Outdoor
di
Gloria1951
genere
sentimentali
Sapevo che era da qualche parte in una di quelle corsie ad attendere il mio arrivo per poter verificare in che modo mi sarei predisposta all’incontro.
Il mio incedere sui tacchi sin troppo elevati per la situazione mi avevano già anticipato il fugace interesse di altri, subito distolto dalla presenza delle rispettive compagne.
Il leggero soprabito nero allacciato in vita unicamente da una cintura arrotolata su se stessa si accompagnava perfettamente con le scarpe di identico colore, conferendomi ulteriore visibilità.
Accovacciato presso uno scaffale, alla ricerca di qualcosa di introvabile, venne richiamato dalla vicinanza attraverso la quale a mia volta tentavo di prendere ciò che si trovava più in alto, sporgendomi audacemente, con la punta del piede poggiata sul ripiano più basso, incurante del pertugio che si apriva scoprendomi pericolosamente la nudità epidermica della gamba.
Attratto dalla repentina visione, che poteva far immaginare oltre allo sguardo paradisi ancor più inaccessibili, non ebbe il tempo materiale per reagire, seguendomi mentre mi allontanavo compiaciuta per ciò che avevo appena recuperato.
La stessa cassiera lasciava trasparire suo malgrado sentimenti di pungente consenso mentre mi apprestavo a definire gli acquisti, avvertendo alle mie spalle l’altra interessata presenza frettolosamente provare a fare altrettanto.
Incamminandomi verso l’auto mi sentivo penetrata da quello sguardo che mi riconduceva inevitabilmente al fatto di non aver indossato null’altro oltre a quel meraviglioso soprabito.
Risalendo in auto, cercando di ostentare maggiore sicurezza, le mie gambe rivelarono ancor più pericolosamente il mio stato, offrendo ulteriore visibilità ai libidinosi pensieri del mio ammiratore.
In fondo non avevo mai celato il piacere che si generava provocando le reazioni di chi mi osservava, e questo il mio compagno lo sapeva perfettamente, così, quando sedendosi prese posto al mio fianco, scostandomi del tutto la piega del tessuto, e scoprendo una parte del mio vello perfettamente curato, non potei impedirgli di intrufolarsi con le mani in quel pertugio, avviando nel contempo l’auto e ripartendo verso la meta che avrebbe condotto sicuramnte all’oblio.
Il mio incedere sui tacchi sin troppo elevati per la situazione mi avevano già anticipato il fugace interesse di altri, subito distolto dalla presenza delle rispettive compagne.
Il leggero soprabito nero allacciato in vita unicamente da una cintura arrotolata su se stessa si accompagnava perfettamente con le scarpe di identico colore, conferendomi ulteriore visibilità.
Accovacciato presso uno scaffale, alla ricerca di qualcosa di introvabile, venne richiamato dalla vicinanza attraverso la quale a mia volta tentavo di prendere ciò che si trovava più in alto, sporgendomi audacemente, con la punta del piede poggiata sul ripiano più basso, incurante del pertugio che si apriva scoprendomi pericolosamente la nudità epidermica della gamba.
Attratto dalla repentina visione, che poteva far immaginare oltre allo sguardo paradisi ancor più inaccessibili, non ebbe il tempo materiale per reagire, seguendomi mentre mi allontanavo compiaciuta per ciò che avevo appena recuperato.
La stessa cassiera lasciava trasparire suo malgrado sentimenti di pungente consenso mentre mi apprestavo a definire gli acquisti, avvertendo alle mie spalle l’altra interessata presenza frettolosamente provare a fare altrettanto.
Incamminandomi verso l’auto mi sentivo penetrata da quello sguardo che mi riconduceva inevitabilmente al fatto di non aver indossato null’altro oltre a quel meraviglioso soprabito.
Risalendo in auto, cercando di ostentare maggiore sicurezza, le mie gambe rivelarono ancor più pericolosamente il mio stato, offrendo ulteriore visibilità ai libidinosi pensieri del mio ammiratore.
In fondo non avevo mai celato il piacere che si generava provocando le reazioni di chi mi osservava, e questo il mio compagno lo sapeva perfettamente, così, quando sedendosi prese posto al mio fianco, scostandomi del tutto la piega del tessuto, e scoprendo una parte del mio vello perfettamente curato, non potei impedirgli di intrufolarsi con le mani in quel pertugio, avviando nel contempo l’auto e ripartendo verso la meta che avrebbe condotto sicuramnte all’oblio.
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