Fuoco e Ombre
di
Vandal
genere
pulp
I
Un intrico di rami, sembrano braccia di streghe che coprono il sole.
Un ombra di fumo fluttua sotto di essi, su un sentiero di terra bianca. Le braccia si muovono sospinte da un vento lieve. S’intrecciano, stridono con le cortecce. L’ombra di fumo s’inoltra sempre più nelle profondità del bosco, dove la luce fatica a filtrare e i suoni sono attutiti. Nessun animale tra l’erba, nessun fiore a mostrare la propria fragranza.
I rami intrecciati diventano una galleria in legno e fogli nere. L’ombra discende un pendio e si ferma per un attimo all’inizio di una lunga scala in pietra. L’ombra si muove lungo la scalinata e discende verso la penombra del bosco, fino a due colonne in pietra avvolte da rampicanti e muschi. Incise in rilievo un simbolo araldico: uno scudo, una spada, un drago. Oltre, un altare in pietra grezza su cui è posta una candela. L’ombra si ferma davanti a quell’altare, la mano tesa, quasi esitante verso quella luce tremula.
I lineamenti dell’ombra si sciolgono in piccole spirali, il volto si concretizza in un ovale femminile. Un mento sottile, pelle leggermente ambrata, labbra piccole e carnose, naso piccolo, occhi di un intenso blu notte. Il corpo cambia, si armonizza, curve flessuose e sinuose che ricordano fianchi di una cerva. Nuda alla luce della candela, dai perfetti glutei, i fianchi stretti, i seni piccoli, il ventre piatto, il taglio tra le gambe privo di peluria.
Le labbra si muovono, sembrano un sussurro, forse una preghiera. La fiamma della candela trema, si alza, sale a spirale. Sembra danzare alle parole della sacerdotessa. Si gonfia, si intreccia. Di lì a poco, una forma prende vita, un uomo fatto di ombre e di fuoco. La donna continua a cantare mentre la strana figura elementare prende più forma. Ora è un uomo nudo dai muscoli sviluppati, nel pieno vigore giovanile, con il sesso esposto e turgido, ancora avvolto da sottili linee di fiamme. Colui che è nato dal fuoco, infuso di magia antica, gli occhi che sono pozzi di pece rovente. Ha i capelli corti e ondulati, anch’essi mossi di fiamma. Ha il volto squadrato di un giovane di ventenne, tonico, dalla pelle liscia e chiara, dalle spalle larghe e i glutei sodi.
L’elementale osserva chi lo ha evocato e, una nuova luce sembra brillare nei suoi occhi “Chi sei?” chiede lui. Ha una voce che ricorda il crepitare del fuoco in un camino. “Sei la mia padrona?”
“Io non sono ne’ schiava, né padrona” risponde la donna “Sono ciò che vorrai e ciò che voglio”
“Tu hai un nome?”
“Shaina di Manto Notte, sacerdotessa del tempio di Illaghaard e maestra elementale della Torre di Scarhaven”
“Io non ho un nome, solo tu lo conosci. Dimmi il nome e sarò tuo servo”
“Io ti chiamerò Salamander e ti legherò a me come compagno di questa notte”
“Compagno? Vuoi che che mi unisca a te? Che prenda le tue carni? Che ti doni il mio seme?”
“Sì, è ciò che voglio”
“E così sarà, Shaina di Manto Notte” china il capo in segno di saluto, scende dall’altare e si pone di fronte alla sacerdotessa, le braccia che si allungano verso di lei.
Shaina afferra le sue mani e gliele stringe. Così forti sono esse ma, al contempo, morbide. Lei si avvicina a lui, i corpi che si sfiorano, gli sguardi agganciati, linee di ombre e di fiamma che legano e si avvolgono. Lei sente il vigore di lui, così solido, così potente. Lui avverte il desiderio di lei,sulle ombre che strisciano sulla sua pelle, tra le gambe, oltre le sue grandi labbra. Più vicino, a stretto contatto, la pelle che accoglie fiamme e ombre. I capezzoli duri che graffiano la pelle, le labbra che si incontrano e si baciano, lui che afferra il suo vigore e lo dirige dentro di lei.
Ancora in piedi, danzano e si concedono negli sguardi, nelle carezze, nei movimenti dei fianchi di lui.
Distesi sull’altare a fare all’amore, unirsi nell’estasi del sesso. Sentirsi come risucchiati in un profondo vortice fatto di fiamme, essere come un veliero che affronta la tempesta, librarsi nell’aria notturna con ali di un possente leviathano.
Lui che affonda la prua nelle onde del suo corpo. Lui che affronta il maelestrom nelle profondità della sua vagina. Lei che si aggrappa a quel possente veliero e gli impedisce di salvarsi, lui che desidera ancora perdersi tra quei flutti impetuosi di quel gorgo tempestoso che è Shaina.
Poi, con uno scatto di reni, l’impeto di un reflusso, il gorgo si chiude con un frangersi di spuma e acqua salmastra. Fuoco e ombre tornano ad essere due forme distinte ma unite
“Mia Signora” sussurra l’elementale
“Mio caro Salamander” gli accarezza il viso, poi si porta la mano al ventre. Sorride “Il dono mi è giunto, mio dolce amante”
“E ora cosa accadrà, mia Signora? Che ne sarà di me?”
“Temi che ti esili ancora nel Regno del fuoco?”
“Se questo è il vostro volere”
“Il mio volere è avere qualcuno al mio fianco quando tornerò al tempio e presenterò il mio erede. Il nostro Erede”
“Il nostro Erede avrà un nome?”
“Si chiamerà Gaelian e sarà la Furia che si abbatterà sugli usurpatori”
“Gaelian” sorride l’elementale “Colui che è nato dal fuoco e dalle ombre”
E rimasero così, abbracciati l’uno nell’altro, sognando il loro futuro..
=Fine?=
Un intrico di rami, sembrano braccia di streghe che coprono il sole.
Un ombra di fumo fluttua sotto di essi, su un sentiero di terra bianca. Le braccia si muovono sospinte da un vento lieve. S’intrecciano, stridono con le cortecce. L’ombra di fumo s’inoltra sempre più nelle profondità del bosco, dove la luce fatica a filtrare e i suoni sono attutiti. Nessun animale tra l’erba, nessun fiore a mostrare la propria fragranza.
I rami intrecciati diventano una galleria in legno e fogli nere. L’ombra discende un pendio e si ferma per un attimo all’inizio di una lunga scala in pietra. L’ombra si muove lungo la scalinata e discende verso la penombra del bosco, fino a due colonne in pietra avvolte da rampicanti e muschi. Incise in rilievo un simbolo araldico: uno scudo, una spada, un drago. Oltre, un altare in pietra grezza su cui è posta una candela. L’ombra si ferma davanti a quell’altare, la mano tesa, quasi esitante verso quella luce tremula.
I lineamenti dell’ombra si sciolgono in piccole spirali, il volto si concretizza in un ovale femminile. Un mento sottile, pelle leggermente ambrata, labbra piccole e carnose, naso piccolo, occhi di un intenso blu notte. Il corpo cambia, si armonizza, curve flessuose e sinuose che ricordano fianchi di una cerva. Nuda alla luce della candela, dai perfetti glutei, i fianchi stretti, i seni piccoli, il ventre piatto, il taglio tra le gambe privo di peluria.
Le labbra si muovono, sembrano un sussurro, forse una preghiera. La fiamma della candela trema, si alza, sale a spirale. Sembra danzare alle parole della sacerdotessa. Si gonfia, si intreccia. Di lì a poco, una forma prende vita, un uomo fatto di ombre e di fuoco. La donna continua a cantare mentre la strana figura elementare prende più forma. Ora è un uomo nudo dai muscoli sviluppati, nel pieno vigore giovanile, con il sesso esposto e turgido, ancora avvolto da sottili linee di fiamme. Colui che è nato dal fuoco, infuso di magia antica, gli occhi che sono pozzi di pece rovente. Ha i capelli corti e ondulati, anch’essi mossi di fiamma. Ha il volto squadrato di un giovane di ventenne, tonico, dalla pelle liscia e chiara, dalle spalle larghe e i glutei sodi.
L’elementale osserva chi lo ha evocato e, una nuova luce sembra brillare nei suoi occhi “Chi sei?” chiede lui. Ha una voce che ricorda il crepitare del fuoco in un camino. “Sei la mia padrona?”
“Io non sono ne’ schiava, né padrona” risponde la donna “Sono ciò che vorrai e ciò che voglio”
“Tu hai un nome?”
“Shaina di Manto Notte, sacerdotessa del tempio di Illaghaard e maestra elementale della Torre di Scarhaven”
“Io non ho un nome, solo tu lo conosci. Dimmi il nome e sarò tuo servo”
“Io ti chiamerò Salamander e ti legherò a me come compagno di questa notte”
“Compagno? Vuoi che che mi unisca a te? Che prenda le tue carni? Che ti doni il mio seme?”
“Sì, è ciò che voglio”
“E così sarà, Shaina di Manto Notte” china il capo in segno di saluto, scende dall’altare e si pone di fronte alla sacerdotessa, le braccia che si allungano verso di lei.
Shaina afferra le sue mani e gliele stringe. Così forti sono esse ma, al contempo, morbide. Lei si avvicina a lui, i corpi che si sfiorano, gli sguardi agganciati, linee di ombre e di fiamma che legano e si avvolgono. Lei sente il vigore di lui, così solido, così potente. Lui avverte il desiderio di lei,sulle ombre che strisciano sulla sua pelle, tra le gambe, oltre le sue grandi labbra. Più vicino, a stretto contatto, la pelle che accoglie fiamme e ombre. I capezzoli duri che graffiano la pelle, le labbra che si incontrano e si baciano, lui che afferra il suo vigore e lo dirige dentro di lei.
Ancora in piedi, danzano e si concedono negli sguardi, nelle carezze, nei movimenti dei fianchi di lui.
Distesi sull’altare a fare all’amore, unirsi nell’estasi del sesso. Sentirsi come risucchiati in un profondo vortice fatto di fiamme, essere come un veliero che affronta la tempesta, librarsi nell’aria notturna con ali di un possente leviathano.
Lui che affonda la prua nelle onde del suo corpo. Lui che affronta il maelestrom nelle profondità della sua vagina. Lei che si aggrappa a quel possente veliero e gli impedisce di salvarsi, lui che desidera ancora perdersi tra quei flutti impetuosi di quel gorgo tempestoso che è Shaina.
Poi, con uno scatto di reni, l’impeto di un reflusso, il gorgo si chiude con un frangersi di spuma e acqua salmastra. Fuoco e ombre tornano ad essere due forme distinte ma unite
“Mia Signora” sussurra l’elementale
“Mio caro Salamander” gli accarezza il viso, poi si porta la mano al ventre. Sorride “Il dono mi è giunto, mio dolce amante”
“E ora cosa accadrà, mia Signora? Che ne sarà di me?”
“Temi che ti esili ancora nel Regno del fuoco?”
“Se questo è il vostro volere”
“Il mio volere è avere qualcuno al mio fianco quando tornerò al tempio e presenterò il mio erede. Il nostro Erede”
“Il nostro Erede avrà un nome?”
“Si chiamerà Gaelian e sarà la Furia che si abbatterà sugli usurpatori”
“Gaelian” sorride l’elementale “Colui che è nato dal fuoco e dalle ombre”
E rimasero così, abbracciati l’uno nell’altro, sognando il loro futuro..
=Fine?=
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