E il naufragar m'è dolce in questo mare.... 2
di
LaMonella
genere
dominazione
Cap. 2
Giorgio era completamente soggiogato dagli occhi di Melania e la seguì come un cagnolino fino ad un palazzo non troppo lontano, lei aprì il portone ed entrò nell’atrio, poi svoltò a destra e premette il pulsante dell’ascensore. Una volta entrati, schiacciò il pulsante dell’attico. Fecero tutto il tragitto in silenzio, con Giorgio che la sbirciava col cuore in gola.
Arrivati al piano, Melania aprì il portone blindato e si fece da parte per permettergli di entrare.
La casa era un grande openspace, luminosissimo.
Sulla destra c’era una grande parete attrezzata a cucina, tutta in acciaio inox, che ricordava molto quelle dei ristoranti, in mezzo un grande divano bianco a penisola con una mega tv davanti, sulla sinistra un letto big size dalle lenzuola nere e la coperta di un bianco abbacinante.
Tutte le pareti erano a vetri, tranne quella della cucina, così da permettere alla luce del sole di penetrare ovunque.
Melania gli disse di mettersi comodo e sparì dietro una porta che stava alla sinistra del letto.
Giorgio gironzolò per l’appartamento, avvicinandosi alle grandi finestre, godendo di uno spettacolare panorama su quella parte della città.
Ma non era il solo spettacolo che lo aspettava.
“Voltati, merda..”
Melania si era cambiata, indossava una guepiere di pizzo nero che lasciava scoperti i grossi seni, calze autoreggenti e stivali al ginocchio, aveva legato i lunghi capelli in una coda e teneva in mano un paio di manette.
Giorgio sentì una potente erezione premere dentro le sue mutande ed ebbe paura di venire in quell’istante.
Lei fece un cenno verso le sue mani, lui le allungò verso di lei e venne ammanettato dietro la schiena, poi strattonato bruscamente verso il letto.
Melania si sedette sul bordo, avvicinandolo a se. Il suo viso era esattamente all’altezza del suo bacino. Gli slacciò la cintura e poi calò con un sol colpo pantaloni e slip, rimanendo a guardare il pene che era sgusciato fuori eretto, nodoso e leggermente umido in punta.
“Sei già così eccitato merda?”
Lui deglutì e annuì senza riuscire a proferire parola.
Melania si avvicinò ancora di più al suo cazzo e lo prese in mano, a quel contatto lui sobbalzò leggermente ma non si ritrasse, così lei, mentre lo fissava negli occhi, iniziò a segarlo lentamente, per poi leccare tutta l’asta come fosse un gelato, arrivando in punta dove raccolse le prime goccioline del suo godimento.
A quel punto lo infilò tutto in bocca, facendolo arrivare fino in gola, roteando delicatamente la lingua tutto intorno mentre lo faceva uscire di nuovo.
Giorgio si fece scappare un lungo sospiro.
Melania a quel punto interruppe bruscamente il pompino e, fissando stavolta il cazzo, disse:
”Oggi non è decisamente la tua giornata…”
Giorgio era completamente soggiogato dagli occhi di Melania e la seguì come un cagnolino fino ad un palazzo non troppo lontano, lei aprì il portone ed entrò nell’atrio, poi svoltò a destra e premette il pulsante dell’ascensore. Una volta entrati, schiacciò il pulsante dell’attico. Fecero tutto il tragitto in silenzio, con Giorgio che la sbirciava col cuore in gola.
Arrivati al piano, Melania aprì il portone blindato e si fece da parte per permettergli di entrare.
La casa era un grande openspace, luminosissimo.
Sulla destra c’era una grande parete attrezzata a cucina, tutta in acciaio inox, che ricordava molto quelle dei ristoranti, in mezzo un grande divano bianco a penisola con una mega tv davanti, sulla sinistra un letto big size dalle lenzuola nere e la coperta di un bianco abbacinante.
Tutte le pareti erano a vetri, tranne quella della cucina, così da permettere alla luce del sole di penetrare ovunque.
Melania gli disse di mettersi comodo e sparì dietro una porta che stava alla sinistra del letto.
Giorgio gironzolò per l’appartamento, avvicinandosi alle grandi finestre, godendo di uno spettacolare panorama su quella parte della città.
Ma non era il solo spettacolo che lo aspettava.
“Voltati, merda..”
Melania si era cambiata, indossava una guepiere di pizzo nero che lasciava scoperti i grossi seni, calze autoreggenti e stivali al ginocchio, aveva legato i lunghi capelli in una coda e teneva in mano un paio di manette.
Giorgio sentì una potente erezione premere dentro le sue mutande ed ebbe paura di venire in quell’istante.
Lei fece un cenno verso le sue mani, lui le allungò verso di lei e venne ammanettato dietro la schiena, poi strattonato bruscamente verso il letto.
Melania si sedette sul bordo, avvicinandolo a se. Il suo viso era esattamente all’altezza del suo bacino. Gli slacciò la cintura e poi calò con un sol colpo pantaloni e slip, rimanendo a guardare il pene che era sgusciato fuori eretto, nodoso e leggermente umido in punta.
“Sei già così eccitato merda?”
Lui deglutì e annuì senza riuscire a proferire parola.
Melania si avvicinò ancora di più al suo cazzo e lo prese in mano, a quel contatto lui sobbalzò leggermente ma non si ritrasse, così lei, mentre lo fissava negli occhi, iniziò a segarlo lentamente, per poi leccare tutta l’asta come fosse un gelato, arrivando in punta dove raccolse le prime goccioline del suo godimento.
A quel punto lo infilò tutto in bocca, facendolo arrivare fino in gola, roteando delicatamente la lingua tutto intorno mentre lo faceva uscire di nuovo.
Giorgio si fece scappare un lungo sospiro.
Melania a quel punto interruppe bruscamente il pompino e, fissando stavolta il cazzo, disse:
”Oggi non è decisamente la tua giornata…”
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