Pazza idea

di
genere
sentimentali

Nonostante fossi ormai abbastanza disinibita di fronte alle trasgressive situazioni che l’anziano amico riusciva a prospettare, anche attraverso la consenziente complicità del mio stesso compagno, dando in tal modo seguito ad ogni possibile fantasia, non potrò mai negare del reale imbarazzo provato quando, perfettamente consapevole che quella sarebbe stata la prima volta in cui mi recavo in un simile luogo, venni indirizzata alla visita di un porno shop.
Predisposta nella maniera che mi era stata richiesta, assecondando il recondito proposito del mio perverso accompagnatore, mi lasciai guidare, non priva di apprensione, seguendolo sino all’angolo più remoto di quel singolare negozio dove, ancor meglio facilitato dall’esigua presenza di altri avventori, decise di porre in atto una tale pazzia, alla fine da me altrettanto follemente avvallata.
Ancora del tutto ignara di ciò che realmente intendeva concretizzare, una volta che ebbe individuato tra gli scaffali il punto più idoneo dove poter dare seguito alle proprie libidinose intenzioni, mi aprì la cerniera del vestito facendolo repentinamente scivolare lungo il corpo esponendomi nella più assoluta nudità.
Posta in quella vulnerabile condizione mi fece disporre in modo da potergli consentire di immortalare il singolare momento, osservandomi sempre più compiaciuto nel modo in cui, se pure pervasa da estrema tensione, ne assecondavo tuttavia una così estrema volontà.
Cercando di dominare ogni sorta di imbarazzante apprensione, al solo pensiero che qualcun altro potesse sopraggiungesse durante quell’esiguo frangente, che a me parve comunque interminabile, sforzandomi di non pensare alla gratificante concessione che avrei offerto di fronte ad un anonimo beneficiario di tale visione, accettai che potesse condurre a compimento quanto aveva prestabilito.
Pervasa da incontrollabili fremiti cerebrali furono quelli istanti di interminabile passione nei quali ogni razionale pensiero ebbe il sopravvento sulla ragione, lasciando spazio alle fantasie più estreme che, invadendomi la mente, riuscirono a sopraffarre ogni mia istintiva resistenza.
Quasi senza accorgermi, ancora preda del sensoriale delirio, egli mi aiutò a ricompormi, pienamente soddisfatto dal modo in cui avevo permesso che potesse avere luogo un simile evento assecondandolo in quella follia.
Anche il commesso del negozio, ribadendo la propria attenzione, dimostrava un maggiore interesse nel guardarmi mentre abbandonavo il segreto scenario in cui mi ero resa protagonista, forse non del tutto ignaro di quanto si era svolto, lasciando presagire, attraverso sguardi ancor più penetranti, che forse, attraverso l’ausilio di occulte telecamere di controllo, poteva essere andata in onda quella intera rappresentazione.
Il pensiero di poter essere stata totalmente monitorata, e della non affatto remota possibilità che esistesse realmente una simile registrazione, innescò inevitabilmente fantasie ancor più morbose, facendo immaginare al mio stesso compagno dell’immensa soddisfazione che il commesso avrebbe sicuramente provato nel condividere l’esclusiva filmografia assieme ai suoi più assidui clienti, senza dubbio da quel preciso istante desiderosi di vedermi prima o poi rientrare in quell’esercizio per esprimere a loro volta un ben più tangibile apprezzamento.
scritto il
2012-07-26
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