Mexican Radio (parte uno)

di
genere
interviste

Ascoltatrici e ascoltatori, anche questa notte è una buona notte all’ascolto di Mexican Radio, la trasmissione dove si racconta la vera trasgressione.
Come sempre la vostra Marialuce, è qui per proporvi un personaggio e una storia in sintonia con queste ore notturne, una storia border line, che ci verrà raccontata senza filtri e senza censure dalla protagonista di questa puntata, che è qui con me e che dopo il brano che ascoltiamo che dà anche il nome alla nostra trasmissione, Mexican Radio, dei Wall of Woodu.
Bene come vi dicevo, la protagonista di questa notte è qui con me e si chiama Adele, ciao Adele come stai?
Molto bene grazie, soprattutto per avermi invitata, e dato la possibilità di raccontare la mia storia.
No Adele siamo noi che ti dobbiamo ringraziare.
Intanto potresti dirci se vuoi ,l’età e qual è il tuo lavoro.
Insomma l’età non andrebbe mai chiesta ad una signora, in ogni caso, vado per gli anta avanzati, e faccio la escort, insomma sono una prostituta.
Quindi fai sesso per denaro?
Certo, è il mio lavoro.
E’ da molto che lo fai?
Ho iniziato che avevo diciotto anni, direi che è una vita.
E com’è stato questo inizio, ce lo vuoi raccontare?
Guarda è stato per puro caso, sembrerebbe incredibile me è così.
Come per caso?
Si certo, era una sera d’estate, quelle serate torride in cui non si respira, ero uscita per prendere un poco di frescura, ricordo avevo una canottierina, e una corta gonna di jeans.
Mi presi un gelato e mi sedetti su di una panchina, lungo un viale, mi sembrava che ci fosse un po’ di refrigerio. Finito il gelato ero lì che mi godevo la frescura, quando si ferma un auto di fronte a me.
Dentro c’era un ragazzo, biondino con gli occhiali, che mi sorride e mi chiede quanto voglio.
Insomma quello non era un posto di malaffare ed io proprio non ci pensavo ad una cosa del genere.
Poi sai, le mie esperienze sessuali erano limitate, l’avevo fatto un paio di volte con un mio coetaneo, quegli approcci sessuali tra adolescenti, giusto per essere sverginata.
Quindi come puoi ben capire per un attimo restai impietrita, insomma lo guardai senza saper bene cosa fare.
Lui invece mi guarda e risoluto mi dice, allora che vogliamo fare?
In quel momento senza sapere bene come, scattò una molla, mi alzai e saltai nell’auto.
Non ci credo, l’hai fatto davvero, così senza averci pensato prima?
Te lo giuro, poi mi sono accorta che questa era la vita che ho sempre voluto.
E poi com’è andata?
Sono salita, lui era davvero giovane, molto timido, ho sempre pensato che anche per lui fosse la prima volta.
Ho improvvisato, gli ho detto di dirigersi in un parcheggio tra i capannoni , una strada che conoscevo e in cui andavo a correre ogni tanto.
Giunti lì ha preso il portafoglio e mi ha allungato cinquanta mila lire, che in tutta non fretta ho riposto nel borsellino.
Come puoi immaginare non avevo i preservativi, ma fino a quel momento non ci avevo pensato.

Lui ha abbassato i pantaloni ed è spuntato fuori un bel pisellotto già duro e pronto.
Ho iniziato a masturbarlo, con una mano, mi ero messa in ginocchio sul sedile, e gli guardavo il glande entrare e uscire fuori dal prepuzio, glielo maneggiavo piano, lui ha cercato di mettermi una mano in mezzo alle cosce, forse mi ha toccato la fica, non ricordo bene.
Poi all’improvviso è venuto, un fiotto enorme, ho continuato a muovere la mano, fino a quando ha smesso di pulsare.
Ho cercato di scusarmi, per averlo fatto venire in quel modo, senza nemmeno scopare, ma lui è diventato tutto rosso, ha farfugliato qualcosa, ha rimesso in moto, e in un attimo siamo tornati alla panchina.
Insomma ti è andata bene…..
Direi di si, in ogni caso tornai a casa tremendamente eccitata, l’idea che mi avevano pagata per fare del sesso, mi dava alla testa, a letto mi sono toccata, e ho deciso che l’avrei rifatto anche la sera dopo.
In un distributore automatico comprai dei preservativi, e mi rimisi sulla solita panchina.
Forse qualcuno mi aveva notata, non saprei dire, magari mi avevano vista salire e ritornare, so solo che dopo un po’ si ferma un auto, questa volta c’è un tipo di mezza età con un bel panzone, che mi sorride e mi rivolge la fatidica domanda.
Vista la sera prima, chiedo cinquanta mila lire, e quello mi dice di salire.
Lo riporto nel solito posto, mi faccio dare i soldi, e tiro fuori un preservativo.
Lui abbassa i pantaloni, ha un cazzetto piccolino, prendo il preservativo, e mi sembra di infilarlo sul manico di scopa, con cui mi ero esercitata il pomeriggio.
Reclino il sedile, e dopo essermi sfilata le mutandine spalanco le cosce, lui mi sale sopra, e me lo infila con decisione.
Mi accorgo che mi piace, mi sono bagnata per la situazione, sono eccitata, gli dico di sbattermi forte, che ho voglia di godere.
Non se lo fa ripetere due volte e mi pompa bello deciso, anche se dopo forse una decina di colpi viene senza ritegno, sbuffando e rantolando come un maiale.
Insomma queste sono state le prime volte che l’hai fatto per denaro?
Possiamo dire così, ho continuato per il resto dell’estate sulla panchina, mi sono creata un piccolo giro di clienti, anche il ragazzo con gli occhiali è tornato, l’abbiamo rifatto come si deve, con lui ho avuto il primo orgasmo durante un rapporto sessuale.
Con i primi freddi ho compreso che se volevo continuare avrei dovuto cambiare modo, trovare un posto al chiuso, al caldo e al riparo.
Avevo messo da parte qualche soldo, per cui presi in affitto un monolocale, e misi degli annunci sulle pubblicazioni che si usavano allora, ancora non c’erano i siti su internet con le escort.
Feci mettere il telefono, ci andavo il pomeriggio, con la scusa di studiare, dalle due fino alle sette e mezza.
Dopo qualche tempo avevo già un bel giro di clienti, mi piaceva farlo, iniziai a praticare il sesso orale, mi veniva tutto naturale, come se avessi sempre saputo come si sarebbe dovuto fare.
Quindi il tuo si è rivelato subito un per così dire talento naturale?
Si potremmo anche dire cosi’.
Presto compresi però che la città dove vivevo era troppo piccola e provinciale,per un po’ mi andò bene, mi arrivavano perlopiù sconosciuti, o persone che avevo casomai intravisto, ma nessuna conoscenza vera o diretta.
Che hai fatto a quel punto?
Decisi di smettere, avevo messo da parte un bel gruzzoletto, pensai di finire il liceo, ma nei miei piani c’era l’idea di trasferirmi, in qualche grande città del nord, con la scusa di aver trovato un lavoro, poterlo fare a tempo pieno in qualche posto dove fossi una sconosciuta.
Bene, ora cari radioascoltatori faremo una breve pausa musicale, con questo brano di psichedelica californiana targato Quick Silver, il brano è Happy Trail, non scappate, dopo continueremo con la storia della nostra amica Adele.
Siamo ancora qui con Adele, la nostra amica escort che ha deciso di raccontarsi a Mexican Radio.
Dunque eravamo rimaste al momento in cui hai terminato il liceo, e poi?
Iniziai a fare qualche viaggio a Milano, per vedere com’era l’ambiente, sbirciavo tra gli annunci, vidi che gli appartamenti dove le squillo lavoravano, erano tutti centrali, il mio timore era che ci fosse qualche sorta di organizzazione a gestire il lavoro, che si sarebbe presentato qualcuno ad offrire protezione.
Decisi comunque di rischiare, e mi andò bene, quelli erano anni in cui la criminalità organizzata aveva abbandonato il racket della prostituzione, e ancora non erano arrivati i rumeni e gli albanesi.
Presi in affitto un appartamentino vicino a porta Ticinese e mi trasferii.
A casa dissi di aver trovato lavoro in una azienda di import export, misi i miei bravi annunci, allora andavano forte le pagine interne del Corriere, e Seconda Mano.
Decisi fin da subito di puntare su una clientela in grado di spendere molto, e feci bene.
Chiedevi molti soldi?
Si chiedevo molto, ma ero giovane, bella e fresca, porcella da morire, facevo tutto quello che era contemplato nei rapporti tra cliente e prostituta.
Avevo questa capacità naturale di godere anche io assieme al cliente, concedevo tutto, spesso venivano per stare tutta la notte, li spremevo come limoni.
E quanto chiedevi per una notte?
Beh sai dipendeva dai clienti, qualche volta anche un milione delle vecchie lire, due milioni per un week end, alcuni mi volevano portare con loro, al mare o al lago, in alberghi di lusso, tutto pagato e trattata come una signora, poi a letto diventavo la loro puttana.
Accidenti, avrai messo da parte un bel po’ di soldi allora!
Si diciamo che all’epoca stavo parecchio bene. Mi comprai una mansarda in zona Brera, avevo la Maserati, pellicce, vestiti firmati, insomma una gran signora.
E a casa che dicevano?
Non sapevano nulla, ogni tanto andavo a trovarli, noleggiavo un utilitaria e mettevo vestiti normali, quelli che usavo per andare a fare la spesa.
Mi chiedevano le solite cose, se avessi il fidanzato, quando mi sarei sposata, rispondevo che pensavo soltanto al lavoro.
Che successe dopo?
Entrammo nell’euro, iniziarono ad aprire i primi siti di escort, il lavoro si spostò nella rete.
Mi ricordo feci un servizio fotografico pazzesco con uno dei fotografi più in voga di Milano, che poi diventò anche mio cliente, per certi versi diventai ancora più selettiva, il milione di lire diventò mille euro, un mio cliente mi fece aprire un conto in svizzera, un altro che faceva lo spallone ogni due settimane portava i soldi che altrimenti qui non sapevo più dove sistemare.
Quindi andava tutto alla stragrande?
Certo, solo che come sempre nella vita quando le cose vanno troppo bene succede qualcosa di imprevisto che ti fa sbarellare.
E cosa ti è successo?
Per la prima volta mi sono innamorata, ma non di un uomo, di una donna.
Non ci credo, mi stai prendendo in giro……e chi era o chi è questa donna?
Come l’hai conosciuta? Dai raccontaci!
Era la moglie di un mio cliente…..
Non ci credo!!!
Purtroppo si ora ti racconto come è andata.
Si accorse che ci frequentavamo, forse lo fece pedinare non ho mai capito, in ogni caso, un giorno mi squilla il cellulare, quello che usavo per lavoro, con il numero che avevo messo nel sito internet, e sento questa voce di donna, calda e sensuale, che mi chiede se sono Patrizia, era il mio nick name, e di aver visto le fotografie nel sito, sono molto bella, e se incontro anche le donne.
Eri mai andata con una donna?
No era la prima volta che mi capitava, come quasi tutte qualche pensiero erotico in quel senso l’avevo fatto, ma in realtà non ci avevo mai pensato, e mai avrei creduto che qualche donna potesse essere interessata a pagarmi per fare sesso.
Restai un attimo titubante,ma poi come successe quella sera sulla panchina, ho agito senza pensare e le dissi che le incontravo .
Fissammo un appuntamento, per il giorno dopo, per il pomeriggio, cinquecento euro per due ore.
Mi disse di non truccarmi, né di mettere vestiti provocanti, mi voleva trovare con la tuta e la maglietta che si tengono in casa la sera quando ci si rilassa dopo il lavoro.
Però, una cosa inusuale e strana!
Lo pensai anche io, ma per me fino a quel momento era soltanto un lavoro, e mi sarei anche tolta lo sfizio di scoprire com’era farlo con una donna.
E come fu?
Quando ho aperto la porta mi sono trovato di fronte questa donna , bellissima, fascinosa, vestita Armani, gioielleria in platino, caschetto nero, calza velata, ai piedi scarpa di Prada.
Per un attimo sono rimasta immobile quasi folgorata, e lei ridendo, sapendo di aver fatto colpo mi chiese se non la facevo entrare!
Ti ha subito colpita nel segno, dunque era davvero così affascinante?
Molto, ma il bello doveva ancora venire, anche se poi quel bello si sarebbe trasformato in una mezza rovina.
Molto bene ascoltatrici e ascoltatori, ora faremo una breve pausa, con un vecchio brano dei Pink Floyd, See Emily Play, ascoltatelo, e poi continueremo con l’affascinante e sorprendente Adele!
scritto il
2021-03-21
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