Un ragazzo normalissimo. Il ricatto
di
masterAce
genere
dominazione
Ricordo che quanto scritto è un racconto di fantasia.
La festa di Halloween fu una sera strana. Ero contento per la scopata fatta con Anna, ma ero anche incazzato nero per la prof. Vederla mentre veniva scopata dal suo ragazzo dopo essersi fatta una striscia mi aveva molto deluso, ma allo stesso tempo mi aveva dato la possibilità di fare un video molto compromettente che avrei potuto sfruttare.
Il mercoledì della settimana successiva avevo preso appuntamento con la prof per delle ripetizioni pomeridiane a casa sua (avevo iniziato ad andare male nelle sue materie).
Quel pomeriggio la prof mi accolse in casa sua e iniziammo subito con una versione di latino. Ero distratto e lei se ne accorse.
«Federico tutto bene?» mi chiese.
«Veramente, prof, c’è una cosa che vorrei chiederle. È una cosa un po’ personale.».
«Dimmi tutto, vedrò se posso risponderti.».
«Lei fa spesso uso di droga, prof?».
Rimase pietrificata. Provò a farfugliare una risposta in cui negava che avesse mai preso sostanze, ma a quel punto tirai fuori il video con lei che sniffava e poi si faceva una scopata nel bagno della discoteca. Era rossa in viso, ma stavolta per la rabbia.
«Cosa significa questo? Chi ha fatto quel video?».
«Sono stato io! Mentre lei era intenta a divertirsi io ero nel cesso con il cazzo nella bocca di una ragazza! Non può immaginare la goduria di essere spompinato e avere il potere di ricattarla.».
Mentre dicevo quelle parole mi meravigliavo di me stesso, non ero mai stato così, ma la cosa ancora più sorprendente era che, vedendola così disperata e incazzata, il mio cazzo iniziò a indurirsi.
«Cosa vuoi per cancellarlo? Ti darò il massimo dei voti in tutte le mie materie!».
«Non voglio quello!».
«Allora cosa devo fare? Ti prego se quel video esce la mia vita sarà rovinata!».
Mi alzai dal tavolo e mi avvicinai a lei. Le accarezzai una guancia e le dissi: «Non voglio che la tua vita sia rovinata! Voglio che la tua vita sia mia.».
La prof restava in silenzio. Non aveva capito cosa intendessi.
«Ti spiego come andranno le cose adesso… d’ora in avanti mi darai del lei e dovrai obbedire ad ogni mio ordine. Tu sarai una mia proprietà e io sono molto geloso delle mie cose. Quindi lascerai quel coglione del tuo ragazzo e, se scopro che ti sei fatta, caricherò il video sulle chat della scuola. Chiaro?».
Fece cenno di sì.
«Vediamo se hai capito!».
Tirai fuori il cazzo già duro che svettava davanti alla faccia della prof. Senza che le dicessi niente, lo prese in bocca e iniziò a farmi un pompino. Era brava. Se lo infilava tutto in gola per poi toglierlo. Alternava leccate alla cappella, all’asta e persino ai coglioni.
«Che ninfomane che sei! Secondo me speravi che ti chiedessi di prenderlo in bocca.»
Non mi rispose, ma iniziò ad aumentare il ritmo del pompino. La presi per i capelli e, coordinato con lei, lo spingevo bene tutto in bocca fino ai coglioni. Sembrava che essere trattata così le piacesse.
Quando stavo per venire la fermai. Le dissi di spostare i libri e la tovaglia che erano sul bel tavolo di cristallo nel salotto della prof. Mi segai e venni copiosamente sul tavolo in cristallo.
«Pulisci ora!».
Si stava alzando per prendere uno straccio, ma la fermai.
«Ti ho detto pulisci!» e mimai il gesto di una leccata.
Obbedì e leccò via dal tavolo ogni gocciolina del mio seme, ingoiandolo.
«Molto bene! Vedo che hai capito come funzioneranno le cose d’ora in poi! Se fai la brava e obbedisci non dovrò nemmeno punirti!».
Raccolsi le mie cose e, dopo averle stampato un bacio in fronte, me ne andai dandole appuntamento per un’altra sessione pomeridiana la settimana dopo. Lascia l’appartamento della prof senza pagare le ripetizioni, in fondo non avevamo studiato per niente.
Continua…
La festa di Halloween fu una sera strana. Ero contento per la scopata fatta con Anna, ma ero anche incazzato nero per la prof. Vederla mentre veniva scopata dal suo ragazzo dopo essersi fatta una striscia mi aveva molto deluso, ma allo stesso tempo mi aveva dato la possibilità di fare un video molto compromettente che avrei potuto sfruttare.
Il mercoledì della settimana successiva avevo preso appuntamento con la prof per delle ripetizioni pomeridiane a casa sua (avevo iniziato ad andare male nelle sue materie).
Quel pomeriggio la prof mi accolse in casa sua e iniziammo subito con una versione di latino. Ero distratto e lei se ne accorse.
«Federico tutto bene?» mi chiese.
«Veramente, prof, c’è una cosa che vorrei chiederle. È una cosa un po’ personale.».
«Dimmi tutto, vedrò se posso risponderti.».
«Lei fa spesso uso di droga, prof?».
Rimase pietrificata. Provò a farfugliare una risposta in cui negava che avesse mai preso sostanze, ma a quel punto tirai fuori il video con lei che sniffava e poi si faceva una scopata nel bagno della discoteca. Era rossa in viso, ma stavolta per la rabbia.
«Cosa significa questo? Chi ha fatto quel video?».
«Sono stato io! Mentre lei era intenta a divertirsi io ero nel cesso con il cazzo nella bocca di una ragazza! Non può immaginare la goduria di essere spompinato e avere il potere di ricattarla.».
Mentre dicevo quelle parole mi meravigliavo di me stesso, non ero mai stato così, ma la cosa ancora più sorprendente era che, vedendola così disperata e incazzata, il mio cazzo iniziò a indurirsi.
«Cosa vuoi per cancellarlo? Ti darò il massimo dei voti in tutte le mie materie!».
«Non voglio quello!».
«Allora cosa devo fare? Ti prego se quel video esce la mia vita sarà rovinata!».
Mi alzai dal tavolo e mi avvicinai a lei. Le accarezzai una guancia e le dissi: «Non voglio che la tua vita sia rovinata! Voglio che la tua vita sia mia.».
La prof restava in silenzio. Non aveva capito cosa intendessi.
«Ti spiego come andranno le cose adesso… d’ora in avanti mi darai del lei e dovrai obbedire ad ogni mio ordine. Tu sarai una mia proprietà e io sono molto geloso delle mie cose. Quindi lascerai quel coglione del tuo ragazzo e, se scopro che ti sei fatta, caricherò il video sulle chat della scuola. Chiaro?».
Fece cenno di sì.
«Vediamo se hai capito!».
Tirai fuori il cazzo già duro che svettava davanti alla faccia della prof. Senza che le dicessi niente, lo prese in bocca e iniziò a farmi un pompino. Era brava. Se lo infilava tutto in gola per poi toglierlo. Alternava leccate alla cappella, all’asta e persino ai coglioni.
«Che ninfomane che sei! Secondo me speravi che ti chiedessi di prenderlo in bocca.»
Non mi rispose, ma iniziò ad aumentare il ritmo del pompino. La presi per i capelli e, coordinato con lei, lo spingevo bene tutto in bocca fino ai coglioni. Sembrava che essere trattata così le piacesse.
Quando stavo per venire la fermai. Le dissi di spostare i libri e la tovaglia che erano sul bel tavolo di cristallo nel salotto della prof. Mi segai e venni copiosamente sul tavolo in cristallo.
«Pulisci ora!».
Si stava alzando per prendere uno straccio, ma la fermai.
«Ti ho detto pulisci!» e mimai il gesto di una leccata.
Obbedì e leccò via dal tavolo ogni gocciolina del mio seme, ingoiandolo.
«Molto bene! Vedo che hai capito come funzioneranno le cose d’ora in poi! Se fai la brava e obbedisci non dovrò nemmeno punirti!».
Raccolsi le mie cose e, dopo averle stampato un bacio in fronte, me ne andai dandole appuntamento per un’altra sessione pomeridiana la settimana dopo. Lascia l’appartamento della prof senza pagare le ripetizioni, in fondo non avevamo studiato per niente.
Continua…
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