Memory of the young boy
di
Gloria1951
genere
sentimentali
In ricordo di quella vacanza donai al giovane un paio di poster dove ero ritratta, immaginandomelo di fronte ad essi intento a masturbarsi altre innumerevoli volte dopo averli appesi nella sua stanza rammentandosi di quella che era stata la ben più concreta realtà delle mie forme.
Passò diverso tempo da quella volta quando, mentre mi recavo ad una delle mie sedute di posa presso l’anziano amico, venni raggiunta da una voce quasi nota che mi convinse a fermarmi .
Non senza stupore riconobbi in quell’aria scanzonata il giovane della spiaggia che a distanza di tempo riuscì subito, attraverso quel suo sguardo malizioso a farmi sentire nuovamente a disagio.
Scrutandomi dalla punta dei capelli a quella delle scarpe, penetrandomi come se fossi completamente nuda, mi disse che quasi non mi aveva subito riconosciuta così elegantemente vestita, aggiungendo che la mia bellezza così risultava ancora più dirompente, facendomi immediatamente trasalire nel ricordo di quanto avvenuto.
Ringraziandolo per il garbato complimento, ed aggiungendo subito che andavo di fretta, non potei tuttavia negargli un passaggio quando mi chiese se poteva accompagnarmi anche solo per un breve tratto, raccontandomi di come mi avesse ancora davanti agli occhi ogni volta che guardava i mie poster.
Era innegabile quanto quel giovane riuscisse a farmi avvertire inusuali sensazioni emotive, ed anche mentre guidavo sentivo il suo sguardo posarsi sulle gambe perfettamente inguainate in un collant molto velato che, scoprendomi molto pericolosamente le cosce, mi fece immediatamente rammentare come oltre a ciò non avessi indossato alcun altro indumento più intimo.
La caparbia curiosità del giovane mi spinse a raccontare dove mi stessi in quel momento recando, facendomi confessare anche del reale motivo, percependone nel contempo la sorpresa al solo pensiero che il mio compagno non fosse geloso del fatto che un’altra persona mi ritraesse in quel modo, rimanendo per un bel po’ in pensieroso silenzio.
Il sottofondo musicale della colonna sonora proveniente dall’autoradio lo ridestò, fornendogli un più chiaro pretesto per chiedermi se a mia volta avessi saputo muovermi con la sinuosa audacia della protagonista di quel film che, spogliandosi così audacemente di fronte al proprio ammiratore aveva saputo esaltare in tal modo tutta la propria prorompente femminilità.
Giunti ormai quasi a destinazione, sorridendogli vaga, promisi che gli avrei sicuramente fornito una risposta più esaudiente al quesito se, alla prossima volta che fosse ancora capitato di incontrarci me ne avesse fatta memoria, lasciandogli, quale ulteriore pegno prima del congedo, ben stampato su una guancia la forma delle mie labbra con il segno del mio rossetto.
Quando raccontai ad R. dell’accaduto si eccitò immensamente come avevo previsto, facendomi immaginare, con la consueta complicità che ne caratterizzava le morbose fantasie, quanto avrebbe potuto rivelarsi molto eccitante la condivisione di esperienze così inusuali.
Insensatamente stimolata dalle esortatazioni alla trasgressione, anche dal mio stesso compagno, quando qualche mese più tardi me lo ritrovai di fronte, uscendo dallo studio dell’anziano amico, non feci molto per evitarne l’approccio, rimanendo ancora una volta stupita dalla costanza con la quale mi confessò di essersi a lungo appostato nella speranza di potermi rivedere.
In quel frattempo mi disse di essersi iscritto ad un corso di fotografia, proprio stimolato dall’immagine che aveva di me, aggiungendo che tuttavia non gli era ancora riuscito di convincere qualche sua coetanea a posare come lui avrebbe voluto.
Nonostante la giovanissima età dimostrava già di possedere insite in lui quelle doti che lo avrebbero fatto sicuramente divenire un perfetto maiale, tanto che, nel rammentarmi della promessa fattagli riuscì anche a carpirmi quella ulteriore di acconsentire a che mi potesse a propria volta ritrarre, adduncendo inconfutabilmente che in fondo già era a perfetta conoscenza di come ero fatta.
Quella affermazione ebbe l’effetto di produrre in me una sorta di ulteriore imbarazzo, oltre che per la notevolissima differenza di età che vi era tra noi, anche nell’incertezza sul dove una simile cosa avrebbe potuto farmi approdare.
Sempre più incalzante mi fece sapere che i suoi genitori si sarebbero assentati durante il successivo week and, offrendogli in tal modo la più assoluta delle occasioni per poter gestire tale evento nella più assoluta tranquillità.
Ancora una volta il desiderio di voler sperimentare situazioni molto insolite ebbe il sopravvento sulla razionalità, ponendomi nella vulnerabile condizione di aderire a quella insensata proposta, convenendo le modalità per darvi un vero seguito.
Presentandomi come stabilito venni accolta dal giovanissimo estimatore con grande entusiasmo pur non riuscendo del tutto a mascherare la propria emozione alla sola idea che entro breve avrebbe potuto finalmente coronare un altro suo sogno.
Inizialmente, tanto per rompere gli indugi e permettergli di acquisire maggiore dimestichezza con la situazione che si andava concretizzando, mi disposi in pose più che normali in modo da consentire che potesse prendere ulteriore confidenza con ciò che andavamo eseguendo.
Quando poi, una volta riacquisita la tranquillità necessaria riuscì a comprendere che sarei stata a quel gioco, decise di sancirne le regole stabilendo che fosse giunto il momento per iniziare a pretendere ancora di più.
Uno alla volta lasciai cadere a ritmo di quella musica che avevamo ascoltato nell’auto, ogni singolo indumento, iniziando con il farmi scivolare la gonna lungo le gambe inguainate nelle autoreggenti di tonalità in perfetta simbiosi con il candore della biancheria intima indossata per l’occasione.
Poi fu la volta della giacca, della camicetta, del reggiseno ed infine anche dello slip, quale ultimo baluardo a protezione della mia integrità, mentre gli scatti si susseguivano unitamente agli elogi eloquenti che, accompagnando la mia svestizione conferivano un alone di ulteriore fascino ad un simile evento.
Coperta dalle sole autoreggenti ed in bilico sulle elevatissime calzature dal tacco vertiginosamente appuntito, chiesi se così gli poteva finalmente bastare, domandandogli anche l’utilizzo che ne avrebbe fatto delle foto, immaginando che potesse farsene vanto con altri suoi stessi coetanei, facendomi trasalire al solo pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere nel caso fossero poi sate anche divulgate.
Rassicurata dalla garanzia che le avrebbe tenute per se, mi volle condurre nella sua stanza per mostrarmi i poster appesi alle pareti, pregandomi di seguirlo senza però ancora rivestirmi, perché desiderava immortalarmi anche in quel luogo, ponendo come fondale proprio tali ritratti.
Assecondandolo mi lasciai condurre dove desiderava, anche se la mia nudità ora mi faceva improvvisamente sentire ancora più vulnerabilmente esposta alle sue particolari attenzioni.
Una volta nella stanza infatti il giovane non riuscì a trattenere oltre la crescente passione che nutriva nei miei confronti, esprimendo in maniera sempre più palese il proprio evidente disagio di fronte a quella che giudicava una prorompente bellezza capace di riempire le sue fantasie al punto dal confessare di non saper più intrattenere soddisfacenti rapporti con le proprie coetanee.
Seduta sul letto di fianco a lui, rendendomi sempre più conto di essere nuda mentre lo ascoltavo, iniziai a provare imbarazzo quasi che mi fossi solo allora resa finalmente conto di essere stata l’artefice di quelle provocatorie emozioni che avevo alimentato in maniera sicuramente eccessiva.
Ero troppo vicina per potergli impedire di sfiorarmi le ginocchia e come paralizzata lasciai che potesse poggiarvi completamente la mano avvertendo il trepidante contatto attraverso la leggerissima guaina di nylon che separava le sue dita dalla mia ormai fremente epidermide.
Audacemente prese coraggio risalendo lentamente sino alla balza di pizzo elasticizzato senza fermarsi neppure quando gli domandai senza troppa convinzione cosa stesse facendo.
Nel più assoluto silenzio si chinò di fronte a me liberandomi delle scarpe e poi senza indugiare mi sfilò completamente le calze facendomi sentire molto più nuda di quanto già non fossi di fronte ai sui sguardi ancora più penetranti.
Il mio vello dorato divenne subito oggetto delle sue ulteriori attenzioni mentre, accarezzandomi la curatissima rasatura del pube, la rugiada delle mie labbra andava comunicandogli l’eccitazione crescente che ormai si stava impadronendo incondizionatamente di me.
Non mi opposi a che le sue dita ne varcassero l’umida consistenza facendomi gemere di improvvisa emozione a quel tocco leggero che lentamente spingendosi sempre più nelle mie abissali profondità mi andava esplorando con estrema determinazione.
La sua bocca mi avviluppò un capezzolo rendendolo ancora più turgido di passione, iniziando voracemente a succhiarlo come avrebbe fatto un fanciullo aggrappato al seno materno alla spasmodica ricerca di appagare la propria famelica necessità alimentare.
Le sue dita ora si muovevano con maggiore intensità quasi avesse velocemente appreso quale fosse stato il mio punto più nevralgico da stimolare.
Incapace di opporgli resistenza nella piena consapevolezza di non poter ormai impedire l’inevitabile epilogo lo osservavo mentre spogliandosi frettolosamente non distoglieva lo sguardo dal mio corpo quasi nel timore che potesse improvvisamente svanire la magia che si stava componendo.
Il suo pene, già in perfetta erezione, assunse ulteriore consistenza quando, proteso alla volta della fessura arrendevolmente dischiusa per riceverlo, si compresse in simbiotica unione alle mie labbra ancora più fradice per le manipolazioni subite, e mentre spavaldamente ne varcava la soglia, senza attendere alcuna autorizzazione, trapassandomi impietosamente senza altri riguardi, con un gemito di consenso gli ordinai di sbattermi ferocemente come meritavo.
Esortato dalla mia completa arrendevolezza prese a percorrermi con impetuosa foga eiaculandomi immediatamente in corpo tutto il proprio rovente piacere.
Comprensibilmente avvilito per la pochezza di quella sua prestazione, schernendosi all’attenuante che la mia eccessiva bellezza non gli aveva permesso di contenere le proprie emozioni si adagiò sopra di me supplicandomi di tenerlo ancora nel grembo.
Confortandolo del fatto che quanto accaduto era cosa comune anche ad altre persone ben più adulte di lui, che a loro volta poste di fronte ad una analoga occasione non avevano saputo dominare i loro istinti, lo accarezzai dolcemente, ed iniziando ad autostimolarmi sulla clitoride, lo tranquillizzai sino ad ottenerne la completa ripresa, questa volta guidandolo io stessa con le tempistiche necessarie a permettergli di sentire quanto mi avrebbe fatto godere.
Dimostrandosi molto più acorto, senza rinunciare al piacere di assaporare il mio palato con la voluttuosa voracità della lingua, proponendosi con sorprendente determinazione a porre l’ulteriore suggello a quel perentorio possesso, mi condusse docilmente dove consapevole desideravo ormai giungere.
Quando il mio ansimare si fece ancora più intenso, anticipandogli attraverso gli spasimi di essere ormai prossima per venire, a propria volta, dopo avermi sentita urlare tutta la pregressa passione, esortato dal mio febbrile incitamento, mi irrorò nuovamente le viscere conducendomi all’unisono ad un indescrivibile orgasmo.
Solo più tardi, quando confidai al mio compagno di aver condiviso realmente tutto ciò che anche nelle sue fantasie più perverse aveva costituito argomento di morbosa eccitazione, lo trovai pronto ad ammettere, con la consueta complicità, di provare grande emozione nell’apprendere le modalità attraverso le quali si era concretizzata quella mia nuova esperienza.
Nella consapevolezza di farlo impazzire gli fornii allora una esplcita dimostrazione di come, dopo l’amplesso, avevo gratificato analogamente anche il giovane amante, dando saggio ulteriore delle mie esclusive capacità orali, andando alla degustazione della protuberanza adolescenziale senza alcuna reticenza, sino a suggerne la tiepida linfa che, ingollata integralmente, gli fornì un altro segno della mia assoluta compartecipazione.
Passò diverso tempo da quella volta quando, mentre mi recavo ad una delle mie sedute di posa presso l’anziano amico, venni raggiunta da una voce quasi nota che mi convinse a fermarmi .
Non senza stupore riconobbi in quell’aria scanzonata il giovane della spiaggia che a distanza di tempo riuscì subito, attraverso quel suo sguardo malizioso a farmi sentire nuovamente a disagio.
Scrutandomi dalla punta dei capelli a quella delle scarpe, penetrandomi come se fossi completamente nuda, mi disse che quasi non mi aveva subito riconosciuta così elegantemente vestita, aggiungendo che la mia bellezza così risultava ancora più dirompente, facendomi immediatamente trasalire nel ricordo di quanto avvenuto.
Ringraziandolo per il garbato complimento, ed aggiungendo subito che andavo di fretta, non potei tuttavia negargli un passaggio quando mi chiese se poteva accompagnarmi anche solo per un breve tratto, raccontandomi di come mi avesse ancora davanti agli occhi ogni volta che guardava i mie poster.
Era innegabile quanto quel giovane riuscisse a farmi avvertire inusuali sensazioni emotive, ed anche mentre guidavo sentivo il suo sguardo posarsi sulle gambe perfettamente inguainate in un collant molto velato che, scoprendomi molto pericolosamente le cosce, mi fece immediatamente rammentare come oltre a ciò non avessi indossato alcun altro indumento più intimo.
La caparbia curiosità del giovane mi spinse a raccontare dove mi stessi in quel momento recando, facendomi confessare anche del reale motivo, percependone nel contempo la sorpresa al solo pensiero che il mio compagno non fosse geloso del fatto che un’altra persona mi ritraesse in quel modo, rimanendo per un bel po’ in pensieroso silenzio.
Il sottofondo musicale della colonna sonora proveniente dall’autoradio lo ridestò, fornendogli un più chiaro pretesto per chiedermi se a mia volta avessi saputo muovermi con la sinuosa audacia della protagonista di quel film che, spogliandosi così audacemente di fronte al proprio ammiratore aveva saputo esaltare in tal modo tutta la propria prorompente femminilità.
Giunti ormai quasi a destinazione, sorridendogli vaga, promisi che gli avrei sicuramente fornito una risposta più esaudiente al quesito se, alla prossima volta che fosse ancora capitato di incontrarci me ne avesse fatta memoria, lasciandogli, quale ulteriore pegno prima del congedo, ben stampato su una guancia la forma delle mie labbra con il segno del mio rossetto.
Quando raccontai ad R. dell’accaduto si eccitò immensamente come avevo previsto, facendomi immaginare, con la consueta complicità che ne caratterizzava le morbose fantasie, quanto avrebbe potuto rivelarsi molto eccitante la condivisione di esperienze così inusuali.
Insensatamente stimolata dalle esortatazioni alla trasgressione, anche dal mio stesso compagno, quando qualche mese più tardi me lo ritrovai di fronte, uscendo dallo studio dell’anziano amico, non feci molto per evitarne l’approccio, rimanendo ancora una volta stupita dalla costanza con la quale mi confessò di essersi a lungo appostato nella speranza di potermi rivedere.
In quel frattempo mi disse di essersi iscritto ad un corso di fotografia, proprio stimolato dall’immagine che aveva di me, aggiungendo che tuttavia non gli era ancora riuscito di convincere qualche sua coetanea a posare come lui avrebbe voluto.
Nonostante la giovanissima età dimostrava già di possedere insite in lui quelle doti che lo avrebbero fatto sicuramente divenire un perfetto maiale, tanto che, nel rammentarmi della promessa fattagli riuscì anche a carpirmi quella ulteriore di acconsentire a che mi potesse a propria volta ritrarre, adduncendo inconfutabilmente che in fondo già era a perfetta conoscenza di come ero fatta.
Quella affermazione ebbe l’effetto di produrre in me una sorta di ulteriore imbarazzo, oltre che per la notevolissima differenza di età che vi era tra noi, anche nell’incertezza sul dove una simile cosa avrebbe potuto farmi approdare.
Sempre più incalzante mi fece sapere che i suoi genitori si sarebbero assentati durante il successivo week and, offrendogli in tal modo la più assoluta delle occasioni per poter gestire tale evento nella più assoluta tranquillità.
Ancora una volta il desiderio di voler sperimentare situazioni molto insolite ebbe il sopravvento sulla razionalità, ponendomi nella vulnerabile condizione di aderire a quella insensata proposta, convenendo le modalità per darvi un vero seguito.
Presentandomi come stabilito venni accolta dal giovanissimo estimatore con grande entusiasmo pur non riuscendo del tutto a mascherare la propria emozione alla sola idea che entro breve avrebbe potuto finalmente coronare un altro suo sogno.
Inizialmente, tanto per rompere gli indugi e permettergli di acquisire maggiore dimestichezza con la situazione che si andava concretizzando, mi disposi in pose più che normali in modo da consentire che potesse prendere ulteriore confidenza con ciò che andavamo eseguendo.
Quando poi, una volta riacquisita la tranquillità necessaria riuscì a comprendere che sarei stata a quel gioco, decise di sancirne le regole stabilendo che fosse giunto il momento per iniziare a pretendere ancora di più.
Uno alla volta lasciai cadere a ritmo di quella musica che avevamo ascoltato nell’auto, ogni singolo indumento, iniziando con il farmi scivolare la gonna lungo le gambe inguainate nelle autoreggenti di tonalità in perfetta simbiosi con il candore della biancheria intima indossata per l’occasione.
Poi fu la volta della giacca, della camicetta, del reggiseno ed infine anche dello slip, quale ultimo baluardo a protezione della mia integrità, mentre gli scatti si susseguivano unitamente agli elogi eloquenti che, accompagnando la mia svestizione conferivano un alone di ulteriore fascino ad un simile evento.
Coperta dalle sole autoreggenti ed in bilico sulle elevatissime calzature dal tacco vertiginosamente appuntito, chiesi se così gli poteva finalmente bastare, domandandogli anche l’utilizzo che ne avrebbe fatto delle foto, immaginando che potesse farsene vanto con altri suoi stessi coetanei, facendomi trasalire al solo pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere nel caso fossero poi sate anche divulgate.
Rassicurata dalla garanzia che le avrebbe tenute per se, mi volle condurre nella sua stanza per mostrarmi i poster appesi alle pareti, pregandomi di seguirlo senza però ancora rivestirmi, perché desiderava immortalarmi anche in quel luogo, ponendo come fondale proprio tali ritratti.
Assecondandolo mi lasciai condurre dove desiderava, anche se la mia nudità ora mi faceva improvvisamente sentire ancora più vulnerabilmente esposta alle sue particolari attenzioni.
Una volta nella stanza infatti il giovane non riuscì a trattenere oltre la crescente passione che nutriva nei miei confronti, esprimendo in maniera sempre più palese il proprio evidente disagio di fronte a quella che giudicava una prorompente bellezza capace di riempire le sue fantasie al punto dal confessare di non saper più intrattenere soddisfacenti rapporti con le proprie coetanee.
Seduta sul letto di fianco a lui, rendendomi sempre più conto di essere nuda mentre lo ascoltavo, iniziai a provare imbarazzo quasi che mi fossi solo allora resa finalmente conto di essere stata l’artefice di quelle provocatorie emozioni che avevo alimentato in maniera sicuramente eccessiva.
Ero troppo vicina per potergli impedire di sfiorarmi le ginocchia e come paralizzata lasciai che potesse poggiarvi completamente la mano avvertendo il trepidante contatto attraverso la leggerissima guaina di nylon che separava le sue dita dalla mia ormai fremente epidermide.
Audacemente prese coraggio risalendo lentamente sino alla balza di pizzo elasticizzato senza fermarsi neppure quando gli domandai senza troppa convinzione cosa stesse facendo.
Nel più assoluto silenzio si chinò di fronte a me liberandomi delle scarpe e poi senza indugiare mi sfilò completamente le calze facendomi sentire molto più nuda di quanto già non fossi di fronte ai sui sguardi ancora più penetranti.
Il mio vello dorato divenne subito oggetto delle sue ulteriori attenzioni mentre, accarezzandomi la curatissima rasatura del pube, la rugiada delle mie labbra andava comunicandogli l’eccitazione crescente che ormai si stava impadronendo incondizionatamente di me.
Non mi opposi a che le sue dita ne varcassero l’umida consistenza facendomi gemere di improvvisa emozione a quel tocco leggero che lentamente spingendosi sempre più nelle mie abissali profondità mi andava esplorando con estrema determinazione.
La sua bocca mi avviluppò un capezzolo rendendolo ancora più turgido di passione, iniziando voracemente a succhiarlo come avrebbe fatto un fanciullo aggrappato al seno materno alla spasmodica ricerca di appagare la propria famelica necessità alimentare.
Le sue dita ora si muovevano con maggiore intensità quasi avesse velocemente appreso quale fosse stato il mio punto più nevralgico da stimolare.
Incapace di opporgli resistenza nella piena consapevolezza di non poter ormai impedire l’inevitabile epilogo lo osservavo mentre spogliandosi frettolosamente non distoglieva lo sguardo dal mio corpo quasi nel timore che potesse improvvisamente svanire la magia che si stava componendo.
Il suo pene, già in perfetta erezione, assunse ulteriore consistenza quando, proteso alla volta della fessura arrendevolmente dischiusa per riceverlo, si compresse in simbiotica unione alle mie labbra ancora più fradice per le manipolazioni subite, e mentre spavaldamente ne varcava la soglia, senza attendere alcuna autorizzazione, trapassandomi impietosamente senza altri riguardi, con un gemito di consenso gli ordinai di sbattermi ferocemente come meritavo.
Esortato dalla mia completa arrendevolezza prese a percorrermi con impetuosa foga eiaculandomi immediatamente in corpo tutto il proprio rovente piacere.
Comprensibilmente avvilito per la pochezza di quella sua prestazione, schernendosi all’attenuante che la mia eccessiva bellezza non gli aveva permesso di contenere le proprie emozioni si adagiò sopra di me supplicandomi di tenerlo ancora nel grembo.
Confortandolo del fatto che quanto accaduto era cosa comune anche ad altre persone ben più adulte di lui, che a loro volta poste di fronte ad una analoga occasione non avevano saputo dominare i loro istinti, lo accarezzai dolcemente, ed iniziando ad autostimolarmi sulla clitoride, lo tranquillizzai sino ad ottenerne la completa ripresa, questa volta guidandolo io stessa con le tempistiche necessarie a permettergli di sentire quanto mi avrebbe fatto godere.
Dimostrandosi molto più acorto, senza rinunciare al piacere di assaporare il mio palato con la voluttuosa voracità della lingua, proponendosi con sorprendente determinazione a porre l’ulteriore suggello a quel perentorio possesso, mi condusse docilmente dove consapevole desideravo ormai giungere.
Quando il mio ansimare si fece ancora più intenso, anticipandogli attraverso gli spasimi di essere ormai prossima per venire, a propria volta, dopo avermi sentita urlare tutta la pregressa passione, esortato dal mio febbrile incitamento, mi irrorò nuovamente le viscere conducendomi all’unisono ad un indescrivibile orgasmo.
Solo più tardi, quando confidai al mio compagno di aver condiviso realmente tutto ciò che anche nelle sue fantasie più perverse aveva costituito argomento di morbosa eccitazione, lo trovai pronto ad ammettere, con la consueta complicità, di provare grande emozione nell’apprendere le modalità attraverso le quali si era concretizzata quella mia nuova esperienza.
Nella consapevolezza di farlo impazzire gli fornii allora una esplcita dimostrazione di come, dopo l’amplesso, avevo gratificato analogamente anche il giovane amante, dando saggio ulteriore delle mie esclusive capacità orali, andando alla degustazione della protuberanza adolescenziale senza alcuna reticenza, sino a suggerne la tiepida linfa che, ingollata integralmente, gli fornì un altro segno della mia assoluta compartecipazione.
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