificare una serie di elementi e tralasciarne altri, come ad esempio il nome di alcuni personaggi, luoghi, ed altri particolari, al solo scopo di rendere non identificabili i personaggi, in considerazione, ripeto, che trattasi di persone realmente esistenti con una loro vita ed una loro privacy, che va tutelata. Tuttavia se tra i lettori di questa storia dovesse esserci qualcuno che ha riconosciuto la protagonista della storia, nonostante che molti particolari siano stati celati, sarò disponibile a dialogare con questo fortunato e magari scambiare informazioni intime ed anche piccanti su di lei.
Naturalmente alla fine del racconto alcuni di voi rilasceranno dei commenti, commenti da me attesi e ben accetti ed è chiaro che magari qualcuno esprimerà dei giudizi morali poco lusinghieri! Quello che chiedo è di esprimersi sempre in termini non volgari, anche se ognuno tecnicamente potrà anzi dovrà, se lo vorrà, dire quello che pensa ed esprimere commenti anche se pesantissimi.
Imposterò il racconto, in parte, per una migliore narrazione degli eventi, sotto forma di dialogo. Chiaramente molte frasi non saranno esattamente uguali a quando furono pronunciate, anche perchè, dopo tempo, le esatte parole vengono dimenticate, ma il succo sarà narrato per intero.
Ricordo bene il pomeriggio in cui tutto ebbe inizio, così, casualmente, un po’ per gioco, un po’ a causa dell’eccitamento cui entrambi eravamo giunti. Eravamo a letto, a casa sua, io disteso e Rosa Maria sopra di me; stavamo chiavando a “spegni moccolo”, una posizione che a lei piaceva molto, essendo clitoridea e potendo godere solo se gli veniva stimolato a dovere il clitoride. Ero eccitato, ma stentavo a venire; la montavo ormai ininterrottamente da oltre un’ora, cambiando varie posizioni e lei era ormai era esausta, essendo peraltro già venuta due volte. Sapevo che il piacere che provava da lì a poco si sarebbe trasformato in sofferenza. Era necessario, come spesso accadeva, un pizzico di fantasia, quell’enzima mentale magico per fare esplodere finalmente il mio piacere. Ero stato e continuavo ad essere un onanista sfegatato. Da ragazzo mi masturbavo immaginando mia madre che scopava con altri maschi costruendo nella mia mente scenari intriganti; immaginavo lei che per fare carriera si concedeva a chi poteva darle una buona raccomandazione: alla fine l’immagine che ne usciva era di una madre troia fino all’anima. Da sposato passavo le notti sulle chat parlando con sconosciuti di mia moglie per masturbarmi, descrivendola come una puttana ed inventando storia in cui lei si comportava da zoccola; poi quando quelle poche volte che succedeva la chiavavo, per venire dovevo ripensare a quelle scene. Anche quella volta non era diverso dalle altre e per venire dovevo lavorare di fantasia immaginando scene in cui la mia donna aveva rapporti sessuali con altri uomini. Solo che quella volta, a differenza di tutte le altre, non so per quale precisa ragione, il pensiero si manifesto con parole che uscirono quasi come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Io: amore, immagina questa situazione: io seduto in poltrona e tu che vieni chiavata da un altro uomo, un uomo grasso e anziano, che ti fa godere come una cagna in calore.

Rosa Maria: che fa ti eccita l’idea di vedermi a letto con un altro? Ti piace immaginare che faccio la troia per te? E allora immagina, un bel vecchiaccio grasso sopra di me che mi sbatte tutta per soldi e poi mi viene dentro.
Immaginai così, dentro la mia mente, la possibile scena: avevamo bisogno di soldi e ci eravamo rivolti ad un camionista disposto a stare al nostro gioco; immaginai con ricchezza di particolari la storia, finchè tutto questo fece schizzare al massimo l’eccitazione. Avevamo nel frattempo cambiato posizione, scegliendo la pecorina, la mia preferita; mentre continuavo a pensare l’ipotetica scena col tipo, ormai al culmine dell’eccitazione, la colpii con due schiaffi violenti alle natiche ed accelerai le spinte finchè, nel giro di pochi secondi, raggiunsi l’orgasmo e venni copiosamente dentro di lei, riempendole la vagina.
Ci eravamo conosciuto quattro anni prima su internet dopo che avevo chiuso una relazione con una donna più grande di me, che faceva la cuoca; io ero (e sono ancora) sposato da anni, ma ormai praticamente separato in casa, sempre alla ricerca di avventure che colmassero il mio vuoto. Rosa Maria ed io eravamo diventati amanti: lei nutriva sempre la speranza che io lasciassi mia moglie ed andassi a vivere con lei ed io l’assecondavo nell'idea, facendole promesse per prendere tempo. Una storia come tante. Rosa Maria una donna di 47 anni, molto bella anche se era stata un po’ sfortunata nella vita. Era rimasta incinta a 17 anni e già questo fatto, per una donna che abitava in un piccolo paese della Sicilia era una disgrazia. Sposata per riparare al danno, aveva poi divorziato all’età di trentotto anni, trovandosi in mezzo ad una strada. Quando ci eravamo conosciuti lavorava in un piccolo e malandato hotel come cameriera, un lavoro massacrante con uno stipendio da fame, che la costringeva, per arrotondare, a fare altri lavoretti occasionali, come quello di lavare le scale in alcuni condomini; aveva appena chiuso con il tipo con il quale aveva una storia da cinque anni, un piccolo imprenditore che lavorava al mercato della frutta. Era una bella donna, bionda, di altezza media, pelle chiara come il latte, di buon carattere, che riusciva ad essere sempre allegra nonostante tutto. Avevamo raggiunto subito un’intesa perfetta, sotto tutti i punti di vista.
Dopo che ebbi eiaculato ci distendemmo esausti nel letto, abbracciati come due adolescenti. Lei si accese una sigaretta e rimase immobile a pensare.
Io: amore che c’è, ti sei turbata per quello che ho detto? Sono cose che a volte si dicono mentre si fa l’amore, non ci pensare più.
Rosa Maria: no, tranquillo; solo mi chiedevo se davvero tu fossi disposto a guardare mentre sto con un altro uomo! Io al posto tuo potrei impazzire. Non ti darebbe fastidio vedere le sue mani che toccano la tua donna?
Io: dipende, se fosse per un gioco erotico, magari per aumentare la nostra intesa sessuale, potrei accettarlo, perché no!
Rosa Maria: a te quindi piacerebbe se qualcuno mi toccasse?
Io: intendiamoci, solo alle condizioni che ti ho detto, per una specie di esperienza erotica, organizzata, pianificata e fine a se stessa.
Finita la prima accese una seconda sigaretta e tornò pensierosa per qualche istante.
Rosa Maria: e se decidessi di accettare come si dovrebbe procedere.
Io: beh, dovrei andare in giro nel web, trovare il tipo che fa per noi, parlargli, conoscerlo prima via cavo e poi………. Organizzare l’incontro.
Rosa Maria: ma tu hai già qualcuno?
Io: io no di certo, chi devo avere.
Rosa Maria: beh, la cosa non mi attira per nulla anzi, ma penso che a te intrighi molto e siccome ti amo, voglio fare questa cosa per te amore, per dimostrarti quanto ti amo e quanto tengo a te.
Io: veramente lo faresti per me?
Rosa Maria: lo faccio, amore, a patto che tu inizi le pratiche per lasciare tua moglie. Devi andare dall’avvocato, cazzo. La devi lasciare questa, capito? E' una stronza che sta con te per i soldi e non ti ama.
Io: amore lo sai che ci sto pensando! Comunque ti prometto che accelererò i tempi. Guarda, proprio domani pomeriggio devo vedere Giovanni, il mio amico avvocato; gliene parlo così avviamo la pratica di separazione.
Rosa Maria: ok amore così staremo insieme nel vero senso della parola, tu ed io soli per sempre.
Naturalmente sul mio incontro con l’avvocato del giorno dopo mentii spudoratamente. In realtà una parte di me avrebbe voluto veramente avere una vita con lei, io ero innamorato di lei, ma un’altra parte non voleva staccarsi dalla famiglia e, purtroppo o per fortuna, questa seconda parte era più forte della prima. Ma adesso più che mai dovevo assecondarla per realizzare il mio desiderio. Stentavo a crederci che avesse accettato.
Da anni nelle mie navigazioni notturne avevo conosciuto vari personaggi più o meno squallidi, ma uno in particolare, lo conoscevo più di tutti, anche se non ci eravamo mai incontrati. Si chiamava Giacomo ed aveva sessant’anni. Con lui a volte parlavamo per ore; mi chiedeva di mia moglie, di come era, di come lo facevamo. Naturalmente gli raccontavo una serie di eventi inventati, ma verosimili, per passare il tempo. Gli mandai anche varie foto di mia moglie tra cui alcune in toplex mentre prendeva il sole nella nostra barca ed un paio completamente nuda fatte apparentemente per scherzare, ma con il preciso intento di inviarle a lui. Quando parlavo con Giacomo facevo passare mia moglie per una grande troia e mi eccitavo quando raccontandogli vari aneddoti, come ad esempio che lei aveva avuto una storia col suo capo! Permettevo a lui di offenderla rivolgendole vari epiteti colorati. Quando mi misi con Rosa Maria l’attenzione fu spostata su di lei. Gli avevo raccontato tutto di lei e gli avevo anche mandato un sacco di foto. Anche in questo caso mi eccitavo facendola passare per troia inventando episodi in realtà mai avvenuti.
Quella sera mi collegai e lo trovai subito in chat.
Io: Ciao Giacomo come stai? Ho delle novità per te.
Giacomo: dimmi, che novità.
Io: ho detto a Rosa Maria che mi piacerebbe che facesse l’amore con un altro davanti a me; in cambio le ho promesso che lascio mia moglie.
Giacomo: e lei ha accettato?
Io: certo che ha accettato…
Giacomo: minchia vero? Questa è una grande notizia! E tu devi lasciare tua moglie?
Io: questo è quello che le ho fatto credere, ma poi….. buh chi lo sa! Chi vivrà vedrà!
Giacomo: sei un pezzo di merda! però ti devo fare i complimenti. E come ci organizziamo?
Io: aspetta, intanto lei deve sapere che ti ho conosciuto oggi.
Giacomo: dille che vorrei vederla in foto, anche senza veli se possibile e poi, dopo qualche giorno, facciamo un collegamento on line, che ne pensi?
Io: ok va bene.
Due giorni dopo, una domenica, andammo a fare una gita sulle Madonie.
Io: allora amore ho trovato l’uomo che fa per noi.
Rosa Maria: ah si e chi è? Quanti anni ha?
Io: ha qualche hanno più di noi, ma li porta bene; è una persona tranquilla ed è interessato al nostro progetto; vuole conoscerti, ma siccome è una persona per bene, mi ha detto che vuole farlo per gradi. Prima vorrebbe vedere alcune foto e poi ci incontriamo su internet.
Il pomeriggio dopo andai a casa di Rosa Maria per fare le foto. Avevo detto di prepararsi al meglio. Lei si era vestita con un vestito nero scollato, tacchi a spillo; curò molto il trucco. Era stupenda, forse aveva esagerato con il trucco che la rendeva un po’ volgare, ma per lo scopo prefissato anche questo mi pareva appropriato.
Io: amore sei stupenda! Farai sicuramente colpo.
Rosa Maria: grazie amore, ma io voglio fare colpo solo su di te.
Iniziai a fare una serie di foto; dopo le prime nelle quali avevo immortalato il suo viso in varie pose, le chiesi di abbassare un po’ il vestito e lei lo fece, mettendo allo scoperto il reggiseno nero.
Io: amore dovresti abbassare il reggiseno.
Rosa Maria: no amore no, mi vergogno.
Io: dai facciamo le foto e poi decidiamo quale inviare; se poi non vuoi inviarle non lo facciamo, promesso.
Rosa Maria non troppo convinta abbasso il reggiseno mettendo allo scoperto il seno; una quarta, con areole ampie, ma non troppo e capezzoli di medie dimensioni; il seno era leggermente caduto, ma solo leggermente, un po’ per l’età, ma soprattutto a causa del fatto che aveva allattato le due figlie che aveva avuto; ma questo particolare rendeva quel seno autentico, vissuto ed estremamente attraente!
Io: adesso togliti i vestiti e le mutande e ti giri, voglio fotografarti da dietro.

Rosa Maria: ok però poi basta, non voglio più!

Io: ok, dai un ultima foto sexy, mettiti un po’ alla pecorina che gli farai sangue, cosi bene. Ok per oggi va bene così.

Ci collegammo alla chat senza però attivare la telecamera e, davanti a lei, mandai a Giacomo una serie di foto di Rosa Maria.

Io: ciao Giacomo queste sono le foto di Rosa Maria; lei adesso è accanto a me e legge con me.

Giacomo: ciao Rosa Maria, piacere di conoscerti. Sei una bellissima donna!

Rosa Maria: grazie Giacomo; mi sento un po’ a disagio, non sono abituata a questo genere di cose, non giudicarmi male, lo faccio solo per amore del mio compagno.

Giacomo: tranquilla, nemmeno io sono un abitudinario di queste cose, è la prima volta anche per me. E poi si vede che sei una donna perbene.

Chattammo cordialmente per un paio di ore parlando prima del più e del meno e poi via via sempre più della sfera privata. Giacomo chiese a Rosa Maria un sacco di cose sulla sua vita, del tipo come era stava la prima volta, quanti uomini aveva avuto, come si trovasse con me. Pian piano lei si sciolse e l’atmosfera si fece serena ed elettrizzante. Dopo un po’ decidemmo di attivare il video; ero un po’ teso perché non sapevo se Giacomo sarebbe piaciuto a Rosa Maria.

Rosa Maria: beh anche tu sei un tipo!

Giacomo: grazie Rosa Maria, sei gentile.

Dopo un po’ Giacomo le chiese se volesse stare un po’ in intimità con me ed anche se un po’ titubante, Rosa Maria acconsenti.

Giacomo: non ti preoccupare, niente di serio, voglio vedervi un po’ insieme, siete una bella coppia. Così, un assaggio, scambiatevi dei baci, toccatevi un po’.

Stappammo prima una bottiglia di spumante per calarci meglio nella parte; ne bevemmo subito mezza. Iniziai a baciarla prima delicatamente, poi sempre più a fondo.

Giacomo: Rosa Maria esci di più la lingua, dai, tutta fuori, e tu succhiagliela, voglio vedere la saliva che bevi; così bravi. Adesso Rosa Maria apri tutta la bocca, così brava e tu infilale la lingua dentro e muovila velocemente; ora leccale i denti e le labbra tutti intorno. Bravi così, dai che mi sto eccitando. Adesso leccale il collo con la lingua di fuori, ecco bravo, mordicchiale il collo e succhialo così, ci sai fare. Infilale la lingua nell’orecchio e leccalo anche se senti amaro: così bravo, vedi che le piace. Rosa ti posso dire delle parolacce o ti offendi.

Rosa Maria: no figurati, fai pure.

Giacomo: ok grazie, nell’amore e nel sesso non ci devono essere limiti. Adesso Rosa Maria ti chiedo di scoprirti le tette.

Rosa Maria molto imbarazzata lo fece.

Giacomo: girati verso di me dai, fatti ammirare. Quanti uomini te le hanno succhiate dimmelo, dai confessa.

Rosa Maria: dai mi vergogno, ok sono stati quattro.
Giacomo: quattro e chi sono i fortunati raccontaci.

Naturalmente sapevo dei suoi trascorsi amorosi, ma onestamente non avevo mai approfondito i particolari delle loro intimità prima di quel giorno.

Rosa Maria: mio marito Gianni è stato il primo, poi Giorgio il mio ex compagno di cui ti ho parlato prima, il qui presente attuale compagno; l’altro fu una cosa occasionale.

Giacomo: cioè?

Rosa Maria: ero stata scaricata da Giorgio, dall'oggi al domani, senza apparenti motivi ed ero molto arrabbiata. Una sera con una mia amica andammo in un locale in città a fare quattro salti, la discoteca alle Lampade, lo conosci? E lì fui abbordata da un ex poliziotto, un tipo simpatico con cui ballai tutta la sera. Poi…….

Giacomo: e poi che ha fatto, ti ha portata a letto? come ti ha convinto?

Rosa Maria: praticamente si. Mi aveva chiesto di andare a casa sua con la scusa di fare una telefonata ad un amico per un posto di lavoro più dignitoso; poi tra un bicchiere di vino ed una risata siamo finiti a letto. Però il giorno dopo amici, anzi, sconosciuti come prima e posto di lavoro affumato.

Giacomo: amico mio, la tua signora se li mangia quattro fili di pasta eh?!

Scoppiammo a ridere; eravamo abbastanza brilli.

Giacomo: dai, non ci distraiamo ragazzi, accarezzale il seno delicatamente; passale l’indice sulle areole e gira attorno al capezzolo, così delicatamente. Adesso gingillale il capezzolo. Adesso prendilo tra indice e pollice e strofinalo, così bravo.
Vedevo le areole si stavano corrugando ed i capezzoli erano diventati duri.

Giacomo: ora bagna le dita nella sua bocca e continua a massaggiarle i capezzoli. Così bravo, continua. Adesso fai una cosa, prendi quel cubetto di ghiaccio e passaglielo sui capezzoli, così bravo.
Rosa Maria: ma è freddo, non sopporto il freddo!

Giacomo: hai ragione tesoro adesso provvediamo; dai succhiale le tette: così bravo la lingua tutto intorno al capezzolo; adesso succhialo avidamente. Adesso poppale le tette una alla volta come se stessi allattando.

Giacomo: Rosa Maria ti piace? Ti stai bagnando?

Rosa Maria: dai no mi piacciono queste domande!

Continuammo ancora un po’ mentre che il desiderio cresceva e quasi adesso non ci sembrava più strano che da una telecamera qualcuno ci stava guardando.

Giacomo: Rosetta tesoro posso chiederti una cosa?

Rosa Maria: che cosa?

Giacomo: vorrei vederti la fica.

Rosa Maria: no dai mi vergogno troppo ti prego!

Io: dai è anche per abituarti a farti guardare da lui! Casomai ti inquadro solo là senza fargli vedere contemporaneamente il tuo viso; che ne pensi se facciamo così, Giacomo?

Giacomo: ok per me va bene.

Spostai la telecamera verso il basso ventre di Rosa Maria: dal monitor si vedevano le mutandine di pizzo nero e basta.

Giacomo: che eleganza! Inizia a massaggiarle delicatamente la parte per farla rilassare….. così bravo, bene. Adesso toglile .

Obbedii prontamente e le tolsi le mutandine.
Giacomo: ma hai la fica rasata! Come piace a me, cazzo! Dai fammi vedere, allargale le grandi labbra; bellissima fica, guarda guarda le piccole labbra di nome e di fatto. E guarda che buco che hai, porco zio, ma questa è una caverna……. Dai fammi vedere il grilletto.
Si eccolo…… inizia a stimolarlo, così bene..

Subito dopo mi scrisse nel pc senza parlare in modo che Rosa Maria non potesse vedere

Giacomo: allarga l’inquadratura senza che se ne accorga così la vedo in viso mentre la mastrurbi.

Feci come mi disse e intanto lei iniziò a bagnarsi; poi Giacomo ritorno col vocale.

Giacomo: Rosa Maria mi diceva lui che sei clitoridea vero?

Rosa Maria: si lo sono purtroppo, riesco a venire solo se me la leccano!

Giacomo: perché purtroppo, mica è un difetto! E ti piace se ti infilano le dita dentro la vagina?

Rosa Maria: a volte si; ma non mi piace se contemporaneamente mi leccano la fica e mi infilano le dita dentro.

Giacomo: dai leccagliela, falla venire.

Iniziai a leccargliela avidamente come sapevo fare io; Rosa Maria chiuse gli occhi come faceva sempre e girò la testa di lato. Amo leccare la fica, mi piace il sapore acidulo che ha. La leccata non durò a lungo, appena un cinque minuti, dopo i quali Rosa Maria venne esplodendo in un orgasmo violento, ma contemporaneamente, come sempre faceva, trattenendo le urla e lasciando andare solo intensi e lunghi sospiri di piacere.

Giacomo: bene Rosa Maria, è stato bravo?

Rosa Maria: perfetto come sempre!

Giacomo: bene sono contento, ho visto che ti contorcevi come un troia; ma perché trattieni le urla? Ti devi lasciare andare…..
Rosa Maria: non lo so, sono fatta così, non mi piace ululare…

Giacomo: Rosa Maria adesso tocca a lui, mi pare giusto; però non voglio che facciate cose troppo intime, come prima volta non mi pare giusto, serve solo per spezzare il ghiaccio. Dai sparati una sega e vienile sulle tette.

Eseguii prontamente: estrassi il mio membro e lo avvicinai al seno di Rosa Maria.

Giacomo: Rosa Maria cosè quella croce che tieni appesa al collo?

Rosa Maria: è il regalo di matrimonio di mia cognata, ci sono affezionata e poi è di oro pieno!

Giacomo: ti conviene tenerla in bocca se non vuoi che si sporchi di sperma! Mi sa di sacrilego!

Iniziai a masturbarmi.

Giacomo: Rosa Maria mente lui si sega tu palpati le tette, esci la lingua, di cose sconce, così lo fai venire al tuo montone.
Rosa Maria sembrò capire alla perfezione quello che le aveva chiesto Giacomo: era veramente arrapante come si muoveva, come ammiccava, come muoveva la lingua.

Giacomo: e tu mentre ti seghi pensa quella sera che uno appena conosciuto se l’è portata a letto……. Immagina la scena, lo capisci che lei ha preso il suo cazzo in bocca? Diglielo Rosa Maria diglielo cosa ti ha fatto quel porco! Digli la cosa più porca……

Rosa Maria: si mi ha fatto sua, abbiamo fatto l’amore tutta la notte e mi è venuto dentro…..

Giacomo: gli hai fatto pompini vero?

Rosa Maria: siiii

Ero arrivato grazie a quei discorsi al culmine, avvicinai il cazzo tra i seni di Rosa Maria e venni, sborrandole addosso.
Giacomo: mamma mia, dovevi essere pieno amico mio, vedi come l’hai ridotta….. ok ragazzi adesso asciugatevi e ricopritevi che ci beviamo qualcosa on line e poi parliamo un po’, Per stasera basta sesso.

Ci sistemammo e riempimmo i bicchieri.

Giacomo: Rosa Maria a posto? Tutto bene? Sei rimasta male per qualcosa?

Rosa Maria: no, tutto bene. No è che per me è tutto nuovo, mi sembra tutto strano!

Giacomo: lo capisco, ma lo è anche per me!

Giacomo: Rosa Maria ti fai venire dentro quando scopi? tu usi anticoncezionali?

Rosa Maria: si uso la pillola. Il preservativo non mi piace perché è come se ci fosse un a barriera tra il mio corpo e quello del mio partner.

Giacomo: ho capito……. Dai Rosa Maria raccontami qualcos’altro di te! com'è che ti sei sposata? Parlami di tuo marito dai, è stato con lui che hai avuto le prime esperienze intime?

Rosa Maria: si è stato con lui che ho avuto le prime esperienze sessuali, è stato l'uomo con cui ho fatto l'amore per la prima volta. Quando ci siamo conosciuti io avevo 17 anni lui 26; la prima sera che ci mettemmo insieme non facemmo l'amore naturalmente, ma facemmo, diciamo, altre cose, tu mi capisci?
Giacomo: si ti capisco, avete pomiciato, ma devi dirmi tutto, con i termini giusti.

Rosa Maria: ok, ci provo, dunque naturalmente ci baciammo per un po', come dicevamo da ragazzi abbiamo limonato; poi lui mi mise la mano là, mi capisci vero, sul fiore, iniziando a stimolarmi. Fu una sensazione bellissima, mai provata: Ho sperimentato un orgasmo che mi ha quasi fatto perdere i sensi. È iniziato con una sensazione pulsante, poi la testa ha cominciato a girare e il corpo a tremare senza controllo. È stato come un'eruzione vulcanica, ma là, nel fiore; poi sono quasi collassata al suo fianco, incapace di muovermi, pensare e parlare. Dopo è toccato a me fare godere lui, con la mano; gli ho fatto una sega finchè è esploso sporcandomi tutta di sperma.
Dopo tre giorni mi portò a casa sua e lì persi la verginità! Perdere la verginità è stata una cosa veloce. Ero terrorizzata dall'idea di rimanere incinta e che questo mi potesse rovinare la vita, perché questo era il messaggio con cui ero cresciuta a casa. Non avevo paura di cosa avrei provato, più che altro ero spaventata dal fatto di non essere brava a farlo. A dispetto dei suoi sforzi per non farmi male, me ne fece parecchio; uscì anche molto sangue.
Quando sono tornata a casa mi sono sentita in colpa perché non era stato come immaginavo fosse perdere la verginità. Ho pianto un po' e poi ho deciso che non c'era nient'altro da fare in proposito. Non potevo cambiare quello che era già accaduto. Nei mesi successivi lo facevamo circa due volte alla settimana.

Giacomo: praticavi anche rapporti orali con lui?

Rosa Maria: si anche e completi; a lui piaceva sia leccarmi il fiore, sia venirmi in bocca.

Giacomo: Rosetta, a te piace tirare pompini e ti piace quando ti vengono in bocca?

Rosa Maria: non mi giudicare, ti prego, si mi piace tirare pompini, avere quel bastone caldo in bocca è bellissimo, ma non amo ingoiare e quindi se mi sborrano in bocca sputo lo sperma!
Allora dicevamo... si, dopo qualche tempo scoprii di essere rimasta incinta. Avevo contattato una ginecologa che si era fatta molti immobili ed un discreto conto in banca praticando aborti clandestini e riparando imeni fratturati; presi un appuntamento per programmare l'aborto, ma poi alla fine non ci andai, avendo deciso di tenermi il bambino. All'inizio la mia famiglia non la prese bene, ma poi se ne fece una ragione e tutto andò tranquillamente e ci sposammo.

Giacomo: e poi perchè vi siete lasciati?

Rosa Maria: no ne voglio parlare, diciamo che non ci capivamo più.

Giacomo: ok magari più in la mi spiegherai, capisco che ti può venire forte. Ok ragazzi adesso vado. Pensavo prima di vederci per un caffè e per parlare un po', così per conoscerci meglio e poi programmiamo l'incontro.

Io: ok Giacomo restiamo così, ciao chiudo.

Giacomo: ciao ragazzi.

Rosa Maria: ciao

Restammo soli io e lei in silenzio.

Rosa Maria: mi sento strana e so che sto facendo qualcosa di sbagliato, lo sento.

Io: amore che dici, ricorda che lo facciamo solo per far crescere il desiderio che abbiamo l'uno dell'altro. dai vedrai che sarà tutto semplice.

Quella notte da casa mi collegai con Giacomo per commentare quello che era successo.

Io: e allora come ti è sembrata Rosa Maria.

Giacomo: un gran pezzo di sticchio, non c'è dubbio, anche se un po' volgare; si vede che è una cameriera; non è una donna di classe come tua moglie, quella si che è una signora. Inoltre non mi fiderei molto al tuo posto di questa donna; secondo me ha assaggiato il tuo portafoglio, il bell'ingegnere e non ti molla più, altro che amore, quella vuole essere mantenuta credimi. Comunque mi fa sangue, questo si, è una donna da letto. Senti ho selezionato le foto e montato un video, posso mandarlo a qualche amico? In fondo le foto di tua moglie le ho disseminate.

Io: fai come vuoi, basta però che non si venga a sapere.

Giacomo: tranquillo, sono persone discrete. Senti ho pensato di vederci direttamente per l'incontro così evitiamo ripensamenti, potremmo fare giovedì alle quindici, che dici?

Io: per me ok devo controllare i turni di Rosa Maria.

Giovedì ci presentammo a casa di Giacomo come stabilito; entrammo in una grande stanza con un grande letto circolare al centro; c’erano piazzate alcune telecamere per le riprese ed alcuni fari. all'inizio eravamo tutti imbarazzati, poi dopo i primi bicchieri di vino iniziammo a sciogliersi.
Rosa Maria si era preparata al meglio per l’appuntamento curando i particolari per apparire bella: un vestito tipo da sera corto, senza spalline e con manica lunga, tutto nero, calze velate con reggicalze, scarpe con tacco 12.
Tutto sembrava filare liscio, Rosa Maria appariva nervosa e tesa, ma sembrava decisa.
Ad un certo punto però successe qualcosa di imprevisto.

Rosa Maria: scusatemi, scusa Giacomo, non me la sento, perdonami, non mi va di fare questa cosa.

Giacomo: cosa? Che vuol dire che non te la senti? dopo tutto quello che abbiamo fatto? Ma ti sembra corretto.

Io: Rosa ma che stai dicendo, che figura mi fai fare con Giacomo.

Giacomo: e non ci sto ragazzi, io prendo le foto che mi hai mandato e le spedisco ai quattro venti, dai, così mi fate incazzare, porco zio. Prima hai detto di si e adesso che fai la preziosa? La verginella e dai, smettila.

Rosa Maria: pensa quello che vuoi, fai come vuoi, io non me la sento.

Giacomo: scusami mi puoi lasciare due minuti con lei, solo per parlarle a quattr'occhi.

Mi spostò verso il muro e sottovoce mi disse…

Giacomo: non faccio nulla, vedo di convincerla, tu stai nella stanza accanto, c'è una falsa parete con un buco dove puoi vedere e sentire tutto; però qualsiasi cosa faccio entra solo quando te lo dirò io, intesi? altrimenti ce ne sarà pure per te: ricorda che ho le foto di tua moglie nuda e ricordati che tu mi hai raccontato un sacco di cose sul suo conto, che tengo ben conservate; so benissimo di com'è fatta tua moglie, che prima di te ha conosciuto altri maschi fin da ragazzina! tre anni fa ha ti ha cornificato col suo capo a tal punto che adesso tu quando passi dalle porte devi stare attento a non sbattere le corna; e si dice in giro che era anche finita in un brutto giro, prostituzione di alto bordo. Stai in campana.
Andai nella stanza disgustato ed incazzato con entrambi; il buco della parete c'era e si sentiva tutto.
Giacomo: senti zoccoletta da due soldi, sarò breve, o si fa quanto convenuto oppure racconto al tuo amante del cameriere.
Rosa Maria: il cameriere chi, non capisco.
Giacomo: il cameriere chi? quello che ti sei scopato per ripicca quando il tuo amante è andato in vacanza alle Canarie con la moglie. So tutto.

Rosa Maria: no ti prego, non lo fare, così mi rovini, mi farai lasciare….. quello è stato un errore…

Giacomo: si un errore ripetuto per più giorni, ma va la, raccontalo ad un altro, sei solo una sgualdrina!

Rosa Maria: adesso non mi offendere e poi mi spieghi come sai queste cose?

Giacomo: ho fatto le mie ricerche signora bella; sai, ho qualche amico in giro. Allora che dici, che vuoi fare?

Rosa Maria: ok, hai vinto tu, farò tutto quello che mi chiedi.

Giacomo: ok siamo intesi allora; sai a me piace vincere sempre; però prima ti meriti una piccola punizione per essere pari, me lo devi concedere, mi hai mancato di rispetto prima dicendomi che non volevi più farlo.
Dal buco vidi che Giacomo strinse le dita della mano destra lasciando le nocche dell’indice e del medio fuori, poi leccò le nocche e le strofinò sul tacco della scarpa destra, senza farsene accorgere da Rosa Maria; quindi si avvicinò a lei da dietro ed appena fu di lato la colpì violentemente con le nocche sulla testa.

Giacomo: ecco un bel “pignatello abbagnato nel tacco” così la prossima volta ci pensi due volte a fare i capricci.

Rosa Maria si blocco all’istante portandosi subito la mano destra sul punto della testa in cui era stata colpita e silenziosamente iniziò a piangere a dirotto per il dolore, come una bambina, rimanendo immobile per parecchi secondi. Lui si avvicinò a lei…

Giacomo: ricordati che sei solo una cameriera merdosa e non ti permettere più di fare i capricci con me.
Avrei voluto entrare e farlo a pezzi, ma non potevo rischiare che mettesse a rischio l'onore e la reputazione di mia moglie, spargendo in giro notizie su di lei ed anche le sue foto nelle quali appariva nuda.

Giacomo: dai, avanti, siamo pari, vai a sciacquarti un po’ il viso e ti rifai il trucco. Ti aspetto qui.

Mi fece rientrare e mi disse di accomodarmi su una poltrona. Io non dissi nulla e feci come mi aveva detto. Poco dopo entrò lei con un sorriso forzato. A quel punto Giacomo le offri un bicchiere di vino bianco freddo.

Giacomo: dai che con questo ti riprendi un po’ e ti passa la timidezza…

Poco dopo vedo Giacomo che si porta dietro Rosa Maria e le cinge la vita delicatamente, avvicinando la bocca al suo orecchio destro. Si vedeva lontano un miglio tutto il ribrezzo che Rosa Maria stava provando per quell'uomo vecchio e grasso, ma dai suoi occhi percepii la volontà di farselo passare o almeno cercare di fingere bene.

Giacomo: Rosy, è da quando ti ho visto che ti desidero, sei incantevole!

Detto questo avvicina le labbra al suo collo e la bacia delicatamente.

Rosa Maria: Giacomo dai, che fai ? Non abbiamo fetta! stai buonino, dammi un attimo per abituarmi, ti prego.

Giacomo: non parlare, chiusi gli occhi e lasciati andare, ti desidero come un matto.

Rosa Maria: dai aspetta un attimo solo, dammi tempo di rendermi conto….

Intanto Giacomo riprende a ricoprire il collo di Rosa Maria di teneri baci ed immediatamente, in modo quasi impressionante, la pelle di Rosa Maria diventò a "pelle d'oca", essendo il collo una delle zone erogene in lei particolarmente sensibili; socchiuse gli occhi rassegnata, nonostante lo schifo che provava per quell'uomo ad assecondarlo solo per paura che rivelasse ciò che aveva detto; Rosa Maria si impose di fingere e di calarsi nella parte.

Giacomo: Rosa Maria ti voglio, ti desidero, lasciati andare.

A vedere quella scena sentii il cazzo che mi diventava di acciaio........ continuai a guardare........lei era meravigliosa… Rosa Maria adesso pareva pronta a subire ogni desiderio dell'uomo e cercò di rilassarsi,

Rosa Maria: ti prego il collo no, ti prego, no dai il collo no........ non è giusto........ non è giusto......

L'uomo continuava e a lei partì un piccolo sospiro.... Con le mani Giacomo l'accarezzava tutta sui fianchi, sulle braccia e sui seni, sempre standole dietro; le girò la testa verso di lui ed accostò le sue labbra su quelle di Rosa Maria ricoperte dal rossetto rosso vivo; uno, due, tre piccoli teneri baci sulle labbra, Rosa Maria non girò la testa, resto immobile, a pochi millimetri dalla sua bocca, guardandolo negli occhi; sentì intenso il suo alito e lui quello di lei. Rosa Maria chiuse gli occhi ed Giacomo accostò la sua bocca, con un po' più di forza, alle labbra di Rosa Maria che subito si aprirono lasciando passare la lingua del mio amico che le scivolò in bocca! Iniziarono a limonare come pazzi; Rosa Maria teneva gli occhi chiusi ed aveva guance bollenti e sudate; ora le loro bocche erano al massimo dell’apertura e le labbra erano perfettamente adese le une alle altre; subito dopo le loro lingue grondanti di saliva e completamente fuori dalle bocche lottavano in modo irrefrenabile, attorcigliandosi vicendevolmente e scambiandosi la saliva; ora Rosa Maria allargate le labbra ed aperta completamente la bocca, riceveva la calda ed umida lingua di Giacomo, lasciando che le pennellasse con cura tutta la superficie umida del cavo orale e del palato, i denti, le gengive ed infine, sempre più in fondo, l’ugola e le tonsille; Giacomo leccava e succhiava con avidità e decisione e ritmicamente immetteva abbondante saliva calda e vischiosa dentro la sua, costringendola ad assaporarla per poi ingoiarla avidamente. Giacomo le fece aprire al massimo la bocca e le chiese di uscire tutta la lingua fuori, quindi la prese dentro la sua bocca ed iniziò a succhiarla. Vedere la lingua di Rosa Maria succhiata da Giacomo fu una sensazione indescrivibile; si vedeva che a Rosa Maria non piaceva la sua saliva, ma era costretta a gustarla a fondo prima di ingoiarla. Dopo una decina di minuti che pomiciavamo avidamente Giacomo riprese ad accarezzarle i seni causando l’inevitabile erezione dei capezzoli, ora ben evidenti attraverso il vestito.

Giacomo: Rosa Maria hai delle belle tette, mi fai impazzire dalla voglia.....

Rosa Maria: si lo so, me lo dicono tutti.

Lei lo lasciò lavorare e questo aumentò ancora la mia eccitazione; e lui non trovando praticamente alcuna resistenza, si avventurò ad abbassarle il vestito lasciandola in mutandine e reggiseno. Sempre da tergo iniziò ad accarezzarle con entrambe le mani il reggiseno nero, quindi le girò la testa verso di lui e riprese a baciarla avidamente e lungamente con la lingua!

Giacomo: vedo che ti piace essere toccata.............

Giacomo allora dopo averle fatto mettere le mani dietro la nuca, con un colpo secco le sfibbio il reggiseno che cadde giù. Si mise davanti a lei ed ammirò le sue mammelle, solo lievemente cadute, con qualche piccola smagliatura, ma ancora in buona parte sode, con le areole rugose, più scure della pelle circostante e centrate da capezzoli ormai induriti.

Rosa Maria; non guardarle, abbracciami ed accarezzamele.

Lui iniziò a palparle a fondo le mammelle, strizzando a tratti i capezzoli fino a farla sobbalzare dal dolore.

Giacomo: madonna che vacca che sei Ro; dimmi che sei la mia troia e che sei una grande puttana, una che va col primo venuto.........

Rosa Maria: Si, è vero sono una gran troia, la tua troia, sono una troia d'alto bordo e vado con il primo venuto, già alla prima sera, come ho fatto con quello; toccami ancora, non smettere ti prego............

Giacomo: si lo sei e come se lo sei, sei una troia alcolizzata; adesso fammi succhiare le tette e mentre lo faccio pensa al tuo uomo che ti guarda; chissà quanti maschi le hanno succhiate! vieni qua che stasera sei la mia troia....

Rosa Maria: voglio la tua lingua sui capezzoli, dai......, succhiami il seno, poppalo come se stessi allattando.

Giacomo si avvicinò al suo petto e uscita la lingua iniziò a leccarle ed a succhiarle le tette con avidità indescrivibile: una per volta leccava tutta la cute della mammella, soffermandosi sull’areola dove passava la lingua descrivendo cerchi concentrici, quindi si dedicava al capezzolo che prima leccava con passaggi ritmici e rapidi e poi, introdottolo in bocca, succhiava; infine tentava di introdursi tutta la mammella in bocca, per poi poppare.
Continuò a baciarla ed ad abbracciarla con le sue braccia da vero maschio, toccandola tutta e soffermandosi sul culo che iniziò a palpeggiare!

Giacomo: Ro hai un culo da favola, bello tonico.

Rosa Maria: si lo so, me lo diceva sempre il mio ex che ho un bel culo..........ma non ti fermare, accarezzami tutta e toccami ancora il culo, dai fallo, toccami il culo che mi piace, toccami tutta, trattami da prostituta.........

Detto questo continuò a palparle il culo, quindi le mise la mano sulle mutandine; iniziò a sfregare le dita sulla vulva attraverso le mutandine che rapidamente si bagnarono; infilò quindi la mano dentro ed, a quel punto, Rosa Maria iniziò ad ansimare come una cagna in calore.

Giacomo: ti piace Rosy? vedo che sei già bagnata! vuoi che smetta? mi piace la tua fica rasata, sei proprio una prostituta....

Rosa Maria: mi piace moltissimo, continua a toccarmi la fica, si ancora, ancora.........., dai sgrillettami che mi piace....

Giacomo a questo punto la denudò ed iniziò quindi ad accarezzare la sua vulva, mentre continuavano a pomiciare, quindi divaricate le grandi labbra iniziò a gingillarle il clitoride per un po', per poi infilarle due dita dentro la vagina; dopo qualche minuto che la masturbava freneticamente con le dita in vagina, estrasse le dita e ricominciò a sgrillettarla! queste manovre regalarono a Rosa Maria intense fitte di piacere miste ad una voglia crescente di cazzo! dopo un po' smise di sgrillettarla e la porto sul divano che era nella stessa stanza e la fece distendere; le divaricò le cosce mettendo completamente in vista la sua vulva! Vedevo le cosce divaricate ed al centro la fessura. Ricominciò a baciarla in bocca con la lingua per poi dedicarsi con esperienza e tenacia al seno, quel seno che più volte avevo palpato e succhiato anche io!

Giacomo: adesso voglio leccarti lo sticchio.

Rosa Maria: dai non farmi più aspettare, non resisto, accomodati! adesso sono la tua donna...... voglio sentire la tua calda lingua tra i miei genitali........dai leccamela, leccami la fica, fammi sentire troia..........

Avvicinò allora la sua bocca e tenendo ben divaricate le grandi labbra, iniziò a leccarle la vulva; vedevo la sua calda lingua nella vulva di Rosa Maria e la sua testa tra le sue cosce divaricate; Rosa Maria iniziò chiaramente a provare un piacere indescrivibile, accompagnato da un inevitabile ansimare; si ansimava come una cagna in calore! lui le leccava e succhiava le piccole labbra in modo avido, per poi passare a leccarle abilmente e velocemente il clitoride che diventò turgido e grosso; la vulva si riempì di colata che lui si premurò di assaporare ed ingoiare.

Rosa Maria: madonna, come lecchi la fica tu non me l'ha mai leccata nessuno....... si ancora, continua, ho voglia di cazzo........, continua... leccamela ancora in questo modo meraviglioso....

A questo punto Rosa Maria, che sembrava partita, inizio ad accarezzargli il torace, quindi gli sbottonò e gli tolse la camicia mettendogli a nudo il torace; riprese ad accarezzarlo.........

Rosa Maria: sei bello e sei bravo continua........ ti desidero, ti voglio..........

Rosa Maria iniziò a baciargli il torace ed a leccarglielo con la lingua tutta di fuori; poi gli succhiò i capezzoli, mentre con la mano iniziò a palpargli i genitali attraverso il pantalone che subito sbottonò e fece scivolare giù. Attraverso le mutande si intravedeva un arnese di notevoli dimensioni.....
Rosa Maria gli abbassò le mutande ed estrasse un enorme pene in erezione: una verga lunga circa venticinque centimetri dura e venosa, sormontata da un grosso glande lucido e violaceo; sotto uno scroto enorme e pelosissimo

Rosa Maria: mamma che uomo che sei, è enorme, questa è una proboscide.......amore guarda che arnese che ha Giacomo, mi sa che tu sfiguri un po’…….

Sorrise ed io mi imbarazzai non poco. Mi stava volutamente umiliando quasi a punirmi per quello che avevo voluto. Effettivamente con i miei dieci centimetri di cazzo al massimo dell’erezione non potevo competere con quella proboscide….

Giacomo: perché quanto ce l’hai? Poi dopo la tiri fuori che la vediamo….

Finito di dire ciò Giacomo allora la prese per la nuca e l’avvicinò a se e Rosa Maria si trovò così a tu per tu con quell’enorme fallo incredibilmente turgido e paonazzo!

Giacomo: allora vuoi il mio cazzo! prendilo, è a tua disposizione pezzo di cagna e troia che non sei altro........ fammi vedere che sai fare, dai fai la zoccola….

Rosa Maria sorrise da vera sgualdrina, quindi lo afferrò e cominciò ad accarezzarlo: teneva quel bastone tra le mani ammirando quel grosso glande lucido e violaceo, caldo e pulsante, rigonfio di sangue; ne sentì il calore e l’odore intenso ed aromatico; se lo passo sul viso, tra i capelli e sulle orecchie;

Rosa Maria: è caldissimo ed ha un buon odore…….

Lo odorò ancora quindi lo avvicinò alla bocca vogliosa e lo coprì con piccoli e teneri baci; subito dopo uscita la sua calda lingua, cominciò a fare il suo dovere: iniziò a leccargli il glande ripulendolo dal sottile strato di smegma che lo ricopriva e dal secreto prodotto a causa dell’eccitamento che gli fuoriusciva copioso dal meato uretrale, quindi passò la lingua ripetutamente e velocemente sul frenulo, poi lungo il solco balano-prepuziale e sul meato uretrale; poi leccò con la lingua tutta in fuori l’asta, per tutta la lunghezza, dal basso all’alto e poi di nuovo in basso lungo tutta la superficie e poi ancora più in giù fino a succhiargli i testicoli; sembrava una vera professionista del sesso orale! Ad un tratto Giacomo il cui respiro era ormai un ansimare inquietante, le afferrò la testa e le poggiò il suo arnese sulla bocca! Rosa Maria lo guardò fisso negli occhi…

Rosa Maria: ha anche un buon sapore. Adesso vuoi che lo prendo in bocca?

Giacomo: dai, adesso succhialo........ devi prenderlo tutto in bocca......

Quindi prese nuovamente Rosa Maria per la nuca e le poggio praticamente il membro sulla bocca e lei, senza più alcun ritegno, allargate le labbra, lo accolse in bocca preparandosi a praticargli un pompino; l’uomo allora iniziò a muoverle la testa avanti e dietro in modo ritmico, prima lentamente e poi sempre più velocemente, stantuffandola a dovere; vedevo quell’enorme mazza di carne scomparire nella bocca di Rosa Maria e ricomparire immediatamente dopo, secondo un ritmo frenetico; sentivo il rumore della suzione che diventava un frastuono da conato di vomito quando il glande le passava tra le tonsille, schiacciandole l’ugola contro il velopendulo; Rosa Maria mentre praticava il bocchino teneva gli occhi chiusi, mentre le sue mani tenevano le cosce dell’uomo

Giacomo: dai Rosetta così, continua a succhiarmelo che mi piace........ sei brava a tirare pompini, si vede che ne hai ciucciato di cazzi!

Improvvisamente Giacomo fermò la testa di Rosa Maria, la fece distendere nuovamente sul divano, le prese le gambe e se le mise sopra le spalle, quindi le poggiò il pitone sull'ostio vaginale e fece pressione penetrandola.
Rosa Maria emanò subito un si dai toni particolari ed Giacomo, una volta che il pene era entrato tutto dentro la vagina di Rosa Maria, iniziò a muovere il bacino, dando inizio alla monta.
Non credevo ai miei occhi, una altro stava chiavando il mio amore.
Giacomo muoveva il bacino tra le cosce di Rosa Maria ritmicamente ed a ogni colpo di reni, il fallo dell'uomo le penetrava a fondo dentro la vagina ormai dilatata, fino a sbattere contro l'utero e la forza trasmessa da ogni colpo di reni si trasmetteva al corpo di lei che sobbalzava in dietro secondo un ritmo sicuramente non lento, neanche veloce, ma certamente armonico e costante; ogni colpo di reni Rosa Maria sobbalzava in dietro, le sue mammelle sobbalzavano anch'esse e anche la collana che portava al collo col crocifisso sobbalzava indietro in un gioco ritmico e simmetrico! Con le mani l'uomo le accarezzava tutto il corpo soffermandosi a palparle le tette; un paio di volte le diede un paio di schiaffi, non violenti, anche se fastidiosi a vedersi.......

Rosa Maria: ah che bello, dai fottimi, fottimi, sono la tua troia, la tua cagna in calore, la tua vacca..... baciami dai, ne ho voglia......... ah così ancora, si dai chiavami, sfondami l'utero dai.

L'uomo si fermò, estrasse il pene e ricominciò a baciarla con la lingua, poi la mise alla pecorina, la sculacciò energicamente per un po'.

Rosa Maria: no, nel culo no!

Giacomo: tranquilla......per adesso lo risparmiamo, poi si vede….

Si limitò a leccarle l'ano per pochi secondi…

Giacomo: che buon sapore che ha il buco del tuo culo mi piace leccarlo.

Osservavo il viso di Rosa Maria mentre giacomo le leccava il buco del culo e, devo ammettere, che dall’espressione che aveva doveva piacerle molto. Dopo un po’ Giacomo diede una ripassata con la lingua alla vulva; appena finì di lavorare di lingua, subito la penetrò da tergo riprendendo a montarla.

Rosa Maria completamente sconvolta e fuori di se, iniziò a godere come una vacca, anche perché la posizione a pecora causava un intenso fregamento sul suo clitoride.

Rosa Maria: ah si mi piace alla pecorina, dai fottimi, fammi sentire troia.......perchè non ti ho incontrato prima ?

Aveva la faccia congesta e sudata e gli occhi simili a quelli di una tossica; a tratti si mordeva le labbra come per trattenere i lamenti, a tratti posseduta dal desiderio usciva la lingua succosa e grondante di saliva e si leccava le labbra simulando alla perfezione un’attrice hard all’azione; a tratti inarcava il collo all’indietro ed aperta completamente la bocca emanava caldi e ovattati
sospiri di piacere!
Ad ogni colpo di bacino di Giacomo, vedevo una vibrazione superficiale delle mammelle, i capelli corti e biondi anch'essi si muovevano, ma soprattutto la croce d’oro che portava al petto attraverso una collana si muoveva avanti e indietro come una matta. Con le mani Giacomo le accarezzava tutto il corpo soffermandosi a palparle energicamente le tette; un paio di volte insalivate le mani con la propria saliva, le passava sulle tette spalmandole a dovere!

Giacomo: vedo che stai godendo puttana che sei! sei una troia da quattro soldi! voglio sentire che grugnisci come una scrofa mentre godi. Cerca di venire puttana...........

Di tanto in tanto Rosa Maria ormai completamente fuori di se girava la testa verso l’uomo ed uscita la lingua dalla bocca, si leccava le labbra trasmettendogli il desiderio di avere la sua lingua e lui gliela concedeva ben volentieri, limonandola a dovere.
Dopo qualche minuto Rosa Maria inarcò al massimo delle possibilità la schiena all’indietro, contrasse tutti i muscoli del suo corpo ed aperta la bocca vogliosa assunse l’espressione da orgasmo e venne, emettendo un urlo di godimento lunghissimo e totalmente disinibito!
Giacomo ancora non veniva e continuava a montarla.

Rosa Maria: adesso voglio che te ne vieni, dai, vienimi dentro, tranquillo te l’ho detto che prendo la pillola.........

Subito dopo anche l’uomo raggiunse l’orgasmo, emanò un grugnito da verro e le venne
dentro, allagandole la vagina di sperma.
Si staccarono a si distesero supini sul grande divano uno accanto all'altro; Rosa Maria sudata prese una sigaretta dalla borsa e l'accese; vidi che dalla sua fessura usciva un rivolo di sperma..... nella stanza calò un po' di imbarazzo........

Giacomo: scusa per le parolacce, ma sai, era la foga del momento...... senti, hai goduto, vero?

Rosa Maria: si certo, non hai sentito che sono venuta........ è stato bello, sei stato meraviglioso ed instancabile; mi sento come se mi fosse passato un TIR addosso......

Giacomo: devi cercare di fumare meno, hai un alito pessimo….

Rosa Maria: si lo so e per questo cammino sempre con le mentine…..

Giacomo: si, non lo metto in dubbio, ma non risolvi molto con le mentine, si sente abbastanza lo stesso-

Rosa Maria: vado in bagno a rifarmi il trucco.

A quel punto prese la borsa ed estrasse una scatoletta di mentine, l’aprì e ne mise in bocca due, quindi andò in bagno ritornando dopo una decina di minuti con una tovaglia da doccia addosso, nuovamente ben truccata e pettinata; si sedette accanto a Giacomo

Rosa Maria: eccomi qui…

Si guardarono negli occhi e subito partì un bacio alla francese, breve ma intenso.......

Giacomo: senti parlami ancora un po' di te, ti va?

Rosa Maria: volentieri, cosa vuoi sapere, chiedi pure ogni cosa, con te non voglio avere alcun segreto............

Giacomo: volevo sapere della tua vita sentimentale e del rapporto con il qui presente; piuttosto, che te ne è sembrato, non dici nulla?

Io: fantastico, che devo dire, sono eccitatissimo.

Parlammo per un po' e bevemmo ancora del vino. Rosa Maria fumò circa 5 sigarette.

Ad un certo punto Giacomo si mise di fianco ed inizio a guardare Rosa Maria mentre con la mano le accarezzava dolcemente i capelli, poi con il dito indice le sfiorò delicatamente le labbra; si avvicinò e riprese a baciarla in bocca, prima delicatamente, poi in modo voluttuoso, con la lingua.

Rosa Maria: che fai? hai ancora voglia? ma sei insaziabile....

Giacomo: si, mi è venuta voglia di chiavarti ancora.

Giacomo le tolse l’asciugamano di dosso ed iniziò nuovamente ad accarezzarla ed a palparle il seno.

Rosa Maria: dai tesoro baciami ancora, ne ho voglia.

Iniziarono a pomiciare avidamente come due adolescenti, con la lingua, mentre io questa volta iniziai a masturbarmi! Rosa Maria prese in mano il suo bastone nuovamente duro come una barra d'acciaio e lo avvicinò alla bocca ed uscita la lingua, cominciò a leccarglielo; leccava il glande ripetutamente e velocemente per poi passare la lingua tutta in fuori lungo tutta l’asta per tutta la lunghezza dal basso all’alto; Giacomo il cui respiro era ormai un ansimare crescente, le afferrò la testa e le poggiò il suo arnese sulla bocca.......

Giacomo: dai succhiamelo ancora;

Lei pienamente concorde, allargate le labbra, lo accolse in bocca; Giacomo quindi iniziò a muoverle nuovamente la testa in modo ritmico, prima lentamente e poi sempre più velocemente, stantuffandola come si deve.

Giacomo: dai girati, mettiti alla pecorina, che ti voglio fottere di nuovo da tergo!

detto questo, dopo che Rosa Maria assunse la posizione a pecora le infilò il pene nella vagina da tergo ed iniziò a chiavarla, mentre con le mai le palpava le tette; mentre procedeva la monta, Rosa Maria iniziò nuovamente a godere, agitandosi ed ansimando come una cagna in calore.
Giacomo, preso dall'eccitazione iniziò a rivolgerle nuovamente vari epiteti poso edificanti, ma che comunque a letto possono starci...

Giacomo: dai godi sporca troia e mentre ti chiavo guarda il tuo uomo! Vedi come ti sto fottendo pezzo di puttana in calore, lo sai che sei una grande troia, una merda di donna; lo sanno tutti che prima di me altri ti hanno adoperato, pratichi rapporti orali; pensa ai tuoi ex, fai la preziosa vero? ma a me è bastato poco per portarti a letto.......

Rosa Maria: ah si come godo, uhhhsssss che bello, dai montami come si fa con una vacca.........spaccami la fica, voglio che te ne vieni, dai, vienimi dentro, ne ho voglia".

Rosa Maria sentendo l'orgasmo vicino, iniziò a contorcersi, quindi venne per la seconda volta, urlando come una zoccola da bordello.

Giacomo: sei proprio una cagna, che ti è successo? non pensavo che fossi cosi zoccola quando godi!

Giacomo aumento la velocità della monta in maniera frenetica, quindi esplose emettendo lamenti animaleschi e le sborrò nuovamente dentro;

Giacomo: vengo, vengo brutta troia........... ah si, ti sto riempiendo come una cagna............., madonna che fottuta .......... sei proprio una zoccola.....

Si staccarono a si distesero nuovamente supini sul grande divano uno accanto all'altro; Giacomo passo a Rosa Maria qualche fazzolettino di carta, avendo visto che colava sperma dalla vagina, Rosa Maria si asciugò la vulva, quindi prese un'altra sigaretta dalla borsa e l'accese.
Passarono una decina di minuti soltanto e Giacomo ricominciò a baciarla con la lingua in modo voluttuoso; poco dopo la fece mettere alla pecorina e continuò a baciarla per un po'.
Tenendola sempre alla pecorina iniziò ad ammirare il suo culo.... che culo che aveva Rosa Maria! Da vera prostituta! Iniziò a sfiorarle il solco tra i glutei, poi pian piano giù fino localizzare il buchino che iniziò ad accarezzare pian piano!

Rosa Maria: no ti prego, ho detto nel culo no!

Giacomo: puttana come sei, come mai non lo prendi dietro? A molte donna piace!

Rosa Maria: non piace a nessuna, lo fanno solo per compiacere il proprio uomo!

Giacomo: e tu non lo vuoi compiacere il tuo uomo? Potrebbe offendersi e magari dire cose spiacevoli..... mi capisci vero? E poi, una che va con tutti, prima o poi dovrà darlo il culo a qualcuno, no?

Rosa Maria: io non vado con tutti, mi stai dando della prostituta!

Giacomo: per carità! dicevo così per gioco che vai con tutti....

Dopo un po', non contento, riprese ad accarezzarle col dito l'ano per qualche secondo; poi abbasso la sua testa e si posizionò dietro il culo di Rosa Maria iniziando a leccarle ed a succhiarle l’orifizio anale che, in lei, è ancora vergine; Rosa Maria chiuse gli occhi rassegnata mentre Giacomo continuava a leccarle l'ano; con la sua lingua riuscì ad entrare per un po' dentro nel canale anale; subito dopo medio e indice di entrambe le mani scivolarono fino al buco del culo e, divaricatolo, lo tennero spalancato.
Giacomo continuò a massaggiarle l'ano, mentre Rosa Maria, sempre mantenendo la posizione alla pecorina, rimase in silenzio, forse per dimostrare la sua accondiscendenza...... dopo un po', sempre dolcemente, dopo averlo lubrificato con la saliva, infilò il dito indice dentro il canale anale: era stretto come tutti gli ani ancora integri, non ad usum al coito. Avvicinò la sua faccia al suo culo e sentì l'odore del suo buco posteriore, forte, tipico dell'ano; chi è dedito a leccare l'ano della compagna prima di incularla, mi potrà capire. Riprese quindi a leccarlo ritmicamente ingoiando la saliva dopo che la stessa si era insaporita; quindi appoggiò il glande inumidito con la saliva.

Rosa Maria: ho paura, ti prego non farmi male....

Giacomo: tranquilla non è il primo culo che rompo........

Fece pressione, ma niente. Fece una pressione maggiore, con molta forza, pian piano la punta entrò dentro, un colpo ancora e la parte superficiale dell'anello muscolare sfinterico si fratturò internamente, permettendo al suo bastone di entrarle tutto dentro l'intestino. Lei urlò dal dolore. Iniziò la monta e mentre la inculava ritmicamente le palpava le tette da tergo; il buco poco prima stretto, adesso era rotto ed abbastanza dilatato. Lei ormai esausta e rassegnata a subire, non opponeva resistenza. Ad un tratto si voltò verso di lui e lo guardò intensamente; aveva gli occhi pieni di lacrime, non stava godendo, ma soffriva maledettamente. Poco dopo Giacomo venne e le sborrò nel retto, che si riempì di sperma. Estrasse quasi subito la sua verga dal suo intestino e continuò ad eiacularle sulla schiena coprendola di calda e bianca sborra che subito le spalmò addosso.
Rosa Maria resto raggomitolata su se stessa, in silenzio, col culo rotto, si vedeva che sentiva dolore........

Rosa Maria: mamma mia mi hai distrutta!

Giacomo: e questo per te è distruggere? Ma che figura stai facendo fare al tuo compagno?

Rosa Maria: che c’entra lui adesso?

Giacomo: c'entra e come! Così fai passare l’idea che lui non ti soddisfi, che non è attrezzato a dovere, non so se mi spiego. La verità è che sei una donna che ha bisogno di essere scopata a dovere e spesso…..

Rosa Maria: può essere, non lo so; so però che ho bisogno di amore e di avere qualcuno che si prenda cura di me!

Giacomo: si ma adesso lo devi soddisfare, non potete andare via altrimenti
Io: anche perché sto esplodendo!

Rosa Maria: amore sono distrutta e tutta indolenzita, Giacomo mi ha strapazzata; cerca di essere delicato. Ti prego accompagnami a casa adesso.

Detto questo Giacomò l'avvicinò a se.

Giacomo: vieni voglio baciarti ancora.

Partì un bacio alla francese, poi un secondo, un terzo ed un quarto, poi iniziò a succhiarle avidamente il seno, poi ancora baci
A quel punto erano circa le sette del pomeriggio; si rivestirono non prima di essere andati in bagno a vuotare le vesciche. Andammo via poco dopo salutando Giacomo cordialmente.
Entrammo in macchia e subito calò il silenzio; sentivo la tensione aumentare, ma non capivo perché.

Io. Amore che c’è, che hai?

Rosa Maria: niente, lasciami stare.

Io: non capisco, cosa hai?
Rosa Maria: ecco appunto, non capisci, lascia perdere no ne voglio parlare.

Io: ma scusa mi era sembrato che ti fosse piaciuto, che ti fossi sentita a tuo agio! Si vedeva chiaramente che ti piaceva, hai anche goduto!

Rosa Maria: certo, mi è piaciuto, ho anche goduto, quando ci si trova dentro sul momento è così, ma adesso? Mi sento sporca, sono stata trattata da prostituta, anche picchiata con il benestare del mio uomo e devo essere contenta? Lasciamo perdere….

Io: a volte non ti capisco, credimi!

Rosa Maria: ecco, non mi capire… mamma che dolore….

Io: che hai?

Rosa Maria: mi scoppia la testa, dove quello mi ha colpito….

Io: fammi vedere…… cazzo hai un bel bernoccolo, appena arrivi a casa mettici del ghiaccio e casomai prendi un analgesico, è stato un bastardo a fare questo…

Rosa Maria: sei tu che glielo hai permesso, io non volevo più farlo.

Io: ma scusa, poi lui ti ha parlato e ti ha convinto, che ti ha detto?

Rosa Maria: che mi ha detto, che era l’unico modo per farti lasciare tua moglie, questo mi ha detto.

Sapevo che stava mentendo, che in realtà l’aveva ricattata minacciandola di rivelare che mi aveva tradito, ma non dissi niente: nella mia mente ormai si stava facendo strada l’idea di mollarla.

Rosa Maria: mi sento una troia, mi sento sporca, come fai tu ad essere così tranquillo sapendo che cosa è successo….. anche il culo mi ha rotto quel vecchio porco ed il culo lo avevo promesso a te quando saremmo andati a vivere insieme; ma a te tanto non frega nulla né di andare a vivere con me, né del mio culo, ecco perchè glielo hai permesso. Tra le altre cose quello mi avrà lacerato di dentro, mi fa un male cane. E ti dico un'altra cosa, non finirà qui, questo ci ricatterà e vorrà farlo ancora e chissà che cosa pretenderà. Sei stato uno stronzo, ti odio.
Iniziai a bestemmiare, del tipo porco D--, puttana del nemico di C------, M------ obesa, etc….

Rosa Maria: smettila di bestemmiare, sai fare solo questo………. Almeno taci.

Io: si hai ragione, meglio che non parlo più.

Restammo in silenzio finchè arrivammo sotto casa sua.

Rosa Maria: ok dai vado, ci sentiamo più tardi.

Io: ok amore dai, non ci pensare, quel tipo non ci disturberà più. Ah mettici il ghiaccio sul bernoccolo e prenditi un analgesico.

Rosa Maria: non lo so che devo prendere.

Io: cosa hai a casa, paracetamolo?
Rosa Maria: si dovrei averlo.

Io: ecco prendi quello. Ciao amore a dopo.

Rosa Maria: ciao, a dopo.

scritto il
2021-01-01
7 . 3 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.