Nella botte piccola c’è il vino buono. (due)
di
Mimmuccio23
genere
tradimenti
Nella palazzina dove abitavo io c’era un appartamentino mono locale vuoto, e la porta non era chiusa a chiave, con uno stratagemma riuscivo ad aprire, ogni tanto ci andavo e mi mettevo su una rete a spararmi delle seghe meravigliose, non c’era altro, sulla rete avevo messo una coperta così da non stare a contatto con la rete, pensai come potevo portarmela li per scopare una donna sposata e vogliosa di cazzo giovane, mi sono dimenticato di dirvi la sua età, aveva trentotto anni, non era bella ma una simpatica donna un po’ rugosa nelle mani da lavoratrice e da mamma che stava crescendo tre figli, ma ancora tanta voglia di dare e prendere amore. Lo dissi di questa soluzione e magari quando mio padre comprava il vino da loro io l’aiutavo a portare la cassetta fermandoci nell’appartamentino, ma avevamo poco tempo non poteva essere sufficiente. A lei le venne un idea chiedeva il permesso di uscire un po’ prima perché aveva il figlio più piccolo con la febbre, per poi venire da me. Due giorni dopo scatto il piano, io l’aspettavo già dentro, bussò alla porta e con meraviglia la vidi per la prima volta con un bel vestitino e soprattutto con scarpe con i tacchi, leggermente truccata era proprio messa bene. Ci abbracciammo e baciammo con trasporto, la presi in braccio e la portai dove c’era il letto, la feci sedere e subito abbassai la cerniera e presi il cazzo già bello eccitato senza dire nulla l’apri la bocca e comincio a leccare la mazza per un po’ ingoiava la mazza fino a metà, intanto l'aiutavo a svestire, rimase in reggiseno e gonna due tette bellissime erano imprigionate nel reggiseno, le tolsi anche quello è vidi sue splendide mammelle con due capezzoli rigidi induriti dal suo arrapamento. Ebbi voglia di toccarle e toccarle finalmente due vere tette, non quelle delle ragazzine che frequentavo. La feci sdraiare e prese nelle mani le guardavo tintillavo i capezzoli succhiavo avidamente lei accarezzava la mia testa accompagnando i movimenti. Intanto con la mano destra era scesa in mezzo alle sue cosce per toccare la sua figa era bagnata. Mi disse rogliii la gonna così stai più comodo, togliendo la gonna mi si presentò uno spettacolo reggicalze nero mutandine di pizzo nero e calze nere, aveva un monte al posto della figa aveva un ciuffo di peli neri meraviglioso, mi disse toglimi le mutande e leccami la fica. Non l’avevo fatto mai, mi tuffa in mezzo alle sue gambe che intanto aveva aperto cominciai a leccare un sapore di muschio aspro ma buono ad ingoiare. La sentivo mugolare le piaceva il servizio, con voce roca mi disse prendimi fammi godere, non l’avevo fatto mai si vede che la natura ti porta naturalmente a fare cos’è mai fatte. Lasciai di leccare la figa, e presi il cazzo un po’ impacciato, sentii la sua mano prendere il cazzo in mano mi fece una piccola sega per indurire il pezzo di carne lo punto prima sul clitoride ruotando intorno e poi lo punto’ all’entrata della figa, un colpo di reni da parte sua e una da parte mia il cazzo entro tutto dentro venti centimetri di carne, un urletto le uscì dalla bocca, lei comincio a muoversi era una sensazione bellissima sentivo il cazzo dentro ad una stufa che emetteva calore cominciando ad entrare ed uscire lentamente mi faceva sentire dietro la mia nuca una sensazione mia provata, lei era fuori controllo si agitava e con un lamento pieno di goduria la sentivo che era venuta infatti la sua vagina contraendosi mi tringeva il cazzo. Non resistevo più le dissi sto per venire che faccio lo esco?, no stai dentro voglio sentirmi piena della tua sborra, se mi metti in cinta sarò felice di fare a quel cornuto di mio marito un altro figlio. Poco dopo eruttai tanta di quella sborra che fuorusciva dalla fica. Accasciato su di lei mi sentivo accarezzato e baciato in uno orecchio, grazie amore sei stato bravo sarai un grande scopatore e poi con quel cazzo le farai felici, voglio farti felice ti voglio dare il mio culo ancora vergine, non oggi in altra volta se tu vuoi, ma come se tu vuoi, e quando mi capiterà in altra donna sposata che per giunta ti darà un figlio. (continua)
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