Riparazione semplice ma anche ben gradita 2.
di
Checco752.
genere
etero
La nipote, che poi mi disse di chiamarsi Stefania, me la trovai sola in casa il pomeriggio e, casualmente, sua zia era fuori per spese, quindi ci trovammo soli e, dopo che io iniziai a lavorare, lei iniziò a ronzarmi intorno ed indossava una minigonna che copriva a mala pena il pube e quando si piegava in avanti, si notava bene il culo interamente scoperto. Ad un certo punto, non ne potei più e scesi dallo scalandrino poi, senza scrupoli l'afferrai ai fianchi e la baciai in bocca slinguandola intensamente, col cazzo che svettava nei calzoni spingendo in fuori. Lei mi tastò il cazzo e poi si divincolò dalle mia braccia e scese a slacciarmi i calzoni per poi prendersi in bocca lo svettante uccello che fu ciucciato fino a farmi sborrare una quantità tale da furiuscire agli angoli della sua bocca. Ma lei non si fermò, anzi, si sdraiò sul tavolo e si sfilò le mutandine spalancando le cosce ed invitandomi a scoparla. Lo feci subito, naturalmente, poi mi venne lo scrupolo se fosse stata vergine ed allora le infilai un dito in figa piano piano e lei subito si sbrodolò di umori ma io non volevo farla solo godera ma assicurarmi, appunto, che non fosse ancora intatta lì. Il dito entrò fino al punto dove si trova l'imene con scorrevolezza, quindi le chiesi infine se prendeva la pillola o dovevo prendere un profilattico. Lei mi disse che era troppo sorvegliata dalla zia e non teneva pillola, quindi passai ad infilarmi il guanto all'uccello svettante e glielo infilai tutto dentro in un colpo solo, facendola così sobbalzare gridando un poco ma dopo m'incitò a sfondarla duramente e non me lo feci ripetere, scopandola duramente. Solo quando sentì che stavo per sborrare, allora mi chiese di continuare dolcemente, lentamente ed io soddisfai le sue richieste e rimasi fermo dentro di lei sborrando sussultando dal piacere intenso. Certo, una fighina strettissima eccitava pazzamente e dopo le chiesi se aveva mai preso il cazzo nel culo e lì rimase un attimo zitta ma poi rispose che aveva voglia di provarlo ma aveva anche tanta paura di sentire dolore. La rassicurai che glielo avrei fatto io il culetto senza farla gridare di dolore ma anzi...di piacere! mentre ci baciavamo in bocca sentimmo scattare la serratura della porta ed era la zia, Luana, che tornava dalle spese. Stefania corse a chiudersi in bagno ed io mi allacciai la patta e finsi di stare a sbrogliare del filo elettrico. Luana mi salutò ed io risposi dicendole che il lavoro si ampliava ancora per difficoltà nuove ma l'importo lo lasciavo come stabilito, quindi lei sorrise e mi chiese della nipote ma le risposi che mi aveva aperto la porta poi era andata subito a studiare dicendomi che se avevo bisogno di qualsiasi cosa era a mia disposizione e lei sorrise nel sentire che Stefania stava studiando. Dopo io ripresi il lavoro e lei a sistemare la spesa. Poi venne da me e mi offrì un caffè e, durante il gustarselo, mi disse sottovoce che aveva pensato intensamente a farsi inculare da me ma solo a condizione che se avesse provato un dolore insopportabile, avrei dovuto fermarmi subito. Glielo promisi ed allora mi diede un bacio in bocca poi andò da Stefania a dirle che il mattino dopo io avrei usato il martello elettrico e quindi lei non avrebbe potuto ben studiare e le suggeriva di andare dalla sua amica a studiare insieme in pace. Stefania accettò e, quando al mattino arrivai da Luana, la trovai in vestaglia, calze e reggicalze, slippino rosso e seno scoperto. Le saltai letteralmente addosso e la tempestai di baci in bocca, sui seni, poi la presi in braccio ed andammo in camera da letto dove si tolse la vestaglia ed io mi denudai tutto sdraiandomi sopra di lei. La toccai alla figa che si bagnò tutta, poi le afferrai le natiche e le strizzai con foga, poi le leccai la figa facendola veniresubito e la rigirai a pancia sotto per leccarle l'ano che per spirito do conservazione si strinse quasi da imprigionarmi la lingua ma scivolai fuori e , insalivatomi l'Indice, glielo infilai in culo spingendo piano. Lei sobbalzò ma mi fermai e, tolto il dito dal culo andai a baciarla in bocca poi tornai a leccarle l'ano. Insalivai poi il cazzo e glielo appoggiai all'ano ma lei gridò che così mi faceva male ma io non volevo incularla solo con l'aiuto della saliva, infatti andai alla mia borsa dove avevo il tubetto del gel che presi e tornai in camera. Lì diedi una linga spalmata all'ano e sul glande, poi appoggiai il cazzo al suo bel culo ed inizia ad infilarlo dentro con dolcezza, lentezza e da dietro le baiavo il collo, la schiena e lì sapevo c'erano i centri nervosi assai sensibili alle carezze ai baci. Entrai in lei ancora di più poi mi fermai ma poco dopo riandai ancora più dentro e, solo quando sentii che il cazzo era penetrato interamente, allora mi fermai e tornando indietro, le diedi un colpetto penetrandola e lei ebbe un sussulto ma poi si rese conto di avere tutto il cazzo dentro di lei ed allora mi chiese di provare a darle dei colpi decisi e vedere se la faceva godere o soffrire. Iniziai, prima dolcemente ma poi fermamente ad incularla focosamente e lei quella volta gridò ma solo di piacere. Dopo che sborrai tantissimo, la rigirai e la scopai più volte, poi la rigirai ancora e la inculai in un solo colpo facendola gridare un pò per il dolore ma poi per il piacere. Avvicinandosi l'ora del pranzo ci rivestimmo e poi me ne andai via. Al ritorno in pomeriggio Luana mi disse che sarebbe stata fuori tutto il pomeriggio a giocare a carte dalle sue amiche ma Stefania era in casa. Luana uscì e subito si presentò a me Stefania, abbracciandomi e baciandomi con impeto. Poi mi disse all'orecchio che potevamo approfittate per per il culetto. Non mi misi a perdere tempo, data la gustosissima occasione creatasi e presi in braccio anche lei come sua zia prima, portandola sul letto dove la spogliai tutta ed altrettanto feci io. La baciai in bocca poi scesi a slinguarle la fighina che si dilatava alle leccatone che le davo intensamente, poi la feci girare a pancia sotto e le leccai il culo infilandole un dito dentro ma lei non si scompose affatto ed allora la mordicchiai sulle natiche, le stuzzicavo intanto il clitoride poi presi il gel che spalmai sul suo culo ed il glande che già era ben gonfio. La penetrazione fu per lei dolorosa dato il buchino strettissimo ma misi ancora più gel ed allora sentì meno dolore. La penetrai fino in fondo e, dato il dolorino che aveva provato, la lasciai riposare un poco, poi però la inculai nuovamente e le sborrai tutto dentro. Dopo due scopate le rimisi il cazzo difronte all'ano e lei quasi protestò ma le feci capire che il ferro va lavorato quando è caldo, ovvero, il culetto era stato sfondato ma il buchino andava ancora più allargato, quindi dovevo incularla subito per farla abituare ai cazzettini dei suoi coetanei ed anche ai grossi calibri come il mio, modestamente. Lei mi guardò con espressione di implorarmi a non incularla ma fui irremovibile e la possedetti con decisione ma senza farle provare più dolore ed allora alla fine mi si girò ed abbracciò ringraziandomi. La scopai nuovamente e lei poi volle offrirmi un bocchino ma ero allo stremo delle energie e quindi desistette dall'omaggio e riposammo entrambi.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Riparazione semplice ma anche ben gradita.racconto sucessivo
Il Liceo, la mia gioventù.
Commenti dei lettori al racconto erotico